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Domande e risposte
Micuro ti aiuta a trovare le strutture migliori per tumore allo stomaco
Di seguito i dati sulle migliori strutture ospedaliere per tumore maligno allo stomaco. La valutazione di queste strutture si basa sui dati del Programma Nazionale Esiti (dati del 2024, riferiti al 2023), resi pubblici per conto del Ministero della Salute. Micuro analizza e sintetizza questi dati per stilare classifiche che ti aiuteranno a individuare la struttura più adatta alle tue esigenze.
Come ha spiegato la Prof.ssa Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e responsabile del Comitato Scientifico di Micuro: “È stato dimostrato in letteratura che all’aumentare del numero di casi di tumore allo stomaco trattati da una struttura sanitaria aumenta la sopravvivenza dopo l’intervento chirurgico. Perciò, è importante scegliere le strutture che raggiungono le soglie minime fissate dal gruppo di lavoro del Programma Nazionale Esiti (n. 40 interventi/anno) al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente. Oltre al numero totale di interventi eseguiti in un anno è fondamentale considerare anche la percentuale di sopravvivenza a 30 giorni dall’intervento che dovrebbe essere superiore al 96%”.
Classifica nazionale: le 5 strutture che nel 2023 in Italia hanno effettuato un maggior numero di interventi chirurgici per tumore allo stomaco con sopravvivenza > 96%
- Policlinico Universitario A.Gemelli di Roma (n° interventi: 155, sopravvivenza: 96,19%)
- Ospedale Borgo Trento - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (n° interventi: 117, sopravvivenza: 97,77%)
- IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano - Gruppo San Donato (n° interventi: 101, sopravvivenza: 97,03%)
- Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (n° interventi: 85, sopravvivenza: 96,33%)
- Presidio Ospedaliero Molinette - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (n° interventi: 78, sopravvivenza: 96,6%)
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Tumore allo stomaco: che cos’è
Il tumore allo
stomaco (solitamente adenocarcinoma gastrico) è un
tumore che si origina da
cellule gastriche maligne, nel 90% dei casi della mucosa, che iniziano a proliferare in maniera incontrollata. In alcuni casi non si tratta di
adenocarcinoma ma di
GIST o sarcomi, tumori che originano più in
profondità della
parete, oppure linfomi se originano dal
tessuto linfatico. In casi rari si tratta di tumori che nascono dalle cellule che producono gli ormoni.
Normalmente il tumore dello stomaco si distingue in:
- Prossimale quando è più vicino all’esofago;
- Distale quando è più vicino al piloro o al duodeno. Nella metà dei casi il tumore riguarda l’antro la parte più distale dello stomaco.
Oggi si tende a parlare di tumore allo stomaco anche per indicare le
neoplasie della giunzione esofago-gastrica o gastro-esofagea. Si individuano tre tipi di tumore: il tumore tipo I che si sviluppa prevalentemente nell’esofago, il tipo II o carcinoma vero del cardias e il tipo III che interessa l’area gastrica sottocardiale.
Che cosa causa il tumore allo stomaco
Solitamente il tumore allo stomaco è a
crescita lenta che significa che può richiedere
diversi anni per svilupparsi. Non vi è un’unica causa per il tumore allo stomaco, ma vi sono dei fattori che sono risultati correlati all’insorgenza del cancro:
- Infezione da Helicobacter pylori. È il principale fattore di rischio per il cancro allo stomaco. In particolare un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha individuato 9 geni che se mutati correlano la presenza dell’infezione con il conseguente sviluppo del cancro. Grossa parte della popolazione entra in contatto con Helicobacter pylori nella vita e il più delle volte non porta alcun sintomo né conseguenze. In alcune persone porta a sintomi come bruciore allo stomaco o dolore addominale che portano la persona ad approfondire l’origine di questo malessere e a scoprire l’infezione. Se non debellato con i farmaci necessari, il microrganismo può portare allo sviluppo di ulcere gastriche o duodenali che a lungo andare possono favorire l’insorgenza del cancro allo stomaco. Questo perché Helicobacter pylori secerne una tossina, CagA, che provoca un'infiammazione cronica che nel tempo può portare allo sviluppo della malattia;
- Gastrite atrofica autoimmune. Si tratta di una malattia autoimmune ereditaria dove la persona sviluppa anticorpi contro le proprie cellule parietali, causando ipocloridria e ridotta produzione di fattore intrinseco. Chi soffre di questa condizione presenta come conseguenza una gastrite atrofica, il malassorbimento di vitamina B12 e spesso l'anemia perniciosa, oltre ad avere un rischio più alto di adenocarcinoma gastrico;
- Polipi gastrici. I polipi sono considerati possibili precursori del cancro, così come un polipo al colon-retto può essere precursore del cancro del colon-retto. I polipi infiammatori possono comparire in seguito all’assunzione massiccia di FANS e di farmaci chiamati inibitori della pompa protonica. Più grande è il polipo più è alta la probabilità che si sviluppi un cancro. Solitamente ogni volta che si rileva un polipo lo si esporta comunque, per sicurezza;
- Fattori genetici. Circa il 3% dei tumori allo stomaco è dovuto a fattori genetici ereditari, fra i quali troviamo:
- HDGC (Hereditary Diffuse Gastric Cancer);
- FIGC (Familial Intestinal Gastric Cancer);
- GAPPS (Gastric Adenocarcinoma and Proximal Polyposis Of The Stomach);
- Dieta. L'International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato un'associazione positiva, cioè un nesso, fra consumo di carne lavorata (affettati ad esempio) e di prodotti salati e affumicati e insorgenza di cancro allo stomaco.
I primi sintomi del tumore allo stomaco
Nelle
fasi iniziali il tumore è quasi sempre
silente e la diagnosi avviene tramite
endoscopia,
seguita dalla
TC e se viene rilevato il cancro dall'ecografia endoscopica per definirne la stadiazione. I sintomi da tenere d’occhio in realtà sono aspecifici, cioè sono comuni anche ad altre condizioni dello stomaco come gastrite o ulcera gastrica e quindi non è detto che significhino tumore:
- Senso di sazietà precoce;
- Dimagrimento;
- Presenza di sangue nelle feci o feci scure quasi nere;
- Stanchezza severa legata ad anemia;
- Ostruzione e sanguinamento.
Non esiste oggi uno
screening endoscopico per l’individuazione del cancro allo stomaco, ma già l’individuazione della presenza di Helicobacter pylori e la sua cura rappresentano un modo per ridurre il rischio di insorgenza di questo tumore.
I sintomi dell’ Helicobacter pylori
Data la correlazione con la presenza di Helicobacter pylori, è importante conoscere e monitorare eventuali sintomi della sua presenza, di modo da debellare l’infezione e ridurre la probabilità nel tempo di sviluppare questo tipo di tumore:
- Bruciore di stomaco;
- Forte nausea;
- Perdita di appetito;
- Senso di gonfiore;
- Vomito;
- Dolore allo stomaco.
Nel breve termine l’infezione produce un’
infiammazione gastrica (quella che chiamiamo gastrite), che in alcuni interessa tutto lo stomaco mentre in altri solo la parte bassa dello stomaco. oppure solo la sua parte inferiore (antro). In alcune persone si ha la presenza di ulcere gastriche o duodenali.
In presenza di questi sintomi L’H. pylori è possibile sottoporsi a esami specifici per individuare l’eventuale presenza del batterio e debellarlo con terapia antibiotica. Si analizzano campioni di respiro o feci oppure si procede con
endoscopia superiore prelevando un campione di mucosa gastrica per una biopsia atta a rilevare il patogeno.
Come si cura il tumore allo stomaco
La
diagnosi di
tumore allo stomaco prevede
endoscopia con
biopsia e
successiva TC ed
ecografia endoscopica.
Il trattamento principale in caso di malattia localizzata non ancora in metastasi è la chirurgia che prevede l’asportazione di parte o di tutto lo stomaco (gastrectomia) a seconda di quanto è estesa la malattia. Nel caso di tumore localizzato alla mucosa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto elevata. Purtroppo il tasso di sopravvivenza complessivo non è elevatissimo perché molti tumori sono scoperti in fase già avanzata. Oggi fortunatamente vivere senza stomaco si può, come testimonia l’associazione pazienti Vivere senza stomaco (si può!)
https://viveresenzastomaco.org/. Sebbene l’intervento di gastrectomia elimini tutto lo stomaco e una piccola parte dell’esofago, oltre i linfonodi vicini e a distanza, i pazienti riescono comunque a mangiare perché l’esofago viene connesso all’intestino, tramite una cucitura (anastomosi).
Il tumore allo stomaco può essere ridotto con una
chemioterapia preoperatoria e a seconda del caso l’equipe medica suggerirà un trattamento complementare con chemioterapia o più raramente con radioterapia.
È importante arrivare all’operazione nelle
condizioni migliori possibili. Molti pazienti infatti risultano malnutriti e la letteratura ha osservato che la malnutrizione preoperatoria è associata a maggiori complicanze post intervento.
Dopo l’intervento chirurgico la riabilitazione inizia già nelle prime 24 ore, cercando di
mobilizzare il
paziente e di lavorare sulla sua funzionalità respiratoria. Una volta che la persona ricomincia ad alimentarsi verrà presa in carico dal nutrizionista che la supporterà nell’impostare un regime alimentare domestico adatto alla sua condizione.
Vivere senza stomaco. L’alimentazione dopo l’operazione
L’associazione pazienti
Vivere senza stomaco (si può!) ha pubblicato diversi
materiali informativi sul regime alimentare della persona che vive senza stomaco dopo un intervento chirurgico oncologico. Uno di questi è il libretto
Alimentazione e nutrizione nel paziente con carcinoma dello stomaco.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come si capisce se si ha un tumore allo stomaco?
Nelle fasi iniziali il tumore è quasi sempre silente e la diagnosi avviene tramite endoscopia, seguita dalla TC e se viene rilevato il cancro dall'ecografia endoscopica per definirne la stadiazione. I sintomi da tenere d’occhio in realtà sono aspecifici, cioè sono comuni anche ad altre condizioni dello stomaco come gastrite o ulcera gastrica e quindi non è detto che significhino tumore:
senso di sazietà precoce;
dimagrimento;
presenza di sangue nelle feci o feci scure quasi nere;
stanchezza severa legata ad anemia;
ostruzione e sanguinamento.
Come inizia tumore allo stomaco?
L’infezione da Helicobacter pylori è il principale fattore di rischio per il cancro allo stomaco. In particolare un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha individuato 9 geni che se mutati correlano la presenza dell’infezione con il conseguente sviluppo del cancro. Se non debellato con i farmaci necessari, il microrganismo può portare allo sviluppo di ulcere gastriche o duodenali che a lungo andare possono favorrie l’insorgenza del cancro allo stomaco. Questo perché Helicobacter pylori secerne una tossina, CagA, che provoca un'infiammazione cronica che nel tempo può portare allo sviluppo della malattia.
Ci sono anche altri fattori di rischio fra cui la gastrite atrofica autoimmune, polipi gastrici e malattie genetiche ereditarie.
Data la correlazione con la presenza di Helicobacter pylori, è importante conoscere e monitorare eventuali sintomi della sua presenza, di modo da debellare l’infezione e ridurre la probabilità nel tempo di sviluppare questo tipo di tumore.
Quanto è grave il tumore allo stomaco?
Nel caso di tumore localizzato alla mucosa la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto elevata. Purtroppo il tasso di sopravvivenza complessivo non è elevato perché molti tumori sono scoperti in fase già avanzata.
Quanto tempo impiega un tumore allo stomaco a svilupparsi?
Solitamente il tumore allo stomaco è a crescita lenta che significa che può richiedere diversi anni per svilupparsi.
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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