Indice
Domande e risposte
Che cos’è il tumore alla colecisti?
I
tumori della colecisti e delle vie biliari sono tumori che finiscono per
ostruire il tratto
biliare extraepatico, impedendo il passaggio della
bile all’
intestino, e che se non diagnosticati ed eliminati, nel tempo possono metastatizzare verso altri organi.
Nella
maggior parte dei casi questi tumori si originano dalle ghiandole presenti nella
mucosa. I tumori alla colecisti si dividono in:
- Adenocarcinomi non papillari (che rappresentano i tre quarti circa di questi tumori);
- Adenocarcinomi papillari.
Si tratta di
tumori rari, con circa
3 casi di tumore della colecisti
ogni 100.000 uomini e circa
5 ogni 100.000 donne.
Il tumore procede a stadi:
- Tumore alla colecisti allo stadio 0, significa la presenza del tumore solo allo strato epiteliale;
- Tumore alla colecisti allo stadio I, indica un tumore diffuso oltre lo strato epiteliale della colecisti ma che ancora non si è diffuso nei linfonodi vicini;
- Tumore alla colecisti allo stadio II, significa che il tumore è cresciuto e ha toccato qualche linfonodo ma ancora non ha intaccato altri tessuti o organi adiacenti come il peritoneo o il fegato. Nei primi tre stadi il tumore è localizzato e quindi è possibile asportarlo completamente;
- Tumore alla colecisti allo stadio III, significa che il tumore ha raggiunto il fegato o altri organi adiacenti come lo stomaco, il duodeno, il colon, il pancreas o i dotti biliari o i linfonodi ma non ha ancora metastatizzato;
- Tumore alla colecisti allo stadio IV, significa che sono presenti metastasi.
A che cosa serve la cistifellea?
La
cistifellea, o colecisti, è un organo localizzato
sotto il
fegato di una lunghezza di circa 8-9 cm e una larghezza massima di 2-3 cm. Il suo ruolo nel nostro
organismo è quello di
immagazzinare la
bile prodotta dal fegato che ci serve per la digestione e assorbire i grassi. Nel processo di digestione la cistifellea si contrae di modo che la bile possa scendere nel dotto biliare fino all’intestino. La buona notizia è che si può vivere
senza colecisti perché la bile può venire trasportata dal fegato all'intestino anche in sua assenza. La presenza di un tumore tuttavia può impedire il passaggio della bile all’intestino, che invece è necessario al
processo digestivo.
La maggior parte dei casi si verifica sopra i 65 anni di età e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi non è altissima perché spesso il tumore viene diagnosticato in fase già molto avanzata. È bene dunque in presenza di fattori di rischio (vedi sotto) mantenersi monitorati nel tempo per intercettare l’eventuale tumore alle prime avvisaglie per migliorare la prognosi. La sopravvivenza a 5 anni per un tumore scoperto in fase iniziale è va dall’80 al 100% a seconda della casistica.
Che cosa provoca il tumore alla cistifellea
Non si sa che cosa causi il tumore alla colecisti, ma sono stati identificati alcuni fattori di rischio, ossia condizioni che possono
favorirne l’insorgenza:
- Calcoli biliari;
- Cisti congenite;
- Infiammazione cronica del dotto biliare, dovuti per esempio a malattie autoimmuni come la colangite cronica o la colangite sclerosante;
- La cosiddetta “colecisti a porcellana” che provoca un ispessimento della parete della colecisti dovuta a calcificazioni;
- Adenomatosi o poliposi ghiandolare;
- Cisti congenite delle vie biliari
- Anormalità nella congiunzione del dotto biliare con il dotto pancreatico;
- Obesità;
- Elevati livelli di glucosio nel sangue (glicemia alta);
- Esposizione alla diossina;
- Fumo;
- Infezione da virus dell’epatite B o C;
- Malattie genetiche ereditarie come la sindrome di Lynch;
- Familiarità per il tumore della colecisti o delle vie biliari.
Come riconoscere il tumore alla colecisti: i primi sintomi
Il sintomo particolare dei tumori che colpiscono la colecisti, le vie biliari e il fegato è il colorito giallastro della pelle e della sclera degli occhi, che prende il nome di ittero. Il colore è
dovuto al fatto che il tumore blocca il passaggio della bile nell’intestino.
Altri
sintomi associati (che però sono comuni anche ad altre patologie e non significano direttamente tumore) sono:
- Un dolore sordo nella parte in alto a destra dell’addome;
- Presenza di nausea e di vomito;
- Ingrossamento della colecisti;
- Perdita di peso dovuta anche a perdita di appetito;
- Sensazione di gonfiore all’addome.
Nei casi di
colangiocarcinoma, cioè di tumore alle vie biliari, è bene fare attenzione anche a urine e feci che possono risultare rispettivamente scure e pallide, a febbre e a stanchezza persistente.
Diagnosi di tumore alla colecisti
La
diagnosi di tumore alla cistifellea inizia con le analisi del sangue. In presenza di sintomi il medico presciverà il dosaggio di alcuni enzimi del fegato come le transaminasi, le gamma-GT e la fosfatasi alcalina. Sempre con le analisi del sangue si possono ricercare dei marcatori tumorali, che tuttavia anche se alti non significano necessariamente tumore perché sono alti anche in presenza di un’infiammazione.
In seguito alle analisi del sangue si suggerisce:
- L’ecografia addominale;
- La tomografia computerizzata (TC);
- La risonanza magnetica (RMN);
- L’angiografia e la colangiografia che prevedono di inserire dei tubicini nei vasi sanguigni (l’angiografia) e di iniettare un mezzo di contrasto nei dotti biliari (la colangiografia);
- L’ecoendoscopia, che prevede di inserire un endoscopio, dotato di una sonda ecografica all'estremità, dalla bocca fino allo stomaco e al duodeno, per esaminare l il pancreas, le vie biliari, il dotto epatico e la colecisti;
- La PET o tomografia a emissione di positroni, per misurare il metabolismo delle cellule e per verificare la presenza di eventuali metastasi a distanza anche nei linfonodi;
- Infine la biopsia, ossia un prelievo di tessuto per individuare e studiare le caratteristiche delle eventuali cellule tumorali. Non è detto che la biopsia sia necessaria qualora si decida di sottoporre il paziente a chirurgia per la rimozione dell’organo.
Curare il tumore alla colecisti
Le opzioni sono
tre:
- Chirurgia (per via laparoscopica, metodologia meno invasiva). È la via maestra, dal momento che si può vivere bene anche senza la cistifellea. Se il tumore è nella fase iniziale si rimuove la colecisti (l’intervento è detto colecistectomia) e, in base allo stadio della malattia e al sottotipo di tumore, si asporta anche una parte degli organi a contatto con la colecisti, in primis parte del fegato sano (qualora sia in salute), i linfonodi annessi e una parte delle vie biliari. Se il fegato non è in ottima salute si asporta una parte minore. Per alcuni tipi di tumore alla cistifellea è necessario asportare parte del pancreas. Nei primi tre stadi il tumore è localizzato e quindi è possibile asportarlo completamente;
- Chemioterapia. Viene consigliata solitamente dopo la chirurgia come coadiuvante per la prevenzione di ricadute;
- Radioterapia adiuvante alla chirurgia.
Sono in corso
sperimentazioni di farmaci innovativi per il tumore alla colecisti, in particolare trial clinici di farmaci immunoterapici basati cioè sulla stimolazione delle difese immunitarie del paziente.
Prevenire il tumore alla colecisti
Essendoci dei
fattori di
rischio per la sua insorgenza (quasi tutti i pazienti sono portatori di calcoli biliari) è possibile lavorare sulla loro riduzione per abbassare la probabilità di sviluppare la
malattia.
In particolare è consigliato alle persone con
calcoli biliari di sottoporsi a
periodici controlli.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Quali sono i sintomi di un tumore alla colecisti?
Il sintomo particolare dei tumori che colpiscono la colecisti, le vie biliari e il fegato è il colorito giallastro della pelle e della sclera degli occhi, che prende il nome di ittero. Il colore è dovuto al fatto che il tumore blocca il passaggio della bile nell’intestino.
Altri sintomi associati (che però sono comuni anche ad altre patologie e non significano direttamente tumore) sono:
- Un dolore sordo nella parte in alto a destra dell’addome;
- Presenza di nausea e di vomito;
- Ingrossamento della colecisti;
- Perdita di peso dovuta anche a perdita di appetito;
- Sensazione di gonfiore all’addome.
Nei casi di colangiocarcinoma, cioè di tumore alle vie biliari, è bene fare attenzione anche a urine e feci che possono risultare rispettivamente scure e pallide, a febbre e a stanchezza persistente.
Come si cura il tumore alla colecisti?
Le opzioni sono tre:
- Chirurgia (per via laparoscopica, metodologia meno invasiva). È la via maestra, dal momento che si può vivere bene anche senza la cistifellea. Se il tumore è nella fase iniziale si rimuove la colecisti (l’intervento è detto colecistectomia) e, in base allo stadio della malattia e al sottotipo di tumore, si asporta anche una parte degli organi a contatto con la colecisti, in primis parte del fegato sano (qualora sia in salute), i linfonodi annessi e una parte delle vie biliari. Se il fegato non è in ottima salute si asporta una parte minore. Per alcuni tipi di tumore alla cistifellea è necessario asportare parte del pancreas. Nei primi tre stadi il tumore è localizzato e quindi è possibile asportarlo completamente;
- Chemioterapia. Viene consigliata solitamente dopo la chirurgia come coadiuvante per la prevenzione di ricadute;
- Radioterapia adiuvante alla chirurgia.
Quanto si vive con un tumore alla cistifellea?
La maggior parte dei casi si verifica sopra i 65 anni di età e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi non è altissima perché spesso il tumore viene diagnosticato in fase già molto avanzata. È bene dunque in presenza di fattori di rischio (vedi sotto) mantenersi monitorati nel tempo per intercettare l’eventuale tumore alle prime avvisaglie per migliorare la prognosi. La sopravvivenza a 5 anni per un tumore scoperto in fase iniziale è va dall’80 al 100% a seconda della casistica.
Quanto si vive con un tumore alle vie biliari non operabile?
Dipende, ogni caso è a sé stante, ma purtroppo la prognosi è infausta per la maggior parte dei pazienti a 5 anni. Si propone comunque la chirurgia per alleviare i sintomi, bypass biliare; radioterapia esterna con o senza chemioterapia.
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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