Tumore del cavo orale: intervista all'Istituto di Candiolo

Tumore del cavo orale: intervista all'Istituto di Candiolo

Tumore del cavo orale

Intervista a Stefano Bondi, Direttore ORL Otorinolaringoiatria dell'Istituto di Candiolo 

Immagine che il dottor Bondi dell'Istituto di Candiolo
Il tumore del cavo orale è una neoplasia rara che più frequentemente si sviluppa sulla lingua o sulle labbra, ma che può interessare anche le gengive, il palato e l’interno delle guance. L'incidenza in Italia è di circa 4500 nuovi casi all'anno, ma negli uomini la frequenza è 2-3 volte più alta che nelle donne. Tra i principali fattori di rischio vanno annoverati l’abitudine al fumo e l’abuso di alcol, oltre alla presenza di lesioni e piccoli microtraumi ripetuti dovuti a protesi alterate e denti mal curati. 


A che tipologia appartiene e come si manifesta?

Nel 95% dei casi, il tumore del cavo orale è un carcinoma di tipo squamocellulare (origina cioè dalle cellule epiteliali squamose). All'inizio si manifesta con una piccola lesione che rapidamente si ingrandisce e va a infiltrare la muscolatura (nel caso del tumore della lingua) o l’osso mandibolare o mascellare (nel caso del tumore delle gengive).


In presenza di quali sintomi è opportuno contattare uno specialista?

Una valutazione specialistica otorinolaringoiatrica è necessaria in presenza di una tumefazione dentro la bocca o di un'area ulcerata (che assomiglia a un'afta), sanguinante e dolente sul bordo della lingua o della gengiva, che non guarisce dopo 15-20 giorni. L’ispezione diretta del cavo orale con l’ausilio di una luce frontale, unita alla palpazione del collo e della bocca, può già dare informazioni molto utili per la diagnosi.

Otorinolaringoiatria - Istituto di Candiolo


Quanto è importante la diagnosi precoce?

Immagine che rappresenta una persona con in bocca un'aftaLa diagnosi precoce, come per gli altri distretti corporei, è fondamentale perché permette cure più tempestive e meno invasive.


È disponibile uno screening? 

Ad oggi non sono disponibili test sierologici o salivari di screening per il tumore del cavo orale, tuttavia è sufficiente fare prevenzione odontoiatrica: basta cioè recarsi periodicamente dal dentista o dall’igienista e sottoporsi a una valutazione del cavo orale in occasione della consueta seduta di ablazione del tartaro. Molte patologie tumorali vengono infatti intercettate incidentalmente negli ambulatori odontoiatrici.


Quali sono le probabilità di guarigione?

Le probabilità di guarigione sono in media del 50-60%. Raggiungono l'80-90% se la malattia viene diagnosticata in fase precoce e scendono al 20% se viene individuata tardi, quando ormai sono presenti metastasi a distanza. In linea generale, la prognosi cambia qualora si rilevino linfonodi patologici nel collo poiché significa che la patologia dalla bocca si è spostata nelle sedi adiacenti.


Come si arriva alla diagnosi di tumore del cavo orale?

Alla diagnosi si arriva mediante visita otorinolaringoiatrica, risonanza magnetica (o TC) del collo e del massiccio facciale con contrasto e biopsia (eseguibile ambulatorialmente in anestesia locale).


È la chirurgia la prima arma contro questa neoplasia?

Se il tumore non è eccessivamente esteso o metastatico la chirurgia rappresenta il trattamento di prima scelta. Nel caso il tumore sia a uno stadio iniziale (lesioni di piccole dimensioni del labbro o del cavo orale con profondità di infiltrazione millimetrica di 3-4 mm) si può ricorrere alla chirurgia transorale laser CO2. Questo trattamento di precisione è associato a un decorso post-operatorio di breve durata: 5-6 giorni al massimo dopo di che il paziente può ritornare alla sua vita di sempre. 
Se il tumore è più esteso, invece, si rende necessario un intervento chirurgico più complesso che coinvolge il distretto orale e linfonodale laterocervicale, seguito da radiochemioterapia.
Nelle forme più avanzate di malattia, per massimizzare le possibilità di cura (che nei casi avanzati operabili si attesta tra il 50% ed il 60%) è indicato quasi sempre uno schema terapeutico di radio-chemioterapia successivo all’intervento.
In questi casi, è necessario anche ricorrere alla chirurgia ricostruttiva, grazie alla quale è possibile garantire un buon recupero delle funzioni deglutitoria e fonatoria.


Quali tecniche di ricostruzione sono oggi disponibili? 

La ricostruzione del cavo orale prevede la sostituzione del tessuto malato con altri lembi di analoga consistenza e struttura, prelevati da diversi distretti corporei (di solito la gamba, la coscia o l’avambraccio). 
Nel caso venga asportata parte della lingua, per la ricostruzione ci si avvale di tessuti dell’avambraccio o della coscia. Se invece viene rimossa parte della mandibola si predilige l’osso del perone.
Riguardo alla preservazione delle funzioni fonatoria e deglutitoria, dopo la ricostruzione si rende spesso necessario l’intervento del logopedista (che suggerirà esercizi mirati e una dieta specifica).
Quanto al follow up, è sempre clinico e strumentale (TC e RMN) e rispetta una cadenza trimestrale nei primi due anni dall’inizio delle cure per poi diventare semestrale fino alla conclusione del quinto anno.
 
Immagine che rappresenta una persona che soffre di un dolore al collo


L'approccio multidisciplinare dell'Istituto di Candiolo

Tecniche di ricostruzione all'avanguardia sono disponibili presso l'Istituto di Candiolo. Grazie a interventi molto complessi è possibile ricostruire - utilizzando tessuti trapiantati dall’avambraccio o dalla coscia - parte della lingua, della bocca e del palato con risultati funzionali ed estetici accettabili.

La parte del corpo colpita da questi tumori è coinvolta in diverse funzioni cruciali quali la fonazione, la deglutizione e la respirazione: qualsiasi intervento, sia chirurgico che di radio-chemioterapia, viene quindi percepito come ad alto impatto sulla qualità di vita. Perciò è fondamentale individuare il trattamento migliore per ogni singolo paziente: una scelta che non può che derivare dall’approccio multidisciplinare, che coniuga l’expertise dei vari specialisti implicati (chirurgo otorino, oncologo medico, radioterapista) con le caratteristiche della malattia e le peculiarità del paziente, nel rispetto delle linee guida internazionali.

Presso l'Istituto di Candiolo i tempi di presa in carico dalla diagnosi al trattamento sono molto rapidi: l'attesa per la prenotazione di una visita con il SSN è inferiore ai 7 giorni e l’intervento è garantito entro 15 giorni dalla stessa.

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