Indice
Domande e risposte
Che cos’è la Tubercolosi
Con il termine
tubercolosi o in sigla
TBC, si intende una malattia infettiva causata da una serie di batteri, il più comune è il
Mycobacterium tuberculosis, detto anche
Bacillo di Koch, descritto per la prima volta nel 1882 da Robert Koch, che per questo ricevette nel 1905 il Premio Nobel per la medicina. La tubercolosi
colpisce fondamentalmente i
polmoni, ma può anche riguardare le
ossa (tubercolosi ossea), i
reni e
altri organi. Se non trattata la Tubercolosi
può portare al
decesso, ma per fortuna seguendo una corretta
terapia antibiotica oggi si può guarire.
La
tubercolosi polmonare è
molto contagiosa e la trasmissione dipende anche da quanto sono
frequenti e
prolungate le
esposizioni a
pazienti non trattati. Il batterio si trasmette per
via aerea
attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse di una persona che ha già sviluppato la malattia, in modo
non dissimile a quello che accade con il temuto
virus SARS-CoV-1 che provoca COVID-19.
Esiste poi la
tubercolosi extrapolmonare che può colpire la pelle o organi interni.
Quando la Tubercolosi polmonare resta latente e quando si sviluppa?
Non tutte le
persone contagiate sviluppano la malattia.
Si parla di
tre fasi di sviluppo della
Tubercolosi:
- Infezione primaria: quando si entra in contatto con il batterio riuscendo a debellarlo autonomamente;
- Infezione latente, che si verifica dopo la maggior parte delle infezioni primarie e che ha la caratteristica di non dare sintomi;
- Infezione attiva, quando la malattia si manifesta, a livello polmonare o extrapolmonare.
Circa
7 contagiati su 10 debellano il batterio
autonomamente tramite il loro
sistema immunitario, mentre
poco meno di
3 su 10 hanno una forma cosiddetta latente, cioè
asintomatica. La
maggior parte di queste persone
non
svilupperà mai la malattia, e
non saprà mai di avere una forma di tubercolosi latente. Nel
5-15% dei casi invece il batterio può attivarsi e la persona sviluppare
un’infezione attiva vera e propria.
Il
problema della
tubercolosi è proprio questa
latenza: molte persone, specie
anziane, sono entrate a contatto con il patogeno nel corso della loro vita, ma non lo sanno, finché la malattia non si presenta, magari in forma grave.
Le persone
più a rischio di sviluppare la malattia sono:
- Le persone sieropositive. La Tubercolosi è oggi la principale causa di morte tra le persone con Hiv;
- I diabetici;
- Le persone malnutrite;
- Le persone con infezione recente (<2 anni);
- I neonati e i bambini con meno di 5 anni;
- I fumatori;
- Le persone che fanno uso di droghe;
- Le persone in cura con farmaci che sopprimono il sistema immunitario (come chemioterapici o immunosoppressori);
- Le persone anziane.
La Tubercolosi polmonare: i primi sintomi
I
classici sintomi della tubercolosi polmonare
non latente sono:
- Tosse cronica (per almeno 2 settimane) con espettorato striato di sangue. L'emottisi si verifica solo nel caso della tubercolosi cavitaria (causata cioè da danneggiamento dei granulomi sulla parete dei vasi sanguigni ma a volte causata dalla crescita di funghi in una lesione cavitaria);
- Febbre (poco elevata e non frequente);
- Sudorazione notturna;
- Perdita importante di peso e inappetenza.
L'infezione di altri organi provoca invece una
vasta gamma di
sintomi.
La Tubercolosi extrapolmonare
La
tubercolosi extra-polmonare è
meno comune della forma polmonare, colpisce prevalentemente per
persone con
deficit del sistema immunitario, e può colpire
vari organi come linfonodi,
ossa, articolazioni, apparato digerente, vescica, apparato riproduttivo e sistema nervoso centrale. I
sintomi sono quindi
diversi a
seconda della
sede. L'evoluzione della malattia è lenta e i sintomi possono iniziare anche dopo anni dall’infezione. Anche nel caso della tubercolosi extrapolmonare si parla in molti casi di
tubercolosi latente.
Le tipologie di Tubercolosi extrapolmonare sono:
- Tubercolosi alle ossa. Si parla di spondilite tubercolare detta anche malattia di Pott o morbo di Pott. Si tratta di un'infezione della colonna vertebrale, che produce un restringimento dello spazio discale tra le vertebre e che e non trattata adeguatamente può portare a collasso di queste;
- Coxite. Un’atra forma extrapolmonare è la tubercolosi osteo-articolare o osteo-artrite tubercolare, detta anche Coxite, un’infiammazione dell’articolazione, spesso dell’anca, che colpisce prevalentemente le persone più giovani, fra i 10 e i 30 anni;
- Meningite Tubercolare. Nei soggetti più anziani e immunocompromessi la tubercolosi può colpire le meningi e può avere esito fatale. Nei Paesi in via di sviluppo, la meningite tubercolare è più frequente nei bambini nel periodo di età compreso tra la nascita e i 5 anni. I sintomi comprendono febbre, cefalea costante, rigidità nucale, nausea, stato confusionale e sonnolenza che può portare al coma. Quanto la tubercolosi colpisce il cervello, può formare una massa chiamata tubercoloma, più prevalente in soggetti sieropositivi;
- Tubercolosi ai Reni, diffusa alla vescica. I sintomi più comuni sono febbre, lombalgia, minzione difficoltosa e sangue nelle urine;
- Tubercolosi Genitale. Nei maschi provoca un ingrossamento dello scroto, mentre elle donne, causa dolore pelvico e irregolarità mestruali, e aumenta il rischio di una gravidanza ectopica;
- Pericardite tubercolare. La tubercolosi può riguardare anche il cuore, in particolare il pericardio, la membrana a due strati che circonda il muscolo, che a causa del batterio si ispessisce;
- Tubercolosi Intestinale. Deriva da Mycobacterium bovis, presente nei bovini, e ci si contagia assumendo alimenti bovini non pastorizzati. Solitamente provoca dolore, diarrea, occlusione intestinale, gonfiore e sangue nelle feci;
- Tubercolosi Cutanea, o tubercolosi della pelle. Si tratta di un'infezione della cute dovuta al microbatterio tubercolare (TBC) che si manifesta con lesioni simili a noduli, a verruche, molto spesso nel volto.
Nei casi
più gravi si può sviluppare la
tubercolosi miliare, potenzialmente
letale, che si manifesta con gran numero di batteri circola nel
sangue diffondendosi in tutto il corpo.
Come si cura oggi la Tubercolosi?
La
diagnosi di
tubercolosi si basa sull'
esame radiologico del torace, un
test cutaneo alla tubercolina (Intradermoreazione di Mantoux, o
Test di Mantoux),
esami del sangue e microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei.
Il
trattamento della forma
attiva richiede
l'assunzione di
antibiotici multipli per un tempo variabile (di solito 6 mesi), in particolare Isoniazide, Rifampicina, Etambutolo (o Streptomicina) e Pirazinamide (definiti farmaci di prima linea). Il successo di questo trattamento, se eseguito correttamente per tutto il tempo necessario, è di oltre l'85%. Dopo circa 2 settimane dall'inizio del trattamento farmacologico, la probabilità di
contagio crolla e il
malato non è praticamente più in grado di trasmettere la malattia (
fase non contagiosa).
Chi deve vaccinarsi per la Tubercolosi
Esiste un
vaccino per la Tubercolosi, il vaccino vivo attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin) che
protegge dalle
forme gravi infantili della malattia (per esempio dalla
meningite). È molto usato nei paesi dove la malattia è endemica, mentre in
Italia è
obbligatorio solo per
alcune categorie particolarmente a rischio come gli operatori sanitari esposti a rischio elevato di contagio.
Il vaccino contro la tubercolosi è stato reso
obbligatorio per legge dal DPR del 7 novembre 2001 n.465 nei neonati e bambini con meno di 5 anni, con test tubercolinico negativo, conviventi o aventi contatti stretti con persone affette da tubercolosi in fase contagiosa, qualora persista il rischio di contagio, e per il personale sanitario, inclusi gli studenti, che operano in ambienti sanitari ad alto rischio.
La Tubercolosi Resistente ai farmaci
Purtroppo, a
causa della
diffusione di trattamenti antibiotici incompleti o non correttamente somministrati, negli ultimi anni stanno
comparendo ceppi di
patogeni resistenti ad
alcuni di questi
antibiotici, che rappresentano un enorme problema sanitario perché sono molto
difficili da
curare. In particolare, ad oggi sono note
due forme di resistenza principali:
- TBC MDR (multidrug resistant), malattia provocata da batteri resistenti almeno ai due medicinali di prima linea, l’Isoniazide e la Rifampicina. Con “medicinale di prima linea” si intende un farmaco indicato dalle linee guida come primo strumento terapeutico per quello specifico patogeno, in quanto dovrebbe essere sufficiente a debellarlo. Qualora non funzionassero i farmaci di prima linea (appunto perché il batterio è resistente) si può passare alla seconda linea, e così via. È evidente che bisogna evitare assolutamente di somministrare farmaci di seconda o terza linea quando non necessario, per ridurre al minimo la resistenza dei patogeni a questi ultimi, che sono le ultime “cartucce” che abbiamo per uccidere il batterio). La MDR-TBC va quindi curata necessariamente con farmaci di seconda linea. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la MDR-TBC è ormai presente praticamente in ogni area del mondo;
- Un’altra forma di TBC resistente è la TBC XDR (extensively drug-resistant), per fortuna ancora molto rara. Si tratta di una forma di micobatterio resistente anche ai farmaci di seconda linea.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come si fa a capire se si ha la tubercolosi?
La diagnosi di tubercolosi si basa sull'esame radiologico del torace (qui le strutture che lo effettuano), un test cutaneo alla tubercolina (Intradermoreazione di Mantoux), esami del sangue e microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei.
Come si fa a capire se si ha la tubercolosi?
Il trattamento della forma attiva richiede l'assunzione di antibiotici multipli per un tempo variabile (di solito 6 mesi), in particolare Isoniazide, Rifampicina, Etambutolo (o Streptomicina) e Pirazinamide (definiti farmaci di prima linea). Il successo di questo trattamento, se eseguito correttamente per tutto il tempo necessario, è di oltre l'85%. Dopo circa 2 settimane dall'inizio del trattamento farmacologico, la probabilità di contagio crolla e il malato non è praticamente più in grado di trasmettere la malattia (fase non contagiosa).
Cosa vuol dire tubercolosi latente?
Circa 7 su 10 debellano il batterio autonomamente tramite il loro sistema immunitario, mentre poco meno di 3 su 10 hanno una forma cosiddetta latente, cioè asintomatica. La trasmissione dipende anche da quanto sono frequenti e prolungate le esposizioni a pazienti non trattati. La maggior parte di queste persone non svilupperà mai la malattia, e non saprà mai di avere la tubercolosi latente. Nel 5-15% dei casi invece il batterio può attivarsi e la persona sviluppare un’infezione attiva vera e propria. Il problema della tubercolosi è proprio questa latenza: molte persone, specie anziane, sono entrate a contatto con il patogeno nel corso della loro vita, ma non lo sanno, finché la malattia non si presenta.
Quanto è mortale la tubercolosi?
Se non viene trattata la Tubercolosi può portare al decesso, tanto che oggi quesra malattia rappresenta ancora una delle 10 principali cause di morte nel mondo. Fortunatamente nei paesi ricchi esistono farmaci per poter guarire, anche se rimane il grosso problema dell’antibiotico resistenza.
Chi ha la tubercolosi deve stare in isolamento?
Sì, chi ha respiratoria sospetta o accertata deve stare in isolamento per evitare al massimo di contagiare altre persone.
Come è stata debellata la tubercolosi?
Purtroppo la tubercolosi non solo non è stata ancora debellata, ma rappresenta uno dei batteri più pericolosi per l’uomo anche a causa della facilità con cui sviluppa resistenza.