Aggiornato il 22.11.2024
La sindrome del colon irritabile, detto anche IBS (Irritable Bowel Syndrome), o più comunemente colite spastica, o intestino irritabile è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale principalmente caratterizzato da dolore addominale e alterazioni dell’alvo che comportano problemi nella defecazione, in assenza di altra patologia specifica che ne causi i sintomi.
La società italiana di gastroenterologia stima che intorno al 20% della popolazione generale soffra di colon irritabile, con una netta prevalenza fra le donne. Si tratta quindi di una condizione molto frequente, spesso non diagnosticata, ascrivendo i sintomi alle più svariate cause senza correlarli fra di loro, anche perché l’IBS non si manifesta allo stesso modo in tutte le persone. I sintomi sono comuni a quelli di altre patologie intestinali come l’intolleranza al lattosio, celiachia, sovraccrescita batterica, abuso di lassativi, le malattie parassitarie, la colite microscopica, o una malattia intestinale in una fase iniziale.
Spesso fra i non medici ci si riferisce a questa condizione con le espressioni “colite spastica” o “intestino irritabile” o “colon infiammato o irritato”, proprio perché la sensazione è quella di irritazione e infiammazione, anche se non sempre è semplice capire esattamente dove fa male.
I sintomi tipici del colon irritabile sono fastidio e dolore addominale, che si accompagna a frequenti episodi di stipsi oppure di diarrea, oppure a un’alternanza di questi fenomeni. La stessa persona può vivere periodi in cui la condizione fastidiosa si manifesta più frequentemente, altri di meno. L’andamento è tendenzialmente cronico e può risentire dei momenti di forte stress e ansia, o della presenza di infezioni.
Nella maggior parte dei casi si inizia a soffrire di colon irritabile in gioventù, in adolescenza o addirittura durante l’infanzia, con attacchi sintomatici ricorrenti.
Fra i primi sintomi (non necessariamente compaiono tutti) troviamo:
La diagnosi è clinica e avviene escludendo altre patologie dell’intestino tramite esami appropriati.
La maggior parte delle persone hanno episodi di sintomi di colite spastica. Si parla di effettiva sindrome dell'intestino irritabile quando il fastidio e il dolore sono ricorrenti (almeno un giorno alla settimana) e perdurano per più di 3 mesi, presentando almeno due fattori legati alla defecazione: dolore correlato alla defecazione, variazione nella frequenza della defecazione (stipsi o diarrea) e un cambiamento nella forma e nell’aspetto delle feci.
Sicuramente è bene recarsi dal medico qualora si presentassero i seguenti segnali d’allarme:
Le cause di questa condizione non sono ancora state chiaramente identificate. Ognuno di noi è differente, anche dal punto di vista della motilità intestinale, che è uno dei fattori che può entrare in gioco in chi soffre di colon irritabile. Un secondo elemento è avere una sensibilità intestinale aumentata (iperalgesia viscerale). A questi elementi si aggiungono i fattori genetici e ambientali, senza dimenticare lo stress.
I Manuali di diagnostica includono i fattori psicosociali fra le cause delle alterazioni intestinali. Oggi sono sempre più chiare le evidenze che individuano fra i principali responsabili dell’originarsi del colon irritabile l’alterazione della flora batterica intestinale, il microbiota. L’alimentazione è quindi cruciale per evitare le condizioni di disequilibrio (disbiosi) dei microrganismi intestinali.
Un altro fattore correlato con la colite spastica è lo stress. Grossa parte dei pazienti che si rivolgono al medico per colon irritabile hanno disturbi d'ansia (depressione e disturbi di somatizzazione). È piuttosto frequente in particolare la somatizzazione nel momento della defecazione.
Sia nel bambino che nell’adulto, il trattamento per la sindrome da colon irritabile va in tre direzioni:
La dieta è comunque sempre il primo passo per ridurre i sintomi ma è bene farsi valutare da un medico specialista prima di intraprendere una dieta fai da te o troppo generica come quelle che troviamo online. Ognuno di noi è diverso, anche nel metabolismo. Le analisi del microbiota intestinale possono essere utili, ma solo se sono condotte da un centro specialistico in grado di valutare nel dettaglio le tipologie di microrganismi presenti nel nostro intestino per consigliare la soluzione migliore.
In generale comunque, si consiglia di:
Un ultimo consiglio importante non riguarda l’alimentazione ma l’attività fisica: camminare aiuta molto l’intestino. È sufficiente una camminata di mezz’ora a passo veloce ogni giorno per ridurre il fastidio e aiutare l’intestino a lavorare bene.
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
I sintomi del colon irritabile sono:
Il dolore addominale può variare come localizzazione. Si può sentire dolore o fastidio al fianco destro o al fianco sinistro, ma solitamente nella parte inferiore dell’addome.
Il dolore è tendenzialmente di tipo crampiforme e si presenta in relazione alla defecazione, accompagnandosi talvolta a bruciore anale nel momento dell’evacuazione.
Il trattamento per la sindrome da colon irritabile va in tre direzioni: adattamento della dieta; supporto farmacologico qualora fosse necessario; ascolto della situazione che sta vivendo il paziente, per affiancare se necessario un supporto psicologico. Dal punto di vista farmacologico, si possono aggredire i sintomi per ridurre la spasticità, fastidiosa e dolorosa. Un aiuto farmacologico è necessario anche nei casi di pazienti con costipazione frequente e grave, somministrando un attivatore del canale del cloro o prucalopride, un agonista del recettore della serotonina altamente selettivo che è approvato per la stipsi cronica. Nei pazienti con frequente diarrea invece si opta per il difenossilato per via orale prima dei pasti, facendo attenzione a non esagerare per evitare la stipsi.
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