Indice
Domande e risposte
Introduzione
Pensiamo sempre alle
punture di zanzare, innocue nella maggior parte dei casi, se non per gonfiore e per un fastidioso prurito. Ma gli insetti da cui possiamo essere punti o morsi,
bambini compresi, sono diversi:
ragni, zecche, api, pulci, cimici da letto, vespe, calabroni, tafani, pulci, pidocchi, acari e moscerini. Ci sono poi gli animali che pur non essendo insetti possono morderci, come le vipere, i pesci ragno e le meduse.
Solitamente i sintomi di una puntura o un morso sono un
rigonfiamento rossastro della cute, un gonfiore che sembra “duro”, talvolta doloroso e accompagnato da
prurito, e che dura poche ore. Se non accuratamente pulita e disinfettata la ferita può infettarsi, con possibile presenza e fuoriuscita di materiale purulento (pus).
Alcune persone presentano una leggera
reazione allergica, che si caratterizza da un arrossamento più ampio che tende a gonfiarsi, arrossarsi e causare dolore anche per qualche giorno. Ma ci possono essere anche casi di reazioni gravi. Vediamo come riconoscerli per tempo e come intervenire.
Che cosa fare se si è appena stati punti
L’
Istituto Superiore di Sanità invita a:
- Rimuovere con attenzione l’eventuale pungiglione entro pochi secondi;
- In caso di morso di zecca, rimuovere la zecca intera ruotandola con una pinza, come se la si svitasse, facendo attenzione che non rimanga nessun pezzo all’interno della pelle;
- Applicare sulla ferita per almeno 10 minuti prodotti freddi (acqua fredda, fazzoletti bagnati in acqua fredda o ghiaccio) per ridurre il gonfiore;
- Evitare di grattare o sfregare la ferita e l'area attorno, anche se prude, per ridurre il rischio di infezione;
- Evitare di usare i cosiddetti “rimedi della nonna”casalinghi come impacchi fatti in casa con aceto o bicarbonato di sodio, limone e tea tree, ammoniaca, che in realtà danno tutt’altro che beneficio. Meglio invece chiedere in farmacia o al proprio medico prodotti per ridurre il dolore, il prurito e il gonfiore, come per esempio creme a base di arnica;
- Nei bambini, come spiegano gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in caso di una reazione locale modesta è sufficiente una crema anti-infiammatoria non steroidea, mentre in caso di una reazione infiammatoria intensa si devono usare creme al cortisone per un periodo limitato alla fase acuta o anche antistaminici per bocca;
È invece assolutamente
controindicato l'uso di
antistaminici topici (in crema o unguento) che sono spesso
fotosensibilizzanti, rendendo la pelle più sensibile all'azione dei raggi solari. In genere fino ai 3 mesi, è meglio non usare alcun prodotto da spalmare sulla pelle né da vaporizzare. In caso il bambino presenti febbre dopo la puntura o il morso di insetto è bene contattare un medico.
Normalmente la ferita derivante dalla puntura o dal morso e i
disturbi regrediscono in 2-3 giorni, se ciò non accade è consigliabile contattare il proprio medico.
Quando andare dal medico o al Pronto Soccorso
Sempre l’ISS suggerisce di
contattare un medico se:
- Il morso o la puntura causano preoccupazione e agitazione;
- I sintomi iniziano a peggiorare dopo 2 o 3 giorni invece di guarire;
- Il morso o la puntura riguardano la bocca, la gola, la zona vicino agli occhi;
- L’arrossamento attorno al morso si espande (almeno 10 cm di diametro) e l’area diventa gonfia o dolente;
- La ferita mostra segni di infezione, pus, dolore crescente, arrossamento, rigonfiamento
- Compaiono disturbi (sintomi) generali, febbre, rigonfiamento dei linfonodi e dolori muscolari e articolari, mal di testa, tosse secca, affaticamento.
È opportuno invece
andare al pronto soccorso o chiamare il
112 o il
118 in caso che la persona abbia dei sintomi gravi immediati come:
- Difficoltà di respirazione;
- Rigonfiamento della faccia, della bocca o della gola;
- Nausea o vomito;
- Aumento della frequenza del battito cardiaco (tachicardia);
- Capogiri e senso di debolezza;
- Difficoltà a ingoiare;
- Perdita di coscienza.
Come capire se c’è una reazione allergica in corso
Negli individui che hanno, invece, sviluppato un’
allergia al veleno, in caso di nuova puntura si manifesta una reazione intensa che, nei casi peggiori, può assumere caratteristiche di particolare severità (shock anafilattico), con prurito su tutto il corpo, difficoltà nella respirazione e marcato calo della
pressione arteriosa.
Il rischio di reazioni allergiche gravi, in occasione di una successiva puntura di imenotteri in soggetti sensibilizzati, dipende dal grado di gravità della reazione presentata in seguito all’ultima puntura:
meno del 5% dei soggetti che hanno presentato una
reazione locale estesa svilupperà una
reazione generalizzata ad una successiva puntura; il
50 - 65% di quelli che hanno avuto una reazione generalizzata svilupperà invece una
reazione analoga o più grave.
Di seguito sono riportati i
quattro stadi di gravità delle reazioni generalizzate secondo la classificazione di Mueller.
- Stadio 1 (lieve) - I sintomi sono orticaria generalizzata, prurito, malessere, ansia;
- Stadio 2 (moderato) - I sintomi precedenti più almeno due dei seguenti: edema, vertigini, nausea, dolori all’addome, vomito, diarrea;
- Stadio 3 (grave) - I sintomi dello stadio 2 più almeno due dei seguenti: difficoltà a respirare (dispnea), difficoltà a deglutire (disfagia), secchezza delle fauci, difficoltà di parola (disartria), voce rauca (disfonia); vista annebbiata, angoscia con senso di morte imminente, stato confusionale;
- Stadio 4 (shock) - I sintomi dello stadio 3 più almeno due dei seguenti: colorazione bluastra (cianosi), riduzione della pressione sanguigna (ipotensione), svenimento (collasso), perdita di conoscenza, perdita del controllo degli sfinteri.
Cosa fare in caso di shock anafilattico
Lo
shock anafilattico costituisce una vera e propria emergenza: oltre alla richiesta immediata di un intervento medico, è necessaria la rimozione immediata del pungiglione (per le
punture di ape) e la somministrazione tempestiva di adrenalina, farmaco che i pazienti fortemente allergici dovrebbero portare sempre con sé al fine di smorzare la riposta allergica sistemica. Altri farmaci utili a questo scopo sono gli
antistaminici e il
cortisone endovena; per alleviare le difficoltà respiratorie, è opportuno somministrare un
broncodilatatore come il
salbutamolo.
Fortunatamente, è molto raro che la prima reazione allergica sia talmente violenta da determinare uno shock anafilattico;
in genere essa è limitata a dispnea (
affanno) e
senso di restringimento alla gola. È indispensabile, seguendo le indicazioni dello specialista allergologo, prepararsi ai successivi eventi che con ogni probabilità saranno più intensi.
Nel caso in cui vi siano stati precedenti episodi di punture di insetto con eclatanti
reazioni cutanee (gonfiore e arrossamento gravi ed estesi), può essere avviata un’
immunoterapia finalizzata alla desensibilizzazione; tale opportunità è valutata tramite un esame del sangue specifico detto
RAST (Radio-Allergo-Sorbent-Test), il quale fornisce indicazioni sulla gravità dell’allergia.
Nella terapia desensibilizzante il medico somministra
sottocute dosi di veleno ridottissime, ma via via sempre maggiori; tale percorso si completa, generalmente, in 3 anni ed è finalizzato a far “dimenticare” al sistema immune la sua particolare sensibilità verso la sostanza.
Cosa fare per ridurre il rischio di punture di insetti
La regola aurea con gli insetti è che
più li infastidiamo, più è probabile che diventino
aggressivi nei nostri confronti, per difendersi. In presenza di
vespe, api o calabroni è bene quindi
allontanarsi con calma evitando di infastidirli o di tentare di colpirli. In ogni caso se in prossimità del posto dove ci troviamo sono presenti nidi di insetti o alveari, è bene evitare di avvicinarsi e contattare esperti e personale specializzato per la loro eliminazione.
È importante rendersi anche conto di quando siamo
vicino a piante in fiore, a spazzatura, ad acqua stagnante e in aree esterne in cui è presente del
cibo, a
stalle e pascoli, perché si tratta di zone in cui possono raggrupparsi insetti. Pertanto è bene evitare di campeggiare vicino a questi contesti.
Riguardo alla propria igiene personale è consigliato
evitare l'uso di profumi e di deodoranti, saponi e shampoo molto profumati perché potrebbero attrarre gli insetti, si suggerisce di tenere alimenti e bibite coperte, soprattutto quelle zuccherine o dolci, perché gli insetti potrebbero introdursi nelle
lattine e nelle
bottiglie aperte da cui si sta bevendo.
In commercio ci sono molti
prodotti repellenti contro gli insetti che possono essere applicati, seguendo però scrupolosamente le indicazioni sui dosaggi.
Vediamo ora come si presentano i morsi di diversi animali e come riconoscerli.
Morso di ragno
Il
98-99% delle volte il
morso del ragno è
innocuo. Solo nel 2% dei casi il morso comporta ferite necrotiche, tossicità sistemica e, più di rado, la morte.
Se la lesione non causa sintomi troppo intensi, basterà attuare semplici manovre di pronto soccorso: applicare il
ghiaccio e
sollevare l’arto. In caso invece di
allergia o tossicità sistemica è necessario l’intervento di un
medico.
In Italia esistono solo tre specie di ragni pericolose per l’uomo:
- Il Loxosceles rufescens o “ragno violino”, chiamato così per via di una macchia scura presente sul dorso a forma di violino. È facile trovarlo in Sardegna, Sicilia e in isole minori;
- Lycosa tarentula, o “tarantola”, ragno ricoperto di peli neri e marroni. Si trova nel centro e sud Italia;
- Latrodectus mactans, o “vedova nera”, diffusa in tutto il centro e sud Italia, ma anche sulle isole.
Morso di zecca
Assolutamente da non sottovalutare, la
zecca è
endemica in diverse zone montane d’Italia. La zecca dell’uomo è
diversa dalla zecca del cane.
Si riconosce perché solitamente
nera, grande come una capocchia di spillo e con un corpo dalla forma a goccia e otto zampette. Può essere più o meno grande a seconda della sua “età”: le “larve”, cioè le zecche appena nate, sono più piccole di un millimetro, poi ci sono le ninfe e infine le zecche adulte, delle dimensioni di una
capocchia di spillo o anche più grandi. Si notano solitamente perché sono puntini neri rotondeggianti conficcati nella nostra pelle. La zecca non punge, ma
morde. Inserisce la propria testa all’interno della pelle, da cui succhia il sangue emettendo del veleno.
La cosa importante, una volta che abbiamo il dubbio di essere morsi da zecca, è
evitare il fai-da-te, per evitare il rischio di spezzarla e che la sua testa rimanga nella pelle. Il modo per togliere una zecca correttamente è afferrarla con una pinza (si trovano in commercio
pinze apposite per zecche) e ruotarla, come si svita un tappo di sughero. Successivamente si può disinfettare. Se non vi sentite sicuri, se ne può occupare il
pronto soccorso, con codice bianco.
È importante rimuovere e zecche rapidamente e tenere sotto controllo eventuali sintomi a posteriori, perché le zecche possono essere infette e quindi farsi vettori, una volta entrate a contatto con la nostra pelle, di malattie batteriche (la Borrelia, o
Malattia di Lyme, dal batterio Borrelia burgdorferi) o virali (
TBE, Encefalite da zecca).
Per la prima – la Malattia di Lyme – non esiste vaccino, ma una
profilassi antibiotica se dovessero insorgere i sintomi della malattia. L’encefalite è invece un malattia virale, trasmessa dal morso di zecche infette, che colpisce il
sistema nervoso centrale. Esiste invece un
vaccino contro la TBE, che si assume in
tre dosi e che in alcune regioni dove la presenza di zecche è elevata, è gratuito.
Sono in commercio molti prodotti per tenere lontane le zecche, sia
repellenti cutanei che dispositivi a ultrasuoni da portare con sé che infastidiscono l’animale.
Morso di pulce
Le
pulci sono comuni negli
animali domestici (es. gatti e cani), per questo è fondamentale trattarli con degli antiparassitari e in caso, di infestazioni da pulci in casa, provvedere con una disinfestazione. Nell’uomo possono annidarsi fra i nostri
capelli, ma possono spostarsi e mordere anche altre zone come
braccia e gambe.
Fortunatamente i morsi delle pulci provocano
piccole lesioni cutanee. Per curarle è consigliabile applicare
ghiaccio e nel caso utilizzare
cortisonici per uso topico.
Punture di pappataci
I
pappataci sono insetti molto
comuni nelle sere estive, spesso confusi con le zanzare anche se il loro
colore è
più giallognolo.Non fanno alcun rumore quando si avvicinano, e non a caso il loro nome è composto dalle parole pappa+taci e il loro altro appellativo, flebotomo, deriva dal greco e significa tagliatore di vene. Le loro
punture sono
ferocissime.
Colpiscono prevalentemente gli
arti inferiori, data la loro scarsa propensione al volo. Quando pungono provocano arrossamenti anche estesi, spesso dolorosi, prurito e rigonfiamenti. Il problema è che i pappataci possono essere
vettori di malattie infettive come la leishmaniosi, e uno dei sintomi dell’infezione in corso è la presenza di una leggera febbre nelle ore successive alla puntura. Come per altri insetti, se la zona interessata dalla puntura è
molto arrossata si può applicare immediatamente del
ghiaccio e se la cosa persiste, chiedere aiuto al
farmacista.
Punture di cimici da letto
Le cimici da letto sono
animaletti dalla forma ovale e di colore
bruno delle dimensioni di un seme di mela quando adulte, che si annidano in punti nascosti della casa, in particolare tra
materassi e cuscini, ma talvolta anche in
divani e poltrone. Sono molto comuni negli alberghi dove manca una profonda igiene.
Le loro punture provocano
piccole macchie rosse, che prudono, molto fastidiose soprattutto in chi soffre di
allergia alla saliva delle cimici. Per eliminarle definitivamente, si raccomanda di
lavare vestiti e lenzuola a 90 gradi.
Morso di vipera
Le
vipere italiane hanno un morso che risulta
fatale soltanto nello 0,1% dei casi e quasi sempre la mortalità dipende da complicazioni collaterali come reazioni allergiche,
infarti o ictus e non dall’effetto diretto del veleno.
La prima cosa da fare è chiamare i
soccorsi. Nel frattempo il morso deve essere
lavato con acqua e sapone, poi
disinfettato con soluzioni prive di alcol dal momento che questo aumenta la tossicità del veleno. Se la ferita è localizzata nell’arto superiore, è consigliabile
sfilare anelli e bracciali o orologi prima della comparsa del gonfiore.
Deve essere poi applicato un
laccio a circa 5-6 cm a monte della cute lesa per fermare la circolazione linfatica che veicola il veleno. Attenzione però a
non stringere eccessivamente il laccio (deve poterci passare un dito) perché si corre il rischio di bloccare la circolazione sanguigna. La persona morsa deve
evitare qualsiasi movimento perché questo velocizzerebbe la distribuzione del veleno nell’organismo. Per questo, la
posizione ideale è quella
supina.
È consigliabile inoltre somministrare bevande eccitanti come
the o caffè, che aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio.
Indispensabile è poi il trasporto dell’infortunato al
Pronto Soccorso.
Riconoscere la
vipera è facile: ha la
testa triangolare, diversamente alla forma ovoidale degli altri serpenti, il suo
corpo è piuttosto
tozzo e non supera in nessun caso il metro di lunghezza. Gli occhi hanno la pupilla stretta e verticale similmente ai gatti. La vipera si distingue inoltre per i due canini ben evidenti. Ricordiamoci che la vipera non attacca mai per prima, la sua è una reazione di difesa quando viene infastidita, per esempio pestata. È importante prestare
attenzione in montagna, specie nei sentieri assolati, e si consiglia l’uso di un bastone per tastare il terreno in caso di scarsa visibilità come erba alta.
Puntura di tracina o pesce ragno
Dalla montagna al
mare. Le tracine sono tipiche dei
fondali sabbiosi dai 2 ai 50 metri di profondità. Può capitare che, inavvertitamente, una mano o un piede finiscano sui suoi
aculei. Questi penetrano nella pelle e rilasciano una
tossina che provoca un dolore immediato molto intenso. Anche se il veleno del pesce ragno non è considerato pericoloso per l’uomo, può provocare
formicolii,
perdita di sensibilità nella parte interessata dalla puntura,
nausea, vomito e febbre.
Per alleviare il dolore bisogna
sciacquare la parte colpita con
acqua dolce. Procedere, eventualmente, con la
rimozione degli aculei conficcati nella pelle. Poi, considerando che
il calore distrugge il veleno e ne blocca la diffusione, è utile mettere il piede sotto la
sabbia molto calda (o anche in
acqua calda): questo dona un'immediata sensazione di sollievo.
Evitare assolutamente di applicare
ghiaccio o ammoniaca.
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Con il contributo educazionale di Drex Pharma
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Cosa fare in caso di shock anafilattico?
Oltre alla richiesta immediata di un intervento medico, è necessaria la rimozione immediata del pungiglione (per le punture di ape) e la somministrazione tempestiva di adrenalina, farmaco che i pazienti fortemente allergici dovrebbero portare sempre con sé al fine di smorzare la riposta allergica sistemica. Altri farmaci utili a questo scopo sono gli antistaminici e il cortisone endovena; per alleviare le difficoltà respiratorie, è opportuno somministrare un broncodilatatore come il salbutamolo.
Come riconoscere la puntura di un'ape?
Solitamente si tratta di un puntino rosso con una zona circostante anch’essa rossa, gonfia anche di 2-3 centimetri di diametro e dolorosa anche nel momento preciso della puntura. Se il gonfiore è molto più esteso e se ci sono altri sintomi come febbre, rigonfiamento dei linfonodi e dolori muscolari e articolari, mal di testa, tosse secca, e affaticamento, è opportuno rivolgersi al medico.
Quanto dura una puntura di insetto?
Dipende dall’insetto e dalla nostra reazione, se allergica o meno. Normalmente la ferita e i disturbi regrediscono in 2-3 giorni. Sul momento si può applicare del ghiaccio per lenire rossore, prurito e gonfiore nelle prime ore. Se ciò non avviene e se anzi cominciano ad aggiungersi altri sintomi, è bene contattare un medico.
Quali sono i sintomi di una puntura di zecca?
Le zecche si notano solitamente perché sono puntini neri rotondeggianti conficcati nella nostra pelle. La zecca non punge, ma morde. Inserisce la propria testa all’interno della pelle, da cui succhia il sangue emettendo del veleno. È importante toglierla subito “svitandola” con una pinzetta (non strapparla!), stando attenti a non lasciare nulla all’interno, e osservare se nelle settimane successive compaiono altri sintomi, come il noto eritema a forma di bersaglio arrossato indice di una possibile infezione di Borrelia. In questo caso contattare il medico che provvederà alla diagnosi e alla somministrazione della terapia antibiotica. Riguardo all’encefalite, nel 70% dei casi l’infezione è asintomatica mentre un 3 casi su 10 la malattia si presenta con sintomi similinfluenzali (febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari e articolari) per alcuni giorni. Nel 10-20% dei casi si ha una seconda fase caratterizzata da segni di coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
Come togliere una zecca ad un bambino?
La cosa importante, una volta che abbiamo il dubbio di essere morsi da zecca, è evitare il fai-da-te, per evitare il rischio di spezzarla e che la sua testa rimanga nella pelle. Il modo per togliere una zecca correttamente è afferrarla con una pinza (si trovano in commercio pinze apposite per zecche) e ruotarla, come si svita un tappo di sughero. Successivamente si può disinfettare e il rossore dovrebbe scomparire in un paio di giorni.