Indice
Introduzione
Le
allergie sono una reazione del corpo ad alcune sostanze esterne che vengono inalate o entrano in contatto con occhi e mucose dando origine ad un’alterata risposta del
sistema immunitario alle stesse. Quando gli allergeni all’origine del disturbo sono i pollini delle piante in fioritura, il disturbo è stagionale. Quando invece gli allergeni sono presenti nella
vita quotidiana (acari da polvere, piume, pelo animale) il
disturbo si
cronicizza.
Pollinosi: cos'è e sintomi
La pollinosi è una
patologia a carico dell’
apparato respiratorio determinata dai
pollini di piante anemofile, ovvero quelle piante che affidano l’impollinazione al vento.
Le
principali manifestazioni di pollinosi si hanno a carico di
occhi con la congiuntivite, del
naso con la rinite, quando si manifestano congiuntamente si parla di
oculorinite, e anche a carico delle prime vie bronchiali con l’asma bronchiale.
I sintomi di una pollinosi in atto sono caratterizzati principalmente da
prurito agli occhi con arrossamento, da sintomi a carico del naso con
starnutazioni e secrezione limpida (idrorrea nasale). Inoltre si riscontra un respiro faticoso, a causa della difficoltà a respirare data dal naso chiuso, anosmia, ovvero difficoltà a sentire profumi, tosse con manifestazioni di broncospasmo e dismea, cioè la difficoltà a respirare.
L’
asma bronchiale tipica delle pollinosi è determinata da una tendenza allo spasmo della muscolatura bronchiale e dalla secrezione mucosa all’interno dei bronchi.
Le pollinosi
si possono scatenare in vari periodi dell’anno a seconda dei pollini che vengono interessati.
Ad esempio, in Pianura Padana c’è una grande concentrazione di
graminacee, di cui fanno parte piante e specie erbacee che crescono anche in prossimità di strade e centri abitati. Queste provocano allergie nei periodi di fioritura, in particolare sia in primavera che in estate, con picchi tra aprile e giugno.
Durante altre stagioni, le pollinosi sono determinate da
famiglie diverse di alberi. Nei primi mesi dell’anno ad esempio si scatenano le allergie legate al polline di cipressi e betulle, nei mesi estivi invece, abbiamo l’ambrosia, il tarassaco e l’erba vetriola (parietaria), dall’aspetto cespuglioso con pollini molto fini.
Una
sintomatologia analoga a quella dei pollini è data dai micofiti, ovvero i funghi. La principale patologia determinata dall’allergia dei micofiti è l’alternaria: dall’estate all’autunno, periodo in cui si ha la massima concentrazione di spore nell’aria, si presenta come una specie di polvere su frutta, come pomodori, e verdura e può dare origine a reazioni allergiche molto simili alla pollinosi.

Allergie aperiodiche: definizione e Sintomi
Con allergia aperiodica si intendono tutte quelle allergie che non sono stagionali. La sintomatologia è analoga alle pollinosi ma le reazioni allergiche si possono manifestare in qualunque periodo dell’anno. Non si tratta dunque di pollinosi - anche se queste, in alcune regioni, danno manifestazioni tutto l’anno - ma si tratta di patologie dovute ad altri tipi di allergeni, come acari della polvere di casa, peli e forfore di animali.
Solitamente le allergie stagionali vengono scatenate da fattori che si trovano all’aperto, mentre le allergie aperiodiche trovano le cause d’origine all’interno delle mura domestiche.
Le principali patologie legate alle allergie aperiodiche sono l’oculorinite, a carico di occhi e naso, e l’asma.
Pollinosi: cause
Le cause che portano allo sviluppo di un’allergia sono sia di tipo genetico, sia dovute a condizioni di tipo ambientale.
Nel primo caso, ad esempio, se i genitori sono allergici la probabilità di sviluppare la medesima allergia è superiore.
Per quanto riguarda i fattori ambientali, l’esposizione eccessiva a questo tipo di allergeni, come svolgere un’attività all’aperto, può facilitare questo tipo di manifestazione allergica.
Cure per la pollinosi

La profilassi per curare le due tipologie di allergia è del tutto differente. Infatti,
per le allergie stagionali, spesso è sufficiente che chi ne è affetto cambi ambiente e ottenga un beneficio. Per le allergie perenni invece il discorso cambia.
Se l’allergia è legata ad
animali la profilassi richiede di evitare gli animali stessi che la provocano, se è dovuta alle
polveri è necessario rimuovere le principali fonti di polvere (come tendaggi, grandi librerie).
L’allergia agli acari è in genere presente quasi ovunque, tranne in montagna sopra i 1000 metri.
Per curare un’allergia è importante fare prima fare una diagnosi corretta seguendo un iter diagnostico che parte dalla storia clinica del paziente, dalla sua anamnesi.
Si procede poi con i
test cutanei, il più conosciuto è il
prick test, si possono svolgere anche test sierologici come ad esempio il dosaggio delle immunoglobuline IgE o il test RAST, esami eseguiti in tutti i laboratori di analisi. L’insieme di questi dati permette di stabilire nello specifico l’allergia che affligge il paziente e quindi quali sono le cure migliori e più indicate per lo stesso.
L’allergologo deve anche tenere in considerazione numerose condizioni e possibili problematiche concomitanti, quali ad esempio quelle che provocano eczemi, o quelle legate a orticaria e insetti.
Una volta individuato l’allergene che provoca le reazioni nel paziente, si può intraprendere la cura tramite
vaccini: si tratta di
un’immunoterapia specifica che consiste nel somministrare una terapia per via orale o per iniezione, studiata ad hoc sul paziente. In genere, tra 3-5 anni di cura i sintomi si riducono notevolmente.
Per quanto riguarda le
cure farmacologiche, queste possono essere somministrate per bocca con
antistaminici o pillole a base di
cortisone, altrimenti localmente per gli occhi tramite colliri, per via nasale con spray nasale a base di prodotti cortisonici, per i bronchi con i bronco dilatatori o i cortisonici.
Dove E Come Mi Informo: intervista al professor Gianenrico Senna
Il professor Gianenrico Senna, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), ha parlato di pollini e come sopravvivere alla stagione degli starnuti in primavera-estate.
Per superare la stagione dei pollini vanno utilizzati correttamente i farmaci disponibili, ovvero gli antistaminici.
Inoltre, il naso chiuso è un sintomo sottovalutato, che condiziona la qualità della vita, perché si dorme male di notte, vanno associati dei cortisonici nasali, che non hanno effetti collaterali di alcun tipo.
Certamente i cambiamenti climatici hanno esacerbato una situazione latente, ci sono degli studi che indicano che ci sono periodi di impollinazione più prolungati ed intensi. Questo prolunga il periodo critico e non solo: anche l’inquinamento rende il polline più “cattivo”.
Paolo Pedemonte @paolohealtsoup l’ha intervistato per Doveecomemicuro.
Clicca sull'immagine per vedere l'intervista completa: buon ascolto!

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