Malattie Sessualmente Trasmesse (MST): sintomi ed esami

Malattie Sessualmente Trasmesse (MST): sintomi ed esami

Indice

Domande e risposte

Che cosa sono le Malattie Sessualmente Trasmesse

Con l’espressione Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) si intendono le malattie da infezioni che si contraggono prevalentemente durante il contatto e l’atto sessuale non protetto (IST – Infezioni Sessualmente Trasmesse).
Tutte le malattie sessualmente trasmesse possono essere veicolate sia con sesso vaginale, sia anale, sia orale. L’infezione può avvenire sia per lo scambio di liquidi (sperma, secrezioni vaginali o saliva), sia per contatto diretto con le mucose della zona infetta, sia per condivisione di oggetti erotici non igienizzati.

Possono essere particolarmente pericolose, perché allo stadio iniziale molte non presentano sintomi particolari, ma a lungo andare possono essere invalidanti.

Alcune di queste sono particolarmente temute, in quanto possono causare:
  • Sterilità e danni al feto per le donne in stato di gravidanza;
  • Danni neurologici;
  • Infezioni oculari;
  • Polmoniti;
  • Epatiti acute;
  • Meningiti;
  • Malattie croniche al fegato;
  • Cirrosi;
  • Anormalità congenite a carico di vari organi.

Le malattie sessualmente trasmesse non sono un problema unicamente femminile, bensì colpiscono entrambi i sessi, sia in rapporti omosessuali che eterosessuali.

Fortunatamente, oggi esistono delle cure e per alcune di esse anche dei vaccini, ma non sempre è così semplice risolvere il problema. Alcune malattie Sessualmente Trasmesse possono compromettere la qualità della vita sessuale, ma soprattutto la salute della persona, perché possono degenerare in patologie più gravi. Due esempi sono l’HIV che se non individuato e trattato nelle sue fasi iniziali può trasformarsi in AIDS, oppure l’HPV che può degenerare in una forma di cancro alla cervice uterina.

 
Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano PAP test (screening collo utero):
Dove effettuare un PAP test (screening collo utero)?
 

Elenco delle Malattie Sessualmente Trasmesse 

immagine che rappresenta coltura di microrganismi per l'analisi in laboratorioIn Italia, gonorrea, sifilide e pediculosi del pube sono le uniche Infezioni sessualmente trasmesse “a notifica obbligatoria”, cioè che il medico ha l’obbligo di segnalare all’Istituto Superiore di Sanità e per le quali quindi sono disponibili dati a livello nazionale.

Dai dati del sistema di sorveglianza coordinato dall’ISS, emerge che dal 1991 al 2019, le IST più frequenti sono state i condilomi ano-genitali (il 43% del totale), la sifilide latente (8,2% del totale) e l’herpes genitale (7,2% del totale). Le segnalazioni di gonorrea, in particolare, sono raddoppiate negli ultimi cinque anni. 

Le infezioni sessualmente trasmesse sono però molte di più: possono essere batteri, virus, protozoi o parassiti.

Fra le infezioni batteriche troviamo:
  • Infezione da clamidia (Chlamydia trachomatis, compresi i sierotipi L1, L2, L3 responsabili del Linfogranuloma venereo);
  • Gonorrea (Neisseria gonorrhoeae);
  • Sifilide (Treponema pallidum);
  • Ulcera venerea o cancroide (Haemophilus ducreyi);
  • Donovanosi o Granuloma inguinale (Klebsiella granulomatis);
  • Gardnerella vaginalis, Mycoplasma genitalium, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum, Streptococco di gruppo B, che sono Infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali

Le infezioni sessualmente trasmesse da virus sono: 
  • Infezione da Hiv (Virus dell’immunodeficienza umana);
  • Herpes genitale (Herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1);
  • Condilomi ano-genitali (Papillomavirus umano - HPV);
  • Epatite B (virus dell’epatite B - Hbv) e Epatite C (virus dell’epatite C - Hcv);
  • Mollusco contagioso (Poxvirus);
  • Infezione da cytomegalovirus (Cytomegalovirus).

Le infezioni causate da protozoi sono:
  • Infezione da trichomonas (Trichomonas vaginalis).

Le infezioni causate da parassiti sono:
  • Pediculosi del pube (Phtirus pubis);
  • Scabbia (Sarcoptes scabiei).

Alcune di queste, come la Clamidia e l’Herpes genitale, sono piuttosto comuni.

I sintomi più comuni di un’infezione intima

Solitamente, i primi sintomi che devono farci pensare di aver contratto un’infezione genitale, sono:
  • Secrezioni anomale rispetto al solito, di sangue o di liquido biancastro;
  • Dolore pelvico;
  • Prurito o lesioni ai genitali o nella bocca;
  • Necessità di urinare spesso senza però bisogno di espellere molta urina;
  • Dolore a urinare;
  • Dolore e gonfiore ai testicoli;
  • Dolore e perdita di sangue durante e/o dopo un rapporto sessuale.

Clamidia

I sintomi che possono indicare che da una a tre settimane prima si può essere stati infettati da clamidia sono:
  • Dolore alla pelvi, o durante i rapporti;
  • Eventuali sanguinamenti;
  • Perdite vaginali;
  • Dolore mentre si urina;
  • Negli uomini: dolore al pene, secrezioni biancastre, difficoltà a urinare.

Per la diagnosi da clamidia esiste un test che si esegue tramite un tampone sulla parte che si ritiene essere stata infettata e un esame del materiale prelevato. A questo, si affianca un esame delle urine. Il test per la clamidia e in generale per tutte le IST viene eseguito in modo riservato sia nelle strutture pubbliche, che in quelle private e nei consultori familiari.

Se si tratta di clamidia, l’infezione si cura con gli antibiotici, da assumersi per un periodo più o meno lungo (giorni) a seconda dell’indicazione del medico e dell’infezione ed evitando in quel periodo i rapporti sessuali. Dopo una diagnosi, è importante che anche tutti i partner avuti negli ultimi sei mesi si sottopongano al test.

Se non viene curata, con il tempo, la clamidia può aggravarsi e portare a patologie più complesse. Nelle donne può portare alla malattia infiammatoria pelvica (PID), la quale può rendere più difficile una gravidanza ed è spesso causa di gravidanze extrauterine. Negli uomini, può portare a infiammazione dei testicoli e, in entrambi i sessi, ad artrite reattiva.

immagine che rappresenta donna che prova dolore a urinare

Gonorrea

Dolore a urinare, dolore pelvico, secrezioni: sono sintomi che interessano sia gli uomini che le donne e che suggeriscono che è in corso un’infezione da Gonorrea. In questo caso è bene sottoporsi a tampone uretrale nell’uomo o tampone cervicale o vaginale per la donna, per eseguire gli esami di laboratorio.

Se confermata la diagnosi, è importante sospendere i rapporti sessuali per tutto il corso della terapia e suggerire a tutti i partner di sottoporsi al test
Trattandosi di un’infezione batterica, la terapia è antibiotica, ma negli ultimi decenni sono sempre più frequenti casi di resistenza ai farmaci. Per questo, è importante eseguire un antibiogramma per capire quale sia l’antibiotico più indicato nel nostro caso. Le linee guida attuali suggeriscono una doppia terapia, con una combinazione di ceftriaxone o cefixima e azitromicina

Se lasciata progredire senza trattamento, la gonorrea può, come la clamidia, causare una malattia infiammatoria pelvica (MIP), che può portare a sterilità o a gravidanze complesse e a rischio. Nell’uomo, una delle complicanze è l’epididimite, che si accompagna a dolore e gonfiore allo scroto, e anch’essa, se non curata, può portare all’infertilità. 

Sifilide

Di sifilide si parla da secoli: è stata una delle primissime malattie sessualmente trasmesse di cu si è parlato. Eppure, la sifilide non è mai stata sconfitta, anzi, è la terza malattia sessualmente trasmessa a livello mondiale, dopo clamidia e gonorrea.

È una malattia inizialmente silenziosa, che raramente presenta dei sintomi nelle sue fasi iniziali e, quando presenti, sono simili a molti altri:
Nella prima fase, entro i tre mesi dal contagio (si parla di Stadio primario), si può notare un’ulcera (sifiloma) tonda e rossastra, dura al tatto e che non provoca dolore, sui genitali, sull’ano, in bocca o in gola.

Nello stadio secondario – fino a 8 settimane dal contagio – compaiono macchie dal colore rosato sulla pelle del tronco o di braccia e gambe, in particolare su mani e piedi, quasi mai sul viso. Si accompagna una linfoadenopatia, cioè linfonodi mobili e duri.

La particolarità di questa infezione è che tali sintomi scompaiono da soli anche senza trattamento, ciò però non significa che la malattia sia guarita. Essa rimane silente e continua a progredire nel corpo. La fase successiva, fino anche a due anni dal contagio, è detta appunto Stadio latente, ed è importante intervenire subito con le cure per trattare l’infezione e guarire. Se lasciata progredire per decenni, può essere successivamente più difficile da trattare. La cura per la sifilide prevede terapia antibiotica con uso della penicillina per via parenterale.

Convivere con l’HIV oggi

immagine che rappresenta provetta con test per l'hivL’AIDS o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita è la malattia associata all’infezione da virus dell’HIV, che danneggia il sistema immunitario.

La trasmissione del virus avviene:
  • Per via sessuale (con rapporti non protetti);
  • Tramite contatto con sangue infetto (per esempio di una ferita);
  • In gravidanza;
  • Durante il parto;
  • Con l’allattamento

Non sempre l’infezione si associa alla manifestazione della malattia: essere sieropositivo non significa avere l’AIDS, anzi c’è possibilità che la malattia non si presenti mai. Sebbene non esistano né un vaccino né una cura in grado di debellare il virus nel corpo umano, a differenza di quanto accadeva fino a vent’anni fa, oggi è possibile convivere con il virus, cioè fare in modo che la sua carica virale rimanga talmente bassa da non farci ammalare e da non far contagiare i partner. 

Esistono più di 20 farmaci che contrastano la replicazione del virus, consentendoci di non ammalarci. La terapia anti-HIV consiste in una combinazione di farmaci: si parla di terapia antiretrovirale di combinazione (cART). Dopo la diagnosi, la persona viene sottoposta a uno specifico test di resistenza per poter individuare i farmaci migliori.

A fare la differenza è la viremia, la carica virale: più è alta, più si può trasmettere l’HIV. Oggi, le persone che seguono la terapia e che rispondono bene, hanno una viremia così bassa da non essere considerati un rischio per i propri partner.

HPV: si può prevenire

L’HPV, il noto Papillomavirus, è il responsabile del cancro al collo dell’utero (cervice uterina). Attenzione: non significa che chi si infetta poi svilupperà un cancro, ma che in alcuni casi una lesione non individuata può evolvere in una forma cancerosa maligna. I tumori della cervice uterina originano infatti da un’infezione da HPV. 

Sono stati individuati oltre 120 tipi di HPV, alcuni più aggressivi di altri. È comunissimo infettarsi: si stima che quasi tutte le donne in età fertile, e dopo aver iniziato la propria vita sessuale, siano entrate in contatto con questo virus. Pertanto, la probabilità di una lesione pre-cancerogena esiste.

Fortunatamente, oggi ci sono due modi per ridurre drasticamente la possibilità di ammalarsi:
  • Il vaccino, raccomandato per le ragazze dai 12 anni e fino ai 20 (contro i ceppi 6, 11, 16, 18 – si stima che Hpv 16 e Hpv 18 causino oltre il 70% delle neoplasie) e dal 2017 anche ai ragazzi;
  • Lo screening gratuito, offerto a tutte le donne attraverso i pap-test ogni tre anni e da poco con l’HPV test ogni 5 anni. L’HPV test consiste nel prelevare delle cellule dal collo dell'utero e analizzarle.

Epatite B

La forma di epatite che viene contratta tramite le pratiche sessuali è l’epatite B (HVB). Nonostante già da diversi anni sia largamente disponibile in commercio la possibilità di usufruire di un apposito vaccino, l’epatite B continua ad essere largamente presente. Nella maggior parte dei casi, il sistema immunitario è in grado di sconfiggere autonomamente l’infezione, rendendoci immuni per il resto della vita. In alcuni casi però questo non accade.

Purtroppo, una grande percentuale dei soggetti affetti non presentano sintomi particolari, ma i pochi che li hanno, li riscontrano a distanza di dodici settimane dal contagio.

Essi consistono in:
È bene recarsi dal medico in presenza di questi sintomi. Il medico eseguirà gli esami per diagnosticare l’epatite B e, in caso di positività, potrà somministrare dei farmaci per ridurre i sintomi, dal momento che non vi sono terapie specifiche contro l’HVB. Se invece la malattia rimane cronica per oltre sei mesi, si valuta la possibilità di somministrare antivirali per ridurre il rischio di danni al fegato.

Come evitare le infezioni sessualmente trasmesse

Ci sono due regole per ridurre sensibilmente la possibilità di infettarsi:
  • Usare sempre il preservativo, sia per rapporti vaginali che anali, se si ha più di un partner o con un partner relativamente nuovo, di cui non conosciamo le abitudini anche dei mesi precedenti;
  • Assicurarsi una corretta igiene intima, prima e dopo i rapporti.

Oltre a queste regole, è importante saper riconoscere eventuali sintomi e recarsi dal medico – anche in un consultorio pubblico, qualora, specie i più giovani, si sentissero in imbarazzo di fronte al proprio medico di famiglia. Nella grande maggioranza dei casi, le infezioni sessualmente trasmesse, quando diagnosticate in breve tempo, si trattano senza danno. 

È inoltre importante approfittare degli screening gratuiti messi a disposizione, per individuare in fase sufficientemente precoce un’eventuale lesione precancerosa.

immagine che rappresenta uomo e donna nel letto che utilizzano il preservativo




RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Come ci si accorge di avere malattie sessualmente trasmissibili?

Solitamente, i primi sintomi che devono farci pensare di aver contratto un’infezione genitale sono:

  • Secrezioni anomale rispetto al solito, di sangue o di liquido biancastro;
  • Dolore pelvico;
  • Prurito o lesioni ai genitali o nella bocca;
  • Necessità di urinare spesso senza però bisogno di espellere molta urina;
  • Dolore a urinare;
  • Dolore e gonfiore ai testicoli;
  • Dolore e perdita di sangue durante e/o dopo un rapporto sessuale. 

Qual è la malattia sessualmente trasmissibile più pericolosa?

Ogni malattia sessualmente trasmessa, se non individuata e trattata, può portare a conseguenze sistemiche con il tempo anche molto pericolose.

Quali malattie si possono trasmettere con un rapporto orale?

Tutte le malattie sessualmente trasmesse possono essere veicolate sia con sesso vaginale, sia anale, sia orale. L’infezione può avvenire sia per lo scambio di liquidi (sperma, secrezioni vaginali o saliva), sia per contatto diretto con le mucose della zona infetta, sia per condivisione di oggetti erotici non igienizzati.

Quali sono i comportamenti sessuali da evitare? 

Ci sono due regole per ridurre sensibilmente la possibilità di infettarsi:

  • Usare sempre il preservativo, sia per rapporti vaginali che anali, se si ha più di un partner o con un partner relativamente nuovo, di cui non conosciamo le abitudini anche dei mesi precedenti;
  • Assicurarsi una corretta igiene intima, prima e dopo i rapporti.

Le informazioni presenti in Doveecomemicuro.it hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.

La riproduzione o l’utilizzazione dei contenuti pubblicati su Doveecomemicuro.it è strettamente riservata. Il riutilizzo del materiale su riviste, giornali, radiodiffusione o generica messa a disposizione al pubblico viene concesso solo previa esplicita richiesta e autorizzazione obbligatoria.