La malattia di Lyme (o Borreliosi) da una zecca: sintomi, cura e prevenzione

La malattia di Lyme (o Borreliosi) da una zecca: sintomi, cura e prevenzione

Indice

Domande e risposte
 

Che cos'è la malattia di Lyme?

La Malattia di Lyme (o Borreliosi) è una patologia trasmessa dal morso di una zecca infetta da un batterio del genere Borrelia.  La zecca può rimanere in contatto con il batterio durante il pasto di sangue su un ospite infetto, generalmente animali selvatici come roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri, che viene poi trasmesso all'ospite successivo dopo circa 24-48 ore, attraverso un rigurgito dal tratto digestivo oppure tramite la saliva infetta. Non tutte le zecche sono portatrici di questo batterio, ma in alcune zone è molto frequente che lo siano.
Le specie che possono veicolare la malattia sono:

  • Borrelia burgdorferi: presente in Europa e Nord America (dove è l’unico agente in grado di causare l’infezione);
  • Borrelia afzelii e Borrelia garinii: sono presenti in Europa, Asia e Africa.

Se non riconosciuta e quindi trattata nelle sue prime fasi, la Borreliosi può con il tempo cronicizzare provocando disturbi reumatici e neurologici precoci caratterizzati da:

  • Artralgie migranti;
  • Mialgie;
  • Meningiti;
  • Polineuriti;
  • Linfocitoma cutaneo;
  • Miocardite;
  • Disturbi della conduzione atrio-ventricolare.
L’ultima fase della malattia a distanza di mesi o anni dall’infezione, è caratterizzata da alterazioni a carico: Fortunatamente ciò non accade se si somministra una profilassi antibiotica all’insorgere dei primissimi sintomi.

La malattia di Lyme non è contagiosa da persona a persona.

Attenzione, la Borreliosi non va confusa con un’altra malattia infettiva trasmessa dalle zecche: l’encefalite da zecca (tick-borne encephalitis, TBE), virale e che colpisce il sistema nervoso centrale. Il virus appartiene alla stessa famiglia di quelli responsabili della Febbre gialla e della Dengue. Fortunatamente da qualche anno esiste invece un vaccino contro la TBE, che si assume in tre dosi e che in alcune regioni dove la presenza di zecche è elevata, è gratuito. 


 
Immagine che rappresenta la pulce che ha punto un braccio
 

Sintomi della Borreliosi

Immagine che rappresenta la puntura di una zeccaNelle prime 2-4 settimane dal morso, dopo un periodo di incubazione si può presentare una macchia rossa simile a un bersaglio (eritema migrante), che si espande lentamente e che può insorgere su tutto il corpo, indipendentemente da dove siamo stati morsi. Se non si assume la terapia antibiotica, entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare i già citati disturbi neurologici precoci.

Per fortuna nelle zone dove la zecca è endemica, il medico conosce bene l’eruzione cutanea tipica della Borrelia e pensa subito di sottoporre il paziente agli esami diagnostici appropriati.  

In una seconda fase dell’infezione i sintomi possono essere:

  • Dolori muscolari (mialgia) e scheletrici;
  • Dolori articolari (artralgia) migranti, normalmente senza tumefazione articolare, che durano ore o giorni e colpiscono una o due localizzazioni alla volta;
  • Spossatezza, malessere generale, astenia: questi sintomi possono durare mesi, anche dopo la scomparsa di tutti gli altri;
  • Brividi;
  • Febbre;
  • Cefalea;
  • Nausea o vomito;
  • Linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi), a causa dell’infezione in atto. 

In questo secondo stadio è possibile rilevare la presenza di lesioni cutanee anulari secondarie, simili a quelle primarie ma più piccole e con il centro meno infiltrato, che svaniscono nel giro di poche settimane.

La fase tardiva della malattia, qualora non venisse identificata e trattata per anni (cosa fortunatamente rarissima al giorno d’oggi), è caratterizzata da:

  • Artrite cronica: si verifica nel 60% dei pazienti che non hanno ricevuto adeguata terapia antibiotica ed è caratterizzata da attacchi intermittenti di artrite alle grosse articolazioni (in particolare alle ginocchia), che durano da settimane a mesi. Normalmente il quadro migliora nel tempo, ma in alcuni pazienti la degenerazione può portare all’erosione delle cartilagini;
  • Disturbi degli occhi: congiuntivite, paralisi del nervo oculomotore (la struttura nervosa responsabile del movimento degli occhi), irite (infiammazione dell’iride), neurite ottica (infiammazione del nervo ottico);
  • Disturbi neurologici (neuroborelliosi): le complicanze nervose della Malattia di Lyme sono numerose. Possono subentrare disturbi quali la meningite, le polineuropatie sensitivo-motorie (alterazioni nervose che coinvolgono sia le fibre responsabili del movimento che della sensibilità), l’encefalomielite (infiammazione che riguarda tutto il sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale), atassia cerebellare (disturbo neurodegenerativo che colpisce il cervelletto e causa gravi alterazioni dell’equilibrio e della capacità di camminare correttamente), alterazioni comportamentali;
  • Acrodermatite cronica atrofica: è una complicanza osservata principalmente nelle donne anziane, ed è correlata in particolar modo a Borrelia afzelii in Europa e in Asia. Compare con lesioni cutanee rosso-violacee sulla superficie alle estremità del braccio o della gamba, che diventano sclerotiche e atrofiche con il trascorrere del tempo;
  • Disturbi cardiaci: si verificano nell’8% dei pazienti, che possono manifestare miocardite (infiammazione che colpisce il muscolo cardiaco), alterazioni della conduzione atrio-ventricolare (blocco atrio-ventricolare, evenienza che può richiedere l’applicazione di un pace maker) o cardiomegalia (ingrossamento del cuore).

Come si diagnostica la Malattia di Lyme 

La ricerca degli anticorpi diretti contro il batterio tramite le analisi del sangue non è sempre in grado di confermare o escludere in modo certo la malattia, può essere negativa nelle prime settimane dell'infezione, e non distingue tra infezione attiva e inattiva.
Per questo solitamente si propone al paziente la terapia antibiotica anche solo in presenza dell’eruzione cutanea molto particolare tipica della Borreliosi. In ogni caso non va seguito nessun fai da te, specie con gli antibiotici, per evitare il rischio di resistenza futura. La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata. Una terapia antibiotica va sempre iniziata solo in seguito ad una dettagliata diagnosi clinica e sotto consiglio di medici specialisti.

In assenza di rash cutaneo, la diagnosi è certamente più difficile. La forma precoce disseminata può essere confusa facilmente con l’artrite reumatoide. Tuttavia lo specialista valuta la presenza/assenza di segni distintivi quali: l’assenza della rigidità mattutina, di noduli sottocutanei e del fattore reumatoide nel sangue.
La borrelliosi può essere particolarmente ardua da debellare se la zecca oltre a questo batterio è portatrice anche di altre co-infezioni. È importante rivolgersi subito al medico se non ci si sente bene o se il pomfo non accenna a ridursi nei giorni successivi.


Immagine che rappresenta una dottoressa che sta togliendo qualcosa dal braccio della paziente
 

Come riconoscere e togliere una zecca

A causa dei cambiamenti climatici, che hanno condotto alla maggiore diffusione delle zecche portatrici del batterio, la Malattia di Lyme sta rapidamente incrementando la sua incidenza anche in Europa. Riconoscere una zecca e sapere come toglierla è dunque molto importante.
Si riconosce perché solitamente nera, grande come una capocchia di spillo e con un corpo dalla forma a goccia e otto zampette. Può essere più o meno grande a seconda della sua “età”: le “larve”, cioè le zecche appena nate, sono più piccole di un millimetro, poi ci sono le ninfe e infine le zecche adulte, delle dimensioni di una capocchia di spillo o anche più grandi. 
Le zecche dell’uomo non sono come quelle del cane o del gatto, ma più piccole e scure.

Il problema è che la zecca sulla pelle non dà sintomi, perché  inocula nell’ospite la propria saliva che contiene principi anestetici. Per questo non ci si accorge subito di essere stati punti. Il morso di zecca poi solitamente non è doloroso né dà prurito, se non una volta estratta, quando si forma il pomfo
Va detto che le zecche possono essere molto diverse fra loro: alcune sono più rotondeggianti, altre hanno una forma a goccia; alcune hanno zampe più lunghe, altre più corte. Se si hanno dei dubbi si possono cercare foto online oppure isolarla per esempio su un pezzo di carta con dello scotch, una volta rimossa, per portarla al medico.

 

Immagine infografica che rappresenta una zecca che viene tolta dal braccio
 

Terapia per la Borreliosi

Se la Borreliosi di Lyme viene riconosciuta nella sua fase iniziale, la cura ha più probabilità di successo ed è efficace nella prevenzione di tutti i sintomi che invece compaiono sicuramente quando la malattia non viene trattata.
La terapia prevede la somministrazione di antibiotici per via orale, a meno che l’infezione non abbia causato alterazioni neurologiche o il blocco atrio-ventricolare. In questi due casi, è necessario istituire la terapia endovenosa.
L’antibiotico di prima scelta è la doxiciclina, che può essere efficacemente somministrata negli uomini, nelle donne non in gravidanza e nei bambini sopra gli 8 anni di età
La durata della cura varia come segue: 

  • Nei pazienti con infezione localizzata alla pelle, il trattamento può essere interrotto dopo 20 giorni (nel caso dell’azitromicina dopo 17 giorni);
  • Nei pazienti colpiti da infezione disseminata, la terapia deve durare almeno 30 giorni.

È normale che durante il trattamento antibiotico o una volta concluso il paziente senta alcune manifestazioni come: 

  • Affaticamento;
  • Dolore muscolo scheletrico;
  • Insonnia e altri disturbi del sonno;
  • Depressione;
  • Deficit cognitivi (ma test normali o poco alterati).

 
Questo stato viene definito Sindrome della Malattia di Lyme post trattamento (Post Treatment Lyme Disease Syndrome, PTLDS).  

Prevenzione contro le zecche

Generalmente l’attività delle zecche si concentra nei mesi caldi, mentre in inverno tendono a rifugiarsi sotto le pietre a interrarsi. 
La prima forma di prevenzione è saper riconoscere una zecca (le zecche che attaccano l’uomo sono diverse dalle zecche del cane), e controllarsi sempre dopo una gita in montagna.
Sfatiamo un mito: la zecca non salta e non vola. Cammina e si appoggia sulle nostre braccia e gambe quando urtiamo il filo d’erba o il cespuglio dove è appoggiata. Sono in commercio molti prodotti per tenere lontane le zecche, sia repellenti cutanei che dispositivi a ultrasuoni da portare con sé che infastidiscono l’animale.  Se soggiorniamo in aree montane a bassa quota, anche solo per una scampagnata giornaliera, è consigliato proteggere tutte le parti del corpo con un indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, meglio se di colore chiaro per rendere più evidente l'eventuale presenza di zecche. Si suggerisce di infilare i pantaloni nei calzini ed è meglio usare scarpe alte.
 

Immagine che rappresenta un cartello con scritto attenzione zecche in un bosco
 


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quali sono i sintomi della malattia di Lyme?

Nelle prime 2-4 settimane dal morso, si può avere una macchia rossa simile a un bersaglio (eritema migrante), che si espande lentamente e che può insorgere su tutto il corpo, indipendentemente da dove siamo stati morsi. Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. Se non riconosciuta e trattata con antibiotici, negli anni la malattia può diventare anche molto grave.
Per fortuna nelle zone dove la zecca è endemica, il medico conosce bene l’eruzione cutanea tipica della Borrelia e pensa subito di sottoporre il paziente agli esami diagnostici appropriati. 

Come si cura la malattia di Lyme?

La terapia prevede la somministrazione di antibiotici per via orale, a meno che l’infezione non abbia causato alterazioni neurologiche o il blocco atrio-ventricolare. In questi due casi, è necessario istituire la terapia endovenosa.
L’antibiotico di prima scelta è la doxiciclina, che può essere efficacemente somministrata negli uomini, nelle donne non in gravidanza e nei bambini sopra gli 8 anni di età. Amoxicillina, azitromicina, cefuroxima ed eritromicina rappresentano scelte alternative. 
 
La durata della terapia varia come segue: 

  • Nei pazienti con infezione localizzata alla pelle, il trattamento può essere interrotto dopo 20 giorni (nel caso dell’azitromicina dopo 17 giorni);
  • Nei pazienti colpiti da infezione disseminata, la terapia deve durare almeno 30 giorni.

Come si diagnostica la malattia di Lyme?

La ricerca degli anticorpi diretti contro il batterio tramite le analisi del sangue non è sempre in grado di confermare o escludere in modo certo la malattia, può essere negativa nelle prime settimane dell'infezione, e non distingue tra infezione attiva e inattiva.
Per questo solitamente si propone al paziente la terapia antibiotica anche solo in presenza dell’eruzione cutanea molto particolare tipica della Borrelia. In ogni caso non va seguito nessun fai da te, specie con gli antibiotici, per evitare il rischio di resistenza futura. La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata. Una terapia antibiotica va sempre iniziata solo in seguito ad una dettagliata diagnosi clinica e sotto consiglio di medici specialisti.

Cosa è la borreliosi?

La Malattia di Lyme (o Borreliosi) è una patologia trasmessa dal morso di una zecca infetta da un batterio del genere Borrelia.  La zecca può rimanere in contatto con il batterio durante il pasto di sangue su un ospite infetto, generalmente animali selvatici come roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri, e viene trasmessa all'ospite successivo dopo circa 24-48 ore, attraverso un rigurgito dal tratto digestivo oppure tramite la saliva infetta. Non tutte le zecche sono portatrici di questo batterio, ma in alcune zone è molto frequente. Inoltre, le zecche possono anche essere portatrici di altri patogeni che potrebbero infettare l’uomo. La patologia è causata da un batterio del genere Borrelia spp (appartenente al genere spirocheta), che alberga nel parassita.

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