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Che cos'è il Fuoco di Sant’Antonio
Il
Fuoco di Sant’Antonio, detto anche
Herpes Zoster, è una malattia infettiva dovuta al
virus della varicella (varicella-zoster virus o VZV), che infetta uno o più nervi (generalmente uno solo) e che si manifesta con un’
eruzione cutanea con vescicole, molto dolorosa. . L’eruzione cutanea può interessare diverse parti del corpo: schiena (provocando anche forti dolori intercostali), gambe, in particolare l’interno coscia, braccia, ascelle.
La malattia dal momento in cui si manifesta ha una
durata di 10-15 giorni, finché le croste che si erano formate sulle vescicole cadono e la pelle guarisce. Il forte dolore però può comparire anche alcune settimane prima dell’eruzione cutanea e durare a lungo dopo che le croste sono passate, perché è dovuto all’
infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo.
Il virus, dopo aver causato la
varicella, rimane inattivo nel tessuto nervoso, e
può capitare che si riattivi, anche a distanza di molti anni, interessando un nervo e scatenando il rash cutaneo. I motivi per cui il virus della varicella si riattiva non sono ancora sicuri. Quello che è chiaro è che l’immunocompromissione ha un ruolo fondamentale. Se le difese immunitarie si abbassano (per esempio con l’età avanzata, la chemioterapia o l’infezione da HIV) è molto più facile che compaia la malattia. Si ipotizzano anche origini psicosomatiche del Fuoco di Sant’Antonio. Alcuni dei fattori che potrebbero favorirla sono lo stress, fisico ed emotivo, dovuto a momenti particolarmente difficili.
Ogni anno in Italia sono oltre
300 mila le
persone colpite dal fuoco di Sant’Antonio. La frequenza della malattia è di circa 3 malati ogni 1.000 individui, ma sale tra il 4 e il 12 per mille se si considerano gli
ultra 65enni.
Il Fuoco di Sant’Antonio è
contagioso, nel momento in cui si manifesta con le
vescicole aperte, nei confronti di chi non ha ancora avuto la varicella, o non sia vaccinato, per contatto diretto con le vescicole aperte. Il virus
non si trasmette per via aerea. La persona contagiata sviluppa la varicella ma non l'herpes zoster. Ma attenzione: la varicella da
adulti è più pericolosa che nei bambini, e può portare a
complicanze importanti, come superinfezione batterica delle lesioni, calo delle piastrine,
artrite,
epatite, encefalite, e
polmonite che colpisce un adulto su 400 che vive la malattia.

Che cosa causa il Fuoco di Sant’Antonio?
La
causa è aver contratto nella vita, solitamente in infanzia, il
virus della varicella-zoster (appartenente alla famiglia degli
herpes virus). Anche una volta guariti dalla varicella, il virus in realtà non viene mai debellato dall’organismo, rimanendo latente per tutta la vita nelle cellule dei gangli delle radici nervose spinali e può capitare che si ri-attivi, anche a distanza di molti anni, interessando appunto un nervo e scatenando il
rash cutaneo. I motivi per cui il
virus della
varicella si riattivi non sono ancora sicuri. Quello che è chiaro è che l’
immunocompromissione ha un ruolo fondamentale. Se le difese immunitarie si abbassano (per esempio con l’
età avanzata, la
chemioterapia o l’
infezione da HIV) è molto più facile che compaia la malattia. Si ipotizzano anche origini psicosomatiche del Fuoco di Sant’Antonio. Alcuni dei fattori che potrebbero favorirla sono lo stress, fisico ed emotivo, dovuto a momenti particolarmente difficili.
Ogni anno in Italia sono
oltre 150 mila le persone che soffrono di questo problema, il 10% di chi da bambino ha contratto il virus della varicella.
Il Fuoco di Sant’Antonio è
contagioso, nel momento in cui si manifesta con le vescicole aperte, nei confronti di chi non ha ancora avuto la varicella, o non sia vaccinato, per contatto diretto con le vescicole aperte. Il virus non si trasmette per via aerea. La persona contagiata sviluppa la varicella ma non l'herpes zoster. Ma attenzione: la varicella da adulti è più pericolosa che nei bambini, e può portare a complicanze importanti, come:
- Superinfezione batterica delle lesioni;
- Calo delle piastrine;
- Artrite;
- Epatite;
- Encefalite;
- Polmonite che colpisce un adulto su 400 che vive la malattia.
Sintomi e come riconoscerlo
I
sintomi iniziali, precedenti l’eruzione cutanea, sono molto vari e di difficile interpretazione. Comprendono infatti
mal di testa,
febbre, malessere,
ipersensibilità, sensazione di
bruciore,
prurito,
brividi,
mal di stomaco e spossatezza. Si accompagna spesso a forte dolore, più è raro nei bambini. Il rash cutaneo caratteristico si può presentare da
1 giorno fino a 3 settimane dopo la comparsa dei primi sintomi.
Questa varietà di sintomi aspecifici crea grandi
difficoltà alla
diagnosi precoce. Di solito nel caso se ne intuisca il possibile arrivo, si procede con un
esame del sangue che verifichi la presenza degli
anticorpi Zoster IGM e IGG. La presenza di questi anticorpi indica una risposta immunitaria attiva contro il virus.
Se appare l’eruzione cutanea, la sua forma è così particolare e tipica che un semplice controllo visivo di solito è sufficiente alla diagnosi.
Consulta i centri che hanno dichiarato di essere specializzati in Virus varicella zoster anticorpi IgG ed eventuali IgM:
Cure e rimedi per alleviare il fastidio
Non ci sono
rimedi naturali o della
nonna che funzionino per alleggerire il dolore lancinante e bruciante dato dal fuoco di sant’Antonio. L’
unica cura è farmacologica. La prima cosa da fare è consultare il proprio
medico, che a seconda della gravità del caso consiglierà la cura più indicata. Dalle infezioni dovute a herpes zoster, come la varicella o il noto herpes labiale, alla bocca, di solito si guarisce spontaneamente. Tuttavia, considerati i disturbi molto fastidiosi e la possibile presenza contemporanea di malattie
debilitanti, si possono impiegare cure locali e/o generali (sistemiche) per ridurre i disturbi (sintomi) e limitare il rischio di complicazioni.
Si possono usare degli
antivirali, farmaci specifici che bloccano la riproduzione (replicazione) del virus riducendo la durata della malattia, ma che non agiscono sul dolore. Sono più efficaci se somministrati entro le 72 ore dalla comparsa della malattia e si consigliano se l’eruzione colpisce gli occhi, se è molto diffusa e se il soggetto ha un
sistema immunitario indebolito. Se il dolore è molto forte si possono affiancare a
antidolorifici e antinfiammatori.
Anche il
gel a base di cloruro d'alluminio, applicato direttamente sulle vescicole, ne accelera la guarigione e riduce il
prurito/dolore.
Spesso chi soffre di questa malattia non sa come riuscire a lavarsi senza provare fastidio. In realtà si può tranquillamente fare la doccia. Gli esperti consigliano di
non toccare direttamente le lesioni, evitando di sfregare le vescicole, ma di
lavarsi con saponi non aggressivi (si trovano in farmacia), risciacquare abbondantemente e successivamente asciugare senza strofinare. Per alleviare il prurito e il dolore si suggerisce inoltre di preferire
indumenti larghi, fare
bagni freschi o
impacchi con acqua fredda direttamente sulle vescicole e mantenere una buona igiene per evitare sovra-infezione batteriche.
Dal punto di vista dell’
alimentazione, in caso di infiammazioni è sempre consigliato mantenere una
dieta sana ricca di di frutta e verdura fresca e a ridotto consumo di zuccheri. Non ci sono evidenze scientifiche solide su alimenti “miracolosi” che aiutano la cura del Fuoco di Sant’Antonio, né cibi da evitare assolutamente perché ne influenzerebbero l’insorgenza.
Strutture sanitarie che eseguono la Visita Dermatologica
Complicanze. Attenzione agli occhi
L’Herpes Zoster
non è mortale e si risolve in circa
3-5 settimane. Tuttavia può avere delle complicanze che possono essere anche molto gravi, fra cui
encefalite (infiammazione al cervello), infiammazione a polmoni,
fegato,
meningi, e alle membrane protettive che circondano il midollo spinale (
mielite trasversa).
Vanno tenuti sotto controllo anche gli
occhi. Se lo Zoster attacca il nervo trigemino e colpisce il viso nella zona degli occhi,
può danneggiare seriamente la cornea. Si parla di Herpes Zoster oftalmico. Gli individui colpiti possono sviluppare ulcere e cicatrici permanenti sulla superficie dell'occhio (cornea), infiammazione del nervo ottico, ma anche
glaucoma, pressione elevata all'interno dell'occhio. Se non viene curata rapidamente, l'infezione può causare la
perdita della vista.
Complicanze possono coinvolgere anche l’
orecchio, sebbene raramente. La
Sindrome di Ramsay Hunt (Herpes Zoster oticus) si verifica quando la riattivazione del virus colpisce il
nervo facciale, vicino all'orecchio. Se non curata rapidamente, questa sindrome può causare paralisi facciale e
perdita dell'udito.
Altre volte l’Herpes Zoster può causare
nevralgia posterpetica, un’alterazione dei nervi nel tradurre gli stimoli esterni. Guarisce, in genere, dopo circa 3-6 mesi ma in alcuni casi può durare per anni o può diventare permanente. Si stima che almeno
una persona su cinque oltre i 50 anni possa sviluppare la
nevralgia post-erpetica come risultato dell'Herpes Zoster.
Infine, si registrano
infezioni batteriche secondarie e problemi motori.
Herpes Zoster in gravidanza
Contrarre il Fuoco di Sant'Antonio in
gravidanza non pare dare problemi al feto e si cura con antidolorifico o antivirale. Il feto non viene infettato poiché è protetto dagli anticorpi dell'organismo della mamma.
Il problema è quando la futura mamma non è vaccinata contro la
varicella, o non ha avuto la malattia (si stima che in Italia il 12-13% delle donne non abbia avuto la varicella) dal momento che
non è possibile sottoporsi al
vaccino quando la
gravidanza è
già iniziata. Se la varicella viene contratta da una donna all’inizio di una
gravidanza (nei primi due trimestri di gestazione) può trasmettersi al feto, causando una embriopatia (sindrome della varicella congenita). Dopo la ventesima settimana di gestazione il feto può invece sviluppare una varicella asintomatica e successivamente Herpes Zoster nei primi anni di vita. La situazione più grave è se la malattia si manifesta a ridosso del parto. Se la madre ha avuto la malattia da cinque giorni prima a due giorni dopo il parto, può verificarsi una forma grave di varicella del
neonato, la cui
mortalità può arrivare fino al
30%. Un ulteriore aspetto rischioso per il contagio del neonato è se le vescicole dell'Herpes Zoster si trovano proprio nella zona intima durante il parto.
Si consiglia pertanto a ogni donna di controllare di aver avuto la
vaccinazione (o la malattia) di modo da essere protette in una futura gravidanza.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come inizia il Fuoco di Sant'Antonio?
Il virus, dopo aver causato la varicella, rimane inattivo nel tessuto nervoso, e può capitare che si ri-attivi, anche a distanza di molti anni, interessando appunto un nervo e scatenando il rash cutaneo. I motivi per cui il virus della varicella si riattivi non sono ancora sicuri. I sintomi iniziali, precedenti l’eruzione cutanea sono molto vari e di difficile interpretazione. Comprendono infatti mal di testa, febbre, malessere, ipersensibilità, sensazione di bruciore, prurito, brividi, mal di stomaco e spossatezza.
L’Herpes Zoster è contagioso?
Sì. Il Fuoco di Sant’Antonio è contagioso, nel momento in cui si manifesta con le vescicole, nei confronti di chi non ha ancora avuto la varicella, o non sia vaccinato, per contatto diretto con le ferite aperte. La persona contagiata, però, sviluppa la varicella ma non l'Herpes Zoster.
Dove si localizza il Fuoco di Sant'Antonio?
L’eruzione cutanea può interessare diverse parti del corpo: dal torace, alle gambe, in particolare nell’interno coscia, alle braccia, alle ascelle. Può colpire anche il viso e in particolare la zona dell’occhio.
Come si cura il Fuoco di Sant'Antonio?
Si possono impiegare cure locali e/o generali (sistemiche) per ridurre i disturbi (sintomi) e limitare il rischio di complicazioni. È possibile assumere degli antivirali, che bloccano la riproduzione (replicazione) del virus riducendo la durata della malattia. Questi ultimi però on agiscono sul dolore, e sono più efficaci se somministrati entro le 72 ore dalla comparsa della malattia. Si consigliano se l’eruzione, colpisce gli occhi, se è molto diffusa e se il soggetto ha un sistema immunitario indebolito. Se il dolore è molto forte si possono affiancare ad antidolorifici e antinfiammatori. Anche il gel a base di cloruro d'alluminio, applicato direttamente sulle vescicole ne accelera la guarigione e riduce il prurito/dolore.
Come si diagnostica il Fuoco di Sant'Antonio?
Il tipico rash cutaneo solitamente non lascia dubbi al medico. Ma nel caso se ne intuisca il possibile arrivo prima che si manifesti, si procede con un esame del sangue che verifichi la presenza degli anticorpi. La presenza di questi anticorpi indica una risposta immunitaria attiva contro il virus. Se appare l’eruzione cutanea, la sua forma è così particolare e tipica che un semplice controllo visivo di solito è sufficiente alla diagnosi.
Quanto tempo per guarire dal Fuoco di Sant'Antonio?
La malattia dal momento che si manifesta ha una durata di 10-15 giorni, finché le croste che erano si erano formate sulle vescicole cadono e la pelle guarisce. Il forte dolore però può comparire anche alcune settimane prima dell’eruzione cutanea e durare a lungo dopo che le croste sono passate, perché è dovuto all’infiammazione scatenata dal passaggio del virus sul nervo.