Indice
Domande e risposte
Fascite Plantare: che cos’è
Si parla di fascite plantare per indicare
un’infiammazione dolorosa nella zona fra la fascia plantare inferiore del piede che parte dalle dita, e arriva fino al calcagno. Quando al
dolore non si accompagna
infiammazione si parla più correttamente di fasciosi plantare.
Il
legamento arcuato è importante per la trasmissione del peso lungo il piede, e per questo la fascite plantare è molto frequente nelle persone che
sollecitano eccessivamente questo
legamento, come:
La fascite plantare è una delle cause della
tallonite, l’infiammazione del calcagno. La fasciosi plantare si può associare anche alla
spina calcaneare, una piccola
escrescenza ossea che si forma in seguito ad alcuni fattori come un deficit di irrorazione e la contrattura della fascia plantare.
- In una fase iniziale, la fascite plantare provoca dolore al legamento arcuato a livello calcaneare;
-
Successivamente il dolore si sposta verso l'avampiede, coinvolgendo tutta la pianta del piede, risparmiando solo la punta delle dita.
Se
non trattata, la fascite plantare da acuta può diventare
cronica.
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Sintomi della fascite plantare
Il
primo sintomo è un
dolore che compare
sotto il
piede, in particolare sotto il
tallone, e che si
irradia a tutta la
pianta del piede. È più acuto al mattino appena ci si alza, e va e viene durante la giornata, diminuendo quando siamo seduti o sdraiati perché non sollecitiamo il legamento arcuato. Il dolore diventa
più intenso nella prima parte del passo, quando spostiamo in avanti il tallone. In alcuni casi il dolore al calcagno è molto
intenso o investe anche la parte laterale del piede. Talvolta
compaiono tumefazioni o gonfiore nella zona del piede o della caviglia.
Cause della fascite
La
fascite origina da
un’infiammazione del
legamento arcuato, che può essere dovuta a diverse cause:
- Una postura errata, che finisce per spostare il peso in modo non uniforme sul nostro piede;
- L’utilizzo di scarpe non adatte a noi perché troppo piccole, troppo larghe, troppo strette, oppure perché non rispettano la forma del piede, per esempio con una suola troppo piatta senza plantare. Tutte le scarpe possono creare potenziali problemi se non sono conformi al nostro piede: basse, running, da corsa, antinfortunistiche. Si può chiedere consiglio a un podologo;
- L’utilizzo di tacchi eccessivamente alti per molto tempo, sollecitando eccessivamente il legamento e il tallone;
- Alcune attività sportive, come la corsa, o il calcio, soprattutto idossando a lungo le scarpe sbagliate;
-
Problemi strutturali al piede come alluce valgo, piede piatto, piede cavo, che ci portano a camminare male. In questo caso è utile consultare un medico specialista che consiglierà delle calzature adatte;
-
Obesità;
-
Professioni che ci costringono in piedi per molte ore al giorno;
-
Muscoli della gamba molto deboli e insufficienti per sostenere il nostro peso. Per esempio i muscoli del polpaccio, peroneo, tibiale posteriore ed estensori delle dita e del piede.

Diagnosi
La
diagnosi è essenzialmente
clinica, esaminando il
dolore al
piede. Il
test per verificare la presenza o meno della fascite plantare consiste nell’esercitare un’energica pressione con il pollice sul calcagno mentre il piede è in dorsi flessione. In caso di fascite, la
pressione scatena un
forte dolore, oltre al dolore lungo il margine plantare mediale della fascia.
Se ci sono
dubbi che
l’origine sia
diversa rispetto alla
semplice infiammazione, si può consigliare una radiografia o una risonanza magnetica per escludere lesioni. Le malattie che mostrano una sintomatologia simili a quella della fasciosi plantare sono per esempio:
- La borsite calcaneare;
- La sindrome del tunnel tarsale;
- La rottura della fascia plantare (con episodi di tumefazione).
Altre patologie da escludere in sede di diagnosi di fascite sono:
- La spondiloartropatia sieronegativa;
- La neuropatia di Baxter;
- Il morbo di Sever-Blanke-Haglund.
Come curare la fascite plantare

La
prima cosa è correggere la postura per
alleviare lo stress nella zona colpita. Si
propone al paziente l'uso di dispositivi specializzati da
inserire nelle
scarpe come:
- Rialzi interni;
- Stecche;
- Bendaggi;
- Plantari.
Il
trattamento massoterapico della fascia plantare in alcuni casi può risultare utile, con il vantaggio di potere effettuare qualche esercizio semplice in
autonomia: basta infatti far
rotolare una
bottiglietta d'acqua
fredda sotto il piede per 10 minuti per ottenere un
effetto miorilassante e antalgico della fascia plantare. Rimane ovvio che
qualsiasi manipolazione del piede, la terapia manuale
deve essere fatta da personale competente:
Per il resto,
non esistono rimedi naturali
miracolosi: la cura della fascite plantare è essenzialmente
farmacologica, tramite farmaci antiinfiammatori o con cure a base di cortisone (
FANS o corticosteroidi) per
alleviare il dolore, ma che devono essere assunti sotto stretto controllo medico, non con il fai da te.
Un altro trattamento è il cosiddetto
PRP, un
gel piastrinico che si ottiene attraverso un piccolo prelievo di sangue dal paziente ed ha lo scopo di
rigenerare i
tessuti, grazie alla elevata concentrazione di fattori di crescita al suo interno.
Negli ultimi anni è sempre più diffuso il
trattamento delle fasciti plantari tramite terapia fisica, “a onde d’urto” cioè con impulsi extracorporei assolutamente non invasiva. In questo trattamento si trasmettono onde di impulsi a bassa frequenza attraverso un focalizzatore con l’obiettivo di migliorare la circolazione sanguigna per rigenerare più rapidamente il tessuto danneggiato, dal momento che i tempi di guarigione della fascite plantare sono piuttosto lunghi, in termini di mesi.
In
rari casi particolarmente gravi, o di fascite plantare
cronica, recidivante, si può ricorrere a intervento chirurgico. La tecnica più comune oggi è quella mini invasiva e consiste
nell’interruzione della fascia plantare eseguita per via percutanea
senza incisioni chirurgiche. Questo tipo di
intervento è molto
breve, dura una decina di minuti, non è doloroso e permette di tornare a camminare normalmente già a pochi giorni dall’intervento.
Fisioterapia
Gli
esercizi di
ginnastica, come lo
stretching a piedi e gambe, specie per distendere i polpacci, se consigliati da un fisioterapista sono molto utili per rafforzare la muscolatura e correggere la postura. In generale si consiglia in questi casi di fare passi più corti e di
evitare di
camminare a piedi scalzi, perché è più difficile correggere la camminata in questo modo.
Anche la manipolazione del
piede e della
gamba da parte dello
specialista fisioterapista riesce, attraverso la manipolazione plantare, a ridurre la rigidità di tendini, tessuti e muscoli, e di conseguenza a ripristinare la normale
camminata. L’
esercizio terapeutico è di
fondamentale importanza in quanto permette di riacquisire una buona elasticità della fascia plantare, rafforzare i muscoli e le afferenze propriociettive e tattili epicritiche.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Che scarpe usare in caso di fascite plantare?
Dipende dall’origine del problema, per esempio se ci sono elementi strutturali come piede piatto o piede cavo. Si sconsiglia per prevenire problemi ai piedi l’utilizzo di scarpe non adatte a noi perché troppo piccole, troppo larghe, troppo strette, oppure perché non rispettano la forma del piede, per esempio con una suola troppo piatta senza plantare. Anche l’utilizzo di tacchi eccessivamente alti per molto tempo, che sollecitano eccessivamente il legamento e il tallone sono da evitare. Di solito si propone al paziente l'uso di dispositivi specializzati da inserire nelle scarpe come rialzi interni, stecche e plantari.
Come curare la fascite al piede?
La cura della fascite plantare è essenzialmente farmacologica, tramite farmaci antiinfiammatori (FANS o corticosteroidi) per alleviare il dolore, ma che devono essere assunti sotto stretto controllo medico, non con il fai da te.
Negli ultimi anni è sempre più diffuso il trattamento delle fasciti plantari tramite terapia fisica, “a onde d’urto” cioè con impulsi extracorporei assolutamente non invasiva. In questo trattamento si trasmettono onde di impulsi a bassa frequenza attraverso un focalizzatore con l’obiettivo di migliorare la circolazione sanguigna per rigenerare più rapidamente il tessuto danneggiato. In rari casi particolarmente gravi si può ricorrere a intervento chirurgico. La tecnica più comune oggi è quella mini invasiva e consiste nell’interruzione della fascia plantare eseguita per via percutanea senza incisioni chirurgiche. Questo tipo di intervento è molto breve, dura una decina di minuti, non è doloroso e permette di tornare a camminare normalmente già a pochi giorni dall’intervento.
Quali antinfiammatori per fascite plantare?
Anzitutto i farmaci antinfiammatori devono essere assunti solo su consiglio medico. Sono da evitare sempre i fai da te, anche con medicinali che abbiamo già in casa. La cura della fascite plantare è essenzialmente farmacologica, tramite farmaci antiinfiammatori (FANS o corticosteroidi).
Quanto tempo ci vuole per guarire dalla fascite plantare?
Dipende dalla gravità della stessa e dal trattamento. In generale, in assenza di intervento chirurgico, i tempi di guarigione della fascite plantare sono piuttosto lunghi, in termini di mesi.