Distrofia Muscolare di Duchenne: sintomi, cause e cure

Distrofia Muscolare di Duchenne: sintomi, cause e cure

Indice

Domande e Risposte

Introduzione: cos’è la distrofia di Duchenne

La distrofia di Duchenne (o distrofia muscolare di Duchenne) è la forma più grave di distrofia muscolare. Si tratta di una malattia a esordio infantile, che ha progressione inarrestabile nel tempo e che porta a morte generalmente entro i 30 anni.

Appartiene alla categoria delle cosiddette distrofinopatie, malattie genetiche causate da alterazioni della proteina distrofina, presente nei muscoli striati scheletrici e del cuore. Le distrofie muscolari sono caratterizzate da sintomi comuni dovuti alla progressiva degenerazione del tessuto muscolare e al deficit di forza muscolare e da peculiarità specifiche delle diverse forme.  

È relativamente diffusa, con incidenza pari a 1 bambino su 3.500 di sesso maschile. Le donne non vengono colpite dalla forma clinica della malattia. 

Come per altre malattie genetiche, pur non essendo disponibile una cura, negli ultimi anni l’aspettativa di vita dei pazienti è raddoppiata (arrivando alla terza decade) e la qualità di vita è migliorata significativamente grazie al ricorso a diversi trattamenti.
La distrofia muscolare di Becker è una variante della Duchenne, a esordio più tardivo e progressione più lenta. 
 

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Le cause e la genetica della distrofia di Duchenne

La comparsa della malattia è legata all’ereditarietà e più precisamente alla trasmissione di una mutazione autosomica recessiva sul cromosoma X

Nelle femmine, i cromosomi X sono 2: pertanto, a fronte anche della presenza di una copia del gene malato, l’altra è sana. La malattia nella popolazione femminile compare quindi in forme meno gravi o addirittura asintomatiche.

Nel maschio, che ha un solo cromosoma X, la presenza del gene malato produce una sintomatologia molto più severa.

La trasmissione legata al cromosoma X è responsabile della familiarità della malattia, della sua ricorrenza in alcuni gruppi familiari.
La mutazione alla base della distrofia muscolare di Duchenne riguarda il gene che riporta le istruzioni per la produzione di una proteina presente nei muscoli, la distrofina. Il difetto comporta sintomi quali la riduzione drastica dell’elasticità dei muscoli, che porta ad un progressivo indebolimento muscolare.

immagine che mostra un bambino affetto da distrofia muscolare che svolge i compiti, seduto sulla sedia a rotelle, insieme ai suoi genitori

Come si manifesta: i sintomi ad ogni età

Questa forma di distrofia muscolare compare con sintomi iniziali che fanno il loro esordio nei bambini intorno ai 3-5 anni e riguardano alcuni gruppi di muscoli. 

La debolezza delle strutture interessate rende difficili molte delle attività consuete per l’età, come salire le scale, correre, saltare. I bambini utilizzano un modo particolare per alzarsi da terra quando sono in posizione seduta, definito segno di Gowers.

Talvolta, anche prima dei 3 anni possono essere osservati sintomi iniziali di indebolimento muscolare delle gambe, che tuttavia quasi mai vengono attribuiti ad una malattia di questo tipo. Un altro segno a volte presente è il ritardo nello sviluppo del linguaggio.

La malattia progredisce negli anni, riducendo la forza dei muscoli delle gambe e la capacità di compiere movimenti.

Intorno ai 5-6 anni, il piccolo fa sempre più fatica nei movimenti, cammina andando incontro a frequenti cadute, causa di fratture, e per lo più si muove sulla punta dei piedi

Intorno ai 10-14 anni diventa del tutto impossibile muoversi in autonomia e diviene necessario l’uso della sedia a rotelle

Negli anni a seguire, la perdita di funzionalità si diffonde anche agli arti superiori. Viene persa prima dei 20 anni la capacità di sollevare le braccia e di portarle alla bocca. 

Si osservano retrazioni dei muscoli, che provocano un accorciamento degli arti, e scoliosi. L’uso di botox per la prevenzione delle retrazioni muscolari non è indicato

Fra i sintomi della Duchenne caratteristici, l’ipertrofia dei polpacci. L’aumento di volume è un segno caratteristico ed esclusivo dei gruppi muscolari della gamba, che si differenziano da tutti gli altri muscoli del corpo, i quali vanno invece incontro a ipotrofia (riduzione di volume).

L’indebolimento della muscolatura respiratoria e del muscolo cardiaco provoca la comparsa di complicanze a questi due apparati.
In genere, non vengono coinvolti i muscoli del viso e, in particolare, degli occhi.
 

I sintomi nelle donne

Di rado le donne portatrici del difetto genetico alla base di questa forma di distrofia muscolare sono affette da sintomi e, anche quando questi sono presenti, si tratta di manifestazioni lievi. In questi casi, si parla di portatrici manifeste. Di solito, compare un indebolimento asimmetrico fra gli arti.

Le complicanze della distrofia di Duchenne

Rappresentano la causa più frequente di morte nei pazienti. Riguardano principalmente il cuore e il sistema respiratorio, in particolare il diaframma. I primi segni di compromissione si esprimono con una ridotta saturazione di ossigeno durante il sonno.
Il decesso subentra nella maggior parte dei casi entro i 30 anni.


Le complicanze respiratorie

Per tenere sotto controllo l’indebolimento di questi muscoli, vengono eseguiti esami periodici.

I controlli comprendono:
  • Spirometria, che può indicare criticità quando segnala una capacità vitale forzata al di sotto del 60%;
  • Pulsossimetria notturna: durante il sonno viene monitorata la saturazione dell’ossigeno nel sangue, alla base della comparsa di mal di testa al risveglio e sonnolenza diurna.
Se i parametri scendono al di sotto dei livelli critici, si interviene con la ventilazione non invasiva.
Nei casi più avanzati, si ricorre a trattamenti chirurgici come la tracheostomia per procedere con la ventilazione invasiva.


Le complicanze cardiache

Il problema al cuore che interessa le persone affette da Duchenne è la cardiomiopatia dilatativa
La sofferenza del miocardio causa una dilatazione dell’organo e una ridotta capacità del cuore di contrarsi, che si esprime con una ridotta possibilità di fare fronte a sforzi. L’esecuzione di attività, che sottopongono a fatica anche minima il cuore, causa l’insorgenza di difficoltà respiratoria, la cosiddetta dispnea da sforzo.

Per la diagnosi e il monitoraggio della cardiomiopatia, viene effettuato un ecocardiogramma periodico, a partire dai 10 anni. Il peggioramento del quadro clinico cardiologico può rendere necessaria l’assunzione di farmaci per lo scompenso cardiaco (beta-bloccanti, ACE-inibitori). 


Il rischio anestesiologico

I pazienti sono soggetti ad un rischio anestesiologico superiore a quello della popolazione generale, a causa delle alterazioni respiratorie e cardiache e delle reazioni anomale ad alcuni farmaci usati per l’anestesia.

La Consensus Conference, organizzata dall’associazione di pazienti e genitori Parent Project Onlus con il supporto di SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e terapia Intensiva) e AIM (Associazione Italiana Miologia), ha prodotto linee guida per la gestione delle situazioni critiche.  


Altre complicanze

Alcuni bambini affetti da Duchenne possono essere interessati da: In questi casi, deve essere predisposto un supporto psicoterapeutico specifico e, quando indicato, prevista la somministrazione di farmaci
Il supporto da parte di un esperto può essere importante anche per aiutare il ragazzo con Duchenne nell’affrontare la transizione verso l’età adulta.


Le complicanze da glucocorticoidi

La terapia a lungo termine con glucocorticoidi determina un impoverimento della densità ossea. Per prevenire la comparsa di osteoporosi, deve essere prevista un’integrazione di vitamina D e calcio. Se necessario, devono essere prescritti farmaci specifici, per evitare il rischio frattura. 

Sempre i cortisonici sono legati ad un rischio di cataratta precoce, intolleranza al glucosio, reflusso gastroesofageo, ipertensione.

Questi medicinali sono anche responsabili della comparsa di tratti tipici cushingoidi, il cosiddetto volto a forma di luna. Questo aspetto può essere controllato riducendo l’assunzione di sale e di zuccheri

I trattamenti con glucocorticoidi possono anche determinare ripercussioni psicologiche e psichiatriche, particolarmente difficili da gestire, soprattutto nella fase della pubertà. Per questo, gli esperti consigliano di mettere i ragazzi con Duchenne in condizione di parlare apertamente delle conseguenze della malattia e delle difficoltà incontrate anche a livello di sviluppo puberale

La diagnosi 

La diagnosi viene effettuata su base genetica, analizzando le mutazioni presenti nel gene della distrofina. L’esame viene prescritto sulla base dell’osservazione dei sintomi. Le manifestazioni prese in considerazione dagli specialisti non si limitano al sistema locomotore, ma comprendono anche la ricerca di eventuali segni cardiaci e di ritardi nello sviluppo del linguaggio

Nei casi sospetti, il neurologo può chiedere l’esecuzione di una biopsia muscolare, esame che permette la ricerca di eventuali anomalie della distrofina. La biopsia non viene realizzata, perché non necessaria, quando si è già ottenuta conferma della diagnosi

Esami come l’elettromiografia possono mettere in luce le alterazioni della conduzione del segnale nervoso verso i muscoli. Tuttavia, gli esperti sono concordi nel ritenere che tali procedure non sono adeguate nell’iter diagnostico della Duchenne. 

Particolarmente importanti sono alcuni esami del sangue, come la creatinchinasi, un enzima che viene rilasciato nel sangue quando si verifica un danno al muscolo. Anche se rilevante, la sola alterazione della creatinchinasi non può portare alla diagnosi della Duchenne. 
Nei pazienti con Duchenne, anche i livelli di enzimi del fegato, quali AST e ALT,  possono essere più alti del normale. 

Ad oggi, non è disponibile uno screening prenatale per la diagnosi della malattia. Nelle situazioni a rischio, cioè nelle donne che sanno di essere portatrici sane della malattia, si può effettuare la diagnosi prenatale mediante tecniche quali la villocentesi e l’amniocentesi

Come si cura la distrofia di Duchenne: tutti i trattamenti oggi disponibili

Attualmente non è disponibile una cura, ma la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti sono molto aumentate negli ultimi anni. La sopravvivenza delle persone affette da Duchenne è raddoppiata nell’ultimo decennio. 

I progressi compiti in campo scientifico hanno permesso di studiare diverse soluzioni. Sono state fatte ricerche sulla terapia genica e sulla possibilità di utilizzare cellule staminali per promuovere il recupero muscolare.

Esistono numerose sperimentazioni cliniche in atto, mirate allo sviluppo di soluzioni efficaci e sicure per il trattamento della malattia. Può essere di interesse, per il paziente o per la sua famiglia, la partecipazione ad una di esse. Per rientrare nella lista delle persone eleggibili al trial clinico, occorre avere eseguito il test genetico secondo gli standard accettati dalla comunità scientifica per la diagnosi della Duchenne e essersi iscritti al registro dei pazienti.

In aggiunta ai trattamenti già impiegati in clinica, sono attualmente attivi numerosi studi sperimentali finalizzati alla valutazione di nuove terapie.


I cortisonici

I cortisonici sono fra i farmaci consigliati, anche se non modificano in alcun modo il decorso della malattia. 
I loro effetti sono apprezzabili entro 6 mesi dall’inizio del trattamento e producono in genere un miglioramento della funzionalità motoria e una riduzione dell’affaticabilità.  

Le molecole più usate sono il prednisone e il deflazacort; non è consigliato l’impiego di oxandrolone

La terapia a lungo termine richiede però un continuo monitoraggio degli effetti collaterali associati a questi medicinali, fra cui:
  • L’aumento di appetito;
  • Le alterazioni del metabolismo degli zuccheri;
  • La fragilità ossea.
Per evitare di incorrere nelle pericolose conseguenze, è importante giocare d’anticipo e seguire scrupolosamente le indicazioni degli specialisti, in merito all’istituzione della terapia, al dosaggio e alle sue eventuali interruzioni.


La terapia molecolare

Nel 2014 è stata approvata la terapia con Ataluren (Trans lama), indicata però solo in alcuni tipi di mutazione (definita nonsenso), presenti nel 10% dei bambini con la malattia. La mutazione nonsenso è un’alterazione del gene della distrofina, che genera un falso segnale di stop alla sua sintesi. Il paziente, quindi, produce una distrofina più corta del normale e, dunque, incapace di compiere le stesse attività della proteina completa.

Il farmaco indica alle strutture addette alla fabbricazione della distrofina come fare per completare la procedura, ignorando il segnale di arresto.

La terapia molecolare migliora la sintomatologia dei pazienti, ma non arresta completamente la progressione della malattia. Inoltre, è indicata solo nei pazienti ancora in grado di camminare: quando il danno generato dalla Duchenne è ormai esteso, il farmaco non riesce a migliorare la situazione.


Exon skipping

Ad oggi, risulta essere molto promettente la tecnica dell’exon skipping, che combina terapia genica e cellulare. La tecnica consiste nell’istruire le strutture addette alla fabbricazione della distrofina a ignorare le porzioni alterate di gene, quelle che porterebbero alla sintesi di una proteina malata. 

È stato approvato dall’agenzia statunitense del farmaco (FDA) un primo trattamento di questo tipo; gli studi stanno proseguendo per mettere a punto terapie destinate a più casi. In Europa questo trattamento non ha ancora ottenuto approvazione.
 

Terapia genica

Le ricerche in questo campo si concentrano sulla sostituzione del gene malato con un gene sano
Dopo alcuni risultati promettenti nei modelli animali, sono agli inizi gli studi sull’uomo.

I problemi nello sviluppo di una terapia genica sono essenzialmente legati alle grandi dimensioni del gene della proteina mutata, la distrofina, che rendono gli interventi di correzione complessi. 


Sostanze steroido-simili 

La comunità scientifica sta valutando la possibilità di sviluppare sostanze simili ai glucocorticoidi, che inibiscano il processo infiammatorio in atto nel muscolo, senza causare gli effetti collaterali di questi medicinali.


La riabilitazione

Fra i trattamenti medici, il ruolo principale è quello svolto dalla riabilitazione, nell’ambito della quale devono essere stabiliti protocolli personalizzati per ogni paziente. 

La fisioterapia deve avere cadenza almeno settimanale e deve essere effettuata sotto la guida di professionisti specializzati.
Fra gli obiettivi del trattamento, il mantenimento dell’escursione articolare e la prevenzione delle retrazioni muscolari e dell’atrofia. La capacità di movimento può essere prolungata grazie all’utilizzo di tutori.

In alcuni casi, può essere necessario il supporto di un logopedista per facilitare lo sviluppo delle capacità linguistiche e prevenire possibili penalizzazioni nell’apprendimento scolastico.

Negli adulti, la consulenza logopedica è finalizzata al trattamento della disfagia, la difficoltà nell’inghiottire cibi e bevande.
Di pari passo alla fisioterapia, deve essere tenuto sotto controllo il peso: l’assunzione di glucocorticoidi e l’inattività fisica pongono infatti un serio rischio di obesità.

Distrofia di Becker (BMD)

È una variante della Duchenne, ma più lieve e con prognosi migliore
Ha esordio più tardivo, compare intorno agli 8 anni, e progressione più lenta. Solo un terzo circa dei pazienti perde completamente la capacità di camminare e raramente si manifestano le complicanze respiratorie e cardiache, caratteristiche, invece, della Duchenne.



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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quanto si vive con la distrofia muscolare di Duchenne?

La Duchenne è la forma più grave di distrofia muscolare. Per questa malattia non sono stati ancora sviluppati farmaci, anche se nell’ultimo decennio la qualità e l’aspettativa di vita sono significativamente migliorate. I pazienti oggi raggiungono la terza decade di vita.
 

A quale età si manifesta e come la distrofia muscolare di Duchenne?

I primi sintomi della Duchenne compaiono intorno ai 3-5 anni. I bambini hanno difficoltà a muoversi, camminano per lo più sulle punte dei piedi e tendono a cadere spesso, procurandosi frequenti fratture di gambe e braccia. La progressione continua nelle gambe, rendendo impossibile il movimento autonomo intorno ai 10-14 anni. A questa età i pazienti hanno bisogno della sedia a rotelle per spostarsi. In seguito, la malattia si diffonde anche ai muscoli delle braccia e possono comparire le complicanze cardiache e respiratorie che caratterizzano il decorso. Ad esse sono legate le principali cause di morte. 

Come si trasmette?

La Duchenne è una patologia a trasmissione genetica autosomica recessiva legata al cromosoma X. La forma clinica della malattia è pertanto esclusiva della popolazione maschile. Le donne possono andare incontro a forme sintomatiche o molto lievi.

Cosa provoca la Duchenne: quali sono i sintomi?

La malattia è causata da un’anomalia della distrofina, una proteina dei muscoli striati scheletrici e del muscolo cardiaco. L’alterazione provoca l’indebolimento dei muscoli e quindi una progressiva perdita della funzionalità muscolare e della capacità di movimento. Subentrano anche complicanze cardiache e respiratorie, dovute alla compromissione del miocardio e del diaframma.

Cos’è la Duchenne?

La Duchenne è la forma di distrofia muscolare più grave. Si tratta di una distrofinopatia, ovvero una malattia causata da un’anomalia della distrofina, una proteina che entra nella composizione dei muscoli striati scheletrici e del cuore. La presenza di una distrofina alterata provoca un indebolimento muscolare che peggiora nel tempo, causando impossibilità di movimento e difficoltà respiratorie. Altre complicanze sono legate alle possibili compromissioni psichiche, associate alla comparsa di ritardo mentale, difficoltà nel linguaggio, disfagia. Il rischio anestesiologico è aumentato nei pazienti con Duchenne rispetto alla popolazione generale.

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