Indice
Domande e risposte
Disartria: che cos’è
Con il termine
disartria si intende un problema motorio dovuto a un danno del
sistema nervoso centrale o periferico, che consiste nella
perdita della
capacità di
articolare le parole correttamente per la difficoltà di controllare la muscolatura. L’eloquio risulta rallentato, a scatti, e di difficile comprensione a seconda dei casi.
Si riconosce perché si
comincia ad avere difficoltà ad articolare i suoni, registrando
errori nelle frasi mentre la capacità di scrittura rimane solitamente invariata. A seconda del tipo di disartria e della sua origine possono essere alterate l’articolazione dei muscoli del
viso, la
respirazione fonatoria oppure la
voce.
Afasia, aprassia, dislalia e disartria
La disartria
non è l’
unico disturbo nell’
articolazione del linguaggio e la stessa
patologia, come per esempio interventi chirurgici al
cervello, oppure ictus o traumi, possono dare origini a disturbi simili del linguaggio, ma
non uguali.
Oltre alla disartria esistono:
- L’afasia, un disordine del linguaggio dove la persona perde, a seguito di un evento traumatico o di una lesione, o di un intervento, la capacità di elaborare o comprendere il linguaggio parlato. Gli afasici hanno difficoltà nel comprendere il linguaggio e nel costruirlo, nell’associare l’immagine alla parola giusta, e in conseguenza a questo la loro capacità di parola risulta alterata. L’afasia deriva da un malfunzionamento dei centri del linguaggio situati nella corteccia cerebrale e a livello della sostanza bianca del cervello. A seconda dell’area del cervello colpita si distingue in afasia recettiva o afasia di Wernicke, se è colpita l’area di Wernicke e in afasia espressiva o di Broca se è lesionata l’area di Broca. Nel primo caso è compromessa la capacità di comprendere le parole parlate e scritte, mentre nella seconda è danneggiata la possibilità di articolare le parole, ma la persona riesce a comprendere il linguaggio detto e parlato;
- L’aprassia è invece l’impossibilità di compiere dei movimenti volontari (incluso il linguaggio), anche se la volontà del paziente rimane consapevole. In breve la persona intende stringere la mano a un amico, ma non riesce a farlo. Nel caso del linguaggio vuole nominare una cosa con il suo nome, ma usa un altro nome. Spesso se ne accorgono gli altri perché la persona interessata semplicemente usa una parola al posto di un’altra senza rendersene conto. In questo caso il il danno celebrale riguarda i processi di attribuzione di significato alle parole;
- La dislalia, che compare nel bambino, è la difficoltà a pronunciare bene la fonetica delle parole. Si parla di dislalie organiche, quando è presente un’evidente alterazione anatomica alla bocca o al palato che compromette l’articolazione fonetica, e dislalie funzionali, quando l’origine è un’altra, come un deficit uditivo;
- Nella disartria invece il paziente non ha problemi nel comporre il linguaggio o nel comprenderlo associando la parola giusta all’immagine giusta, ma unicamente nell’articolare la fonetica mentre parla.
Tipi di disartria
Ci sono diversi
tipi di
disartria:
- Flaccida, quando i suoni distorti sono dovuti a un rallentamento dei movimenti muscolari;
- Spastica, quando i suoni emessi sembrano forzati perché il tono muscolare è aumentato;
- Ipocinetica, quando la disartria si manifesta con una voce indebolita;
- Ipercinetica, quando sono presenti tic nervosi, spasmi involontari;
- Atassica, quando i movimenti risultano più ampi e rapidi del normale e disarticolati.
Cause della disartria
Il
danno che origina la disartria può essere al
sistema nervoso centrale o a quello periferico. In particolare può essere situato nelle zone del cervello che controllano il
movimento muscolare, oppure nel
cervelletto, nella zona fra il cervello e il
tronco encefalico che coordina i movimenti corporei, ai
Gangli basali, le
cellule nervose aiutano a coordinare i movimenti, al
tronco encefalico, che deve controllare i muscoli che entrano in gioco nella
respirazione, alle
fibre nervose che dovrebbero coordinare i muscoli del volto coinvolti nella produzione di linguaggio, oppure alla
giunzione neuromuscolare che
connette i
nervi ai
muscoli.
Il danno a una di queste sedi può derivare da
diverse patologie:
Anche la
forte ansia può dare origine a
disturbi del
linguaggio, ma dovrà essere il medico attraverso
test ed esami specifici a determinare questa eventuale correlazione.
Diagnosi della disartria
Solo un
medico neurologo può diagnosticare la
disartria, spesso aiutato da un logopedista. Dopo la valutazione medica (domande, anamnesi) il medico proporrà dei test per valutare la capacità di controllo muscolare, come parlare, cantare, contare, provare a spegnere una
candela soffiando, oppure mordersi il labbro inferiore o mostrare la lingua. Esistono anche dei
test specifici standardizzati (test neuropsicologici) che possono essere somministrati da un
neuropsicologo.
Successivamente si propongono degli
esami strumentali della funzione cerebrale, come:
A seconda del sospetto, per orientarsi sulla causa del disturbo.
Trattamento della disartria
Il
trattamento della disartria è chiaramente
dipendente dalla
malattia che
la origina. Ma è comunque possibile
trattare il
problema direttamente, in base al tipo di disartria. Parte dei pazienti ha beneficio dalla
logopedia mirata, che include l’impostazione di:
- Una corretta respirazione costo-diaframmatica;
- Una corretta postura allenamento labio-linguo-facciale per l’articolazione dei suoni, lavoro sul ritmo del parlato.
Anche
esercitare la “prosodia” cioè
ripetendo poesie e filastrocche scioglilingua, può essere un valido aiuto.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Come capire se si ha la disartria?
Solo un medico neurologo può diagnosticare la disartria, spesso aiutato da un logopedista. Dopo la valutazione medica (domande, anamnesi) il medico proporrà dei test per valutare la capacità di controllo muscolare, come parlare, cantare, contare, provare a spegnere una candela soffiando, oppure mordersi il labbro inferiore o mostrare la lingua. Esistono anche dei test specifici standardizzati (test neuropsicologici) che possono essere somministrati da un neuropsicologo.
Quali sono i sintomi della disartria?
La disartria Si riconosce perché si comincia ad avere difficoltà ad articolare i suoni, registrando errori nelle frasi mentre la capacità di scrittura rimane invariata. A seconda del tipo di disartria e della sua origine possono essere alterate l’articolazione dei muscoli del viso, la respirazione fonatoria oppure la voce. La disartria può essere:
- Flaccida, quando i suoni distorti sono dovuti a un rallentamento dei movimenti muscolari;
- Spastica, quando i suoni emessi sembrano forzati perché il tono muscolare è aumentato;
- Ipocinetica, quando si manifesta con una voce indebolita;
- Ipercinetica, quando sono presenti tic nervosi, spasmi involontari;
- Atassica, quando i movimenti risultano più ampi e rapidi del normale e disarticolati.
Che differenza c’è fra disartria e afasia?
L’Afasia è un disordine del linguaggio dove la persona perde, a seguito di un evento traumatico o di una lesione, o di un intervento, la capacità di elaborare o comprendere il linguaggio parlato. Gli afasici hanno difficoltà nel comprendere il linguaggio e nel costruirlo, nell’associare l’immagine alla parola giusta, e in conseguenza a questo la loro capacità di parola risulta alterata. L’afasia deriva da un malfunzionamento dei centri del linguaggio situati nella corteccia cerebrale e aa livello della sostanza bianca del cervello.
Nella disartria invece il paziente non ha problemi nel comporre il linguaggio o nel comprenderlo associando la parola giusta all’immagine giusta, ma unicamente nell’articolare la fonetica mentre parla.
Come si cura l’afasia?
Il trattamento della disartria è chiaramente dipendente dalla malattia che la origina. Ma è comunque possibile trattare il problema diretttamente, in base al tipo di disartria. Parte dei pazienti ha beneficio dalla logopedia mirata, che include l’impostazione di una corretta respirazione costo-diaframmatica, una corretta postura allenamento labio-linguo-facciale per l’articolazione dei suoni, lavoro sul ritmo del parlato. Anche esercitare la “prosodia” cioè ripetendo poesie e filastrocche scioglilingua, può essere un valido aiuto.
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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