Indice
Domande e Risposte
Salute e disabilità
Secondo le statistiche più recenti, a livello globale, circa 1 persona su 6, quindi 1,3 miliardi di persone, presenta una disabilità fisica, intellettiva o sensoriale permanente; una limitazione nel camminare, vedere, sentire, concentrarsi, ricordare o prendere decisioni, dovuta a traumi, malattie congenite o altre patologie. Per questo, tali persone possono incontrare difficoltà nelle attività quotidiane, soprattutto nei paesi in cui non sono previste politiche volte all’implementazione dell’accessibilità. In Italia la principale barriera che discrimina le persone con disabilità è la mobilità dovuta alla carenza di infrastrutture.
Disabilità oggetto di discriminazione invisibile
Le persone con disabilità sono ancora oggetto di discriminazioni invisibili. Spesso si trovano in condizioni di indigenza anche per le difficoltà di accesso al mondo del lavoro, vivendo in una situazione di emarginazione fisica, sociale ed emotiva che ne peggiora lo stato di salute generale e mentale. Un circolo vizioso che provocando uno stato psicologico di depressione e frustrazione può indurre comportamenti compensatori lesivi come l’attitudine al fumo, all’alcol, all’abuso di psicofarmaci o stupefacenti, oltre che la tendenza all’inattività e ad un’alimentazione scorretta e bilanciata, con conseguenze quali il peggioramento dello stato di salute, sovrappeso e indebolimento del sistema immunitario, fattori di rischio che, come dimostrato dalle statistiche, aumentano notevolmente la possibilità di sviluppare altre patologie, come asma, diabete, depressione, obesità, ictus e malattie del cavo orale; con una conseguente riduzione di circa vent’anni dell’ aspettativa di vita rispetto alla media, come dimostrato da un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’accessibilità ai centri e l’approccio degli operatori
Il quadro appena descritto è ulteriormente aggravato dalle difficoltà di accesso alle strutture teoricamente preposte al supporto di queste persone. Infatti, può accadere che i centri sanitari non siano accessibili oppure che l’approccio degli operatori sanitari non sia corretto; o ancora che le informazioni sulla salute non vengano spiegate adeguatamente o siano approssimative. Anche perché ogni disabilità richiede un approccio e un trattamento diverso. Basti pensare che solo in Italia circa il 2% della popolazione è affetto da disabilità intellettive o disturbi dello spettro autistico, fattori che possono provocare problematiche psichiatriche e, dunque, richiedono di essere trattate da personale specializzato. Sebbene negli ultimi anni, la situazione in Italia sia migliorata, c’è ancora molto da fare, magari seguendo l’esempio di altri Paesi che hanno già intrapreso politiche per intervenire.
La situazione in Italia
La
disabilità viene
definita in base alla presenza di
limitazioni fisiche,
mentali,
intellettive o
sensoriali durature, che interagendo con diversi tipi di barriere possono impedire alle persone che la presentano di partecipare alla società. Questa definizione è recente e si ritrova nella Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) e nell’
International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF),
classificazione delle disabilità riconosciuta a livello internazionale. Le stesse, si distinguono per tipologia, durata e progressione (transitoria o permanente, irreversibile, progressiva o regressiva); oltre che per gravità, dal momento che in alcuni casi la disabilità non compromette l’autonomia dell’individuo, mentre in altri è totalizzante, per cui il soggetto necessita di assistenza nello svolgimento delle attività quotidiane. Naturalmente nel mezzo si colloca un’infinita varietà di casi.
Un’indagine dell’
ISTAT del 2019, basata su un sondaggio rivolto a
50mila persone, stima che in Italia
5 persone su 100 abbiano una disabilità, in particolare tra le
donne (circa 6%, contro il 4% tra gli uomini). Tuttavia pur trattandosi dello studio più completo mai eseguito sinora, è bene tener presente che, basandosi su sondaggi, potrebbe non essere sufficientemente accurato. Secondo il rilevamento INPS nel gennaio 2024 le pensioni di invalidità erogate ammontavano a 629.641; le indennità di accompagnamento a 1.868.283; mentre si registravano circa 400.015 aventi diritto ad entrambe; per un totale complessivo di 2.897.939 di invalidi civili.
Secondo le stime dell’ISTAT, quasi 1 italiano con disabilità su 2 ha più di 75 anni e quasi 1 su 3 vive da solo. Secondo un
report del 2022, il tasso di occupazione tra le persone di 15-64 anni con
gravi limitazioni è la metà rispetto a quello delle persone con nessuna limitazione, soprattutto per minor livello di preparazione; un dato prevalente nelle Regioni con maggior tasso di disoccupazione.
Gli alunni con disabilità
Tuttavia, nello stesso tempo, un rapporto Istat focalizzato sulle scuole segnala che
nell’anno scolastico 2022/2023 il 4,1% del totale degli iscritti presentava una disabilità, per un totale di quasi 338mila alunni di ogni ordine e grado. Con un aumento del 7% rispetto al precedente anno scolastico. Parallelamente si osserva un
miglioramento dell’offerta formativa con un
maggior numero di insegnanti per il sostegno (+10%). In particolare, il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,6, è migliore di quello previsto dalla legge. Tuttavia, tra gli insegnanti 1 su 3 non ha una formazione specifica e il 12% viene assegnato in ritardo. Al contrario, nella didattica si riscontra ancora una forte discontinuità.
Il 60% degli alunni con disabilità cambia insegnante per il sostegno da un anno all’altro e il 9% nel corso dello stesso anno scolastico.
L’Italia e l’accesso alle cure
Per quanto riguarda l’accesso alle cure, se nel 2022 secondo l’Eurostat stava migliorando, nel
2023, secondo l’Istat si è registrato un
netto peggioramento, con circa 4,5 milioni di cittadini (disabili e non), ovvero il 7,6% della popolazione che ha rinunciato alle cure mediche per problemi economici, lunghi tempi d’attesa e difficoltà di accesso. Un dato dovuto a una concomitanza di cause tra cui, principalmente: l’invecchiamento della popolazione con conseguente aumento delle malattie croniche e il sottofinanziamento del sistema sanitario che limita la possibilità di investire in nuovo personale e nuove tecnologie. Come si evince dai recenti scioperi il personale medico è affaticato e demotivato ed anche se
il Governo ha stabilito diverse misure per intervenire sulle liste d’attesa la verità è che i tagli alle risorse finanziare rendono irrealizzabili i progetti.
Inoltre nel
nostro Paese si registra la presenza in oltre il 10% delle famiglie di una persona con disabilità che necessita di assistenza quotidiana; esigenza che nei
casi in cui non sia possibile avvalersi di un caregiver esterno, comporta la rinuncia al lavoro di un membro del nucleo familiare – generalmente femminile - e l’aumento delle spese, fattori che accrescono il rischio di povertà. Situazione che in futuro potrebbe diventare ancora più complessa per l’aumento dell’età media della popolazione e a cui si potrebbe rispondere attraverso un virtuoso programma di integrazione di nuovi lavoratori dall’estero.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’
accesso alle cure delle persone con disabilità, data la
situazione (purtroppo
problematica) nel nostro Paese, l’HaDEA, Agenzia esecutiva per la salute e il digitale ha commissionato a Icf S.A. uno Studio sugli orientamenti atti a garantire un ampio accesso all’assistenza sanitaria per persone con disabilità nell’ambito del programma di lavoro
EU4Health 2022.
Disabilità e salute mentale
I
disturbi della
salute mentale possono essere sia una conseguenza sia l’effetto di una disabilità. Per esempio, la
depressione è la
principale causa di disabilità e, secondo alcuni studi, gli adulti con almeno una disabilità riportano disturbi della salute mentale almeno 5 volte più frequentemente degli altri. In particolare, si stima che 4 persone con disabilità gravi su 10 abbiano depressione, ansia o altri problemi di salute mentale contro 3 persone con disabilità lievi su 10 e 2 persone senza disabilità su 10.
Le minori risorse economiche, la crisi climatica e le guerre contribuiscono ad aumentare i problemi di salute mentale. Infatti, se nei Paesi ad alto reddito queste malattie vengono trattate nel 70% dei casi, nel 23% nel caso della depressione, nei Paesi a basso reddito solo il 12% dei casi, e solo il 3% delle persone depresse, riceve una terapia.
Una migliore salute mentale migliora anche la salute fisica. Quindi, sia prevenire i problemi di salute mentale sia curarli nelle persone con disabilità è molto importante per migliorare la qualità di vita e le condizioni di salute generali.
Tuttavia, quando si parala di disabilità e, soprattutto, di salute mentale bisogna tener presente che
ogni caso è assolutamente unico, dal momento che le
tipologie di disturbi e disabilità sono moltissimi e che due persone possono reagire in modi completamente diversi alla medesima situazione.
Le risposte emotive, infatti, dipendono, oltre che dal proprio background emozionale e clinico, anche da altri fattori, come la famiglia, gli affetti; la comunità di cui si fa parte; lo status socio-economico, solo per citarne alcuni. Per questo è importante conoscere le singole situazioni e coinvolgere professionisti della salute mentale che sapranno agire al meglio.
Lo stile di vita
Chiaramente, quando si parla di salute, mentale e fisica, è bene ricordare che
lo stile di vita riveste una grandissima importanza. Un ruolo che con il procedere degli studi sta diventando sempre più centrale in tutti i campi della medicina. Dunque, adottare buone pratiche, da una
sana alimentazione; alla regolare attività fisica, è essenziale per accrescere il benessere dello stato fisico e mentale.
Di seguito un rapido elenco delle abitudini che migliorano la qualità della vita, oltre a quelle sopracitate:
- Dormire almeno 8 ore al giorno;
- Evitare fumo, alcolici e stupefacenti;
- Restare in contatto con persone di fiducia, come familiari e vicini o associazioni e organizzazioni dedicate;
- Prendersi del tempo per sé, dedicandosi a qualcosa che piace;
- Cercare di essere positivi;
- Dedicare del tempo alla meditazione e respirazione profonda.
Aumentare l'accessibilità in senso fisico e culturale
Dato che, come anticipato, ogni caso è diverso, è essenziale che gli operatori siano adeguatamente formati, attraverso corsi specifici, per approcciare in maniera empatica e funzionale alle singole situazioni. Poi sarebbe essenziale l’aggiornamento in termini di sensibilità non solo a livello strutturale e logistico ma anche culturale. Infatti, per ridurre lo stigma a cui sono ancora soggette le persone con disabilità, sarebbe importante sensibilizzare la popolazione per eliminare le barriere, fisiche e mentali ed aumentare le comunità di supporto. Obiettivo che alcune associazioni, come la cooperativa sociale AbilNova e altre realtà simili hanno raggiunto facendo immedesimare i cittadini in persone con disabilità.
Un’esperienza che fa scuola
In occasione dello European Youth Event del 2023, evento internazionale rivolto ai giovani europei, l’associazione greca Kinitro, che organizza workshop, programmi formativi e percorsi di privazione sensoriale, ha proposto un'interessante sessione interattiva che consentiva ai partecipanti di sperimentare disabilità motorie e privazioni sensoriali uditive, visive e olfattive. A proposito di cui, la fondatrice Gabriela Telekfalvi, ha dichiarato: “Le persone possono interagire con varie stazioni in cui sperimentano diverse disabilità, come la privazione uditiva tramite cuffie, in cui devono provare a percepire suoni quotidiani a cui spesso non facciamo caso, oppure quella visiva in cui devono riconoscere oggetti solo attraverso il tatto”. “Altre attività” ha continuato “includono il disegnare con alcune dita legate tra loro oppure l’identificazione degli odori indipendentemente dalla vista”. “Infine” ha proseguito “chiediamo ai partecipanti di raccontarci cosa sanno sulla disabilità per capire quanto siano consapevoli circa le limitazioni che comporta. Chi partecipa alle nostre attività oltre ad essersi divertito, dichiara di sentirsi più consapevole”. Un’esperienza preziosa per comprendere come anche pochi minuti siano sufficienti per sensibilizzare le persone, indipendentemente dall’età.
L’importanza della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità
Il 3 dicembre è la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, stabilita nel 1992 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un momento di sensibilizzazione con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza sulla disabilità e la necessità di rendere la società inclusiva, in grado di offrire concretamente pari opportunità a tutti, dal momento la disabilità non deve essere considerata come una limitazione, ma come una diversità da valorizzare e rispettare. Affrontare questi temi, strettamente legati alla salute, è importante anche in vista dell’aumento dell’età media della popolazione, poiché con il passare degli anni cresce anche il rischio di sviluppare delle disabilità.
Una serie di azioni generali potrebbe prevenire le disabilità e impattare sul benessere delle persone che ne sono colpite. Con il Piano d’azione globale per la salute mentale 2013-2030 dell’OMS, i 194 Stati membri si sono impegnati a colmare le necessità presenti in quest’area, una delle più trascurate tra quelle della sanità pubblica. In particolare, il piano si focalizza su tre percorsi:
- Accrescere il valore attribuito alla salute mentale, aumentando gli investimenti in quest’area, dalla prevenzione al monitoraggio alla terapia;
- Riformare gli ambienti che influenzano la salute mentale, dalle case alle comunità ai servizi sanitari;
- Rafforzare l’assistenza alla salute mentale, per esempio aumentando i servizi e costruendo reti di supporto più efficaci, anche grazie a strumenti digitali.
Le novità più recenti
Nel 2024 la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità mette
al centro l'importanza di conferire un ruolo di guida alle persone con disabilità per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile. Un passo avanti essenziale per garantire una maggiore visibilità e partecipazione delle persone con disabilità nei processi decisionali. Anche l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite continua a sottolineare che la disabilità non deve essere un criterio di esclusione dallo sviluppo. Sei
obiettivi degli SDGs fanno esplicito riferimento alle persone con disabilità,
promuovendo la loro inclusione in ambiti come istruzione, occupazione e accesso ai servizi sanitari. Infine, organizzazioni come la Banca Mondiale e le Nazioni Unite stanno promuovendo programmi mirati all'inclusione economica e sociale delle persone con disabilità. Le iniziative mirano a ridurre le barriere, come ambienti inaccessibili e pregiudizi sociali, attraverso politiche inclusive e programmi di sviluppo sostenibile.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Protezione Civile;
- Disability Inclusion World Bank Group;
- Disability and Development Report 2024,
- Nazioni Unite: UN DESA;
- Istat Disabilità in cifre;
- Portale INPS;
- Istat: alunni con disabilità;
- World Health Organization, 2023. Disability
- World Health Organization, 2022. Global report on health equity for persons with disabilities.
- Friedrich M.J., 2017. Depression Is the Leading Cause of Disability Around the World. JAMA 317(15):1517. Doi: 10.1001/jama.2017.3826.
- United Nations, 2023. International Day of Persons with Disabilities, 3 December.
- ISTAT, 2019. Conoscere il mondo della disabilità: persone, relazioni e istituzioni.
- Eurostat, 2022. Disability.
- Centers for Disease Control and Prevention, 2023. The Mental Health of People with Disabilities.
- Istituto Superiore di Sanità, 2021. Formazione e servizi per i bisogni di salute mentale delle persone con disabilità intellettiva.
- World Health Organization, 2022. World mental health report: Transforming mental health for all.
Domande e risposte
Quali sono i 4 tipi di disabilità?
Secondo la definizione di disabilità più condivisa, la disabilità può essere fisica, mentale, intellettiva o sensoriale.
Cosa s’intende per disabilità secondo l’OMS?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Disability is part of being human and is integral to the human experience. It results from the interaction between health conditions such as dementia, blindness or spinal cord injury, and a range of environmental and personal factors.
Quali disturbi rientrano nella disabilità?
Le persone con disabilità sono coloro che presentano un qualsiasi disturbo che comporta limitazioni durature a livello fisico, mentale, intellettivo o sensoriale che, incontrando barriere di vario tipo, possono impedire alle persone che la presentano di prendere parte alla società. Quindi, sono esempi di disabilità la paraplegia, le diverse forme di demenza, la sindrome da iperattività/deficit dell’attenzione (ADHD), la cecità e l’ipovisione grave.
Qual è la prima causa di disabilità?
La principale causa di disabilità è la depressione, che interessa oltre 300mila persone nel mondo.
Che legame c’è tra disabilità e salute mentale?
La disabilità può essere sia la conseguenza sia la causa di problemi di salute mentale. Per esempio, la depressione è la causa della maggior parte delle disabilità e disturbi dell’umore e dell’ansia incidono fino a 5 volte di più nelle persone con disabilità. Quindi, è fondamentale sia prevenire sia curare i problemi di salute mentale, monitorandone l’eventuale presenza in persone con disabilità.
Come migliorare la salute delle persone con disabilità?
Per prevenire questi problemi è necessario conoscerne le cause e agire su di esse, quindi per esempio prevenire la depressione e le malattie che possono portare limitazioni, ma anche favorire la formazione e sensibilizzare sul tema per ridurre le barriere, far scomparire lo stigma e favorire la salute psicologica delle persone con disabilità.
Come capire se si ha una leggera forma di autismo?
Come riconoscere una forma lieve di autismo? Per riconoscere una forma lieve di autismo, bisogna osservare alcune difficoltà nell'interazione sociale e comportamenti ripetitivi. Il bambino potrebbe avere difficoltà a capire le regole sociali, mantenere conversazioni o stringere amicizie