Aggiornato il 17.02.2023
La congiuntivite è uno dei disturbi degli occhi più comuni per adulti e bambini ed è alla base del 70% delle richieste di visita oculistica.
È un’infiammazione della membrana che ricopre l’occhio e riveste anche l’interno della palpebra. Può avere diversa origine: traumatica, batterica, virale, allergica. Il trattamento varia in base all’intensità dei sintomi e alla causa.
Viene classificata come un’infezione esterna dell’occhio, perché interessa la parte anteriore del bulbo oculare.
La congiuntivite è un disturbo per il quale spesso si ricorre al fai-da-te, utilizzando farmaci non appropriati e rimedi naturali che possono peggiorare la situazione. Le società scientifiche di oftalmologia e infettivologia sottolineano la necessità di una corretta diagnosi, al fine di ricevere il trattamento più opportuno e prevenire complicanze che possono mettere a serio rischio la salute dell’occhio e la vista.
La congiuntiva è una sottile membrana che riveste il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre.
Le palpebre possono scorrere rispetto ad essa grazie alla produzione di una secrezione lacrimale che mantiene l’occhio lubrificato e lo protegge da sostanze estranee e microorganismi.
L’origine può essere molto diversa e risulta fondamentale stabilirla con precisione, al fine di individuare il trattamento opportuno da adottare per dare sollievo ai sintomi e curare la malattia.
Quanto è contagiosa. A differenza delle altre forme, la congiuntivite infettiva è contagiosa (per usare un’espressione diffusa, anche se impropria, si attacca). Anche se inizialmente interessa un solo occhio, si diffonde con facilità anche all’altro. E, se non vengono osservate specifiche norme igieniche per la prevenzione del contagio, è trasmissibile anche a familiari e conviventi.
I virus sono la prima causa in assoluto di congiuntivite infettiva.
Quelli più spesso messi in relazione con la congiuntivite virale sono:
Le cause batteriche sono al secondo posto per incidenza sul numero totale di casi di congiuntivite infettiva.
I batteri responsabili sono: stafilococchi, streptococchi, Haemophilus influenzae, Pneumococco, Neisseria gonorrhoea, Pseudomonas aeruginosa.
Un altro microorganismo coinvolto in alcune forme di congiuntivite è la Chlamydia trachomatis (congiuntivite da clamidia), che causa un tipo di congiuntivite nel neonato. La congiuntivite neonatale viene definita Ophtalmia neonatorum e insorge in neonati con meno di 4 settimane di vita a causa di un’infezione che si verifica durante il parto e dovuta alla trasmissione da madre infetta.
La clamidia è anche correlata a malattie come il tracoma, che provoca la congiuntivite nell’adulto.
Quelle allergiche sono le cause più comuni della congiuntivite. L’infiammazione degli occhi, di solito sono entrambi interessati, è dovuta al contatto con allergeni nelle persone allergiche.
In genere, rientra fra i sintomi dell’oculorinite allergica, insieme al raffreddore, alla fotofobia e alla lacrimazione. Quando subentra in primavera, a causa della pollinosi, viene anche definita congiuntivite stagionale. Quando invece è dovuta ad un allergene annuale viene definita congiuntivite allergica perenne.
Trattandosi di un disturbo che può alternare fasi di remissione a fasi di peggioramento, può far sorgere l’impressione di una congiuntivite ricorrente.
Gli elementi più frequentemente correlati allo sviluppo di reazioni oculare di tipo allergico sono, oltre ai pollini, gli acari della polvere, alcuni antigeni presenti nella saliva degli animali (in particolare del gatto) e farmaci.
Quella che viene definita congiuntivite allergica alimentare è una forma di allergia ad alimenti che si manifesta con sintomi oculari. Il disturbo coinvolge adulti e bambini. Nell’ambito delle congiuntiviti allergiche è compreso il sottotipo dovuta ad una reazione allergica da contatto, dovuto all’esposizione a colliri o cosmetici.
Un esempio di congiuntivite provocata da autoanticorpi è il pemfigoide oculare mucomembranoso. Si tratta di un disturbo che ha inizio con l’infiammazione della congiuntiva, per progredire verso il coinvolgimento di tante strutture dell’occhio.
Nella sua evoluzione, l’infiammazione si estende anche alla cornea, che diventa più vulnerabile alle infezioni e la cui funzione viene compromessa dalla comparsa di lesioni. Questo aspetto ha un peso decisamente superiore rispetto a quello della sola congiuntivite, perché può portare alla perdita anche totale della vista.
L’esposizione ad una sostanza irritante può infiammare l’occhio, con intensità diversa in funzione del tipo di sostanza e della durata del contatto.
Queste forme di congiuntivite si verificano prevalentemente negli ambienti professionali nei quali è richiesta la gestione di prodotti caustici o corrosivi. Ma può subentrare anche nell’ambiente domestico, per l’uso improprio di detergenti o cosmetici. Tipico è il caso della congiuntiva arrossata dopo che nell’occhio è entrato del sapone.
Può essere anche scatenata dall’utilizzo improprio di cosmetici (prodotti scaduti o destinati ad altre aree cutanee) e dall’esposizione a sostanze quali il cloro delle piscine.
Può verificarsi quando penetrano nell’occhio piccoli residui, detriti (frammenti di foglie secche trasportate dal vento, ciglia, polveri).
Subentra per l'esposizione a fonti luminose, radiazioni o a sorgenti di calore.
Congiuntivite da sole. La congiuntiva può, ad esempio, infiammarsi a seguito di una permanenza prolungata sotto il sole, specialmente se sulla neve e senza la protezione di occhiali specifici. In questi casi, si parla di congiuntivite attinica.
Congiuntivite e mare. Anche l’esposizione a forti correnti d’aria, che può verificarsi in un viaggio in macchina con i finestrini abbassati o in barca può determinare la comparsa di irritazioni oculari.
A differenza delle altre forme, per lo più benigne, la congiuntivite lignea è un disturbo che può avere conseguenze gravi sulla capacità visiva.
Si tratta di una malattia rara genetica che comporta la formazione di membrane dure (di consistenza lignea, appunto) aderenti alla congiuntiva. Questa caratteristica giustifica l’altra espressione con cui è nota: congiuntivite pseudomembranosa.
La malattia è caratterizzata dalla comparsa di lesioni croniche alla congiuntiva, che appare arrossata e fissurata. Il trattamento prevede la somministrazione della proteina carente (plasminogeno) e di immunosoppressori.
I principali fattori di rischio della congiuntivite sono:
Si è osservato che anche la stagione dell’anno e l’età possono influenzare la tipologia del disturbo:
Per le persone che indossano lenti a contatto è prevista una serie di misure mirate alla prevenzione delle infezioni e delle irritazioni dell’occhio.
L’uso di questi dispositivi medici può infatti, in rari casi, determinare lo sviluppo di complicanze serie come le ulcere corneali, che possono portare alla perdita irreversibile della capacità visiva.
Nei portatori di lenti a contatto, ogni sintomo che può far pensare ad una congiuntivite deve spingere ad un controllo oculistico. È importante sospendere subito l’uso di questi dispositivi in caso di arrossamento o irritazione dell’occhio.
Un disturbo relativamente diffuso fra i portatori di lenti a contatto è la congiuntivite gigantopapillare, caratterizzata da un’infiammazione della superficie interna della palpebra.
L’occhio rosso è il sintomo più caratteristico. L’infiammazione fa dilatare i vasi sanguigni, che diventano più visibili. Pur essendo presente in tutte le forme di congiuntivite, l’arrossamento oculare (anche detto iperemia) non è distintivo di questa malattia, ma è tipico anche di molti altri disturbi oculari.
L’infiammazione è per definizione presente in tutti i tipi di congiuntivite. Tuttavia, anche se intensa, in genere non evolve al punto da compromettere la visione.
Oltre agli occhi rossi, sono presenti altri sintomi, che dipendono dal tipo di congiuntivite.
Se stabilire che si tratti o meno di congiuntivite non è particolarmente complesso, distinguere tra i vari tipi di congiuntivite non è altrettanto immediato. A sintomi molto simili, infatti, possono corrispondere quadri clinici diversi.
La comunità scientifica ha cercato di individuare una correlazione tra segni, sintomi e causa dei vari tipi di congiuntivite, per facilitarne la diagnosi, ma senza successo. Nella pratica clinica, possono però rivelarsi utili alcune indicazioni sui sintomi e, in particolare, sul tipo di secrezione.
In genere, la diagnosi inizia con un'attenta anamnesi, nella quale viene ascoltato il racconto del paziente, e l’esame obiettivo dell'occhio.
In questa fase si cercano le possibili cause: traumi, allergeni.
Per valutare l’ipotesi di una congiuntivite infettiva, si verifica se vi sia stata una diffusione del problema ai familiari o contatti stretti del paziente.
Si osserva se il disturbo è monolaterale (riguarda un solo occhio) o bilaterale: nel primo caso è più probabile una causa traumatica, irritativa o batterica; nel secondo virale o allergica.
E si esamina il tipo di secrezione:
Per verificare la presenza di un’infezione, si può eseguire un tampone congiuntivale: mediante il leggero strofinamento di un bastoncino simile a quello che viene usato per il tampone faringeo o nasale sulla mucosa dell’occhio e la successiva analisi in laboratorio, è possibile isolare il germe responsabile e stabilire la terapia opportuna (antibiogramma).
La diagnosi differenziale tra la congiuntivite e altre malattie dell’occhio (come l’uveite) e fra i diversi tipi di congiuntivite è essenziale per individuare la terapia corretta.
Congiuntivite o orzaiolo? Mentre la prima è un’infiammazione della membrana che riveste l’occhio e la palpebra, il secondo è un’infezione della palpebra, che si manifesta con un rigonfiamento localizzato.
Se la congiuntivite è presente in un neonato, occorre identificarne rapidamente la causa. Una delle cause più frequenti di infiammazione degli occhi dopo il parto nei piccoli è l’infezione da germi potenzialmente rischiosi per la vista.
La cura della congiuntivite dipende dalla causa.
In quanto passa? Quanto dura? Quanto tempo ci vuole per guarire? Rispondere a queste domande in assoluto non è possibile, perché la durata dei sintomi è molto variabile ed è funzione della causa.
La congiuntivite virale non ha un trattamento specifico, a parte alcuni casi. Se dovuta a Herpes virus è possibile trattarla con un antivirale, soprattutto per prevenire possibili lesioni della cornea.
È molto importante non utilizzare antibiotici, intenzionalmente o per errore, in questi casi, perché oltre a non essere efficaci contro i virus, questi medicinali possono complicare i sintomi e prolungare il decorso del disturbo.
Attenzione anche ai cortisonici (molti colliri antibiotici ne contengono una parte), che indeboliscono la risposta immunitaria prolungando la guarigione.
Il disturbo può trovare sollievo dall’applicazione di gocce di collirio idratante ad azione lubrificante (lacrime artificiali).
Le secrezioni, di solito gialle in questi casi, possono essere deterse delicatamente con una garza di cotone imbevuta di soluzione fisiologica sterile. L’applicazione di un collirio idratante (lacrime artificiali) dà sollievo al prurito e alla irritazione.
L’uso di rimedi naturali per la congiuntivite batterica purulenta (compresse di garza imbevuta di acqua fredda, impacchi di camomilla o altre erbe) aumenta il rischio di ulteriori contaminazioni.
Per la terapia della forma batterica non è sempre richiesto l’antibiotico (in collirio o unguento/crema oftalmica), che deve essere prescritto dal medico quando indicato.
Nei bambini, la congiuntivite batterica deve essere diagnosticata e trattata da un medico.
Trattandosi di una malattia contagiosa, i piccoli devono assentarsi da asili e scuole.
Quanti giorni di assenza comporta? I bambini non possono rientrare in comunità fino a quando non è più contagiosa, cioè per tutto il tempo in cui i sintomi sono presenti.
Il trattamento consiste nell’evitare, il più possibile, il contatto con l’antigene, la sostanza che ha scatenato l’allergia. Questo significa, se si tratta di pollinosi, evitare di uscire nelle ore a maggiore densità di polline, indossare mascherina e occhiali da sole avvolgenti e lavare spesso le mani e il viso con acqua fredda. In casa, viene raccomandato di tenere le finestre chiuse nelle ore del giorno in cui il polline circola più diffusamente.
L’instillazione di un collirio idratante aiuta a ridurre la concentrazione dell’antigene a contatto con la mucosa dell’occhio e a calmare l’irritazione.
Quando indicati, possono essere usati colliri antistaminici; gli antistaminici possono essere presi per bocca se la reazione allergica è più estesa e coinvolge anche il naso (oculorinite allergica).
Nelle forme più pesanti, il medico può prescrivere un collirio cortisonico.
Decongestionanti e antinfiammatori possono essere usati all’occorrenza.
La congiuntivite non è quasi mai un motivo di preoccupazione per possibili conseguenze sulla capacità visiva. Ma, data la frequenza dei casi di uso improprio nella autocura, è necessario prestare la necessaria attenzione ai prodotti utilizzati per il suo trattamento.
Prima di iniziare una terapia, è sempre consigliabile sentire il parere del medico o chiedere consiglio al farmacista.
Rivolgersi all’oculista se, malgrado l’impiego dei farmaci prescritti, non si notano miglioramenti nei giorni seguenti all’inizio della terapia. Oppure, a maggior ragione, se i sintomi peggiorano.
È importante riferire al medico se è presente dolore, sintomo che potrebbe segnalare il coinvolgimento della cornea.
L’accertamento di una congiuntivite infettiva rende prima di tutto necessaria l’adozione di misure idonee ad evitare la contaminazione dell’occhio sano e la trasmissione dell’infezione ad altri.
Il lavaggio frequente delle mani e l’uso esclusivo (non in condivisione) degli oggetti personali aiuta a proteggersi e proteggere le persone vicine.
Occorre anche evitare di strofinarsi l’occhio con le mani o avvicinare all’occhio oggetti che non possono poi essere disinfettati o che possono essere essi stessi veicolo di ulteriore contaminazione. È importante sottolineare, infatti, che la congiuntivite rende l’occhio più vulnerabile nei confronti di altre possibili malattie.
L’estrema variabilità delle cause rende difficile definire i comportamenti da evitare in assoluto. Ma è possibile individuare alcune abitudini che possono peggiorare i sintomi e lo stesso decorso del disturbo.
Fra questi, i principali comportamenti da evitare sono:
Quando l’occhio è infiammato, arrossato, irritato è più sensibile del normale nei confronti dei traumi e di possibili contaminazioni microbiche. Pertanto, l’instillazione o l’applicazione di prodotti non sterili è rischiosa e sconsigliata.
In questo ambito rientrano alcuni fra i rimedi della nonna ritenuti (a torto) un tempo dei toccasana per la salute dell’occhio, come l’applicazione di garze intrise di acqua fredda o una miscela di acqua e bicarbonato o impacchi con un infuso di erbe (camomilla, eufrasia, fiordaliso o altre piante).
Non esistono prove scientifiche a sostegno dell’efficacia dell’omeopatia nella cura della congiuntivite.
Indipendentemente dalla causa, la misura più valida per proteggersi dalla congiuntivite è quella di lavarsi le mani spesso. Non solo dopo avere compiuto particolari operazioni, come avere cucinato o toccato oggetti potenzialmente contaminati, ma di frequente durante la giornata.
Perché la detersione sia efficace, è necessario lavarsi le mani con sapone liquido e sciacquarle sotto un getto di acqua corrente calda. L’uso dei disinfettanti è un aspetto molto critico. Da un lato, la diffusione di COVID-19 ha reso necessaria l’implementazione di misure di disinfezione molto strette. Dall’altro, però, il continuo e indiscriminato utilizzo di sostanze ad azione battericida ha peggiorato il fenomeno dell’antibiotico resistenza. Oggi ci troviamo così a gestire un problema ancora più grosso che in passato, perché gli antibiotici in commercio funzionano sempre meno, ma non possiamo intensificare l’impiego di disinfettanti.
La soluzione? Gli esperti consigliano di agire con equilibrio, riservando l’uso dei disinfettanti alle circostanze in cui sono veramente richiesti.
Questo significa niente antibiotici, soluzioni o salviettine disinfettanti per gli occhi, quindi, a meno che non siano stati prescritti dal medico.
Proprio perché non possiamo esagerare con gli antimicrobici, dobbiamo destinare ancora più attenzione alle misure igieniche. Oltre al lavaggio frequente delle mani, è necessario evitare di strofinarsi gli occhi, non solo quando uno dei due è infetto, ma anche quando sono entrambi sani. A parte creare traumatismi che possono innescare infezioni, questa abitudine porta microbi a contatto con l’occhio, che possono dare origine a episodi di congiuntivite infettiva.
Se a un familiare o convivente è stata diagnosticata la congiuntivite, è bene evitare di usare oggetti in comune, in particolare asciugamani e cosmetici destinati al viso.
La prevenzione della congiuntivite allergica consiste nell’evitare, nei limiti del possibile, di esporsi agli allergeni, seguendo i consigli riportati nel paragrafo relativo alla cura.
È l’infiammazione della congiuntiva, un tessuto sottile che copre il bulbo oculare e l'interno della palpebra. La congiuntiva può gonfiarsi a causa di un'allergia, una irritazione o infezione e i suoi piccoli vasi sanguigni rossi la fanno apparire rosa o rossastra.
La presenza di sintomi come arrossamento, aumento della lacrimazione, secrezioni (che possono essere acquose o purulente e appiccicose), prurito, fastidio alla luce suggerisce la diagnosi di congiuntivite, che deve essere sempre verificata da un medico, al fine di stabilire la terapia opportuna e prevenire complicanze.
Le cause più frequenti sono: il contatto con una persona affetta da congiuntivite (nel caso delle forme infettive) o con un oggetto contaminato anche attraverso le mani, l’esposizione ai pollini.
Se hai sintomi di congiuntivite e non migliorano dopo una settimana con il trattamento consigliato dal farmacista o peggiorano, contatta il tuo medico di famiglia. Contatta il tuo medico di famiglia senza attendere se c’è anche dolore agli occhi. Rivolgiti al medico se malgrado la terapia i sintomi non migliorano oppure se peggiorano.
Il trattamento dipende dal tipo di congiuntivite. Se la congiuntivite è causata da un'infezione virale, non ci sono trattamenti specifici: occorre aspettare che passi, osservando tutte le norme igieniche prescritte in questi casi per evitare di contagiare altri e di diffondere l’infezione anche all’altro occhio. Se la causa è un'infezione batterica, non è detto che sia necessario sempre l’antibiotico. In entrambi i casi, virus o batteri, l’uso di un collirio idratante (lacrime artificiali) dà sollievo ai sintomi. La congiuntivite allergica viene trattata con colliri idratanti, antistaminici o cortisonici, a seconda della gravità dei sintomi.
L’occhio è arrossato, lacrima e può essere semichiuso per il gonfiore e la presenza di secrezioni appiccicose. La persona colpita ha la sensazione di avere della sabbia al suo interno e avverte bruciore e prurito.
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