Cataratta: sintomi iniziali e quando operare

Cataratta: sintomi iniziali e quando operare

Indice

Domande e risposte

Cataratta: cos’è

La cataratta è una malattia del cristallino (lente biconvessa situata all'interno del bulbo oculare) che conduce a una sua progressiva perdita di trasparenza. L’opacità del cristallino è dovuta a fenomeni di ossidazione che coinvolgono le proteine che lo compongono. Si parla di cataratta quando - a causa di traumi, età avanzata, radiazioni solari o patologie metaboliche - il cristallino perde la propria trasparenza con marcata riduzione della capacità visiva.
La cataratta è una malattia grave che, se non trattata fin dai primi sintomi, può causare una cecità permanente.

Esistono varie tipologie di cataratta:


Cataratta senile

La categoria di persone più a rischio di cataratta è quella degli anziani, si parla di cataratta senile per indicare una forma di opacizzazione del cristallino correlata esclusivamente all'età avanzata. Quando la cataratta si manifesta in un soggetto sano di età compresa tra i 40 ed i 60 anni, si parla di cataratta presenile per indicare una forma di opacizzazione del cristallino che anticipa la cataratta vera e propria. All'origine della cataratta senile c’è la denaturazione delle proteine del cristallino che si degradano nel tempo: questo processo è accelerato da malattie come il diabete mellito e l'ipertensione


Cataratta da farmaci

Una terapia cortisonica protratta per lunghi periodi potrebbe, in alcuni soggetti, provocare la cataratta. Anche i farmaci miotici (che procurano il restringimento della pupilla) per la cura del glaucoma, possono causare questo disturbo.


Cataratta traumatica 

Questo tipo di cataratta è strettamente correlata a eventi traumatici di tipo fisico o meccanico all'occhio, come ferite perforanti e traumi contusivi. La cataratta traumatica spesso si manifesta solamente nell'occhio coinvolto nell'incidente.


Cataratta congenita 

Questa patologia può comparire fin dalla nascita o apparire nei mesi successivi. Le cause possono essere molteplici:
  • Alterazioni metaboliche della madre: carenze alimentari, diabete, ipotiroidismo;
  • Alterazioni metaboliche del feto;
  • Assunzione di farmaci durante la gravidanza (in particolare, corticosteroidi e sulfamidici);
  • Ereditarietà;
  • Infezioni contratte dalla madre durante la gravidanza (come rosolia, herpes, toxoplasmosi, parotite, varicella, infezione da citomegalovirus);
  • Parto pre-termine;
  • Sindrome di Marfan (disordine ereditario a carico del tessuto connettivo, che colpisce principalmente occhi, sistema cardiovascolare e muscoloscheletrico).


Cataratta da malattia

La cataratta può comparire anche nel soggetto giovane in presenza di alcune malattie, come per esempio il diabete. Si stima che il rischio che un paziente diabetico sviluppi cataratta sia quattro volte superiore rispetto a un paziente sano.
Nella maggior parte dei casi, i pazienti diabetici giovani vanno incontro a una cataratta bilaterale e sono destinati a un decorso acuto della malattia, quindi l'opacizzazione completa del cristallino tende ad essere molto più veloce rispetto alla norma.
Oltre al diabete, anche alcuni disturbi cutanei possono provocare o favorire la cataratta: tra questi, per esempio, sclerodermia e dermatite atopica.
A volte alcune malattie che colpiscono l'occhio possono innescare la cataratta. In particolare, le uveiti posteriori, il glaucoma ad angolo acuto, l'iridociclite (infezione dell'iride e dei corpi ciliari) e la miopia. Talvolta, anche i tumori oculari e il distacco della retina possono provocare cataratta.


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Immagine che rappresenta un occhio sano e uno con la cataratat
 

Cause e fattori di rischio

La cataratta è solitamente correlata all'età: l'invecchiamento comporta una serie di modificazioni fisiologiche a carico del cristallino, una riduzione della sua trasparenza e una minore flessibilità, che rendono difficoltosa la messa a fuoco dell'immagine.

Il cristallino è costituito da acqua e proteine, strutturate in modo da garantirne la trasparenza; con il passare degli anni, la struttura si altera e va incontro a ossidazione, determinando l'opacizzazione della parte. Se il cristallino diviene completamente opaco, l'individuo è funzionalmente cieco, nonostante i recettori retinici siano integri.
In una minore percentuale di casi (circa l’1%), le cataratte sono congenite, quindi sono presenti alla nascita o compaiono nei mesi successivi. Queste forme possono essere sporadiche o causate da disordini metabolici e anomalie cromosomiche. Le cataratte congenite, inoltre, possono essere la conseguenza di infezioni intrauterine (es. rosolia e toxoplasmosi contratte durante la gravidanza) e di altre malattie che si verificano durante la gestazione e che colpiscono il nascituro. I principali virus responsabili della cataratta congenita son il virus della Rosolia, il virus della Varicella e il virus dell’Herpes.
Questi i principali fattori di rischio:
  • Traumi diretti dell'occhio (es. calore intenso, contusioni, lesioni perforanti,  folgorazioni e ustioni chimiche);
  • Predisposizione genetica;
  • Malattie oculari (es. uveite e glaucoma);
  • Alimentazione povera di frutta e verdura;
  • Scompenso glicemico nelle persone colpite da diabete;
  • Esposizione a raggi X;
  • Esposizione non protetta ai raggi ultravioletti (UV);
  • Fumo e abuso di alcol (possibili fattori aggravanti);
  • Anche le malattie sistemiche, come il diabete mellito e alcuni farmaci, tra cui corticosteroidi somministrati per lunghi periodi e chemioterapici, possono predisporre all'opacizzazione del cristallino.
 
Immagine infografica che rappresenta le malattie dell'occhio

Sintomi della cataratta

La cataratta si manifesta solitamente con un offuscamento visivo globale, che è più evidente quanto più estesa e intensa è l'opacizzazione del cristallino. Quando solo parte del cristallino è opacizzato, i sintomi sono così diluiti nel tempo da essere difficilmente evidenziati dai pazienti. Poiché spesso l’opacizzazione del cristallino avviene lentamente, le persone affette da cataratta si abituano a un progressivo offuscamento della visione e scoprono di avere questa patologia solo in uno stadio avanzato. In alcuni casi, invece, l’opacizzazione del cristallino avviene rapidamente e i sintomi compaiono già in una fase iniziale della malattia.

Oltre all’offuscamento visivo, altri sintomi che possono manifestarsi con la cataratta sono: 
  • Annebbiamenti - transitori o permanenti - della vista;
  • Presenza di aloni luminosi intorno alle luci puntiformi;
  • Difficoltà nel distinguere i colori;
  • Lentezza nell’adattamento al buio;
  • Affaticamento durante la lettura;
  • Bruciore e stanchezza oculare;
  • Lieve sdoppiamento della vista.
La cataratta molto raramente può aumentare la pressione intraoculare, provocando dolore.
Se la cataratta è nel centro (interno) del cristallino (cataratta nucleare), i sintomi più comuni sono:
  • Peggioramento della visione da lontano;
  • Inizialmente miglioramento della visione da vicino perché la cataratta agisce come un cristallino più potente, rifocalizzando la luce.
I soggetti che necessitavano di occhiali da lettura a partire dai 45 anni circa scoprono che riescono a vedere nuovamente da vicino senza occhiali, fenomeno noto come “seconda vista”. Si tratta di un effetto temporaneo che sparisce via via che la cataratta si opacizza.
Se la cataratta è vicina al fondo del cristallino (cataratta subcapsulare posteriore), i sintomi più comuni sono:
  • Vista annebbiata (diminuzione dell’acuità visiva) quando la pupilla si restringe (ad esempio con luce intensa o durante la lettura);
  • Perdita del contrasto;
  • Aloni e bagliori (riverbero) causati da luci intense o dai fari delle auto se si guida di notte.
I soggetti che assumono farmaci che contraggono la pupilla (come alcuni colliri utilizzati per il glaucoma) possono presentare deficit visivi importanti.
 
Immagine infografica che rappresenta la deviazione di luce della cataratta

Cataratta: quanto è diffusa

La cataratta è la principale causa di cecità trattabile nel mondo e colpisce il 50% delle persone che hanno più di 65 anni. La percentuale aumenta con il progredire dell’età fino ad arrivare ad interessare il 90% delle persone con più di 75 anni. Recenti studi indicano che in Italia l’incidenza media della cataratta nelle fasi iniziali è pari al 16,5% e aumenta con il progredire dell’età. Circa 100.000 pazienti ogni anno in Italia si sottopongono a intervento per cataratta.

Negli Stati Uniti le persone colpite da cataratta sono.
  • Il 42% nella fascia d’età tra 52 e 64 anni;
  • Il 60% tra i 65 e i 74 anni;
  • Il 91% tra i 75 e gli 85 anni.;
Il numero di interventi chirurgici annui supera il milione (su una popolazione di 200.000.000 di abitanti circa 8.400.00 sono affetti da cataratta nei vari stati).

La cataratta rappresenta un problema particolarmente grave nei Paesi in via di sviluppo. In India, per esempio, la prevalenza di cataratta è 3 volte maggiore rispetto agli Stati Uniti

 
Immagine che rappresenta un uomo con la cataratta ad un occhio

Diagnosi

Il medico è in grado di rilevare una cataratta durante l’esame dell’occhio con un oftalmoscopio (una luce portatile con una lente di ingrandimento che illumina il fondo dell’occhio). Si può individuare la posizione esatta della cataratta e la misura in cui blocca la luce usando uno strumento chiamato lampada a fessura, che permette di esaminare l’occhio con un alto grado di ingrandimento. 
Altre indagini in previsione di intervento chirurgico sono:
  • Ecobiometria (per valutare le caratteristiche delle lenti da inserire al posto del cristallino opacizzato);
  • Biomicroscopia dell’endotelio corneale (per valutare le condizioni della cornea e individuare eventuali condizioni che possano aumentare i rischi legati all’intervento);
  • Ecografia bulbare (per valutare la morfologia della retina e della cavità interna dell’occhio, se la cataratta è talmente grave da non permettere l’esplorazione profonda delle strutture con altri esami);
  • Eventuali esami retinici (come fluorangiografia);
  • Topografia e tomografia della cornea (per determinarne lo spessore e la forma);
  • Campimetria computerizzata e pachimetria corneale;
  • Valutazione della motilità con visita ortottica.
 
Immagine che rappresenta una visita oculistica

Prevenzione della cataratta

Tra i fattori che possono generare un danno ossidativo, favorendo l’insorgenza della cataratta, ci sono:
  • Il fumo di sigaretta, che è collegato all’insorgenza di cataratta precoce e a una rapida progressione della stessa;
  • L’iperglicemia e il diabete mellito;
  • Le radiazioni ultraviolette del sole.
Esistono varie misure per prevenire la cataratta, tra cui:
  • Indossare sempre occhiali da vista o da sole dotati di un rivestimento contro i raggi ultravioletti (UV);
  • Evitare di fumare;
  • Ridurre il consumo di alcolici;
  • Se si soffre di diabete, mantenere la glicemia sotto controllo;
  • Adottare una dieta ricca di vitamina C, vitamina A e sostanze note come carotenoidi (contenute in ortaggi dalle foglie verde scuro).
I soggetti che assumono corticosteroidi per periodi prolungati possono discutere con il loro medico la possibilità di utilizzare un farmaco diverso.

Trattamento

La cataratta non si può curare, l’unica soluzione possibile è quella chirurgica di rimozione del cristallino deteriorato e di sostituzione del medesimo con una lente artificiale quando la visione diventi irrimediabilmente offuscata e comprometta le attività quotidiane. A tal fine, sono oggi disponibili diverse tecniche all’avanguardia tra cui:
  • Facoemulsificazione. È la tecnica più usata in Italia. Si esegue frantumando il cristallino usurato con la tecnica ad ultrasuoni, e aspirando i frammenti con una sonda. Di seguito si impianta il cristallino artificiale. Questa nuova lente può essere in grado di correggere preesistenti difetti visivi, come la miopia o la presbiopia o entrambe (lente multifocale);
  • Femtolaser. È la tecnica più recente e più all’avanguardia che consente una precisione superiore alla precedente. Per eseguirla si effettuano microincisioni sulla cornea e ai lati della capsula all’interno della quale si trova il cristallino e una buona parte dell’intervento si esegue a distanza tramite computer.
Entrambi i tipi di intervento sono presentano disagi: non comportano perdita di sangue, non vengono usati punti di sutura e il recupero della vista è molto rapido.

L’intervento di rimozione della cataratta e di sostituzione del cristallino avviene in regime day-hospital o ambulatoriale e non richiede ricovero. Le tecniche utilizzate – facoemulsificazione e femtolaser – non richiedono anestesia generale (ad eccezione dei bambini). L’intervento chirurgico per asportare la cataratta è quasi sempre eseguito in anestesia locale (con un’iniezione o un collirio) per addormentare la superficie oculare e il paziente riceve anche un sedativo

La tecnica micro-chirurgica più utilizzata prevede l’utilizzo di una sonda di diametro inferiore a 1mm che, vibrando a frequenze ultrasoniche, permette la disintegrazione delle fibre di cristallino opache e la loro successiva aspirazione (facoemulsificazione). La tecnica femtolaser non implica l’uso di bisturi e prevede l’emissione di impulsi laser di brevissima durata e di elevatissima frequenza che generano micro-fessure nell’occhio attraverso cui è possibile giungere al cristallino e frantumarlo. Laddove la facoemulsificazione non sia disponibile, i medici possono rimuovere il cristallino senza l’uso di ultrasuoni (estrazione extracapsulare della cataratta convenzionale). 

A conclusione dell’intervento, che dura tra i 10 e i 20 minuti, si applica un nuovo cristallino al posto di quello rimosso, la cui gradazione viene decisa dall’oculista in base agli eventuali difetti di rifrazione del paziente. Di solito non sono necessari punti di sutura, in quanto l’incisione oculare ha piccole dimensioni e si chiude da sola.
Quando il posizionamento della lente artificiale non è possibile, il soggetto deve indossare lenti a contatto o occhiali spessi dopo l’asportazione della cataratta.

Nei giorni successivi all’intervento, durante la convalescenza, possono presentarsi alcuni sintomi come fastidio oculare, arrossamento, lacrimazione e visione di corpuscoli scuri. Questi disagi tendono a scomparire nell’arco di poche settimane. Per alcune settimane dopo l’intervento, si utilizzano colliri cortisonici e antibiotici per ridurre l’infiammazione, prevenire le infezioni e favorire la cicatrizzazione. Ai pazienti viene prescritto l’impiego di occhiali o di protezioni in plastica da indossare durante la notte per proteggere l’occhio da eventuali traumi fino alla completa guarigione. Azioni come sfregare gli occhi, sollevare oggetti pesanti e piegarsi in avanti eccessivamente sono da evitare. In un soggetto con cataratta bilaterale, si aspettano parecchi mesi dopo la completa guarigione del primo occhio per asportare la cataratta dall’altro.
Nelle prime settimane successive all’intervento, molti pazienti notano un miglioramento dell’acuità visiva. Quasi tutti hanno bisogno di occhiali per leggere e ad alcuni pazienti sono prescritte delle lenti per migliorare anche la visione da lontano.
Alcuni soggetti con le lenti multifocali di nuova generazione non hanno più bisogno degli occhiali o li usano solo in pochi casi, come per guidare di notte o per la vista a distanze intermedie.


Complicanze

Le complicanze gravi legate alla chirurgia della cataratta sono rare, tra queste:
  • Può svilupparsi un’infezione (endoftalmite) o un grave sanguinamento oculare, con conseguente perdita della vista;
  • La pressione oculare può aumentare eccessivamente e, se non trattata, provocare l’insorgenza di un glaucoma oppure provocare la dislocazione dell’impianto;
  • Lo strato posteriore dell’occhio (retina) può gonfiarsi o distaccarsi;
  • Raramente, i soggetti con malattie retiniche, tra cui la retinopatia diabetica, riferiscono un peggioramento della vista dopo l’operazione.
In alcuni soggetti, il sottile strato posteriore trasparente (capsula), che viene lasciato nell’occhio dopo l’asportazione del cristallino naturale, diventa offuscato e riduce l’acuità visiva. Questo problema, detto cataratta secondaria, si può verificare in circa un soggetto operato su quattro, a distanza di mesi o addirittura anni dall’impianto di un cristallino artificiale. In genere, con un laser viene praticata una piccola apertura nella capsula opaca attraverso cui passano i raggi luminosi.

 
 
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Immagine infografica che rappresenta un intervento alla cataratta
 


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Come vede una persona con la cataratta?

La cataratta causa l'opacizzazione del cristallino che fa fatica a visualizzare le immagini, come se ci fosse un velo dinanzi agli occhi. Le persone affette da cataratta vedono le immagini come se fossero sott'acqua, in quanto il cristallino si opacizza e la visione risulta annebbiata.

Quando è il momento di operare la cataratta?

Quando la qualità della visione non è più soddisfacente per le esigenze del paziente si esegue l'intervento di cataratta. Non è più necessario aspettare che la cataratta sia matura per operarsi; per ridurre il traumatismo chirurgico conviene fare l'intervento appena ci si accorge di non vedere più bene.

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