Calcoli renali: sintomi, cause, dieta e cure

Calcoli renali: sintomi, cause, dieta e cure

Indice

Domande e risposte

Calcoli renali: cosa sono?

Un forte mal di schiena potrebbe essere uno dei sintomi rivelatori di un disturbo molto diffuso: i calcoli renali, o meglio sarebbe dire urinari, perché possono formarsi nei reni, ma anche direttamente nella vescica. Si tratta di concrezioni dure di sali minerali, composti presenti normalmente nelle urine ma che se troppo concentrati sono in grado di unirsi tra di loro e formare dei sassolini difficili da espellere. Oltre allo squilibrio tra volume delle urine e concentrazione di sali minerali, la formazione dei calcio è altresì favorita dalla carenza di sostanze che limitano l’aggregazione dei sali tra di loro, così come da patologie genetiche o infettive del tratto urinario. La presenza di calcoli viene definita calcolosi,  litiasi o nefrolitiasi (dalla parola latina litium, che significa pietra), e può avere diverse cause, sia di tipo genetico-familiare che ambientale, con effetti più o meno impattanti sulla salute generale e seconda delle dimensioni, del numero e delle caratteristiche dei “sassolini”. 

Non sempre, infatti, i calcoli renali sono sintomatici. Una particolare tipologia di calcolosi, meno problematica, è la cosiddetta “renella”, costituita da cristalli microscopici simili a sabbiolina. Come facilmente intuibile, se espellere la renella è molto più semplice per l’organismo, i calcoli renali, presentando una dimensione maggiore possono risultare assai ostici e dolorosi da eliminare. In genere, come vedremo nel prossimo paragrafo, l’espulsione di un calcolo urinario si verifica durante le coliche renali, veri e propri “parti”, spesso lunghi e dolorosissimi, che si verificano in concomitanza con il “passaggio” dei sassolini nel tratto urinario, in particolare negli ureteri (sottili tubicini che collegano i reni alla vescica), e nell’uretra, il canale che permette all’urina di passare dalla vescica (l’organo cavo in cui si raccoglie), all’esterno. 

I calcoli renali sono un disturbo molto diffuso (circa l’8% della popolazione ne soffre) che colpisce trasversalmente sia le donne che (ancor più) gli uomini di ogni età (con un picco di incidenza tra i 30 e i 60 anni), e in rari casi anche i bambini
Oltre alle dimensioni, le differenze tra i calcoli urinari dipendono dalla loro composizione, la quale a sua volta, deriva spesso dal tipo di alimentazione seguita e dallo stile di vita, oltreché dalla genetica. Nel 60% dei casi i calcoli si formano in un solo rene.

Vediamo le diverse tipologie partendo dai più diffusi:
  • Calcoli di cristalli di sali di calcio (ossalati soprattutto, ma anche carbonati e fosfati), che rappresentano circa il 75% del totale;
  • Calcoli di cristalli di altri sali (in particolare fosfati di ammonio e magnesio), che rappresentano tra il 10 e il 15% del totale;
  • Calcoli di acido urico. Una dieta ricca di purine (sostanze contenute in diversi cibi proteici) può portare ad avere urine molto acide, con un’elevata concentrazione di urato monosodico all’origine di questo tipo di calcoli, che peraltro si presentano più lisci e meno duri rispetto ai precedenti. La percentuale di questa tipologia di calcoli è del 5-10% sul totale ;
  • Calcoli di cristalli di cistina, rari (1-3% del totale), questi calcoli dal caratteristico colore giallo, sono tipicamente prodotti da persone che soffrono di cistinuria, malattia genetica che comporta l’incapacità dei reni di riassorbire la cistina, un aminoacido che si riversa nelle urine e finisce per creare degli aggregati;
  • Calcoli di struvite (fostato, magnesio, ammonio). Rappresentano circa il 5% del totale, e sono anche definiti calcoli infettivi, perché si formano come conseguenza di infezioni batteriche del tratto urinario. I calcoli di struvite possono formarsi molto velocemente fino a raggiungere considerevoli dimensioni e in modo spesso quasi asintomatico. 
Difficilmente i calcoli renali danno complicanze serie, ma può comunque accadere, ed è questa la ragione per cui non si devono mai sottovalutare. Vediamo quindi come riconoscere una colica renale e gli altri sintomi della calcolosi urinaria. 


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Immagine infografica che mostra dei calcoli renali
 

Coliche e altri sintomi dei calcoli renali

Immagine che rappresenta una donna con dolore alla panciaUno dei sintomi più tipici dei calcoli urinari è la colica, un evento estremamente doloroso che, però, permette all’organismo di espellere queste fastidiose “pietre dure”. A seconda della posizione dei calcoli (o del singolo calcolo), la colica può verificarsi durante il passaggio dal rene all’uretere (il tubicino che collega quest’organo alla vescica), o dalla vescica all’uretra, sebbene quest’ultimo caso sia meno probabile, dato che il diametro dell’uretra è superiore a quello dell’uretere. La colica – che può durare pochi giorni, ma anche una settimane e oltre a seconda dei passaggi - si conclude con l’eliminazione del calcolo. Attenzione: i calcoli più grossi spesso sono asintomatici, perché tendono e permanere nel rene, mentre quelli di medie e piccole dimensioni si spostano più facilmente scatenando la sindrome dolorosa.  
Di per sé, quindi, la colica non è negativa, ma il passaggio del calcolo può anche generare delle complicazioni, ad esempio andando ad ostruire il passaggio dell’urina e favorendo, in tal modo, infezioni e disturbi urinari. Per questo occorre agevolare il transito naturale dei calcoli, come vedremo. Ma intanto, come si annuncia una colica? I sintomi di calcoli renali “in transito” sono abbastanza peculiari e intensi, ma inizialmente possono essere “confusi” con un semplice mal di schiena. Successivamente insorgono:
  • Forte, acuto dolore al fianco (dal lato del rene interessato dalla calcolosi), che si irradia verso l’addome e si estende all’inguine e alla gamba;
  • Il dolore può essere fluttuante, alternando momenti acutissimi (non a caso le coliche renali vengono paragonate alle contrazioni del parto) ad altri di distensione;
  • Difficoltà a urinare a fronte di un aumentato stimolo alla minzione;
  • Urine torbide o maleodoranti (tipico di quando si verifica un ristagno di urine e vi è una proliferazione batterica);
  • Presenza di sangue nelle urine (ematuria), spesso dovuta al fatto che nel suo passaggio verso la vescica o attraverso l’uretra, il calcolo produce delle micro lacerazioni;
  • Febbre (sintomo di infezione);
  • Nausea e/o vomito (talvolta a causa del forte dolore, un po’ come accade alle donne quando soffrono di mestruazioni dolorose).
Il dolore di una colica è provocato dall’irritazione che il calcolo produce sulle pareti interne di ureteri o uretra, considerando che spesso questi aggregatii, oltre ad esseri duri, hanno anche forme irregolari e aguzze. Tuttavia, nella maggior parte dei casi l’espulsione del calcolo di piccole dimensioni, non provoca danni ulteriori. Durante la colica, per trovare sollievo dal dolore e cercare di facilitare l’eliminazione del calcolo, si possono prendere farmaci antispastici e antiemetici da banco e cercare di bere per evitare il ristagno di urina e far “muovere” più velocemente il calcolo, ma senza esagerare per non affaticare i reni eccessivamente. 
Una persona giovane e in buona salute può tentare di aumentare l’apporto di liquidi affinché il volume stesso spinga via il calcolo, ma sempre dietro consiglio del proprio medico. Infine, se durante la colica intervengono o sono preesistenti disturbi quali: È bene chiamare il medico ed eventualmente effettuare un ricovero ospedaliero
Per quanto riguarda, invece, la presenza di calcoli di grandi dimensioni, che quindi sarebbe impossibile espellere in modo spontaneo, a breve vedremo quali terapie e interventi sono disponibili. 

Calcoli renali: cause e fattori di rischio

Abbiamo visto che i calcoli urinari sono per lo più aggregati di sali minerali, ma perché esattamente, si formano? E chi è più a rischio di soffrire di calcolosi? Per quanto riguarda le cause, in realtà non sono del tutto chiare. I calcoli, infatti, sono l’esito di una serie di condizioni predisponenti, che però non spiegano del tutto il fenomeno. Vediamo quindi un elenco di tutti i possibili fattori di rischio che favoriscono e in qualche caso rendono inevitabile la formazione di calcoli urinari, distinguendo tra soggetti sani e soggetti con patologie pregresse.

Nella persona sana, i principali fattori che predispongono alla calcolosi sono:
  • La familiarità. Avere uno o più familiari che abbiano sofferto di calcoli aumenta la probabilità di soffrirne a propria volta;
  • Aver già sofferto di calcoli renali. Purtroppo la calcolosi è una condizione che tende e recidivare, pertanto chi ha avuto un primo episodio di formazione di calcoli ha molta più probabilità di ripetere l’esperienza;
  • Disidratazione. Non bere a sufficienza, un problema di cui spesso non ci si rende conto, comporta anche un insufficiente volume di urine (tutti i fluidi del corpo, infatti, tendono a ridursi come effetto della mancanza d’acqua). In urine molto concentrate è molto più difficile che i sali minerali e le altre sostanze di scarto possano disciogliersi, con la conseguenza che tendono ad aggregarsi tra di loro. Sono a rischio di disidratazione le persone che bevono poco, che praticano attività fisica intensa o soffrono di iperidrosi (sudorazione eccessiva), che lavorano e abitano in luoghi particolarmente caldi e umidi. Per prevenire la perdita di liquidi, un soggetto a rischio di calcolosi per le ragioni suddette, dovrebbe quindi bere più di due litri e mezzo d’acqua (o fluidi) al giorno, in modo da assicurarsi un abbondante volume di urine;
  • Alimentazione. Seguire un regime alimentare ricco di cibi che contengono ossalati, in particolare di calcio, può costituire fattore di rischio, dato che, come abbiamo visto concorrono a formare oltre il 70% del totale dei calcoli urinari. Tuttavia, questa è una spiegazione, ma non una causa. Infatti la tendenza alla calcolosi anche nei soggetti sani, non dipende tanto dalla quantità di calcio assunto (che peraltro è uno dei minerali più comuni in assoluto in cibi e bevande), quanto nel metabolismo dello stesso da parte dell’organismo. Se, infatti, si riducesse al minimo l’apporto di calcio (cosa non benefica per la salute in generale, e in particolare per quella dello scheletro), non è detto che i calcoli smetterebbero di formarsi. Detto questo, alimenti molto ricchi di ossalati di calcio, che quindi, in caso di predisposizione alla calcolosi, andrebbero limitati nella dieta sono: spinaci e bietole e barbabietole, cioccolato, soia e derivati, frutta secca, tutti i cibi e le bevande “fortificate” con calcio. Inoltre, anche molti cibi di origine animale, come frutti di mare, carni rosse e interiora, rendono acide le urine e promuovono la formazione di calcoli di acidi urici, così come una dieta molto ricca di sale. Più avanti parleremo diffusamente di cosa mangiare e cosa non mangiare per prevenire la formazione dei calcoli renali;
  • Obesità. L’essere obesi rappresenta condizione predisponente alla calcolosi urinaria, perché un indice di massa corporea (IMC) superiore a 30 è associato ad un aumento dell’acidità delle urine.
Vediamo ora quali sono i fattori di rischio patologici che aumentano le probabilità di soffrire di calcoli renali:
  • Malattie infiammatorie del tratto gastrointestinale. Morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, diarrea cronica, comportano come conseguenza un’alterazione nella capacità dell’organismo di metabolizzare correttamente i principi nutritivi, tra cui i sali minerali come il calcio, che quindi, riversandosi in concentrazioni eccessive nelle urine finiscono per aggregarsi nei calcoli;
  • Aver subito interventi di chirurgia gastro-intestinale, per le stesse ragioni di cui sopra;
  • Iperparotoroidismo. Si tratta di una malattia endocrina che comporta una iperattività delle ghiandole parotidi che scompensa nell’organismo la capacità di assorbire correttamente calcio e fosforo;
  • Cistinuria, abbiamo visto come questa patologia genetica comporti la formazione di calcoli di cistina;
  • Sarcoidosi, malattia infiammatoria multisistemica (che quindi colpisce più organi), associata a iperproduzione di vitamina D ed eccessivo riassorbimento del calcio a livello intestinale (ipercalciuria), condizione che favorisce la formazione di calcoli renali;
  • Acidosi renale tubulare, una malattia che provoca una eccessiva concentrazione di acidi nel sangue, e quindi la possibilità che si formino calcoli di acidi urici;
  • Gotta, malattia reumatica che come la condizione precedente favorisce la formazione di calcoli di acidi urici;
  • Assunzione di farmaci e integratori (ad esempio a base di calcio o di vitamina C), chemioterapici e antidepressivi possono aumentare il rischio di calcolosi. In ogni caso, occorre leggere attentamente i bugiardini e parlarne con il proprio medico o specialista di riferimento 
I calcoli urinari nei bambini (calcolosi in età pediatrica), sono piuttosto rari (1% del totale dei casi), per lo più dovuti ad una forte predisposizione genetica e condizioni quali ipercalciuria, assunzione di farmaci e ormoni di sintesi (levotiroxina, sulfadiazina, topiramato, indinavir ecc.), malformazione delle vie urinarie e/o infezioni urinarie ricorrenti, specialmente di natura batterica. Le cure per i calcoli renali nei bambini sono per lo più le stesse che vedremo per gli adulti, e comprendono terapie farmacologiche per alleviare il dolore in caso di colica violenta associata a vomito, ma anche tecniche di frantumazione ad onde d’urto, e chirurgia endoscopica. Purtroppo i calcoli urinari in età infantile tendono a recidivare, pertanto è bene far seguire i piccolo/a da un/a nefrologo/a o urologo/a infantile per studiare una strategia preventiva adeguata ad ogni caso. 

Una precisazione va fatta anche per quanto riguarda il rischio di produrre calcoli renali in gravidanza. In generale, questa condizione non aumenta di per sé la probabilità di calcolosi. Tuttavia, proprio in gravidanza è possibile che in un soggetto già predisposto si formino calcoli o si “smuovano” calcoli asintomatici sia perché la stessa pressione esercitata dall’utero ingrossato su vescica e vie urinarie lo favorisce, sia perché la donna è più soggetta a infezioni urinarie in questa fase della vita. Per tale ragione, è bene prevenire qualunque complicanza curando a dovere cistiti e altre infezioni qualora si presentino, con le terapie antibiotiche compatibili con la gravidanza. Se invece, i calcoli ci sono già, e provocano coliche, il rischio è quello che venga stimolato un parto pretermine. Spesso, proprio in questi casi, e soprattutto nella seconda parte della gravidanza, si preferisce applicare alla donna uno stent (un sottile tubicino) tra rene e vescica per favorire il drenaggio delle urine in caso di calcolo ostruente, o anche solo per alleggerire i reni e prevenire qualunque problema prima del parto. Gli interventi di eliminazione dei calcoli (per via chirurgica o con tecnica ad onde d’urto) si effettuano sempre dopo il parto, per precauzione. Durante la gravidanza la donna che soffra di calcolosi dovrà seguire una dieta bilanciata e nutriente, ma non troppo ricca di proteine animali, sale e ossalati, e bere almeno due litri d’acqua oligominerale al giorno. 

La diagnosi

Per quanto riguarda la diagnosi di calcoli renali, la prima cosa da fare, in presenza dei sintomi succitati e in particolare di colica, è quella di avvisare il proprio medico o recarsi in ambulatorio (se possibile), per una visita accurata, che a volte è sufficiente per chiarire il quadro clinico. Per una conferma, si può prescrivere l’esame delle urine e una ecografia ai reni. La prima serve al medico per identificare la presenza di eventuali tracce di sangue nelle urine non visibili all'occhio mentre l'ecografia, è utile per capire dove siano situati i calcoli e quali sia la dimensione degli stessi.

Se queste analisi non dovessero risultare sufficienti a diagnosticare i calcoli e ad  individuarne esattamente la posizione, sarà necessario ricorrere alla TAC.
 
Immagine infografica che rappresenta un rene sano e uno con i calcoli

Complicanze dei calcoli renali

Calcoli renali di piccole dimensioni si espellono in modo spontaneo durante le coliche, come abbiamo visto. Tuttavia, seppur raramente, una calcolosi può sfociare in complicanze quali infezioni alle vie urinarie, con febbre e difficoltà a urinare. La infezioni associate alla presenza di calcoli urinari possono coinvolgere zone diverse dell’apparato urinario, con differenti gradi di gravità. A seconda, quindi, della localizzazione del calcolo e della conseguente proliferazione batterica avremo una cistite (infezione della vescica), una uretrite (infezione dell’uretra), una pielonefrite o una nefrite (infezioni dei reni, le più gravi). Quando il calcolo sia di dimensioni considerevoli e ostruisca, ad esempio, un uretere, potrebbe verificarsi un blocco della minzione, perché le urine non riuscirebbero a convogliarsi verso la vescica, e questa condizione, definita idronefrosi, può necessitare di un ricovero ospedaliero. In ogni caso, quando si presentino sintomi quali febbre, brividi, dolore durante la minzione o blocco urinario, urine torbide, maleodoranti, scure o con tracce di sangue, occorre sempre rivolgersi immediatamente al medico ed eventualmente recarsi al pronto soccorso
 

Calcoli renali: le cure per eliminarli

In generale, quando si soffre di calcoli renali, a seconda della gravità e dello stadio di avanzamento del disturbo, si potranno seguire terapie differenti. Per i casi più lievi nei quali non vi sono coliche (o si manifestano in maniera lieve) oppure quando la dimensione dei calcoli è piuttosto ridotta, si procede con un trattamento farmacologico che permette lo scioglimento e l'eliminazione dell'agglomerato. Generalmente il medico stila un piano alimentare da associare ai farmaci in maniera da depurare l'organismo e permettere l'espulsione dei calcoli. Inoltre, nei casi in cui si manifestano coliche dolorose, verranno associati degli antidolorifici. Non solo, durante la terapia è sempre consigliata l'assunzione massiccia di liquidi (acqua). Questo permetterà di espellere i corpi estranei presenti nei reni senza affaticare il tratto urinario. Infine, è solitamente consigliato un periodo di riposo.

In generale questa tipologia di terapia è composta da:
  • Assunzione di antidolorifici (se si manifesta la sensazione dolorosa);
  • Assunzione di farmaci diuretici per stimolare l’eliminazione delle urine e scongiurare il rischio di ristagno delle stesse;
  • Assunzione di liquidi;
  • Dieta sana e equilibrata;
  • Riposo.
Nel caso in cui i calcoli renali si manifestino in una forma particolarmente dolorosa e invasiva si procede con l'operazione. Questa opzione viene riservata ai soggetti che presentano forti coliche dovute alla presenza di agglomerati di grandi dimensioni che il corpo non riesce a espellere naturalmente. È opportuno sottolineare che esistono operazioni differenti per l'eliminazione dei calcoli renali.

La tecnica più utilizzata perché non invasiva è la terapia extracorporea con onde d’urto mediante litotripsia (ESWL: Extracorporeal Shock Wave Lithotripsy), che si i basa sulla metodica ad onde sonore – prodotte dal un macchinario litotripsore o litotripsia – che focalizzate e dirette sul calcolo - dall’esterno, quindi senza toccare i tessuti – sono in grado di frantumarlo. I calcoli suscettibili a questo tipo di trattamento sono quelli di dimensioni ridotte, ovvero non superiore ai 2 cm, perché una volta frantumati grazie alle onde d’urto vengono espulsi per via naturale dal paziente, ovvero attraverso le urine.
Calcoli più grandi si frantumerebbero in pezzi troppo grossi che a loro volta potrebbero ostruire i condotti urinari e provocare un blocco. Pertanto in questi casi si preferisce la via chirurgica o la litotripsia percutanea. Questa tecnica prevede che, attraverso un incisione cutanea, venga inserita una sonda nel rene che frantumi il calcolo. Infine, da qualche anno è stata studiata un'ulteriore tecnica meno invasiva e più efficace per l’eliminazione dei calcoli, definita uretrorenoscopia, nella quale viene inserito nel rene un ago di circa 1,5 millimetri al cui interno è contenuta una fibra ottica e una fibra laser. Queste andranno a polverizzare (anziché rompere in sezioni più piccole) il calcolo il quale, sotto forma di polvere, sarà eliminato attraverso l'espulsione naturale dell'urina.
Altra tecnica di asportazione dei calcoli urinari, anch’essa invasiva, è la nefrolitotomia percutanea (PCNL), che si effettua in anestesia generale, praticando sul fianco una piccola incisione tramite la quale raggiungere il rene in cui sia presente il calcolo da eliminare. 
Vediamo in sintesi cosa si preferisce fare – ovvero quali sono le opzioni terapeutiche migliori – a seconda del tipo di calcolo, delle sue dimensioni e delle condizioni generali del paziente:
  • Calcoli di piccole dimensioni asintomatici o con sintomi sopportabili non prevedono alcuna terapia specifica perché vengono espulsi dall’organismo senza grossi problemi;
  • Calcoli di grandi dimensioni e asintomatici, che sono localizzati nei reni, anche in questo caso non prevedono terapie, a meno che non insorga un’infezione e sia necessario rimuoverli chirurgicamente. Tuttavia, vanno monitorati con ecografie e controlli;
  • Calcoli grandi o piccoli che si trovino nel bacinetto renale. In questo caso spesso vengono frantumati usando la tecnica extracorporea ad onde d’urto o la litotrissia percutanea perché altrimenti vi è il rischio che passino all’uretere ostruendolo;
  • Calcoli di grandi dimensioni localizzati nel rene devono essere rimossi con tecnica chirurgica o, in prima istanza, con la litotrissia renale percutanea o la ureteroscopia. 
In caso di rimozione chirurgica dei calcoli renali, anche nel post-operatorio si consiglia di mantenere uno stile di vita equilibrato, assumere cibi sani, limitare l'utilizzo di sale, evitare alcolici e bevande zuccherate e mantenere il corpo idratato.
 

Calcoli renali: dieta e rimedi efficaci

I calcoli renali possono manifestarsi per una predisposizione genetica.
ma più spesso per una combinazione di fattori genetici con fattori ambientali, legati allo stile di vita. 
Dal momento che sul DNA non è possibile intervenire, per ridurre il rischio di produrre calcoli urinari in presenza di predisposizione genetica e familiarità, occorre agire sui fattori modificabili, primo fra tutti la dieta.
Abbiamo visto come la maggior parte dei calcoli (sia quelli composti da ossalati di calcio che di acidi urici o altri sali minerali), derivi da una eccessiva concentrazione e acidità delle urine, il cui volume non sia quindi sufficiente a diluire i composti che vi si riversano. Per questo la prima regola da seguire ha a che vedere con l’idratazione. Vediamo quindi il decalogo alimentare (cosa mangiare e cosa non mangiare) per ridurre il rischio di formazione dei calcoli renali e per aiutare l’apparato urinario ad espellerli qualora si fossero già formati o vi fosse una fortissima predisposizione a produrli:
  1. Orientarsi verso una dieta mediterranea, che sembra avere un effetto preventivo sulla formazione dei calcoli puntando su: olio extravergine d’oliva, alimenti vegetali freschi, cerali integrali;
  2. Eliminare dalla propria alimentazione tutti i cibi fritti, ricchi di grassi come burro o olio, dolci, cioccolato, alimenti particolarmente salati o speziati (tra cui salumi e insaccati), carne rossa, frattaglie e cacciagione, e alcune tipologie di pesce (acciughe e sardine sotto sale, aringhe affumicate, frutti di mare e crostacei), alcolici, bibite gasate e zuccherate;
  3. Ridurre il consumo di tutti gli alimenti di difficile digestione come caffè, tè caldi e tè freddi (specialmente non freschi ma industriali) e succhi di frutta poiché ricchi di ossalato di calcio (in particolar modo quelli che contengono un'alta percentuale di zucchero);
  4. È consigliabile evitare o limitare il consumo di vegetali e frutti quali spinaci, barbabietole, pomodori verdi, patate, melanzane, soia e noci, , kiwi e fragole poiché ricchi di ossalati di calcio;
  5. Limitare fortemente l’aggiunta di sale nei cibi, e in generale il consumo di alimenti e condimenti sapidi quali salsa di soia, pizze, pane, focacce e alimenti in scatola e affumicati. Per la stessa ragione meglio non salare troppo l’acqua della pasta;
  6. Assumere molta acqua. Questa faciliterà l'espulsione dei calcoli e delle scorie;
  7. Aumentare il consumo di legumi per prevenire e curare i calcoli renali da alternare alle proteine di origine animale troppo ricche di purine. Tra le carni, preferire quelle bianche (pollame, vitello, coniglio);
  8. Integrare nella propria dieta verdura con effetto diuretico, antinfiammatorio e alcalinizzante tra cui: sedano, carote, carciofo, cicoria, asparagi, cipolle, prezzemolo, ortica e finocchio;
  9. Prediligere frutti diuretici e poco acidi quali mele, pere, meloni, ciliegie, pompelmi;
  10. Tra i latticini preferire ricotta e yogurt.

Per alleviare i sintomi dolorosi e i fastidi legati alla presenza di calcoli renali, tra i rimedi naturali e fitoterapici (le erbe e le piante sono sempre state usate per aiutare l’espulsione dei calcoli durante le coliche e per stimolare la diuresi) sono consigliati:
  • Betulla;
  • Tarassaco;
  • Gramigna;
  • Ononide spinoso;
  • Verga d'oro.

Come prevenire l’insorgenza di calcoli renali?

Chi sa di avere una forte predisposizione all'insorgenza di calcoli renali o ne hanno sofferto nel passato, deve recarsi regolarmente dal medico per le visite di controllo periodiche e prestare particolare attenzione al proprio stile di vita, all'alimentazione, alla quantità di acqua assunta giornalmente, allo sport praticato ed eventualmente provvedere a eliminare il fumo e a limitare il consumo di alcolici.

In generale, per prevenire la comparsa di calcoli renali è necessario tenere in considerazione alcune semplici regole.
  • In primo luogo è consigliabile evitare pasti ricchi preferendo piccole porzioni (di alimenti sani). Inoltre è necessario mantenere uno stile di vita attivo e dinamico evitando la sedentarietà e praticando regolarmente sport. Trenta minuti di camminata al giorno possono essere sufficienti;
  • Tra i consigli dei medici rientra spesso quello di assumere due litri d'acqua al giorno unitamente a tisane diuretiche che possono anch'esse prevenire l'insorgenza di calcoli renali e accumuli;
  • È consigliabile altresì dedicarsi ad un'attività sportiva in maniera costante per mantenere il corpo in salute e favorire l'eliminazione naturale delle scorie da parte dell'organismo, evitando che si creino gli accumuli responsabili dei calcoli renali. Spesso gli specialisti ricordano ai loro pazienti che lo stress così come uno scarso numero di ore di sonno e un'alimentazione ricca di cibi grassi, zuccherati e alcolici facilitano la comparsa di calcoli renali;
  • Infine, una corretta e costante igiene intima consente di ridurre le possibilità che si manifestino infezioni delle vie urinarie. Anche queste ultime, in molti casi, possono essere la causa dei calcoli renali.
 
Immagine che rappresenta un uomo con dei dolori alla schiena per calcoli renali
 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 

Domande e risposte

Quanto tempo occorre per espellere un calcolo renale?

L’espulsione spontanea di un calcolo renale è l’esito più auspicabile, ancorché doloroso, di una colica. I tempi e la “facilità” dell’espulsione dall’uretra dipendono dalle dimensioni del calcolo. Per un calcolo piccolo (5-7 mm), ad esempio, occorre in media una settimana per eliminarlo dal corpo (con un range minimo-massimo di 2-15 gg). Contestualmente, per facilitare l’operazione, è necessario bere molta acqua in poco tempo (un litro in un quarto d’ora), in modo a creare una sorta di effetto tsunami interno, ma solo se in ottime condizioni di salute. Naturalmente per calcoli di dimensioni superiori è necessario sottoporsi alle terapie specifiche previste per la litiasi renale, perché difficilmente è possibile eliminarli spontaneamente. 

Quali sono i sintomi di una colica renale?

La colica renale è un evento estremamente doloroso che rappresenta anche il sintomo principale di una presenza di calcoli urinari, e che si verifica quando un calcolo si incanala verso l’uretere e l’uretra per essere poi espulso attraverso l’urina. Le dimensioni e le caratteristiche del calcolo possono rendere l’esperienza della colica più o meno intensa. Vediamo i sintomi da riconoscere:

  • Forte mal di schiena nella fascia lombare;
  • Dolore acuto da un solo lato del corpo che dal fianco si propaga all’inguine e spesso alla gamba corrispondente;
  • Dolore acuto, trafittivo al basso addome che tende ad aumentare di intensità;
  • Dolore ondivago, che fluttua in intensità;
  • Nausea e/o vomito;
  • Ematuria (sangue nelle urine);
  • Urine torbide o maleodoranti;
  • Bruciore durante la minzione;
  • Tachicardia;
  • Impellente bisogno di urinare anche piccole quantità di urina;
  • Pallore, aspetto sofferente;
  • Talvolta febbre, ma solo se la colica è accompagnata da un’infezione dell’apparato urinario, che si verifica quando i calcoli ostruiscono le vie urinarie e portano ad un ristagno di urine con conseguente proliferazione batterica.

Come si formano i calcoli renali?

I calcoli renali sono delle concrezioni dure che si formano quando le urine sono particolarmente ricche di composti che tendono ad aggregarsi in cristalli quali ossalati di  calcio e acidi urici, in una quantità superiore rispetto a quanto la parte liquida sia in grado di diluire. Inoltre, affinché i calcoli si formino, occorre che nelle urine manchino o siano insufficienti sostanze in grado di contrastare l’aggregazione di tali composti. Questa condizione concomitante di eccesso di composti aggreganti, e carenza di sostanze anti aggreganti, rende le urine ambiente favorevole alla formazione dei calcoli (litiasi).

Quali cibi possono portare alla formazione dei calcoli renali?

In genere sono tutti quegli alimenti e bevande ricchi di ossalati o purine (sostanze presenti in alimenti proteici di origine animale), tra cui:

  • Spinaci;
  • Barbabietola rossa;
  • Cioccolato;
  • Bietole;
  • Verze;
  • Pomodori verdi;
  • Noci e frutta secca a guscio in generale;
  • Tè (in particolare verde);
  • Soia e derivati;
  • Pesce in scatola, crostacei, pesce affumicato o sotto sale;
  • Insaccati e salumi;
  • Carni rosse, cacciagione-
Chi sia soggetto a calcoli renali e li formi facilmente, dovrebbe limitare fortemente questi alimenti, e bere sempre molta acqua oligominerale. 

Quali sono i rimedi naturali per alleviare una colica renale?

Una colica dolorosa ma priva di complicanze (quali presenza di febbre o di sangue nelle urine), si può alleviare in diversi modi, me è sempre bene avvisare il proprio medico di base delle proprie condizioni e informarlo del fatto che state prendendo delle misure per cercare di facilitare l’espulsione del calcolo e per ridurre l’intensità del dolore. Alcuni rimedi utili casalinghi includono:
Bere molta acqua, perché l’idratazione e il volume stesso dei fluidi facilita l’espulsione del calcolo e impedisce che l’urina ristagni diventando focolaio infettivo. Tuttavia, alcune “scuole di pensiero” sostengono che, al contrario, con una colica renale in corso è meglio non affaticare i reni eccedendo con i liquidi ingeriti. Per tale ragione è meglio seguire il consiglio del vostro urologo/a o medico di base
Fare bagni caldi per rilassare la muscolatura interessata dalla colica e ridurre gli spasmi. Allo stesso scopo potete usare una borsa dell’acqua calda
Provare i rimedi dolci della fitoterapia. Per la calcolosi renale e le coliche sono consigliati la phillantus nyruri (anche detta “erba spaccapietra”), l’ononide spinoso che ha un effetto ansispasmodico, e il rusco che è un ottimo antinfiammatorio
In caso di dolore molto forte si può sempre ricorrere ai farmaci analgesici da banco FANS. 

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