Calcoli alla colecisti o cistifellea, sintomi: dove fa male. Dove è meglio curarsi? Dati PNE

Calcoli alla colecisti o cistifellea, sintomi: dove fa male. Dove è meglio curarsi? Dati PNE

Indice

Domande e risposte
 

Micuro ti aiuta a trovare le strutture migliori per Colecistectomia Laparoscopica

Di seguito i dati sulle migliori strutture per colecistectomia laparoscopica. La valutazione di queste strutture si basa sui dati del Programma Nazionale Esiti (dati del 2023, riferiti al 2022), resi pubblici per conto del Ministero della Salute. Micuro analizza e sintetizza questi dati per stilare classifiche che ti aiuteranno a individuare la struttura più adatta alle tue esigenze

Come ha spiegato la Prof.ssa Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e responsabile del Comitato Scientifico di Micuro: “È stato dimostrato in letteratura che all’aumentare del numero di interventi di colecistectomia laparoscopica eseguiti da una struttura sanitaria aumenta l’efficacia delle cure, ad esempio riducendo le complicanze nei 30 giorni dopo l’intervento chirurgico. Perciò, è importante scegliere le strutture che raggiungono le soglie minime fissate dal Ministero della Salute (n.100 interventi/anno) al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente. Oltre al numero totale di interventi eseguiti in un anno è fondamentale considerare anche l’appropriatezza delle cure e, dunque, secondo le soglie fissate dal Programma Nazionale Esiti, la percentuale di pazienti che resta in ospedale meno di 3 giorni dopo l'intervento chirurgico che dovrebbe essere superiore al 70%”.


Classifica nazionale: le 5 strutture che nel 2022 in Italia hanno effettuato un maggior numero di interventi chirurgici per colecistectomia laparoscopica

  1. Policlinico Universitario A.Gemelli di Roma (n° interventi: 1015, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 90,81%)
  2. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze (n° interventi: 707, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 84,47%)
  3. Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana di Pisa (n° interventi: 686, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 89,86%)
  4. Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma (n° interventi: 578, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 91,58%)
  5. Ospedale Niguarda di Milano - ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (n° interventi: 552, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 76,57%) Casa di Cura Villa Serena di Città Sant'Angelo (PE) (n° interventi: 552, % ricoveri con degenza post-operatoria < 3 giorni: 88,41%)


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Calcoli alla cistifellea o colecisti: che cosa sono

I calcoli alla cistifellea, organo del nostro apparato digerente noto anche come colecisti, non sono altro che depositi di materiale, prevalentemente cristalli di colesterolo o bilirubina, cioè sostanze non facilmente idrosolubili, nella cistifellea. Si tratta di “sassolini” dalle dimensioni variabili: si va dai 5 millimetri, a calcoli di anche 6 centimetri di diametro.

La condizione di chi soffre di calcoli alla cistifellea è detta colelitiasi. La cistifellea è quell’organo che immagazzina la bile prodotta dal fegato durante la digestione per infonderla poi nell’intestino tenue. Ha la forma di una piccola sacca che assomiglia a una pera e si trova nella parte inferiore del fegato, ed è connessa ad esso dai dotti biliari, che trasportano appunto la bile all’intestino. La bile è un liquido composto da sali biliari, da bilirubina, da elettroliti come bicarbonato e sodio, e da grassi come il colesterolo. È necessaria per coadiuvare correttamente la digestione ed eliminare le sostanze non necessarie all’organismo.

immagine infografica che rappresenta l'anatomia della cistifellea e dei calcoli

Perché vengono i calcoli alla cistifellea

L’accumulo di queste sostanze che passano dal fegato all’intestino può dare origine ai calcoli biliari. La causa più frequente dei calcoli alla cistifellea è l’eccessiva produzione di colesterolo da parte del fegato, in forma di particelle solide che possono accumularsi.

I fattori di rischio noti per l’insorgenza dei calcoli alla cistifellea sono il sesso femminile (fra le donne è maggiore la prevalenza di questo disturbo per ragioni legate agli sbalzi ormonali, alla gravidanza e all’allattamento), l’età, una dieta non equilibrata, ricca di grassi e povera di fibre, e l’obesità, ma anche una perdita di peso eccessivamente repentina. Il digiuno infatti fa aumentare il livello di colesterolo nella bile e non permette alla cistifellea di svuotarsi in maniera regolare e corretta.

I diabetici hanno probabilità molto elevate di contrarre calcoli biliari per via dei trigliceridi (grassi) alti.

Come riconoscere i sintomi di calcoli alla cistifellea

Nell’80% delle persone, i calcoli sono asintomatici, cioè non danno alcun problema o disturbo che ci possa far pensare alla loro presenza. Un caso su cinque invece presenta sintomi, prima di tutto un dolore intenso e prolungato nel lato destro della pancia, sopra l’intestino e sotto il costato, con irradiamento verso la schiena, in particolare vicino alla scapola destro, e il braccio. In alcune persone si hanno dolori anche nella parte centro-addominale dell’addome.

Solitamente il dolore compare dopo mangiato e può durare anche qualche ora, cioè durante la digestione. Talvolta compare anche durante la notte mentre dormiamo.
Altri sintomi sono:

  • Nausea e vomito, causati da una cattiva gestione degli acidi e da un accumulo di residui da parte della cistifellea;
  • Un senso di lingua amara, e in generale un cattivo sapore in bocca, alitosi;
  • Indigestione con rigonfiamento dell’addome. In genere i dolori compaiono nel momento in cui lo stomaco si riempie quindi è più facile avvertirli dopo i pasti;
  • Mancanza di appetito causata dalla pressione che esercita la cistifellea sullo stomaco;
  • Cambiamenti nella colorazione dell’urina che acquisisce una tonalità giallognola o marrone;
  • Febbre;
  • Ittero, nel caso in cui ci sia un accumulo eccessivo di bilirubina che rimanendo nel sangue si insinua nei tessuti del corpo e negli occhi facendo acquisire alla pelle un colorito tendente al giallo;
  • Sonnolenza.

Siccome si tratta di sintomi che possono essere dovuti anche ad altre patologie, l’unico modo per diagnosticare con sicurezza i calcoli alla cistifellea è l’ecografia addominale.

Come si curano i calcoli alla cistifellea: rimedi e farmaci

I calcoli alla cistifellea non vanno sottovalutati, ed è importante non lasciarsi convincere con terapie “naturali” fai da te. È vero che l’intervento chirurgico non è richiesto spesso e che nella maggior parte dei casi il problema si risolve in poco tempo e con semplici accortezze, ma è altrettanto vero che se non sono trattati adeguatamente, i calcoli alla cistifellea a lungo andare possono portare delle conseguenze, anche gravi, all’organismo. I principali sono:

  • Pancreatite, cioè l’infiammazione del pancreas, che richiede ricovero;
  • Ittero, il colore giallastro della pelle. Si ha l’ittero quando i calcoli passano dalla colecisti al dotto che la collega all’intestino, il coledococo. 
Per evitare queste spiacevoli conseguenze, dopo una diagnosi di calcoli alla cistifellea tramite ecografia, lo specialista gastroenterologo valuterà l’approccio più indicato per la specifica situazione, che può essere alimentare e farmacologico.

I farmaci per curare i calcoli alla cistifellea hanno l’obiettivo di sciogliere il calcolo di modo che venga eliminato poi tramite l’intestino. Si assumono oralmente e sono sostanze che contengono acidi che possono aiutare lo scioglimento del calcolo. È necessario assumere questi farmaci per un periodo sufficientemente lungo, quando indicato dal medico, e funzionano in caso di calcoli di piccole dimensioni.

In alcuni casi si suggerisce la rimozione dei calcoli biliari attraverso colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE), una procedura che consiste nell’introduzione di un particolare endoscopio attraverso la bocca, fino a raggiungere il duodeno, e dunque le vie biliari tramite mezzo di contrasto. Si tratta di un intervento della durata di 30-60 minuti, che richiede il ricovero e la sedazione profonda effettuata dall’anestesista.

Quando bisogna operarsi alla cistifellea?

Qualora la colecisti fosse molto infiammata, si valuta la possibilità dell’intervento chirurgico di rimozione. Vivere senza colecisti è possibile e non dà particolari problemi, similmente a quel che avviene in chi vive senza appendicite. 

Senza la colecisti il fegato produrrà solo la bile in una quantità che può essere smaltita e digerita dall’organismo con una dieta normale. Nello specifico, la bile prodotta confluirà direttamente nell’intestino tenue e non sarà conservata da nessuna parte. L'unica conseguenza della rimozione, potrebbe essere visibile nelle feci, che diventano più abbondanti e morbide.

L’intervento chirurgico, definito colecistectomia, è un piccolo intervento chirurgico che si esegue per via laparoscopica, quindi è considerato mininvasivo e richiede solo un giorno di ricovero e la persona potrà riprendere le normali attività in poco tempo visto che, durante l’operazione, non vengono intaccati in alcun modo i muscoli addominali. Una volta operata, la persona avrà risolto il problema dei calcoli alla cistifellea.

Di rado l’infiammazione può essere molto estesa e richiedere un intervento chirurgico a cielo aperto, in quel caso il ricovero sarà di qualche giorno più lungo.
 

Consulta le Migliori Strutture per Colecistectomia laparoscopica (fonte dati PNE):

Migliori Strutture per Colecistectomia laparoscopica

Cibi da evitare per chi soffre di calcoli

Non ci sono formule magiche, rimedi della nonna, per evitare al 100% l’insorgenza dei calcoli alla cistifellea, per i fattori di rischio che si citavano in precedenza, a cui si aggiunge la predispozione genetica: se altri familiari sono stati soggetti a calcoli alla cistifellea, saremo maggiormente predisposti. 

Tuttavia, sicuramente chi soffre di calcoli è bene che segua una dieta povera di grassi, e di alimenti processati come per esempio gli insaccati, e in generale un’alimentazione equilibrata facendo attenzione ai cibi ad alto contenuto di colesterolo. È bene limitare il consumo di alcol e di bevande molto zuccherate o processate. Al tempo stesso è bene fare attenzione ai dimagrimenti troppo rapidi perché potrebbero alterare la produzione della bile e quindi esporci maggiormente al rischio di calcoli.

Anche qui è importante evitare il fai da te: se abbiamo un’alimentazione non sana, magari accompagnata da sovrappeso, la cosa più intelligente da fare è recarsi da uno specialista nutrizionista che saprà darci dei consigli mirati alla nostra specifica situazione, anche in relazione ai calcoli e più in generale alla salute del nostro fegato. 

immagine che rappresenta un'alimentazione sana per chi soffre di calcoli alla cistifellea


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quali sono i sintomi dei calcoli alla cistifellea?

Nell’80% delle persone, i calcoli sono asintomatici, cioè non danno alcun problema o disturbo che ci possa far pensare alla loro presenza. Un caso su cinque invece presenta sintomi quali:

  • Dolore intenso e prolungato nel lato destro della pancia, sopra l’intestino e sotto il costato, con irradiamento verso la schiena, in particolare vicino alla scapola destro, e il braccio;
  • Nausea e vomito, causati da una cattiva gestione degli acidi e da un accumulo di residui da parte della cistifellea;
  • Un senso di lingua amara, e in generale un cattivo sapore in bocca, alitosi;
  • Indigestione con rigonfiamento dell’addome. In genere i dolori compaiono nel momento in cui lo stomaco si riempie quindi è più facile avvertirli dopo i pasti;
  • Mancanza di appetito causata dalla pressione che esercita la cistifellea sullo stomaco;
  • Cambiamenti nella colorazione dell’urina che acquisisce una tonalità giallognola o marrone;
  • Febbre;
  • Ittero, nel caso in cui ci sia un accumulo eccessivo di bilirubina che rimanendo nel sangue si insinua nei tessuti del corpo e negli occhi facendo acquisire alla pelle un colorito tendente al giallo;
  • Sonnolenza.

Come eliminare i calcoli alla colecisti senza intervento?

I farmaci per curare i calcoli alla cistifellea hanno l’obiettivo di sciogliere il calcolo di modo che venga eliminato poi tramite l’intestino. Si assumono oralmente e sono sostanze che contengono acidi che possono aiutare lo scioglimento del calcolo. È necessario assumere questi farmaci per un periodo sufficientemente lungo, quando indicato dal medico, e funzionano in caso di calcoli di piccole dimensioni.

Cosa fare in caso di calcoli alla cistifellea?

Se il dolore è prolungato per giorni e molto forte, bisogna recarsi dal medico per una visita. Se la diagnosi è confermata il medico valuterà come intervenire: se si tratta di piccoli calcoli e la colecisti non è infiammata, sarà sufficiente assumere un farmaco per un certo periodo e la situazione si risolverà. Altrimenti sarà cura del medico suggerire l’intervento di rimozione della cistifellea, che è una piccola operazione mininvasiva che richiede una giornata di ricovero.

Che dolori provocano i calcoli alla cistifellea?

Un dolore intenso e prolungato nel lato destro della pancia, sopra l’intestino e sotto il costato, con irradiamento verso la schiena, in particolare vicino alla scapola destro, e il braccio. In alcune persone si hanno dolori anche nella parte centro-addominale dell’addome.
Solitamente il dolore compare dopo mangiato e può durare anche qualche ora, cioè durante la digestione. Talvolta compare anche durante la notte mentre dormiamo.

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