Indice
Domande e risposte
Che cos'è l'asma?
L’
asma bronchiale è una
malattia respiratoria cronica fra le più
diffuse nel mondo che si manifesta con una
infiammazione cronica delle vie aeree, non dovuta a una fattore infettivo, ma
immunologico. Colpisce frequentemente sin da bambini.
Le vie aeree di una persona normale rimangono
sempre bene aperte. La presenza nell’aria inalata di sostanze potenzialmente dannose o corpi estranei, ne causa tuttavia la
parziale chiusura, attraverso un meccanismo di
difesa, definito
broncospasmo, innescato da
stimoli nervosi. Le vie aeree delle persone che soffrono di asma sono
iperreattive nei confronti degli stimoli esterni e
reagiscono producendo broncospasmo anche in presenza di stimoli non dannosi. In queste persone l’infiammazione delle vie aeree provoca un
aumento della
responsività bronchiale che, si traduce nei cosiddetti ‘attacchi d’asma’, cioè in
vere crisi respiratorie, con
respiro affannato e
difficoltoso,
costrizione toracica,
sibilo e forte
tosse.
Il fenomeno dell’iperreattività bronchiale è la
causa finale diretta degli attacchi di asma, circostanze acute nelle quali l’aria
fatica ad entrare nei
polmoni.
Che cosa provoca l’asma?
Non è
facile determinare che cosa
scateni l’asma, perché si tratta di una
malattia multifattoriale: con fattori
genetici e
ambientali. Alla
base della reazione ai fattori ambientali c’è il
fattore immunologico soggettivo. La risposta infiammatoria dipende dai linfociti T e dalle cellule delle vie aeree (i fibroblasti) che producono le
citochine, che sono delle proteine secretorie che devono svolgere la funzione di mediatori infiammatori. In alcune persone l’
epitelio delle vie aeree reagisce
ispessendo la membrana basale.
Poi ci sono le
predisposizioni alle
allergie. L’asma è spesso associata ad
atopia, cioè una iperproduzione di immunoglobuline E (IgE) contro i
comuni allergeni ambientali, come:
- I pollini;
- Gli acari;
- I peli degli animali;
- Le muffe.
In queste persone, il
contatto con questi
allergeni scatena gli
anticorpi danno il via alla risposta infiammatoria.
La
risposta immunitaria provoca:
- La produzione continua di muco, denso e vischioso. Il fatto che l’asma inattivi i fenomeni di clearance muco-ciliare (i sistemi di pulizia delle vie respiratorie) rende inefficace l’intervento della tosse, che pure è presente e abbondante;
- L’edema (rigonfiamento) della mucosa bronchiale, che riduce il calibro dei bronchi.
Questo
processo porta ai già detti
sintomi, che possono essere
più o
meno intensi: difficoltà a respirare (dispnea), un respiro che si fa sibilante, e che tende a peggiorare di notte ed espettorazione.
In alcuni casi si arriva alla
Broncoostruzione, dovuta alla contrazione del muscolo liscio delle vie aeree, oppure a un’edema della parete bronchiale, alla
formazione di
tappi di
muco.
Uno degli argomenti più studiati oggi sull’asma è anche la
relazione con gli
stati d’ansia e di
forte stress.
Cosa aumenta il rischio di asma?
Ci sono comunque dei
fattori di
rischio riconosciuti per essere
predisponenti. Il
primo è l’esposizione a sostanze irritanti come il fumo di tabacco, incluso quello
passivo. Anche l’
inquinamento ambientale da polvere, gli acari, il particolato atmosferico, i pollini, hanno un ruolo molto importante, così come la presenza di muffa e umidità nell’ambiente in cui si vive, da un eccesso di umidità ambientale. Altri fattori di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie sono un
basso peso alla
nascita e la presenza di
infezioni polmonari precoci.
Un attacco d’asma può essere causato anche da
infezioni virali delle
vie aeree,
dall’esercizio fisico (asma da sforzo) o da
eventi atmosferici (ad esempio forti escursioni termiche o colpi di vento).
Per ridurre il rischio di attacchi d’asma si consiglia quindi di:
- Evitare lunghe permanenze in luoghi chiusi: il mancato ricambio di aria e lo stazionamento del paziente in ambienti con aria viziata possono facilitare l’insorgenza di attacchi;
- Ridurre la presenza di animali domestici: una buona percentuale di casi di asma è legata a predisposizione allergica. In caso di allergia al pelo degli animali domestici, il paziente dovrebbe evitare di ospitarli nella propria abitazione e di soggiornare in case che li accolgono. Sembrerebbe una raccomandazione superflua, ma non è così. Non è trascurabile il numero di pazienti che, sulla base del fatto che sono colpiti da attacchi lievi e sporadici, non si allontanano da animali domestici cui sono allergici;
- Evitare il più possibile il contatto con allergeni: in generale, il paziente affetto da asma di origine allergica devono evitare l’esposizione agli allergeni, sia respiratori (muffe, acari, pollini) che alimentari;
- Evitare di usare sostanze come profumi, lacche, vernici, solventi organici;
- Evitare di vivere in case piene di muffa e umidità;
- Non fumare, né frequentare persone che fumano abitualmente o luoghi dove si fuma;
- Fare troppi sforzi fisici: nei pazienti asmatici anche una breve corsa può innescare un attacco;
- Preferire durante il sonno la posizione una posizione non completamente distesa che favorisce il Reflusso gastroesofageo, che può provocare l’asma da reflusso.
Come capire che si tratta di asma?
Sia negli adulti che nei bambini l’
asma viene diagnosticata sulla base di una valutazione clinica e viene confermata dall’esecuzione di prove di
funzionalità respiratoria. La diagnosi differenziale può assumere peso nel caso di sospetta
broncopneumopatia ostruttiva cronica (BPCO) una malattia caratterizzata da sintomi in parte sovrapponibili a quelli dell’asma.
Dal punto di vista
funzionale, la malattia comporta
difficoltà a
espellere l’aria dai
polmoni. La resistenza che l’aria incontra nell’apparato respiratorio può essere misurata tramite uno strumento specifico, detto
spirometro. Il paziente soffia nel boccaglio dello strumento, mentre il medico registra una serie di
parametri descrittivi della funzionalità respiratoria.
Trattamenti
L’
intervento tempestivo con farmaci appropriati può
risolvere l’attacco d’asma, ma il trattamento dell’asma deve essere cronico, anche nei bambini. Viceversa,
una malattia non trattata o trattata inadeguatamente, può portare a conseguenze gravi, fra cui l’intensificazione dei sintomi e la riduzione degli intervalli fra un attacco e il successivo.
E’ l
’infiammazione che determina il livello di gravità dell’asma ed è anche il fattore che meglio risponde alla terapia con farmaci antinfiammatori somministrati per via inalatoria, anche in assenza di altri sintomi.
A seconda della
gravità dei
sintomi, la terapia può essere assunta solo al
bisogno oppure essere
regolarmente presa ogni giorno.
La
terapia farmacologica dell’asma si compone, nella maggior parte dei casi, di
farmaci inalatori, che vengono formulati e venduti in appositi dispositivi che permettono l’inalazione. È molto importante imparare bene la tecnica per una corretta inalazione, altrimenti si rischia che il farmaco
non arrivi bene in
profondità nelle vie respiratorie e che, quindi, non eserciti tutto il suo effetto. Una terapia
ben fatta permette di tenere sotto controllo la malattia e non andare incontro a spiacevoli
episodi acuti di asma. In ogni caso, contestualmente alla diagnosi, il medico illustra anche le modalità con cui deve essere assunta la terapia.
La
terapia dell’asma comprende un discreto
numero di
categorie di
farmaci, con cui lo specialista calibra una terapia personalizzata per il paziente:
- Broncodilatatori a breve durata d’azione: sono i cosiddetti SABA – Shortly Acting Beta Agonist (sostanze ormai molto conosciute dal pubblico, come il salbutamolo); producono un sollievo temporaneo della sintomatologia, ma non agiscono sull’infiammazione che la genera e possono aumentare il rischio di riacutizzazioni della malattia;
- Broncodilatatori a lunga durata d’azione: sono i LABA – Long Acting Beta Agonist (come il formoterolo); non si limitano ad agire nel breve, ma permettono di controllare la sintomatologia per intervalli di tempo maggiori, per una più efficace gestione della malattia;
- Cortisonici inalatori: sono gli ICS – Inhaled CorticoSteroid; si tratta di cortisonici (come la ciclesonide) che devono essere assunti per uso inalatorio allo scopo di modulare l’infiammazione bronchiale;
- Antimuscarinici e anti-leucotrienici (come il montelukast): hanno effetto antinfiammatorio e vengono aggiunti alla terapia standard se questa non è efficace nel controllare i sintomi;
- Farmaci biologici: sono indicati solo per i pazienti con asma grave non controllabile con la terapia tradizionale. Questa categoria di medicinali ha cambiato la storia dell’asma grave. I farmaci ottenuti con le biotecnologie hanno anche permesso di limitare il dosaggio dei cortisonici, riducendo gli effetti collaterali per il paziente.
Anche
alcuni rimedi, cioè seguire i consigli già citati in precedenza per
evitare l’aggravarsi della
condizione, possono contribuire alla terapia.
Asma e COVID-19
I
pazienti asmatici sono più a
rischio di esiti
gravi della
malattia? Al momento
non abbiamo una
risposta certa. Tutte le infezioni polmonari rischiano di peggiorare i sintomi dell’asma, e in generale chi soffre d’asma è più vulnerabile alle
infezioni virali, ma
non abbiamo
abbastanza dati per affermare se le persone asmatiche si sono ammalate
di più o in modo più grave rispetto alla popolazione generale.
La
ricerca sta comunque procedendo. Uno studio pubblicato nell’agosto 2020 e condotto dal network italiano di Centri di eccellenza nella cura dell’asma grave appartenenti al registro SANI (Severe Asthma Network Italy), ha indagato
l’incidenza della malattia in un campione di 1500 pazienti asmatici italiani. Risultato:
solo l’1,7% di questi pazienti ha avuto il COVID-19. Sembrerebbe dunque che i pazienti con asma grave
non siano da considerare ad
alto rischio rispetto alla
popolazione generale. Le
ipotesi sono al
vaglio: potrebbe essere una conseguenza del fatto che gli asmatici prestano
maggior attenzione alle misure igieniche perché sanno di essere più a rischio e nell’assunzione della terapia. Ma potrebbe anche darsi che questo
scarso impatto sia dovuto alla
riduzione dell’espressione dell’enzima ACE2 tipica nei pazienti con asma allergica, e che è proprio il recettore cellulare per SARS-CoV-2.
Dove e Come Mi Informo: intervista al Dottor Matteo Bonini
Il
Dottor Matteo Bonini, Professore di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Roma, ha spiegato come possono peggiorare i sintomi dell’asma durante la stagione fredda e quali terapie sono disponibili in caso di manifestazione della patologia.
L’asma rappresenta una delle tappe più importanti dell’
evoluzione allergica, sebbene solitamente non sia il primo sintomo a insorgere: spesso è
preceduto da manifestazioni cutanee e sintomi delle alte vie aeree. Nella maggior parte dei casi, l’asma sopraggiunge in età
pediatrica o
adolescenziale, sebbene non sia insolito che si manifesti tra gli adulti.
In caso di sintomatologia, per una
diagnosi corretta, ci si può rivolgere inizialmente al medico di base o al pediatra, valutando successivamente la necessità di una visita da uno specialista:
pneumologo o
allergologo.
Paolo Pedemonte @paolohealtsoup ha intervistato l’esperto per Doveecomemicuro.
Clicca sull'immagine per vedere l'intervista completa: buon ascolto!
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Quali sono i sintomi dell'asma?
Le vie aeree delle persone che soffrono di asma sono iperreattive nei confronti degli stimoli esterni e reagiscono producendo broncospasmo anche in presenza di stimoli non dannosi. In queste persone l’infiammazione delle vie aeree provoca un aumento della responsività bronchiale che, si traduce nei cosiddetti ‘attacchi d’asma’, cioè in vere crisi respiratorie, con respiro affannato e difficoltoso, costrizione toracica, sibilo e forte tosse.
Il fenomeno dell’iperreattività bronchiale è la causa finale diretta degli attacchi di asma, circostanze acute nelle quali l’aria fatica ad entrare nei polmoni.
Cosa può provocare l'asma?
Non è facile determinare che cosa scatena l’asma, perché si tratta di una malattia multifattoriale: con fattori genetici e ambientali. Alla base della reazione ai fattori ambientali (fumo, inquinamento, pollini, infezioni) c’è il fattore immunologico soggettivo. La risposta infiammatoria dipende dai linfociti T e dalle cellule delle vie aeree (i fibroblasti) che producono le citochine, che sono delle proteine secretorie che devono svolgere la funzione di mediatori infiammatori. In alcune persone l’epitelio delle vie aeree reagisce ispessendo la membrana basale.
Poi ci sono le predisposizioni alle allergie. L’asma è spesso associata ad atopia, cioè una iperproduzione di immunoglobuline E (IgE) contro i comuni allergeni ambientali, come i pollini, gli acari, i peli degli animali, le muffe. In queste persone, il contatto con questi allergeni scatena gli anticorpi danno il via alla risposta infiammatoria.
Cosa è l'asma?
L’asma bronchiale è una malattia respiratoria cronica fra le più diffuse nel mondo che si manifesta con una infiammazione cronica delle vie aeree, non dovuta a una fattore infettivo, ma immunologico. Colpisce frequentemente anche i bambini.
Le vie aeree di una persona normale rimangono sempre bene aperte (pervie). La presenza nell’aria inalata di sostanze potenzialmente dannose o corpi estranei, ne causa tuttavia la parziale chiusura, attraverso un meccanismo di difesa, definito broncospasmo, innescato da stimoli nervosi.
Come si cura l'asma?
La terapia farmacologica dell’asma si compone, nella maggior parte dei casi, di farmaci inalatori, che vengono formulati e venduti in appositi dispositivi che permettono l’inalazione. È molto importante imparare bene la tecnica per una corretta inalazione, altrimenti si rischia che il farmaco non arrivi bene in profondità nelle vie respiratorie e che, quindi, non eserciti tutto il suo effetto. Una terapia ben fatta permette di tenere sotto controllo la malattia e non andare incontro a spiacevoli episodi acuti di asma. In ogni caso, contestualmente alla diagnosi, il medico illustra anche le modalità con cui deve essere assunta la terapia.