Indice
Domande e risposte
Che cos’è l’artrosi
L’
artrosi, chiamata anche
Osteoartrosi ipertrofica è una
malattia degenerativa delle
articolazioni che si caratterizza con la
distruzione e la potenziale
perdita della cartilagine articolare. La
cartilagine è quel “cuscinetto” che garantisce un minimo attrito fra le ossa. Quando
questo cuscinetto si riduce per usura e danneggiamento dovuti all’età, le
ossa si
toccano fra di
loro causando
dolore,
gonfiore e
rigidità nei movimenti. Possono anche formarsi i cosiddetti
osteofiti, cioè protuberanze ossee fastidiose in particolare sulle mani, dovute a ipertrofia ossea.
Le
aree più colpite da artrosi sono solitamente quelle maggiormente sottoposte al carico come:
- La colonna vertebrale;
- Le anche;
Le ginocchia;
- Il bacino;
- Le articolazioni di braccia, polsi e mani e alla spalla:
L’artrosi
è molto comune dopo i 50 anni-60 anni, così come l’
osteoporosi (non vanno confuse però, sono due cose diverse!) e colpisce quasi tutte le persone intorno agli 80 anni, anche se non sempre ce ne rendiamo conto perché solo la metà dei pazienti presentano sintomi.
Attenzione anche a
non confondere l’artrosi con l’
artrite. L’artrite è una
patologia infiammatoria cronica di origine autoimmune che
può svilupparsi in soggetti di ogni età, anche nei bambini, mentre l’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni che si manifesta in
tutte le persone in modo più o meno pronunciato con l’
invecchiamento.
Tipi di artrosi
L’artrosi può essere di
due tipi:
- Primaria, quando è localizzata in alcune articolazioni di mani gambe o piedi generalmente, e compare in soggetti giovani;
- Secondaria, quando deriva da condizioni come traumi, anomalie, problemi al metabolismo della cartilagine che modificano il microambiente della cartilagine. Per esempio l’emocromatosi, la malattia di Wilson, oppure infezioni che possono trascinare con sé artrite postinfettiva ma anche malattie endocrine o neuropatiche come l’artrite reumatoide e la gotta.
Riguardo alle
parti del
corpo che può colpire, si distingue in:
- Osteoartrosi vertebrale cervicale e lombare, che può condurre a mielopatia o radicolopatia. Nel midollo osseo subcondrale può aumentare la pressione venosa, causando dolore (detto talora angina ossea). Si parla anche di artrosi interapofisaria, artrosi intertrasversaria vertebrale;
- Osteoartrosi dell'anca che può provocare una difficoltà nel compiere il movimento ampio della camminata. Si percepisce dolore nell'area inguinale, alla coscia e al ginocchio;
- Osteoartrosi del ginocchio che causa la perdita della cartilagine provocando forte dolore locale;
- Osteoartrosi erosiva che produce sinovite e cisti sinoviali a livello della mano. Colpisce principalmente le articolazioni interfalangee distali e prossimali, e solo nel 20% dei casi riguarda quelle trapezio-metacarpali, cioè alla base delle dita.
I primi sintomi dell’artrosi
Spesso l’artrosi
non dà alcun sintomo, e la
prevenzione è la migliore terapia: cercare di non prendere troppo peso, ed evitare posizioni e sport troppo usuranti.
Il
primo sintomo dell’artrosi è il
dolore, che si manifesta in
maniera graduale in seguito a particolari attività o al risveglio per i primi 30 minuti. Il dolore può avvenire alla palpazione o dopo certi movimenti precisi, e talvolta possono verificarsi un blocco meccanico totale o parziale (scatto), deformità e sublussazioni. Le articolazioni più colpite da deformità sono quelle
interfalangee distali e prossimali, provocando i
noduli di Heberden e Bouchard alle dita.
L’artrosi, a differenza di alcune forme di artrite,
non rientra tra le patologie previste dalla legge nelle apposite tabelle ministeriali per il
riconoscimento dell’invalidità civile, tranne in casi molto gravi in cui sia effettivamente
compromessa la possibilità di
svolgere le più basilari attività quotidiane.
Cause dell’artrosi
Nella maggior parte dei pazienti
non è possibile
risalire alla
specifica causa dell'osteoartrosi, ma talvolta il problema parte da un danno tissutale da lesione meccanica. Come si è detto, tutti invecchiando vanno incontro all’artrosi, che può essere più o meno pronunciata a seconda di vari fattori di rischio che ne determinano la gravità e l’impatto. Anzitutto la
familiarità, ma anche essere in
forte sovrappeso o obesi, dal momento che l’aumento del carico a lungo andare danneggia le articolazioni di ginocchia e anche.
Lo stesso può avvenire anche in
persone normopeso che eseguono
per molto tempo lavori pesanti e usuranti per le articolazioni. L’artrosi può anche presentarsi in seguito a fratture o alla prolungata attività di sport usuranti per le articolazioni delle gambe come il
calcio. Anche alcune malattie dell’apparato circolatorio come l’emofilia e l’osteonecrosi vascolare possono causare sanguinamenti che
danneggiano le articolazioni. Infine, chi soffre di artrite come l’
artrite reumatoide è più soggetto a danni alla cartilagine.
Come di diagnostica l’artrosi
La
diagnosi si basa sui sintomi del paziente, attraverso:
Durante la
visita il medico effettua una
valutazione basata sul peso corporeo, l’
età del paziente, eventuale
presenza di casi in
famiglia e
patologie pregresse. Viene considerato il
tipo di dolore e determinata la
limitazione dei
movimenti. In seguito verranno fatte le
radiografie delle articolazioni colpite che potranno mettere in evidenza:
- Deformazioni dell’articolazione (riduzione dello spazio tra le due estremità dell’articolazione);
- Osteofiti (escrescenze di tessuto osseo localizzate lungo i margini delle articolazioni);
- Eventuali cisti ossee.
Nei casi in cui risulta
necessaria una diagnosi differenziale viene effettuata la
Risonanza Magnetica Nucleare. Non esistono esami di laboratorio eseguibili per diagnosticare tale patologia.
Come si può curare (e prevenire) l’artrosi
Non esiste una cura per eliminare l’artrosi, ma si possono
trattare i sintomi dolorosi sia con antidolorifici che con infiltrazioni di corticosteroidi e acido ialuronico su consiglio medico, in presenza di infiammazione dovuta ad artrosi, per esempio a livello di ginocchia, mani e anche. Sono
rari i casi in cui si richiede l’utilizzo di
protesi per il movimento.
Il
rimedio casalingo più semplice quando compare il dolore è il
calore, applicando per esempio borse di acqua calda per aiutare le articolazioni e i muscoli a muoversi più facilmente.
La
cura migliore è comunque la
prevenzione:
- Cercare di perdere peso in modo da diminuire lo stress sulle articolazioni colpite da osteoartrite;
- Rafforzare i muscoli che sostengono le articolazioni (in particolare il ginocchio, la schiena e il collo) attraverso un esercizio fisico che non stressi le articolazioni. L'attività fisica è importante per preservare la cartilagine rafforzando i muscoli e mantenendo le articolazioni elastiche e stabili. Le attività più indicate sono il ciclismo, dato che con la bicicletta il muscolo lavora ma il ginocchio non viene sollecitato e non si trova a sostenere il peso corporeo, oppure le attività in acqua dove i movimenti risultano generalmente meno stressanti;
- Ricorrere a terapie manuali come i massaggi;
- Modificare alcune attività quotidiane come sedie e poltrone. Le persone che soffrono con osteoartrosi del rachide lombare, dell'anca o del ginocchio devono evitare sedie e poltrone troppo morbide che inducono una postura scorretta, così come porre cuscini sotto le ginocchia quando si sta in poltrona. È importante dormire su un letto duro, guidare su un sedile spostato in avanti per evitare l’affossamento in auto;
- Informarsi sulla qualità delle proprie scarpe. Indossare calzature ben sostenute o sportive.
RIFERIMENTI BIBILIOGRAFICI
In collaborazione con
Cristina Da Rold, giornalista freelance e consulente nell’ambito della comunicazione digitale. Si occupa di giornalismo sanitario data-driven principalmente su Infodata - Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Lavora per la maggior parte su temi legati all’epidemiologia, con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 è consulente per la comunicazione social media per l’Ufficio italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Collabora con alcune riviste mediche più specialistiche per Il Pensiero Scientifico Editore, con cui ha pubblicato nel 2015 il libro “Sotto controllo. La salute ai tempi dell’e-health”. Dal 2022 è docente di Social Media e Salute presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
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