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Domande e Risposte
Cos'è l'arresto cardiaco?
L’arresto cardiaco è un’emergenza medica che, se non fronteggiata e risolta prontamente, risulta fatale. Nonostante gli importanti progressi nella prevenzione,
l’arresto cardiaco resta un problema di Sanità Pubblica e una delle principali cause di morte. Varie condizioni determinano l’arresto cardiaco: la più comune è la
cardiopatia ischemica, che in Europa produce circa il
40% dei decessi prima dei 75 anni, ma l’arresto cardiaco può dipendere anche da
embolia polmonare massiva, disturbi idroelettrolitici, shock ipovolemico.
Si manifesta con un’
improvvisa perdita di coscienza, generalmente di lieve entità, talora preceduta da sintomatologia acuta (dolore toracico, palpitazioni etc.) Se non lo si soccorre in pochi minuti e in modo adeguato,
l’esito è infausto. Nel caso si parla di "
morte cardiaca", ulteriormente definita "
improvvisa", se il
decesso avviene entro un’ora dall’inizio della perdita di coscienza. Statisticamente questa realtà ha un’incidenza annua dell’1 per 1000 (circa
60.000 eventi/anno in Italia) e i dati riassuntivi di 37 comunità in Europa indicano che, in ambiente extra-ospedaliero, ogni anno si verificano 38 casi di arresto cardiaco su 100.000 abitanti con qualunque tipo di ritmo cardiaco, mentre la sola Fibrillazione Ventricolare (FV) ne caratterizza 17 su 100.000 per anno.
La definizione dell'
arresto cardiaco improvviso è la cessazione della circolazione che mantiene in vita le cellule del nostro organismo. Le
cause possono essere molteplici e talvolta sono presenti segni premonitori come
sudorazione fredda, nausea e vomito, difficoltà di respirazione, dolore al centro del torace. Appena ci si accorge di questi
sintomi è meglio subito allertare il
118. Una persona in arresto cardiaco
non è cosciente, non risponde e non risponde normalmente, per questo chiunque sia nei dintorni deve chiamare il più tempestivamente possibile il
118.
Gli interventi in soccorso
È possibile immaginare la sequenza degli interventi in caso di arresto cardiaco come gli anelli di una "catena della sopravvivenza": se anche un solo anello si dimostra debole e si spezza, tutta la catena perde di efficacia.
Questi quattro anelli sono rappresentati, nell’ordine, da:
- Riconoscimento precoce e chiamata al servizio di emergenza (in Italia si fa riferimento al numero telefonico unico 118);
- Applicazione di manovre rianimatorie precoci (rianimazione cardiopolmonare che troppo di rado viene praticata dai primi testimoni dell’evento, solo il 30% dei casi in Europa);
- Somministrazione di uno shock elettrico di defibrillazione entro 5 minuti dall’evento, tramite un defibrillatore semiautomatico esterno reperibile nei pressi del luogo dell’evento. Non tutte le situazioni presentano indicazione alla defibrillazione: condizioni quali l’asistolia o l’attività elettrica senza polso (detta anche dissociazione elettromeccanica) non sono defibrillabili (l’apparecchio, tuttavia, distingue in automatico i ritmi defibrillabili dai non defibrillabili e guida l’operatore tramite voce campionata);
- Trattamento post rianimatorio (da parte di operatori specializzati), in seguito a ripresa del circolo spontaneo, per stabilizzare la funzione cerebrale e quella cardiaca: qualora questo avvenga in tempi brevi e prima dell’arrivo in ospedale, aumentano notevolmente le probabilità di un recupero pressoché completo. Da qui la necessità di essere tempestivi nel riconoscere il problema e chiamare il soccorso rianimatorio nel minor tempo possibile.
Fondamentale è sottolineare che le
prime tre fasi possono essere praticate da chiunque: è, anzi, auspicabile che qualunque persona, anche se non medico o operatore sanitario in generale ("laico") sia adeguatamente addestrata a riconoscere l’arresto cardiaco, a praticare una efficace
rianimazione cardiopolmonare e a utilizzare il defibrillatore semiautomatico esterno, là dove sia disponibile. La quarta fase è di competenza del
personale sanitario specializzato, ma la velocità dell’intervento dei soccorsi attrezzati dipende appunto dalla velocità del riconoscimento e della chiamata.
La spiegazione in dettaglio di ciascuna fase, delle tecniche rianimatorie in generale e dell’utilizzo degli apparecchi per la defibrillazione esula, chiaramente, dallo scopo di questo testo poiché si tratta di contenuti didattici nell’ambito di corsi di formazione tenuti da personale specializzato, patrocinati da associazioni nazionali e internazionali come l’
Italian Resuscitation Council o l’European Resuscitation Council.
Emerge chiaramente la necessità di una formazione di base che consenta il riconoscimento dell’evento e l’intervento precoce anche da parte delle persone comuni. Questo, congiuntamente all’applicazione di Leggi che hanno destinato fondi per la diffusione e la manutenzione dei defibrillatori semiautomatici sul territorio, possono concretamente contribuire a salvare molte vite umane.

Il defibrillatore: dal 2017 un obbligo
Per tutte le società e le associazioni dilettantistiche, è entrato in vigore, con il decreto ministeriale del 26 Giugno 2017, l’
obbligo di avere all’interno degli impianti sportivi un defibrillatore e una persona che sia stata formata nel corretto utilizzo del dispositivo medico. La decisione è avvenuta a giugno tramite la firma di un decreto congiunto tra il ministero della Salute e quello per lo
Sport.
Luca Lotti, ministro dello Sport, spiega tramite un post Facebook che questa dotazione è “
un modo di rendere più sicuri e tutelati i tanti momenti di esercizio fisico che si praticano ogni giorno nel nostro ricchissimo mondo dello sport non professionistico. Troppo spesso funestato da tragedie evitabili grazie alla presenza di uno strumento tecnologico che può salvare la vita. Non sono pochi gli atleti che per tanti motivi si possono trovare in una condizione di emergenza mentre fanno sport”.
Viva! La Settimana per la Rianimazione Cardiopolmonare
Nel
2013 l'
Italian Resuscitation Council (IRC) ha raccolto l'invito dell'Unione Europea di
European Resuscitation Council (REC) di porre attenzione e diffondere in Italia la conoscenza delle manovre di
Rianimazione Cardiopolmonare (RCP). Anche per questo motivo è nata Viva!, la Settimana per la rianimazione cardiopolmonare.
Oltre
400.000 persone in Europa, ogni anno, sono colpite da arresto cardiaco improvviso e molte di queste potrebbero essere salvate se chi, accanto a loro, fosse in grado di soccorrerle tempestivamente. Per questo motivo il 14 Giugno 2012, il Parlamento Europeo ha invitato gli Stati ad organizzare attività, iniziative e campagne di sensibilizzazione, che aiutino i cittadini e gli operatori sanitari a saperne di più su come aiutare e soccorrere una persona che si trova in situazione di pericolo.
Tratto dal sito ufficiale della
Settimanaviva.it:
“
Ogni giorno in Europa muoiono per arresto cardiaco improvviso un numero di persone pari ai passeggeri trasportati da due Jumbo Jet”.
“
L’arresto cardiaco è il più importante problema sanitario in Europa. Se i testimoni di un arresto cardiaco iniziano la rianimazione cardiopolmonare (RCP) prima dell’arrivo dell’ambulanza le possibilità di sopravvivenza della vittima aumentano di due/tre volte rispetto ai casi in cui la RCP non viene iniziata. Nel 70% dei casi l’arresto cardiaco è testimoniato da qualcuno che può iniziare la rianimazione. Tuttavia in Europa la RCP viene iniziata dai testimoni dell’arresto cardiaco soltanto nel 15% dei casi. Se riuscissimo ad aumentare la percentuale dal 15% al 50-60% dei casi potremmo salvare circa 100.000 persone all’anno. In Europa ogni 90 secondi viene rianimato un paziente senza successo.” Prof.
Bernd BÖTTIGER (ERC, 2013).
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Advanced Life Support - Edizione italiana Linee Guida European Resuscitation Council 2010;
- Altamura G, Messina F. Manuale BLSD – ASL Roma B (in collaborazione con “Associazione Insieme per il Cuore” Onlus);
- Decreto 18 marzo 2011 “Determinazione dei criteri e delle modalita’ di diffusione dei defibrillatori automatici esterni di cui all’articolo 2, comma 46, della Legge n. 191/2009”;
- Legge 3 aprile 2001, n. 120;
- Legge 15 marzo 2004, n. 69;
- Legge 23 dicembre 2009 , n. 191 (Legge Finanziaria);
- Murray CJ, Lopez AD. Mortality by cause for eight regions of the world: Global Burden of Disease Study. Lancet 1997; 349: 1.269-76;
- Nolan JP, Soar J, Zideman DA, et al. European Resuscitation Council Guidelines for Resuscitation 2010. Section 1. Executive Summary. Resuscitation 2010; 81: 1.219-76;
- Sans S, Kesteloot H, Kromhout D. The burden of cardiovascular diseases mortality in Europe. Task force on the European Society of Cardiology on Cardiovascular Mortality and Morbidity Statistics in Europe. Eur Hearth J 1997; 18: 1.231-48;
- Weisfeldt ML, Sitlani CM, Ornato JP, et al. Survival after application of automatic external defibrillators before arrival of the emergency medical system: evaluation in the resuscitation outcomes consortium population of 21 million. J Am Coll Cardiol 2010; 55: 1.713-20;
- Zheng ZJ, Croft JB, Giles WH, Mensah GA. Sudden cardiac death in the United States, 1989 to 1998. Circulation 2001; 104: 2.158-63.
Domande e risposte
Cos'è l'arresto cardiaco?
L'arresto cardiaco è una condizione medica d'emergenza in cui il cuore smette improvvisamente di pompare sangue, causando una perdita di coscienza e, se non trattato immediatamente, può risultare fatale.
Quali sono le cause principali dell'arresto cardiaco?
Le cause più comuni dell'arresto cardiaco includono la cardiopatia ischemica, l'embolia polmonare massiva, i disturbi elettrolitici e lo shock ipovolemico. La cardiopatia ischemica rappresenta circa il 40% dei casi di morte improvvisa in Europa.
Come si riconosce un arresto cardiaco?
Un arresto cardiaco si manifesta con perdita di coscienza, mancanza di respiro e assenza di battito cardiaco. Sintomi premonitori possono includere dolore toracico, palpitazioni, sudorazione e difficoltà respiratorie.
Cosa fare in caso di arresto cardiaco?
In caso di arresto cardiaco, chiamare immediatamente il 118, iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e, se disponibile, utilizzare un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE). Il soccorso tempestivo aumenta notevolmente le probabilità di sopravvivenza.
Qual è il ruolo del defibrillatore in caso di arresto cardiaco?
Il defibrillatore è fondamentale per trattare l'arresto cardiaco causato da ritmi defibrillabili, come la fibrillazione ventricolare. Il DAE può somministrare uno shock elettrico che può ripristinare il normale ritmo cardiaco.
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