Aggiornato il 14.03.2025
L'anoressia nervosa è un disturbo alimentare caratterizzato da una restrizione estrema dell'assunzione di cibo, un intenso timore di aumentare di peso e una distorsione dell'immagine corporea, che porta la persona a percepirsi in sovrappeso anche quando è gravemente sottopeso. Questo disturbo può avere gravi conseguenze fisiche e psicologiche, e spesso è associato a una riduzione dell'autostima, una preoccupazione ossessiva per il controllo del peso e comportamenti compensatori come l'esercizio fisico eccessivo, l'uso di lassativi o il vomito autoindotto. L'anoressia nervosa può portare a conseguenze anche molto gravi, compromettendo la salute fisica, portando a danni agli organi vitali e a problematiche psicologiche, tra cui ansia, depressione e disfunzioni sociali. Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare che comprende psicoterapia, supporto nutrizionale e, se necessario, un intervento medico.
L'anoressia nervosa è dunque un disturbo complesso che richiede un trattamento accurato, multidisciplinare e personalizzato. La sua prevenzione, la diagnosi precoce, e il coinvolgimento attivo della famiglia sono essenziali per garantire un percorso di recupero efficace. Sebbene non esistano farmaci specifici per trattare l'anoressia, la psicoterapia, il supporto nutrizionale e, quando necessario, il ricovero in strutture specializzate possono fare una grande differenza nel successo del trattamento. La consapevolezza dei segnali precoci e l'accesso a un trattamento tempestivo sono fondamentali per combattere questo disturbo debilitante.
Secondo le stime dell'ISS (Epicentro), in Italia la prevalenza dell'anoressia nervosa è compresa tra lo 0,2% e lo 0,8% della popolazione generale. La fascia d'età più colpita è quella delle giovani donne tra i 15 e i 25 anni, sebbene il disturbo possa manifestarsi anche in età diverse.
È importante sottolineare che questi dati si riferiscono ai casi diagnosticati e trattati nei centri specializzati. È probabile che esista un numero significativo di persone con anoressia nervosa che non cercano o non ricevono assistenza, suggerendo che la prevalenza reale potrebbe essere più elevata.
Le cause dell'anoressia nervosa sono complesse e multifattoriali, coinvolgendo una combinazione di fattori biologici, psicologici, sociali e culturali. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo: alcune ricerche suggeriscono che i familiari di persone con anoressia nervosa possano avere un rischio maggiore di sviluppare disturbi simili. Tuttavia, non si tratta di un disturbo ereditario in senso stretto, ma piuttosto di una vulnerabilità che interagisce con altri fattori.
I fattori psicologici sono altrettanto importanti: una bassa autostima, il perfezionismo, l'ansia e la difficoltà a gestire le emozioni possono spingere una persona a cercare un controllo estremo sulla propria vita e sul proprio corpo, spesso come risposta a un disagio interiore. La percezione del corpo distorta, che porta a vedere sé stessi come sovrappeso anche in condizioni di grave malnutrizione, è uno degli aspetti centrali del disturbo.
Inoltre, la pressione sociale e culturale ha un impatto notevole: la visione di un corpo "perfetto", che è spesso estremamente magro, è un ideale che viene promosso dai media, dalla moda e da vari contesti sociali. Questa idealizzazione può spingere le persone, in particolare le donne giovani, a perseguire un corpo magro a ogni costo, alimentando così la spirale del disturbo alimentare.
I cambiamenti ormonali associati all'anoressia nervosa sono profondi e influenzano vari sistemi endocrini, con effetti significativi sulla salute generale. In particolare, uno dei primi impatti si osserva sul sistema riproduttivo: nelle donne, l'anoressia nervosa provoca una marcata riduzione dei livelli di estrogeno, l'ormone che regola il ciclo mestruale e le funzioni riproduttive. Questo abbassamento dell'estrogeno è una delle cause principali dell'amenorrea, ossia l'assenza di mestruazioni, un sintomo comune nell'anoressia nervosa. Negli uomini, invece, si verifica una riduzione dei livelli di testosterone, l'ormone sessuale maschile, che può influire negativamente sulla libido, sulla massa muscolare e sulla funzione sessuale.
In aggiunta, l'anoressia nervosa comporta anche un abbassamento dei livelli di ormoni tiroidei, come la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Questi ormoni sono cruciali per il metabolismo e il corretto funzionamento di numerosi organi e tessuti. La riduzione della loro produzione rallenta il metabolismo, contribuendo alla perdita di peso e alla riduzione dell'energia complessiva, che sono caratteristiche principali dell'anoressia nervosa.
Infine, si osserva un aumento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. L'ipersecrezione di cortisolo può contribuire a vari problemi, tra cui una maggiore vulnerabilità alla depressione e all'ansia, nonché alterazioni del sistema immunitario e danni alla salute ossea. L'alto livello di cortisolo, combinato con la carenza di estrogeno e testosterone, aumenta il rischio di osteoporosi, una condizione caratterizzata dalla fragilità delle ossa, che è particolarmente preoccupante nei pazienti con anoressia nervosa, che già presentano un basso peso corporeo.
Questi cambiamenti ormonali possono avere effetti a lungo termine sulla salute fisica e psicologica, rendendo fondamentale un intervento tempestivo per ristabilire l'equilibrio ormonale e prevenire complicazioni gravi.
L'anoressia nervosa è un disturbo che colpisce principalmente le donne, con un rapporto di circa 9 donne affette per ogni uomo. Le cause di questa maggiore predisposizione non sono ancora del tutto comprese, ma si ritiene che siano coinvolti fattori biologici, psicologici e sociali.
I modelli culturali e sociali che enfatizzano la magrezza come ideale estetico influenzano in modo significativo le donne, soprattutto durante l'adolescenza, quando l'autostima è particolarmente vulnerabile.
I sintomi dell'anoressia nervosa sono vari e si manifestano sia a livello fisico che psicologico. Tra i principali segnali da riconoscere ci sono:
Riconoscere precocemente i segni dell'anoressia è fondamentale, poiché il trattamento precoce aumenta significativamente le possibilità di recupero completo. Le persone che sviluppano l'anoressia nervosa tendono a isolarsi socialmente, evitando eventi in cui il cibo è centrale, come pranzi o cene con amici o familiari.
Le linee guida più recenti, come quelle fornite dal Ministero della Salute e da organizzazioni internazionali come l'American Psychiatric Association (APA) e la National Institute for Health and Care Excellence (NICE), puntano a un approccio integrato che consideri non solo gli aspetti fisici del disturbo, ma anche quelli psicologici e sociali.
Una delle principali novità introdotte dal DSM-5 nel 2013 è il raggruppamento dei disturbi alimentari sotto un'unica categoria, denominata "disturbi della nutrizione e dell’alimentazione". Il manuale fornisce una definizione più chiara e articolata: “I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti collegati con l’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale”. Questa definizione ha permesso una maggiore precisione nel trattamento e nell’identificazione dei disturbi alimentari, adattandosi meglio alle diverse fasce di età e alle specificità dei disturbi.
Nelle Linee di indirizzo nazionali italiane per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell’alimentazione, pubblicate dal Ministero della Salute nel 2017, gli autori evidenziano che la revisione dei criteri diagnostici pubblicata nel DSM-5 si è proposta l’obiettivo di definire una maggiore continuità diagnostica fra adolescenza ed età adulta, adattando i criteri alla possibilità di formulare la diagnosi anche in età infantile e adolescenziale.
Inoltre, la diagnosi dell'anoressia deve essere effettuata da uno specialista esperto, attraverso un'accurata valutazione psico-sociale e fisica. Il trattamento si articola in diverse fasi, con l'obiettivo principale di ripristinare un'alimentazione sana, correggere il comportamento alimentare disfunzionale e affrontare le problematiche psicologiche sottostanti.
Gli approcci terapeutici contro l’anoressia dunque sono i seguenti:
La durata della riabilitazione varia a seconda della gravità del disturbo e delle risposte individuali del paziente. In genere, il programma di riabilitazione dura dai 3 ai 12 mesi, ma alcuni pazienti possono aver bisogno di trattamenti più lunghi. Durante questo periodo, i pazienti partecipano a sessioni di psicoterapia, ricevano supporto nutrizionale, vengono monitorati da medici e psicologi, e partecipano a gruppi di supporto.
La prevenzione dell'anoressia nervosa è un compito difficile ma fondamentale, soprattutto in un contesto sociale in cui l'immagine corporea è spesso sovraesposta e idealizzata. Le iniziative di prevenzione devono partire dalla scuola, dai servizi sanitari e dalla comunità in generale. L’educazione all’autostima, il rispetto per il corpo e la promozione di stili di vita sani sono le basi su cui costruire una prevenzione efficace.
Le recenti linee guida sottolineano l'importanza di programmi di prevenzione che coinvolgano attivamente giovani, famiglie e scuole. Tali programmi devono mirare a sensibilizzare i ragazzi sui rischi legati a diete estreme e disturbi dell'alimentazione, insegnando loro a riconoscere i segnali di allarme del disturbo.
La famiglia gioca un ruolo fondamentale nel trattamento dell'anoressia nervosa, sia nella fase di prevenzione che in quella di recupero. Il supporto familiare è un fattore determinante per il successo del trattamento, e le linee guida moderne evidenziano come un coinvolgimento attivo e informato dei familiari possa accelerare il percorso di guarigione.
In particolare, la Terapia Familiare Basata sul Modello Maudsley (FBT) è un approccio molto utilizzato nel trattamento dell'anoressia, che coinvolge i genitori in un ruolo attivo. L’obiettivo di questo trattamento è quello di dare ai genitori gli strumenti per gestire la malattia in modo positivo, aiutando a rinforzare la motivazione del paziente e facilitando la ripresa del peso corporeo. La terapia mira anche a migliorare la comunicazione familiare e a ridurre i conflitti interni che potrebbero peggiorare la situazione.
Ecco alcuni consigli:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Le cause dell'anoressia nervosa sono complesse e multifattoriali, coinvolgendo una combinazione di fattori biologici, psicologici, sociali e culturali. I fattori psicologici sono altrettanto importanti: una bassa autostima, il perfezionismo, l'ansia e la difficoltà a gestire le emozioni possono spingere una persona a cercare un controllo estremo sulla propria vita e sul proprio corpo, spesso come risposta a un disagio interiore.
L'anoressia nervosa può portare a conseguenze anche molto gravi, compromettendo la salute fisica, portando a danni agli organi vitali (cuore, stomaco, polmoni, fegato, reni) e a problematiche psicologiche, tra cui ansia, depressione e disfunzioni sociali.
I cambiamenti ormonali associati all'anoressia nervosa sono profondi e influenzano vari sistemi endocrini, con effetti significativi sulla salute generale. In particolare, uno dei primi impatti si osserva sul sistema riproduttivo: nelle donne, l'anoressia nervosa provoca una marcata riduzione dei livelli di estrogeno. Negli uomini, invece, si verifica una riduzione dei livelli di testosterone, l'ormone sessuale maschile, che può influire negativamente sulla libido, sulla massa muscolare e sulla funzione sessuale.
In aggiunta, l'anoressia nervosa comporta anche un abbassamento dei livelli di ormoni tiroidei, come la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Questi ormoni sono cruciali per il metabolismo e il corretto funzionamento di numerosi organi e tessuti.
Infine, si osserva un aumento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. L'alto livello di cortisolo, combinato con la carenza di estrogeno e testosterone, aumenta il rischio di osteoporosi, una condizione caratterizzata dalla fragilità delle ossa, che è particolarmente preoccupante nei pazienti con anoressia nervosa, che già presentano un basso peso corporeo.
Evita frasi come "Basta mangiare", "Sei troppo magro/a", "Ti stai rovinando la vita", "Non hai niente di cui preoccuparti", "Sei egoista", o "Non hai forza di volontà". Questi commenti possono risultare offensivi, inutili o addirittura dannosi, poiché non considerano la complessità dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) e la profondità della sofferenza della persona.
Non fare paragoni tra la persona che sta affrontando un DCA e altre persone, sia che abbiano o meno lo stesso problema. Ogni individuo ha una storia, un percorso e una situazione unica, e le esperienze personali non sono comparabili.
Inoltre, è fondamentale evitare qualsiasi commento sul peso, sull'aspetto fisico o sull’alimentazione della persona, sia in sua presenza che in presenza di altre persone. Non colpevolizzare mai. Commenti di questo tipo possono alimentare le sue ossessioni legate a cibo, corpo e autostima, facendola sentire giudicata, inadeguata o vulnerabile.
Le informazioni presenti in Micuro hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.
La riproduzione o l’utilizzazione dei contenuti pubblicati su Micuro è strettamente riservata. Il riutilizzo del materiale su riviste, giornali, radiodiffusione o generica messa a disposizione al pubblico viene concesso solo previa esplicita richiesta e autorizzazione obbligatoria.