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Che cos’è l’anencefalia
L’
anencefalia è un gravissimo difetto di
chiusura del
tubo neurale (ORPHA:268357), rientra cioè tra le
malattie neurologiche e
genetiche rare causate da anomalie che si verificano nell’embrione nel corso dello sviluppo del
sistema nervoso centrale, in una fase molto precoce della crescita fetale.
Nel caso dell’anencefalia, la malformazione consiste nel
mancato sviluppo dell’encefalo, che insieme al midollo spinale costituisce il sistema nervoso centrale. Nel feto il tessuto cerebrale non si sviluppa, quindi il cervello risulta mancante o costituito da tessuto a uno stadio di evoluzione che
non consente le normali funzioni neurologiche. In caso di anencefalia, anche le ossa del cranio e la cute che dovrebbe ricoprire l’encefalo
non si
sviluppano.
Nei feti colpiti da questa malformazione, quindi, la volta cranica è del tutto o in parte assente, e il
cervello non è
presente o
non è sufficientemente
sviluppato.
Insieme all’anencefalia, il feto può presentare altre
malformazioni congenite, in particolare
difetti cardiaci,
anomalie del
viso e
agenesia dei
surreni, cioè mancanza di una o entrambe le ghiandole surrenali.
L’anencefalia è una
condizione incompatibile con la vita: nella maggior parte dei casi i feti muoiono in utero, portando ad aborto spontaneo o a bambini nati morti dopo la ventiquattresima settimana di gestazione, mentre i bambini che nascono con questa malformazione sopravvivono al massimo per pochi giorni dopo il
parto.
Anencefalia: quanto è diffusa
Tra i difetti di chiusura del tubo neurale l’anencefalia è uno dei più
diffusi, anche se per fortuna la sua
incidenza è piuttosto
bassa, compresa tra 1 su 5.000 e 1 su 2.000 nuovi nati.
La distribuzione dei casi è piuttosto
variabile su base geografica, con alcuni paesi, come la Cina, la Turchia e il Messico, nei quali si
registra un
maggiore frequenza di
casi. Questo è probabilmente dovuto a caratteristiche genetiche, fattori ambientali e stili di vita delle popolazioni, in particolare per quanto riguarda l’
alimentazione.
Quali sono le cause dell’anencefalia
Non si conoscono ancora con
certezza le
cause dell’anencefalia. Come per tutti i difetti di chiusura del tubo neurale
non esiste una causa unica, ma probabilmente la malattia si sviluppa a seguito dell’
interazione tra fattori genetici e ambientali.
Il ruolo della genetica non è ancora chiaro, ma sono probabilmente coinvolte
mutazioni in alcuni
geni implicati nello sviluppo del tubo neurale e nella regolazione delle sostanze coinvolte nel metabolismo dei folati.
Nella maggior parte dei feti la comparsa di anencefalia è
sporadica, anche se sono stati rilevati alcuni casi in cui la malformazione è trasmessa in modo ereditario, secondo un meccanismo autosomico recessivo.
Ci sono
diversi fattori di rischio ambientali con cui la madre può venire in contatto, sia prima sia durante il concepimento e nelle
fasi iniziali di sviluppo dell’embrione, corrispondenti al periodo in cui avviene il processo di formazione e chiusura del tubo neurale.
Quelli che sono stati
associati alla
comparsa di anencefalia sono la
carenza di alcune sostanze, come:
- L’acido folico;
- La vitamina B12;
- Lo zinco;
- Condizioni materne come:
- L’assunzione di farmaci antiepilettici durante la gravidanza;
- L’esposizione a inquinanti ambientali, per esempio il piombo.
Come si scopre l’anencefalia
L’anencefalia può essere diagnosticata in utero in fase precoce grazie all’
ecografia prenatale: la malformazione può essere evidenziata già con la prima ecografia, che di solito viene effettuata tra la dodicesima e la quattordicesima settimana di gestazione.
L’ecografia deve essere
eseguita da
professionisti esperti, e in questo caso consente di
diagnosticare sia l’anencefalia sia altri difetti di chiusura del tubo neurale con grande
sensibilità.
Se i risultati dell’ecografia
non sono sufficienti per confermare il sospetto e porre la diagnosi di anencefalia, è consigliato
eseguire test di screening prenatali, che vengono effettuati di norma tra la quindicesima e la diciottesima settimana di gestazione: si tratta di
prelievi di sangue o di
liquido amniotico.
Un alto dosaggio dell’alfa-fetoproteina nel
sangue materno, infatti, è considerato indicativo di un difetto di chiusura del tubo neurale, in particolare l’anencefalia o la spina bifida.
Anche l’amniocentesi, cioè il prelievo e l’analisi di un campione del liquido amniotico che circonda il feto, consente di
diagnosticare l’anencefalia, sempre attraverso il dosaggio dell’alfa-fetoproteina.
Anencefalia: come si può prevenire
Come detto in precedenza, l’anencefalia è una
malformazione che
non può essere
corretta o trattata in alcun modo e che è incompatibile con la vita dopo la nascita.
È possibile, però, mettere in atto alcune misure per
prevenirla.
Come per tutti i difetti di chiusura del tubo neurale, assumere un’
integrazione di acido folico durante il primo trimestre di
gravidanza permette di
ridurre in modo
significativo (fino al 75%) il rischio che il feto sviluppi malformazioni di questo tipo. La dose indicata per l’integrazione è di
0,4 milligrammi al giorno nelle donne in gravidanza senza particolari fattori di rischio. Se la gravidanza è programmata, l’assunzione dovrebbe iniziare almeno un
mese prima del
concepimento, e continuare durante tutto il primo trimestre.
L’integrazione è necessaria in quanto un apporto insufficiente di acido folico durante la gestazione
può aumentare il rischio di sviluppare anencefalia,
ma la sola alimentazione non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano. Gli
alimenti ricchi di acido folico, il cui consumo è comunque sempre consigliato in gravidanza, sono principalmente le verdure a foglia verde:
- I ceci;
- I fagioli;
- Le arance;
- Le fragole;
- La frutta secca in generale.
Tuttavia, l’acido folico contenuto in questi alimenti viene assorbito solo in quantità molto limitate dall’organismo, quindi
è importante integrarne l’apporto con un supplemento.
Per alcune donne particolarmente a
rischio, la dose di acido folico consigliata per l’integrazione è di 4 milligrammi al giorno. Si tratta di donne che hanno già avuto una gravidanza in cui il feto ha sviluppato anencefalia o un altro difetto di chiusura del tubo neurale, in quanto il rischio di altre malformazioni di questo tipo è
molto elevato. L’assunzione di acido folico, in questi casi, dovrebbe
iniziare tre mesi prima del concepimento e
continuare per tutto il primo trimestre di gestazione.
In ogni caso, è importante
rivolgersi al
ginecologo per programmare l’assunzione dell’acido folico con il dosaggio e i tempi più indicati.