Aggiornato il 09.09.2024
La qualità della nostra vista si esprime generalmente in gradi, da 0 a 10 e si misura nella capacità di leggere le righe, via via più piccole, della tabella utilizzata dagli oculisti, che si chiama ottotipo, contenente lettere. Il numero di diottrie si riferisce invece alle lenti e si definisce come la capacità di una lente di far convergere i raggi luminosi alla una distanza di un metro da noi.
L’accomodazione oculare è il processo fisiologico attraverso il quale l'occhio umano riesce a mettere a fuoco un’immagine.
L’occhio funziona così: il cristallino, che è la “lente” all’interno del nostro occhio, si contrae e si rilassa a seconda della distanza dell’oggetto che sta cercando di mettere a fuoco. Si parla di spasmo accomodativo.
L’occhio miope fa chiaramente più fatica a mettere a fuoco gli oggetti che si trovano lontano, a seconda del grado di miopia.
In questo caso l’accomodazione complica le cose perché il muscolo deve lavorare molto di più del normale, e se molto affaticato, ad esempio dal prolungato uso di schermi, o da troppe ore di lettura e concentrazione senza le dovute pause per far riposare gli occhi, la vista del miope sembra peggiorare.
Per capire perché stare troppo a leggere davanti allo schermo affatica gli occhi, dobbiamo pensare ai muscoli dei nostri occhi come a quelli di braccia e gambe. Dopo uno sforzo fisico, se non rilassiamo i muscoli, questi rimangono contratti anche quando abbiamo finito l’attività.
Lo stesso accade con gli occhi: se continuo a sforzare la vista senza ricordarmi di fare le pause dovute – che consistono nel riposare gli occhi alzando lo sguardo dal monitor per guardare lontano per qualche minuto – il muscolo rimane contratto e mi sembrerà di vedere peggio, di fare più fatica.
In molti casi quindi potremmo essere più in difficoltà nel leggere le lettere nelle righe dell’ottotipo, con la conseguenza che l’ottico potrebbe sovrastimare la miopia, consigliando quindi lenti più forti rispetto a quelle di cui abbiamo realmente bisogno. Si parla in questo caso di ipercorrezione.
Capita spesso che una persona miope da diverso tempo si senta dire in occasione di una nuova visita oculistica di utilizzare occhiali o lenti a contatto troppo forti rispetto alla reale miopia in atto.
In altri casi spesso passano anni prima che la persona si renda conto di essere ipercorretta, ossia di utilizzare lenti troppo forti rispetto alla propria miopia, salvo poi iniziare, specie in momenti di particolare stress, a percepire una distorsione della vista, una maggior difficoltà nella messa a fuoco.
Con il passare degli anni in particolare avvicinandosi ai 40 anni, l’occhio umano inizia a fare più fatica nell’accomodazione, e quindi ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va nelle lenti che fino a poco tempo fa non ci davano problemi.
Dal momento che come si è visto l’accomodazione costante stanca l’occhio, se questo è già affaticato per esempio da un periodo molto intenso o stressante, il processo di accomodazione oculare potrebbe essere più faticoso e quindi ci potremmo accorgere di una lente troppo forte.
Anzitutto va detto che la persona ipercorretta non vede sempre male o “in modo strano”. Questa percezione può presentarsi nei momenti di maggiore stanchezza durante la giornata, per un periodo più o meno lungo. La stanchezza in questo caso ci aiuta a fare emergere il difetto dell’ipercorrezione di cui non ci rendevamo conto.
Fra i sintomi che stiamo usando lenti più forti di quanto ci servirebbe e che l’accomodazione oculare non riesce ad adattare l’occhio troviamo:
In questo caso è necessario un consulto con il medico oculista per rifare gli occhiali per la miopia.
La risposta è semplice: perché l’ottico non è un medico e pertanto non può visitare il paziente con gli strumenti che invece ha il medico oculista. L’ottico è in grado di misurare la vista di una persona attraverso strumenti quali l’ottotipo, ma non essendo un medico non può diagnosticare eventuali malattie dell’occhio o valutare lo stato di affaticamento dello stesso e quindi stimare l’accomodazione.
L’oculista durante la visita può somministrare le gocce oculari, atropina, che dilatano la pupilla e impediscono l'accomodazione del cristallino durante la visita stessa, consentendo di misurare la miopia al netto dell’accomodazione.
L’ottico e l’oculista svolgono compiti diversi:
È bene che la prima visita agli occhi, sin da bambini, venga comunque fatta dal medico oculista.
Consulta le Strutture Sanitarie che effettuano una Visita oculistica:
Dove effettuare una Visita oculistica?
Per non affaticare gli occhi si consiglia di:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
L’accomodazione oculare è il processo fisiologico attraverso il quale l'occhio umano riesce a mettere a fuoco un’immagine.
L’occhio miope fa chiaramente più fatica a mettere a fuoco gli oggetti che si trovano lontano, a seconda del grado di miopia.
In questo caso l’accomodazione complica le cose perché il muscolo deve lavorare molto di più del normale, e se molto affaticato, ad esempio dal prolungato uso di schermi, o da troppe ore di lettura e concentrazione senza le dovute pause per far riposare gli occhi, la vista del miope sembra peggiorare.
Fra i sintomi che stiamo usando lenti più forti di quanto ci servirebbe e che l’accomodazione oculare non riesce ad adattare l’occhio troviamo:
Con il passare degli anni in particolare avvicinandosi ai 40 anni, l’occhio umano inizia a fare più fatica nell’accomodazione, e quindi ci rendiamo conto che c’è qualcosa che non va nelle lenti che fino a poco tempo fa non ci davano problemi.
Dal momento che come si è visto l’accomodazione costante stanca l’occhio, se questo è già affaticato per esempio da un periodo molto intenso o stressante, il processo di accomodazione oculare potrebbe essere più faticoso e quindi ci potremmo accorgere di una lente troppo forte.
In questo caso è necessario un consulto con il medico oculista che suggerirà la migliore soluzione, e nel caso anche di rifare gli occhiali. In ogni caso si consiglia di ridurre lo stress e lo stress oculare.
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