Indice
Domande e risposte
Come si esegue un tatuaggio
Grandi, piccoli, tradizionali, di coppia, per simboleggiare la famiglia che cresce o per rappresentare un certo
significato per noi importante. Su braccia, avambracci, gambe, schiena, ventre, decolleté, mani e piedi: i
tatuaggi sono una forma di body art molto antica, che lascia ampio
spazio alla
creatività e sempre più
scelti sia da
uomini che da
donne. È
fondamentale per la salute però:
- Scegliere il professionista giusto, che assicuri la sicurezza dei prodotti utilizzati;
- Una strumentazione che non danneggi la nostra pelle;
- Soprattutto un’igiene ineccepibile. Un tatuaggio non dovrebbe dare infezione o produrre pus.
Un tatuaggio consiste di fatto
nell’esecuzione con un’
apparecchiatura ad ago apposita per i tatuaggi, di una serie di
punture superficiali sulla pelle. A ogni puntura l’apparecchiatura inietta
minuscole gocce d’inchiostro sottopelle, che una volta rimarginate bloccano il
colore. Tradizionalmente la decorazione era progettata per
durare per
sempre o
quasi. Oggi invece
è possibile anche realizzare tatuaggi temporanei. Il processo del tatuaggio, che viene effettuato
senza anestesia e può durare anche diverse ore per i disegni più grandi, provoca un
leggero sanguinamento (che viene asciugato spesso durante l’operazione) e causa
dolore, da lieve a molto forte a seconda della zona trattata. La
durata varia da 15 minuti a numerose sedute, a seconda dell’
estensione del disegno.
I tatuaggi sono dolorosi?
La prima domanda che ci si pone quando si sta pensando se fare un tatuaggio è:
ma farà male? La risposta è dipende. Alcune persone sentono un vero e proprio
dolore, seppure molto
localizzato, altre solo un
leggero pizzichio, altre
nulla più che una pressione come quella di un’unghia che preme sulla pelle. La
sensazione di
dolore dipende sia dalla
soglia del
dolore individuale, che dalla
mano del
tatuatore, che dalla
zona dove viene effettuato il tatuaggio. In ogni caso il dolore è istantaneo e passa immediatamente alla fine dell’operazione.
Altra cosa sono i fastidi
eventuali che possono emergere
nelle ore o nei giorni successivi al tatuaggio, se non si è scelto un tatuatore competente e sicuro.
La normativa sui tatuaggi
Stando a quanto riporta il
Centro Nazionale Sostanze Chimiche, a oggi, non esiste una
regolamentazione specifica ed armonizzata nel settore dei tatuaggi relativamente ai requisiti chimici degli inchiostri, nonostante la
restrizione in base al Regolamento (CE) 1907/2006 (noto come REACH: Registration,Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) che ha limitato l’utilizzo intenzionale o le concentrazioni di circa 4000 sostanze classificate come pericolose negli inchiostri (sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, sostanze sensibilizzanti/corrosivi/irritanti per la pelle, sostanze irritanti/lesive per gli occhi, sostanze vietate nei prodotti cosmetici).
Vi è comunque
un’abilitazione da ottenere per esercitare la professione di tatuatore o tatuatrice, che rilascia un attestato di frequenza di uno specifico corso di formazione regionale e che operino nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari previsti dalle linee guida del Ministero della Salute.
I tatuaggi sono sicuri per la salute?
Dipende. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano che
ancora il 13,4% si è rivolto non centri autorizzati e ciò può costituire una
rilevante fonte di rischio di infezione. Va detto inoltre che ogni organismo reagisce in modo diverso agli stimoli. Le reazioni avverse possono verificarsi immediatamente o anche dopo anni, e includono
reazioni allergiche da ipersensibilità o di tipo autoimmune come
dermatosi sottostanti, riattivate dal tatuaggio e
reazioni infiammatorie,
rigonfiamenti o
ispessimenti della pelle o del tessuto sottostante.
Circa il 20% dei soggetti con
psoriasi che si tatuano registra un
peggioramento della patologia. Come è noto, nei soggetti predisposti alla patologia, i sintomi si manifestano in seguito a stimoli esterni (
stress,
farmaci,
infezioni) e tra questi va annoverato anche il tatuaggio. La pratica è da
sconsigliare perché troppo spesso la malattia si manifesta anche in zone dove non era presente in precedenza,
peggiorando lo stato complessivo di salute del paziente.
Come riportato sempre dall’
ISS, l’esecuzione del tatuaggio e del trucco permanente possono dar luogo a
3 potenziali
origini di
infezioni:
- Inchiostro contaminato già nella fase di produzione o successivamente, una volta che la bottiglia è stata aperta e utilizzata senza rispettare le norme standard di asepsi;
- Condizioni igieniche inadeguate al momento del tatuaggio o di utilizzo improprio, come l’uso dello stesso ago o contenitore d’inchiostro per clienti successivi senza una corretta sterilizzazione;
- Disinfezione inadeguata dell’area della pelle da tatuare;
- Inadeguata igiene con prodotti preposti disinfettanti durante il processo di guarigione del tessuto cutaneo lesionato dopo il tatuaggio.
Come scegliere il tatuatore
L’
Istituto Superiore di Sanità consiglia di
informarsi bene sia sulle
misure che quello
specifico tatuatore adotta per evitare le infezioni, ma anche su quali
inchiostri utilizzati.
- Inchiostri. Il tatuatore dovrebbe fornire tutte le etichette e i dati identificativi dei prodotti che utilizza, compresa la tracciabilità del prodotto. È consigliato prendere nota dell’inchiostro per tatuaggi utilizzato, di modo da indicarlo al medico qualora insorgessero reazioni allergiche (fra le fonti in calce si trova il link dell’ISS su come leggere l’etichetta di un prodotto);
- Igiene. Richiedere anzitutto se il tatuatore ha la licenza, e poi verificare la presenza di misure igieniche come il lavaggio delle mani e il cambio di guanti per ciascun cliente. L’Ago che viene usato su di noi deve essere estratto da un pacchetto sigillato e lo stesso vale per i pigmenti e i contenitori. L’attrezzatura deve essere sterilizzata in autoclave prima di ogni nuovo cliente;
- Si raccomanda al consumatore di rivolgersi a Centri specializzati che rilasciano il certificato che attesta la data di esecuzione del tatuaggio, l’utilizzo di strumentazione sterile ed il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Altri tipi di Tatuaggi
Oltre al
tatuaggio artistico, ci sono tatuaggi con
finalità medica, utilizzato per
coprire condizioni patologiche della cute e restituire l'aspetto di una pelle sana oppure come complemento agli interventi di chirurgia ricostruttiva: ad esempio, nelle
ricostruzioni mammarie per definire l'areola del capezzolo. È un tatuaggio anche il
trucco permanente o
PMU (Permanent Make Up) per
simulare il
trucco ad esempio, dell'
arcata sopraccigliare e del
contorno delle
labbra. Esiste infine il
tatuaggio post traumatico, riconducibile alle conseguenze di un trauma o di un incidente: delle sostanze pigmentate rimangono
intrappolate sotto la
pelle e danno luogo a piccole macchie o linee di colore blu o nero.
Quando i tatuaggi sono controindicati
In alcune situazioni sottoporsi ad un tatuaggio può essere
controindicato o
sconsigliato. Tra queste c’è:
- La gravidanza;
- Presenza di allergie;
- Malattie croniche, autoimmuni, infettive;
- L’epilessia;
- Difetti di coagulazione;
- L’assunzione di farmaci che alterano la pigmentazione della pelle;
- La coagulazione del sangue.
Il tatuaggio non dovrebbe essere fatto in aree sottoposte a
chirurgia o
radioterapia o dove è stato rimosso un tatuaggio tramite laser.
Che cosa fare dopo un tatuaggio
Le
precauzioni da osservare dipendono dal
tipo e dall’
estensione del tatuaggio. Di solito si
rimuove la medicazione dopo 24 ore e si applica una
crema antibiotica sull’area per facilitare la guarigione. Un
tatuaggio non dovrebbe produrre pus, pertanto se notiamo pus è bene
recarsi dal
medico. La zona del tatuaggio va tenuta
pulita e
lavata delicatamente con acqua e sapone. Per asciugare, invece di strofinare la pelle va
tamponata. Per alcune settimane il tatuaggio va tenuto
riparato e va assolutamente
vietata l’esposizione al sole. Di solito in due settimane la pelle guarisce. Le croste eventualmente presenti non vanno rimosse per ridurre il rischio di infezioni e non favorire la formazione di cicatrici che danneggiano il disegno.
Se il rossore e il dolore non si risolvono nel giro di qualche giorno, è bene rivolgersi al medico.
I tatuaggi all’henné
Un esempio tipico di
tatuaggio temporaneo è
l’henné, un
pigmento, di
origine vegetale, che tuttavia è approvato solo come
tintura per
capelli e non per l’applicazione diretta sulla pelle, come avviene invece nella procedura cosmetica nota come mehndi.
L’henné di solito produce una
tinta marrone, marrone aranciato o
marrone tendente al
rossastro, quindi, per produrre altri colori, ad esempio quelli in commercio come henné nero ed henné blu, devono essere aggiunti altri ingredienti.
Reazioni allergiche sono più frequenti quando si usa l’henné nero che può contenere il colorante catrame di
carbone (p-fenilendiamina o PPD). Come è noto, in campo cosmetico la
p-fenilendiamina è utilizzabile
solo come
tintura per
capelli:
non è approvata per l’applicazione diretta sulla pelle. Oltre agli additivi coloranti, le reazioni allergiche potrebbero essere dovute a ad altri ingredienti come i solventi. In ogni caso sull’etichetta devono essere indicati tutti i componenti. Se
non c’è la dichiarazione degli ingredienti, si tratta di prodotto
contraffatto.
Come si rimuove un tatuaggio
Lo
specialista a cui rivolgersi è il
dermatologo che può procedere al
trattamento in
ambulatorio, in
anestesia locale, con diverse tecniche.
- Laser. Il raggio laser ad alta intensità sui pigmenti colorati è la tecnica di rimozione standard perché è estremamente efficace, con pochi rischi ed effetti collaterali. Il tipo di laser usato è tarato in base al colore del pigmento e possono essere necessarie varie sedute ottenere il risultato completo. I colori più difficili da cancellare sono il verde chiaro e il celeste;
- Dermoabrasione. La tecnica consiste nello scartavetrare la pelle per rimuovere gli strati superficiali e quelli poco profondi del tatuaggio. L’applicazione poi di alcuni farmaci permette di riassorbire l’inchiostro riportato in superficie con la tecnica usata;
- Escissione chirurgica. In alcuni casi il tatuaggio deve essere rimosso con il bisturi con estrema precisione. Tale procedura non è indicata per tatuaggi estesi.
Effetti collaterali o complicazioni
Anche se spesso sono
lievi, possono
comprendere:
- Alterazione del colore della pelle nella zona trattata;
- Infezioni;
- Rimozione non perfetta dell’inchiostro;
- Lievi cicatrici.
Da tre a sei mesi dopo la rimozione del tatuaggio può comparire una
cicatrice leggermente ispessita o in rilievo.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Cosa causano i tatuaggi?
Ogni organismo reagisce in modo diverso agli stimoli. Le reazioni avverse possono verificarsi immediatamente o anche dopo anni, e includono reazioni allergiche da ipersensibilità o di tipo autoimmune come dermatosi sottostanti, riattivate dal tatuaggio e reazioni infiammatorie, rigonfiamenti o ispessimenti della pelle o del tessuto sottostante. Circa il 20% dei soggetti con psoriasi che si tatuano registra un peggioramento della patologia.
Poi ci sono le infezioni, provocate dall’uso di attrezzatura contaminata e di una scarsa igiene da parte del tatuatore, e personale nella disinfezione una volta eseguito il tatuaggio.
Cosa contiene l'inchiostro dei tatuaggi?
Non esiste una regolamentazione specifica ed armonizzata nel settore dei tatuaggi relativamente ai requisiti chimici degli inchiostri, nonostante la restrizione in base al Regolamento (CE) 1907/2006 (noto come REACH: Registration,Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) che ha limitato l’utilizzo intenzionale o le concentrazioni di circa 4000 sostanze classificate come pericolose negli inchiostri (sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, sostanze sensibilizzanti/corrosivi/irritanti per la pelle, sostanze irritanti/lesive per gli occhi, sostanze vietate nei prodotti cosmetici. Il tatuatore dovrebbe fornire tutte le etichette e i dati identificativi dei prodotti che utilizza, compresa la tracciabilità del prodotto. È consigliato prendere nota dell’inchiostro per tatuaggi utilizzato, di modo da indicarlo al medico qualora insorgessero reazioni allergiche (fra le fonti in calce si trova il link dell’ISS su come leggere l’etichetta di un prodotto).
Come si presenta un infezione al tatuaggio?
Solitamente sono iritazione, arrossamento, una sensazione di bruciore, gonfiore e dolore dove è stato eseguito il tatuaggio. Sono piuttosto comuni nelle primissime ore dopo l’esecuzione, ma se la situazione peggiora nelle prime 48 ore, allora è bene contattare il medico.
Cosa non si può fare con un tatuaggio?
Di solito si rimuove la medicazione dopo 24 ore e si applica una crema antibiotica sull’area per facilitare la guarigione. La zona del tatuaggio va tenuta pulita e lavata delicatamente con acqua e sapone. Per asciugare, invece di strofinare la pelle, va tamponata. Per alcune settimane il tatuaggio va tenuto riparato e va assolutamente vietata l’esposizione al sole. Di solito in due settimane la pelle guarisce. Le croste eventualmente presenti non vanno rimosse per ridurre il rischio di infezioni e non favorire la formazione di cicatrici che danneggiano il disegno. Se il rossore e il dolore non si risolvono nel giro di qualche giorno, è bene rivolgersi al medico.