Sport e benessere: l'attività fisica è uno strumento di salute sottoutilizzato

Sport e benessere: l'attività fisica è uno strumento di salute sottoutilizzato

Indice

Domande e risposte

Introduzione

L’esercizio fisico regolare genera benefici notevoli sulla salute, sia dal punto di vista della prevenzione che della cura, agendo secondo più modalità.
La comunità scientifica è relativamente concorde nel sostenere che, rispetto ai vantaggi offerti, sembra limitata l’attenzione da parte degli operatori sanitari nel prescriverlo e nell’incoraggiare i propri pazienti a compierlo.
Di fatto, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) quasi un terzo degli adulti nel mondo non raggiunge i livelli di attività fisica necessari a mantenersi in uno stato di salute buono. Il problema è ancora più grave negli adolescenti: l’80% di essi pratica attività sportiva in maniera insufficiente
Complessivamente, nel mondo si stima che ci siano 1,4 miliardi di persone che rischiano malattie legate alla scarsa attività fisica. 
L’inattività fisica contribuirebbe alla morte di 4-5 milioni di persone ogni anno.

La definizione di attività fisica

Immagine che rappresenta due persone che fanno stretching al parcoC’è differenza fra esercizio fisico e attività fisica. Quest’ultima viene definita dall’OMS come “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”. 
Va oltre l’esercizio fisico e comprende tutti i tipi di movimento: Anche l’attività fisica ha un ruolo nella prevenzione del cancro, perché contribuisce a creare un assetto metabolico tale da ridurre la suscettibilità ad alcuni tipi di tumore.


Quali benefici

L’attività fisica contribuisce a mantenerci in salute, agendo: Riduce la mortalità in generale, non solo quella legata a cause specifiche. Una persona attiva (definita tale quando pratica almeno 150 minuti di camminata veloce alla settimana) può trarre dall’attività fisica un guadagno globale nell’aspettativa di vita compreso fra 3,4 e 4,5 anni.

Il movimento attiva anche circuiti virtuosi psicologici, che portano a intraprendere altre iniziative a favore della salute, oltre a migliorare l’umore e la qualità del sonno e a promuovere la socialità.
In generale, i risultati non sono “solo” a vantaggio del singolo individuo, ma dell’intera collettività, tenuto conto dell’impatto sulla spesa sanitaria sulle malattie che possono essere controllate o prevenute con lo sport. Il mantenimento della forma fisica ottenuto grazie al movimento aumenta la produttività e limita l’assenteismo.


Primo: non scoraggiarti

L’esercizio fisico può essere svolto a tutte le età e, a parte qualche eccezione, anche in condizione di malattia: può, infatti, essere declinato in base all’età, alle condizioni, alle esigenze e alla presenza di disabilità.
Non scoraggiarti, quindi, se sei sedentario e non pratichi esercizio fisico da molto tempo. Esiste in qualsiasi caso la possibilità di iniziare a muoversi e di trovare gli schemi di allenamento adeguati alle proprie esigenze e caratteristiche. All’inizio si dovrà prevedere un programma leggero, che progressivamente deve aumentare di intensità e frequenza. 
Ricordati che praticare poca attività fisica è meglio che non praticarne per niente, ma anche che i benefici aumentano con la frequenza e con l’intensità dell’esercizio
Se soffri di patologie croniche o hai di recente subito dei traumi, parla con il tuo medico e fatti consigliare il tipo di sport più adatto nella tua situazione.
Se durante l’attività sportiva avverti sintomi anomali (un battito cardiaco non semplicemente accelerato ma anomalo, nausea, sensazione di svenimento, offuscamento della vista, difficoltà a respirare, dolori muscolari o articolari acuti) sospendi l’allenamento e richiedi un consulto medico.

Cos’è l’attività fisica adattata

È una materia interdisciplinare che comprende:
  • L’educazione fisica;
  • Le discipline sportive;
  • La riabilitazione funzionale;
  • Le scienze motorie al servizio delle persone in difficoltà.
Si tratta di un insieme di esercizi sviluppati per persone con bisogni speciali, che modifica le azioni in modo da renderle compatibili con le loro possibilità di movimento e coordinazione.
L’attività fisica adattata è offerta gratuitamente da alcuni servizi sanitari regionali, come sistema di prevenzione diretto a soggetti che altrimenti non potrebbero svolgere esercizio fisico.


L’allenamento funzionale

Il concetto di esercizio fisico funzionale è nato per dare risposta a persone che avevano bisogno di recuperare la mobilità perduta a causa di un trauma o di una malattia.
È uno strumento di riabilitazione che permette di ridurre i tempi di recupero e di migliorare i risultati.
In generale, si basa sull’attivazione della core stability, attraverso il potenziamento della muscolatura addominale, del bacino e delle spalle, in grado di dare stabilità al corpo.


Quale attività sportiva

L’esercizio sportivo viene classificato come:
  • Aerobico: comprende gli esercizi di resistenza, cardio, che aumentano il consumo di ossigeno, accelerano il respiro e la frequenza cardiaca. Esempi di attività aerobica sono:
    • La camminata;
    • La corsa;
    • La pedalata;
    • Il nuoto;
    • Anche attività fisiche come il giardinaggio sono aerobiche;
  • Anaerobico: è un allenamento di forza e potenza, che aumenta la massa del muscolo e comporta l’esecuzione di esercizi ad elevata intensità per una breve durata; esempi di attività fisica anaerobica sono:
    • Gli sprint;
    • Il sollevamento pesi;
    • Gli esercizi con le bande di resistenza;
    • Lo yoga;
    • Gli squat;
    • Gli affondi;
    • Le flessioni;
  • Esercizio fisico di flessibilità;
  • Esercizio fisico di mobilità.
Alcune attività possono rientrare in più categorie, a seconda della modalità con cui vengono eseguite: la corsa è un’attività aerobica, ma agisce anche aumentando la forza muscolare.
La tipologia di esercizio fisico più raccomandato dagli esperti è quella aerobica. Ma le linee guida dell’OMS non dimenticano gli esercizi che allenano la forza, in grado di irrobustire la muscolatura, migliorare le capacità funzionali e la qualità di vita, riducendo la probabilità di sviluppare disabilità fisica. 
È molto importante che l’esercizio sia regolare: la pratica sporadica aumenta il rischio di traumi e incidenti.
L’esercizio fisico non ha sempre e in ogni caso lo stesso effetto: quello a intensità leggera ha solo una modesta efficacia preventiva ed è consigliabile solo nelle fasi iniziali dell’allenamento nei soggetti sedentari o sovrappeso.

L’OMS ha pubblicato raccomandazioni a seconda dell’età:
  • Bambini dai 5 ai 17 anni: almeno 60 minuti al giorno di attività moderata-vigorosa che comprenda almeno 3 volte la settimana esercizi per la forza; per bambini e adolescenti lo sport rappresenta un esercizio per il corpo ma anche uno sfogo per la vivacità tipica dell’età e, insieme ad un’alimentazione equilibrata, riduce il rischio di sovrappeso e obesità;
  • Dai 18 ai 64 anni: almeno 150 minuti alla settimana di attività aerobica moderata o 75 di attività aerobica vigorosa; si possono suddividere in blocchi da 10 minuti minimo. In aggiunta, due o più giorni la settimana si dovrebbe eseguire attività di irrobustimento muscolare ad intensità moderata-elevata;
  • Dai 65 anni in poi: le indicazioni sono le stesse degli adulti, ma nel caso non si riuscisse ad arrivare ai 150 minuti settimanali, viene consigliato lo svolgimento di un’attività minima per quanto consentito; occorre aggiungere le attività che migliorano l’equilibrio, per prevenire le cadute, e di allenamento della forza, per prevenire il naturale declino della forza muscolare.


Attività fisica moderata e intensa 

Si parla di attività aerobica moderata quando il respiro e i battiti cardiaci sono accelerati ma è possibile parlare durante la pratica. Esempi? La camminata veloce, il giardinaggio, i lavori domestici, la pedalata in pianura.
L’attività fisica viene considerata intensa quando respiro e battito cardiaco sono molto accelerati e impediscono di parlare mentre la si compie, come accade quando si corre, si nuota, si pedala in salita, si gioca a tennis.

 
Immagine che rappresenta un fitbit e una persona che controlla le sue pulsazioni 
 

Diabete di tipo 2 e sport

La sedentarietà è un fattore di rischio per la sindrome metabolica e per il diabete di tipo 2, una patologia che un tempo esordiva in età avanzata e che oggi tende invece a comparire in età sempre più giovani.
L’attività fisica, moderata o vigorosa e costante, permette una riduzione del 30% circa del rischio di comparsa del diabete, mediante l’abbassamento dei livelli dei parametri che concorrono a determinare la malattia, come l’emoglobina glicata, la quantità di massa grassa e i livelli di trigliceridi.
Se soffri di diabete e hai delle comorbidità (osteoporosi, artrosi, neuropatia periferica…) rivolgiti al tuo medico, che saprà consigliarti l’attività sportiva migliore per te. Non svolgere sport che possono comportare traumi se hai complicanze come la retinopatia diabetica.
Se sei anziano, non lasciarti scoraggiare dal tipo di esercizio, che potrebbe non sembrarti adatto alle tue condizioni di benessere. Attività come lo yoga e il tai-chi hanno dimostrato di contribuire a tenere sotto controllo i livelli di glicemia e a contrastare alcune delle complicanze del diabete, inclusa la neuropatia periferica.

 
Immagine che rappresenta una donna che va in montagna con lo zaino

L’attività fisica fa bene al cuore

La sedentarietà rappresenta il fattore di rischio più importante per le malattie cardiovascolari
L’attività fisica regolare riduce la mortalità per patologie cardiovascolari del 20-30% in modalità dose-dipendente, sia nella popolazione generale che nei soggetti con rischio cardiovascolare. L’esercizio fisico costante ha effetto protettivo diretto sulla deposizione delle placche aterosclerotiche nelle arterie. Viene consigliata almeno un’attività aerobica moderata-vigorosa composta da 3-4 sedure di 40 minuti l’una alla settimana.
Ha, inoltre, un effetto indiretto favorevole sui livelli di colesterolo: aumenta i livelli del colesterolo HDL e, solo quando vigorosa, abbassa quelli del colesterolo LDL.
Riduce i trigliceridi nel sangue, contribuisce a prevenire la sindrome metabolica e il diabete, a controllare il peso e la pressione arteriosa, tutti fenomeni coinvolti nella genesi delle malattie cardiovascolari.
Si è osservato che le persone cardiopatiche che hanno già avuto un infarto e che si esercitano con regolarità hanno tempi di recupero più brevi rispetto a coloro che non fanno movimento. Gli effetti positivi dell’esercizio fisico vengono osservati anche nei pazienti più gravi, quelli che non solo hanno già avuto un infarto ma sono anche affetti da altre patologie (comorbidità) o che hanno una diagnosi di scompenso cardiaco.
In ogni caso, ricordati che se soffri di malattie cardiovascolari dovresti consultarti con il tuo medico prima di intraprendere un’attività sportiva, per individuare quella più adatta alle tue esigenze.


Ipertensione e attività fisica

Per quanto riguarda l’ipertensione, l’attività fisica è il fattore terapeutico più efficace fra quelli ricompresi negli stili di vita. Per il suo effetto viene raccomandata per la prevenzione, il trattamento e il controllo della patologia.


Attività fisica e miocardite

La pericardite è l’infiammazione del rivestimento esterno del cuore, causata principalmente da infezioni.
Gli esperti sconsigliano l’attività sportiva alle persone con pericardite, almeno fino a che il processo morboso non è clinicamente guarito e comunque per un periodo non inferiore ai 6 mesi dall’esordio della malattia. 


Attività fisica e trombosi

Nelle persone in terapia antitrombotica, l’esercizio fisico migliora l’efficacia dell’anticoagulante e previene la formazione di trombi.
Il movimento (in particolare la camminata) viene raccomandato anche nelle fasi che seguono episodi di trombosi venosa profonda delle gambe.

La prevenzione dei tumori

Sono disponibili prove scientifiche robuste sull’effetto dell’attività fisica nel ridurre il rischio di sviluppo di diversi tipi di cancro, in particolare il tumore del colon, del seno e dell’utero. 

La sua azione si esplica attraverso un meccanismo multiplo, che comprende la riduzione di:
  • Livelli di estrogeni nel sangue;
  • Insulino resistenza: riportare la sensibilità all’insulina vicino ai livelli normali permette di abbassare il rischio di tumori come il carcinoma mammario;
  • Livello di infiammazione dei tessuti: agisce attraverso un effetto di modulazione del sistema immunitario e di stimolazione dell’attività delle cellule che hanno la funzione di riconoscere e attaccare i tumori; l’esercizio aerobico riduce lo stress ossidativo e potenzia i meccanismi di riparazione del DNA;
  • Massa grassa: in particolare, l’esercizio fisico riduce il grasso viscerale, abbassando il rischio di tumore dell’esofago, dello stomaco, del fegato, dei reni, del pancreas, del colon, dell’ovaio e della tiroide. 
Il World Cancer Fund stima che il 20-25% dei casi di tumore sia causato, direttamente o indirettamente, da un’alimentazione ipercalorica rispetto alle reali necessità energetiche. Mantenere, nel corso della vita, un peso corretto è uno dei modi migliori per proteggersi dal cancro.

L’esercizio fisico rappresenta una risorsa importante per limitare il rischio di tumore, con azione più incisiva quanto maggiore è la sua intensità, la sua durata e la sua frequenza.

Le patologie respiratorie croniche

La riabilitazione fisioterapica e l’esercizio fisico possono aumentare la capacità funzionale polmonare e migliorare la qualità di vita nei pazienti con BPCO.
Le persone che svolgono attività fisica giornalmente, anche in dosi minime, ottengono vantaggi significativi, in termini di aumento dell’assorbimento di ossigeno, di capacità di resistenza, di riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria e di miglioramento della dispnea.

Artrosi e osteoporosi

La pratica regolare di esercizio fisico rallenta la perdita di massa muscolare e la riduzione di densità ossea che si verificano con l’invecchiamento. Mentre ossa e muscoli non esercitati tendono a perdere massa, a consumarsi, l’attività fisica aiuta a mantenere l’elasticità muscolare e la mobilità articolare.
In particolare, l’attività fisica regolare, contro gravità e associata ad esercizi muscolari aumenta la mineralizzazione dell’osso, ed è raccomandata in particolare nelle donne in menopausa e negli anziani. Questa azione permette di contrastare l’insorgere di malattie come l’osteoporosi e l’artrosi e di ridurre il rischio di cadute e di frattura.
Una semplice camminata veloce non è sufficiente a garantire questo beneficio, ma servono programmi di allenamento più strutturati, che includano esercizi per migliorare l’equilibrio e la mobilità.

Attività sportiva con menisco lesionato

Mentre un tempo tutti i casi di lesione al menisco finivano sotto i ferri del chirurgo, oggi si tende ad applicare un approccio più conservativo. 
Ad alcuni pazienti vengono consigliati esercizi che, come è stato dimostrato da uno studio pubblicato sul British Medical Journal, possono addirittura portare a risultati migliori in termini di riduzione del dolore, di forza muscolare e di risposta del ginocchio durante lo sport. Questo perché in un ginocchio già messo a dura prova, l’intervento potrebbe mettere a rischio anche la tenuta dell’intera articolazione. 
Vengono allo scopo prescritti esercizi in posizione di scarico, da eseguire almeno 2-3 volte alla settimana, che includono la pedalata (anche cyclette), il nuoto e lo sport in acqua alta.

 
Immagine che rappresenta una persona che nuota

Bruciare i grassi per essere in forma

L’obesità va tenuta sotto controllo per la nostra salute da più punti di vista. Oltre al meccanismo diretto, dobbiamo tenere presente il fatto che l'obesità penalizza le possibilità di movimento. Ci si muove troppo poco e quindi si tende a ingrassare; si ingrassa e quindi si fa sempre più fatica a muoversi.
Sedentarietà e indice di massa corporea alto sono ritenuti responsabili del 59% delle morti premature per cause cardiovascolari.
L’attività fisica costante permette di mantenere stabile il peso corporeo e, nei soggetti con sovrappeso o obesità (associata ad uno stile di vita corretto e ad una adeguata alimentazione) favorisce la riduzione del peso.

Fortunatamente, oggi è sempre più semplice trovare abbigliamento sportivo in tutte le taglie, dai pantaloni da jogging ai costumi da bagno in taglie forti, per praticare ogni tipo di sport a seconda delle proprie preferenze.

I benefici psicologici

Anche grazie al rilascio di endorfine, l’attività fisica migliora il tono dell’umore, riduce i sintomi legati all’ansia, allo stress, alla depressione e alla solitudine.
In particolare, per quanto riguarda la depressione, vengono raccomandate 3 sessioni alla settimana della durata di circa 45 minuti-un’ora, per almeno 10-14 settimane.
Lo sport agisce stimolando circuiti nervosi che vengono inibiti nella malattia, riducendo i livelli di infiammazione e aumentando la resilienza allo stress ossidativo e allo stress fisiologico. 
Possiamo dire che l’attività fisica fa bene anche al cervello. Il miglioramento in termini di immagine di sé, la consapevolezza di agire positivamente nei confronti del proprio benessere aumenta l’autostima e favorisce le relazioni sociali.
Svolgendo attività fisica all’aperto si uniranno diversi vantaggi, non ultimo l’esposizione al sole, indispensabile per un’adeguata sintesi della vitamina D e per il mantenimento di un tono dell’umore alto.

Attività fisica e COVID-19

Alcuni studi sembrano dimostrare che le persone più allenate corrono meno rischi di sviluppare le complicanze più gravi della COVID e di morire a causa di esse.


Sport prima e dopo il vaccino COVID

Diversi studi hanno dimostrato che svolgere esercizio fisico prima e dopo la vaccinazione aiuta la messa a punto della corretta reazione immunitaria.

Attività fisica e raffreddore

Alcuni studi mettono in luce il ruolo preventivo dell’esercizio fisico sulla possibilità di contrarre raffreddore, influenza e altri malanni tipicamente invernali.
Lo sport stimola l’azione del sistema immunitario e aumenta le difese nei confronti delle malattie infettive delle vie respiratorie superiori.
Quando si è raffreddati, gli esperti consigliano di non saltare gli allenamenti, ma, in caso di necessità, di seguire un programma più leggero.

Attività fisica e febbre

Non è possibile dire con certezza se l’esercizio fisico sia consigliato o meno nel caso in cui la temperatura corporea sia più alta del normale, perché le cause di febbre sono numerose e diverse fra loro.
In generale, però, allenarsi con la febbre può aumentare il rischio di disidratazione, di giramenti di testa e svenimenti, che aumentano anche il rischio di incidenti e traumi, ed è quindi una pratica sconsigliata.

Attività fisica in gravidanza e dopo il parto

L’esercizio fisico in gravidanza è consigliato, anche giornalmente. Fare sport in gravidanza non nuoce né alla mamma né al bambino: anzi, aiuta il benessere di entrambi.
Non ci sono controindicazioni alla ripresa dell’esercizio fisico inteso in senso generale dopo la gravidanza e il parto. Gli esperti consigliano di attendere 40 giorni e la visita di controllo ginecologica, per verificare che non ci siano controindicazioni. 
In particolare, la ginnastica postpartum specifica, tramite un programma di rieducazione pelviperineale, permette la prevenzione e la correzione delle alterazioni dell’equilibrio pelvico e la prevenzione dell’incontinenza urinaria. 

Attività fisica dopo mangiato

In generale, quando facciamo sport a stomaco vuoto tendenzialmente bruciamo più grassi per ricavare energia. Ma questo non significa necessariamente che si debba fare esercizio fisico a digiuno per dimagrire.
Nel caso di allenamenti endurance, potrebbe essere utile introdurre carboidrati 3-4 ore prima della performance. 

La dipendenza da sport

Accanto ai benefici garantiti dall’esercizio fisico, stanno prendendo piede alcuni comportamenti patologici legati allo sport.
In particolare, sta aumentando l’incidenza della cosiddetta dipendenza da sport, nota anche con l’espressione inglese exercise addiction
Il DSM-5, testo sacro delle patologie psichiatriche, ne riporta la definizione. Il disturbo, che ha aspetti sia fisici che psicologici, è una dipendenza comportamentale da un programma di esercizio fisico. Si caratterizza per la comparsa di veri e propri sintomi di astinenza dopo 24-36 ore di mancata pratica dell’attività sportiva.

Si tratta di una delle tante forme del disturbo da dipendenza, analogo, nelle cause e nei meccanismi di insorgenza, a quello da alcol o da gioco d’azzardo.
Alcune persone vivono lo sport come uno strumento di benessere, realizzazione e autoaffermazione e promozione dell’immagine personale oppure come l’unico aspetto della loro vita che funziona e in grado di garantire loro un senso di soddisfazione.
Per altre, lo sport diventa necessario perché correlato al rilascio di sostanze che regolano l’umore, come le endorfine. In questi casi si parla di dipendenza da attività sportiva

Gli individui affetti da questo disturbo manifestano sintomi quali:
  • Incapacità di concentrarsi in altre attività oltre a quella sportiva;
  • Alterazione delle relazioni sociali a causa degli impegni totalizzanti nella pratica sportiva;
  • Conseguenze fisiche legate al sovrallenamento, agli infortuni muscolo-scheletrici sempre più frequenti e al mancato stop per consentire al fisico di recuperare;
  • Atteggiamento autopunitivo, mirato a mantenere una tabella di marcia rigida e severa che deve intensificarsi con il tempo per produrre gli effetti fisici desiderati.
La diagnosi della dipendenza da training è complessa. Anche dal punto di vista sociale, la pratica di esercizio fisico viene sempre più vista come una scelta di salute e ha una diffusione nella popolazione molto superiore rispetto al passato.

Spesso si manifesta in persone che già soffrono di anoressia, bulimia nervosa, depressione e stress. Talvolta, ne sono affetti anche atleti professionisti.
La dipendenza da sport ha molti aspetti in comune con la vigoressia, la preoccupazione cronica di non avere una muscolatura sufficientemente sviluppata.
Come uscirne? La psicoterapia può essere utile per il trattamento, attraverso la promozione dello sviluppo di strategie di adattamento che permettano di agire sui comportamenti, per riavvicinarli ad una condizione di equilibrio.

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

All’interno del testo, non promozionale, possono essere presenti collegamenti a siti, in virtù di partnership aziendali.

Domande e risposte

Cosa si intende per attività fisica?

In base alla definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si intende “qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”. 

Quali sono i tipi di attività fisica?

Va oltre l’esercizio fisico e comprende tutti i tipi di movimento: stare in piedi, camminare, svolgere i lavori domestici, ballare, salire e scendere le scale,…

Quanti minuti di attività fisica al giorno?

L’OMS ha pubblicato raccomandazioni in base all’età:

  • Bambini dai 5 ai 17 anni: almeno 60 minuti al giorno di attività moderata-vigorosa che comprenda almeno 3 volte la settimana esercizi per la forza;
  • Adulti dai 18 ai 64 anni: almeno 150 minuti alla settimana di attività aerobica moderata o 75 di attività aerobica vigorosa e, due o più giorni la settimana, attività di irrobustimento muscolare ad intensità moderata-elevata;
  • Dai 65 anni in poi: le indicazioni sono le stesse degli adulti, ma nel caso non si riuscisse ad arrivare ai 150 minuti settimanali, viene consigliato lo svolgimento di un’attività minima per quanto consentito; occorre aggiungere le attività che migliorano l’equilibrio, per prevenire le cadute, e di allenamento della forza, per prevenire il naturale declino della forza muscolare.

Come iniziare a fare attività fisica?

L’esercizio fisico può declinato in base all’età, alle condizioni, alle esigenze e alla presenza di disabilità. Le persone sedentarie o che non praticano esercizio fisico da molto tempo possono iniziare a muoversi e trovare gli schemi di allenamento adeguati alle proprie esigenze e caratteristiche. All’inizio si dovrà prevedere un programma leggero, che progressivamente deve aumentare di intensità e frequenza.

Quale tipo di attività fisica è bene praticare?

La tipologia di esercizio fisico più raccomandato dagli esperti è quella aerobica. Ma le linee guida dell’OMS non dimenticano gli esercizi che allenano la forza, in grado di irrobustire la muscolatura, migliorare le capacità funzionali e la qualità di vita, riducendo la probabilità di sviluppare disabilità fisica. 
È molto importante che l’esercizio sia regolare: la pratica sporadica aumenta il rischio di traumi e incidenti.

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