Indice
Domande e risposte
Introduzione: i metalli pesanti nell’ambiente
I metalli pesanti sono naturalmente presenti nell’
ambiente, ma le attività industriali dell’ultimo secolo li hanno diffusi al punto da provocare problemi all’ambiente e agli esseri viventi. Infatti, i metalli possono
inquinare il terreno, l’acqua e l’aria: sono così diffusi che è impossibile non venirci in contatto. Così, i metalli pesanti si accumulano negli organismi, danneggiando gli organi. Gli effetti dei metalli pesanti sulla salute umana includono problemi che variano a seconda dell’elemento e del livello di esposizione. Regolamenti e nuove tecnologie aiutano a contrastare la diffusione del problema, ma la ricerca è ancora in corso ed è sempre importante informarsi per prevenire al meglio.
Cosa sono i metalli pesanti?
I metalli sono elementi che presentano specifiche
proprietà chimico-fisiche come potere riflettente, alta conduttività di calore e di elettricità e altre caratteristiche. Alcuni di essi (come rame, cromo, manganese, zinco) sono fondamentali per gli esseri viventi, perché consentono di trasportare molecole o far funzionare enzimi, ormoni e recettori. Si pensi al ferro, che consente ai globuli rossi di trasportare l’ossigeno nel corpo. Ma dosi troppo elevate di minerali utili e altri elementi che apportano poco o nessun beneficio (come cadmio e mercurio) possono provocare danni se si accumulano nell’organismo.
Con il termine “
metalli pesanti” ci si riferisce a elementi molto densi che risultano
tossici a basse concentrazioni e si accumulano nell’ambiente e negli organismi (bioaccumulo). In realtà, il termine “metalli pesanti” non ha un vero riscontro scientifico: è un termine ombrello che include altri elementi oltre ai veri e propri metalli, come l’arsenico, che è un metalloide.
In 9 casi su 10, siamo esposti ai metalli pesanti a causa della
dieta, e in particolare dai vegetali, che assorbono metalli pesanti dal terreno. Nel resto dei casi, accumuliamo metalli pesanti tramite il contatto con la
pelle e l’
inalazione di polveri contaminate. Per questo è importante una dieta varia: assumere molti vegetali differenti consente di introdurre piccole quantità dei diversi contaminanti, così che non possano avere effetti negativi.
Dove si trovano
I metalli pesanti sono naturalmente presenti sulla superficie della Terra e si diffondono nell’ambiente grazie a fenomeni come l’erosione delle rocce o le eruzioni vulcaniche. Ad esempio, il manganese costituisce circa lo 0,1% della crosta terrestre. Dal terreno, gli elementi possono essere assorbiti dalle piante, entrando così nella rete alimentare, oppure passare nell’acqua o nell’aria.
Gli esseri umani aumentano i livelli di metalli pesanti nel terreno, nell’acqua e nell’aria principalmente a causa delle
attività industriali: cromo, piombo, tallio e cadmio, tra gli altri, sono estratti dai siti di deposito e usati diffusamente nei processi industriali. Altre attività molto inquinanti sono il consumo di combustibili fossili, l’estrazione mineraria e l’incenerimento dei rifiuti, che rilasciano nell’aria metalli come il piombo. Anche alcune pratiche agricole inquinano con metalli pesanti, come l’uso di fertilizzanti minerali (a cui sarebbe da preferirsi il concime).
La concentrazione dei metalli pesanti in un luogo dipende dal tipo di
suolo, dalle specie di
piante che vi si trovano e dalla loro
interazione. In ogni caso, la diffusione e la capacità dei metalli pesanti di rimanere nell’ambiente rende inevitabile l’esposizione degli esseri viventi: la strategia migliore è evitare le zone più inquinate e diversificare la dieta, per minimizzare le dosi di ogni metallo pesante.
Metalli pesanti: effetti sulla salute
L’esposizione ai metalli pesanti può provocare
avvelenamenti acuti o cronici, che possono dare diversi effetti tossici su organi e tessuti a seconda degli elementi e delle dosi a cui si è stati esposti. Principalmente, colpiscono cervello, fegato, reni, sangue, pelle e sistema immunitario: conseguenze comuni sono problemi gastrointestinali, disfunzione renale, problemi al sistema nervoso, disturbi vascolari e cancro.
In genere, i metalli pesanti nel corpo provocano problemi perché rilasciano radicali liberi, molecole che ossidano le cellule, ovvero ne alterano la chimica. Questo può danneggiare le loro membrane, le proteine che producono o il loro DNA, rendendole poco funzionali. In questo modo, i metalli pesanti compromettono gli organi e favoriscono l’insorgenza di disturbi come il
diabete e il cancro. Altri metalli pesanti interferiscono con le attività cellulari sostituendosi ad altri elementi.
Metalli pesanti: sintomi
Ma cosa provocano i metalli pesanti? Sintomi comuni dell’intossicazione da metalli pesanti sono:
Nei casi più gravi,
aritmia (battito cardiaco anomalo), perdita di memoria, difficoltà a respirare, minzione alterata rispetto al solito e pallore (da anemia): in tal caso è bene rivolgersi a un medico immediatamente.
La gravità del problema è
dose-dipendente e l’esposizione a metalli pesanti diversi può avere effetti cumulativi, aggravando i sintomi. La popolazione più a rischio sono i
bambini, i quali subiscono di più i danni da metalli pesanti perché sono in fase di sviluppo e perché hanno dimensioni ridotte, per cui subiscono maggiormente piccole dosi di sostanze tossiche. Particolarmente a rischio sono anche gli
anziani e i
feti di donne in gravidanza esposte.
Secondo alcuni studi, la tossicità dei metalli pesanti ha effetti diversi a seconda del
sesso. Ad esempio, possono provocare problemi alla
fertilità dell’uomo, ma è un problema molto maggiore nelle donne, al punto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’intossicazione da metalli pesanti sarebbe la principale causa di
infertilità tra le donne, perché interferisce con la loro produzione ormonale. Si stima che 1 donna su 10 sia a rischio di infertilità a causa dei metalli pesanti.
Metalli pesanti e salute: l’elenco
Quali sono i metalli pesanti? Mercurio, piombo, cromo, arsenico e cadmio sono i maggiori responsabili di avvelenamenti da metalli pesanti. Sono molto comuni anche il nickel, il tallio e l’antimonio. Vi sono poi elementi che in quantità ridotte sono utili all’organismo, ma in quantità eccessive danno tossicità: rame, manganese, cobalto e zinco.
Mercurio
Il mercurio (simbolo chimico: Hg) è l’unico metallo che a temperatura ambiente si trova allo stato
liquido, ma evapora facilmente. Diviene solido a -39 °C ed esiste anche in forme combinate con altri elementi. Dà tossicità a piccole dosi, soprattutto nei composti organici (il metil mercurio e l’etil mercurio) e allo stato gassoso, motivo per cui in passato si raccomandava di fare attenzione ai termometri a mercurio che si rompevano, che rilasciavano il mercurio anche in forma gassosa.
In natura, il mercurio si può trovare nel
suolo, nelle
acque e nell’
aria; fonti artificiali includono vecchi termometri, lampadine, amalgame dentali e batterie, per cui i lavoratori in questi ambiti sono a rischio di intossicazione da mercurio. Poi, le concentrazioni di questo metallo nell’ambiente aumentano a causa delle attività umane: ad esempio, i composti del mercurio sono utilizzati come fungicidi, nell’estrazione dell’oro, nelle industrie che producono lampadine e altri processi industriali. In passato erano utilizzati in alcuni medicinali, ma oggi sono stati rimpiazzati. Al contrario, in alcuni paesi non occidentali sono prodotte creme per la pelle e altri cosmetici che contengono mercurio: è importante fare attenzione ai prodotti venduti online.
L’essere umano è esposto al mercurio soprattutto quando si alimenta di
pesci carnivori, poiché alcuni microrganismi marini producono composti contenenti mercurio che entrano nella rete alimentare del mare, arrivando a un’alta concentrazione in pesci come tonno e pesce spada. La cottura del cibo non diminuisce i livelli di mercurio nei pesci. Invece, assumere tonno, pesce spada, luccio e squaloidi (palombo, verdesca, smeriglio) solo una volta a settimana consente di assumere una dose sicura di mercurio (questi pesci sono invece sconsigliati nelle donne in gravidanza).
- Il mercurio metallico (Hg0) può oltrepassare la barriera ematoencefalica, che separa il flusso del sangue del corpo da quello cerebrale, e dal sistema gastrointestinale. Può anche oltrepassare la placenta, con rischi per gli embrioni nelle donne in gravidanza. Ha effetti prevalentemente neurotossici, mentre non sembra avere effetti a livello intestinale;
- Il mercurio inorganico (Hg+ o Hg++) si concentra nei reni, dove provoca danni. Non può oltrepassare la barriera ematoencefalica e la placenta, mentre può portare danni al fegato, un effetto potenziato dall’assunzione di alcolici;
- Etil e metil mercurio (mercurio organico) sono presenti soprattutto negli alimenti, e in particolare nei frutti di mare che vivevano in acque contaminate da mercurio. Facilmente assorbiti dal tratto gastrointestinale, possono oltrepassare la barriera ematoencefalica e causare la malattia di Minamata, disturbo neurologico i cui sintomi sono debolezza muscolare, difficoltà di movimento (atassia), intorpidimento degli arti, riflessi involontari, deficit uditivi e visivi e difficoltà a parlare, masticare e ingoiare. Bambini nati da donne che assumono molto mercurio in gravidanza presentano problemi dello sviluppo.
Piombo
La soglia di allarme di piombo (Pb) nell’organismo è valutata come 10 microgrammi di metallo per decilitro di sangue. Principali fonti di esposizione sono l’
aria e l’
acqua inquinata da rifiuti industriali, batterie, materiali da costruzione, vernici. Recentemente, tra i fattori di rischio per l’intossicazione da piombo è stata inserita l’assunzione di oppiacei di contrabbando, che possono avere aggiunte di piombo.
Il piombo può essere assorbito dalla
pelle, ma soprattutto dal
sistema respiratorio e da quello
digerente. Provoca infiammazione, ossidazione e alterazione del sistema immunitario, provocando danni a diversi organi. In particolare, dà problemi:
- Neurologici, alterando le funzioni cognitive soprattutto nei bambini;
- Endocrini e riproduttivi;
- Respiratori (senso di oppressione al petto, tosse, produzione di catarro);
- Urinari;
- Gastrointestinali;
- Cardiovascolari. L’intossicazione da piombo può interferire con la produzione di globuli rossi, provocando anemia e alterazione dei parametri misurabili con un esame del sangue (come l’ematocrito). Comporta anche un aumento di pressione e aterosclerosi, aumentando il rischio di mortalità;
- Al sistema immunitario. Alti livelli di piombo inibiscono l’attività immunitaria perché danneggiano le membrane delle cellule e inibiscono l’attività antiossidante delle metalloproteine che detossificano il nostro organismo dai radicali liberi. Basse dosi di piombo sembrano invece stimolare il sistema immunitario.
Cromo
Il cromo (Cr) si trova nella
crosta terrestre e nelle
acque marine. I suoi livelli di concentrazione nell'ambiente aumentano a causa dei processi di industrie metallurgiche, chimiche o di materiali refrattari, che lo rilasciano nel suolo, nelle falde acquifere e nell'aria.
Esistono diverse forme in cui si può trovare il cromo, differenziate soprattutto in base allo stato di ossidazione, cioè il grado di cessione o acquisizione di elettroni degli atomi di cromo. Esso varia da 2- (accettazione di due elettroni) a 6+ (cessione di 6 elettroni). I più stabili e presenti sono il cromo trivalente (3+) e quello esavalente (Cr6+). Il cromo trivalente in piccole dosi ha effetti benefici perché aiuta il metabolismo di proteine e grassi e l'azione dell'insulina. Invece, l'esposizione al cromo esavalente (Cr6+) è associata a diverse malattie, tra cui il cancro.
Siamo esposti al cromo esavalente soprattutto tramite l'ingestione o il contatto della pelle con alimenti o acqua contaminati. L'accumulo del metallo nell'organismo può causare diversi sintomi:
- Dermatologici (alla pelle);
- Renali;
- Neurologici;
- Gastrointestinali;
- Genetici. Il cromo esavalente può causare danni al DNA e alla capacità delle cellule di produrre le proteine utili per il loro funzionamento. Quindi, provoca o facilita lo sviluppo di cancro a molti organi o tessuti, tra cui polmoni, laringe, testicoli, vescica, reni, ossa e tiroide;
- Può anche dare reazioni anafilattiche.
Anche un eccesso di altri tipi di cromo può dare disturbi, principalmente a livello del DNA, provocando tumori o morte cellulare.
Cadmio
Il cadmio (Cd) si può trovare in alcuni
minerali, anche se è raro. Il contatto degli esseri umani con questo metallo, infatti, deriva principalmente dalle attività industriali che lo rilasciano nell'ambiente, contaminando gli alimenti (soprattutto cereali e pesce) o l'acqua. Un altro fattore di esposizione è il
fumo: il cadmio si trova nelle sigarette e l'abitudine di fumare fa raddoppiare i livelli di questo metallo nel sangue rispetto ai non fumatori. Sono particolarmente esposti anche coloro che lavorano nell'ambito delle industrie galvaniche (produzione di batterie e leghe). L'inalazione è il modo più veloce per sviluppare intossicazione da cadmio.
Conseguenze dell'intossicazione da cadmio sono disturbi sul breve e sul lungo termine, dovuti alla sua cancerogenicità e al fatto che il cadmio può sostituirsi ad alcuni minerali, come lo zinco, impedendone l'azione e alterando così le funzioni dell'organismo.
- Disturbi alle ossa, che possono risultare degenerativi oltre che molto dolorosi. Ad esempio, l'intossicazione da cadmio può comportare osteoporosi e conseguenti fratture da fragilità delle ossa, soprattutto nelle donne;
- Disfunzione dei reni, sfociando nell'insufficienza renale. Il cadmio si accumula principalmente nei reni, provocando danni al sistema urinario;
- Disturbi gastrointestinali, con danni al fegato;
- Danni ai polmoni e problemi respiratori;
- Disturbi cardiovascolari. Il cadmio sembra essere il principale responsabile dei problemi alle arterie che derivano dall'abitudine al fumo;
- Problemi alla regolazione dell'organismo (omeostasi);
- Disturbi al sistema nervoso: sembra favorisca disturbi come la malattia di Alzheimer, il disturbo di Parkinson, la sclerosi multipla e la SLA (sclerosi laterale amiotrofica);
- Cancro a polmoni, reni, pancreas, mammella, prostata e sistema digerente.
Arsenico
L'arsenico (As) non è un metallo, perché chimicamente si comporta in modo diverso dai metalli, acquisendo elettroni anziché cedendoli. Si include nella categoria dei metalli pesanti perché provoca effetti analoghi, accumulandosi nell'organismo e comportando tossicità. In effetti, è uno dei principali fattori di rischio per la salute umana, noto come “
the king of poisons” (re dei veleni) e “
poison of kings” (veleno dei re). Anticamente, oltre che come veleno, era usato come pesticida, come cosmetico e come farmaco per alcune malattie, con esiti spesso infausti.
Fonti di esposizione all'arsenico sono principalmente
alimenti (soprattutto il riso) e
acqua contaminati, in quanto la principale via di assimilazione di arsenico è il tratto digerente. Altre vie di contaminazione sono il contatto con la
pelle e l'
inalazione, ma avvengono soprattutto per le persone che lavorano a contatto con il metallo.
Una volta entrato nell'organismo, l'arsenico si distribuisce, diffondendosi nei polmoni, nel cuore, nei reni, nel fegato, nei muscoli e nel tessuto nervoso. Qui, inibisce alcuni enzimi e danneggia le cellule. In particolare, l'intossicazione da arsenico può provocare:
- Iperpigmentazione o cheratosi della pelle. Nei casi più gravi di intossicazione da arsenico, si ha anche cancro della pelle;
- Danni ai vasi sanguigni;
- Problemi respiratori;
- Infiammazioni;
- Danni al fegato, con possibile sviluppo di tumori;
- Disturbi ai nervi periferici e al cervello. Può provocare disturbi cognitivi e comportamentali e aggravare malattie neurodegenerative;
- Disfunzioni al sistema riproduttivo maschile;
- Problemi in gravidanza. L'arsenico attraversa la placenta, interferendo con lo sviluppo degli embrioni e dei feti. Possibili conseguenze sono la nascita pretermine, basso peso alla nascita, aborto spontaneo o morte in utero.
Tallio
Il tallio (Tl) si può trovare nell’ambiente in molte forme, soprattutto nell’atmosfera a causa delle emissioni industriali; è contenuto anche in veleni per topi, pesticidi e fuochi d’artificio. Distribuito molto rapidamente nell’organismo, attraversa la barriera emato-encefalica e la placenta e si accumula nelle ossa, nei reni, nel fegato e nel sistema nervoso. È il metallo pesante più tossico, perché ne sono sufficienti piccole dosi (0,5-1 grammo) per provocare l’intossicazione acuta:
- Problemi gastrointestinali (dolori addominali, nausea e vomito, diarrea), fino alla necrosi epatica;
- Abbassamento della pressione arteriosa (ipotensione) con battiti cardiaci alterati (bradicardia), seguito da pressione alta (ipertensione) e tachicardia (battiti rapidi), con possibili aritmie e infarto;
- Problemi respiratori a causa di bronchite acuta o edema polmonare (eccesso di liquidi nei polmoni);
- Problemi ai reni;
- Disturbi neurologici, da formicolii a paralisi fino all’arresto respiratorio o al coma;
- Arrossamento e desquamazione della pelle o acne;
- Alopecia (perdita dei capelli).
Un’esposizione prolungata, che si ha soprattutto in ambiti professionali in cui s’inalano fumi ricchi di tallio, provoca sintomi simili a quelli da intossicazione acuta, con sintomi neurologici più numerosi (includono mal di testa, insonnia,
depressione, apatia e disturbi visivi).
Nichel
Il nichel (Ni) è molto usato nella realizzazione di oggetti metallici, come bigiotteria e piercing, fibbie delle cinture, chiavi, occhiali, stoviglie e monete. Tuttavia, sono comuni gli oggetti
nichel-free, sia perché il contatto con questo metallo provoca allergie in circa il 15% della popolazione sia perché risulta tossico al di sopra di una certa soglia (valutata intorno ai 2,8 microgrammi per chilo di peso corporeo dal Panel CONTAM dell'EFSA, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare). L’intossicazione da nichel può derivare dal contatto con la pelle e da una dieta con molti alimenti che ne sono ricchi, ma la principale responsabile è l’
inalazione di aria contaminata dalle industrie. Gli effetti principali sono:
- Cancro del naso e dei polmoni;
- Malattie cardiovascolari;
- Disturbi ai reni.
Chi ha un'allergia al nichel presenta, generalmente, una
dermatite allergica da contatto (DAC), ma può anche sviluppare una
sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS). Si tratta di un disturbo per cui la persona presenta fastidi al nichel non solo quando lo tocca, ma anche, ad esempio, quando lo ingerisce (presentando fastidi gastrointestinali). In questo caso occorre ridurre l'assunzione di acqua di rubinetto e di alimenti che contengono nichel: cacao, frutta secca, legumi e crostacei.
Antimonio
L’antimonio (simbolo chimico: Sb) si può trovare principalmente nell’
aria inquinata dall’attività vulcanica o umana, principalmente in zone limitrofe ad aree industriali. L’intossicazione da questo metallo pesante causa:
- Pancreatite (infiammazione del pancreas);
- Cardiotossicità;
- Problemi respiratori come aderenza pleurica (“incollamento” delle membrane che ricoprono i polmoni), enfisema cronico e bronchite cronica;
- Alcuni tipi di cancro;
- Disturbi riproduttivi.
Altri metalli
- Manganese: è sfruttato in diverse reazioni dell’organismo, con azione neuroprotettiva. Tuttavia, un accumulo può comprometterne alcune funzioni, arrivando ad aggravare malattie degenerative come morbo di Parkinson e malattia di Alzheimer;
- Cobalto: grandi quantità di cobalto possono portare a depressione sistolica e alterare l’attività immunitaria. Può avere conseguenze fatali, ma se trattato in tempo può essere recuperata;
- Zinco: metallo onnipresente, è fondamentale per l’azione di alcuni enzimi. Se assunto in quantità eccessive, a causa dell’inalazione di zinco rilasciato nell’ambiente dall’estrazione mineraria, può dare effetti tossici;
- Rame: è fondamentale per le funzioni degli organismi, soprattutto nelle piante, dove ha un ruolo nella fotosintesi. L’accumulo eccessivo di rame comporta danni al fegato e alla colecisti.
Cosa fare coi metalli pesanti: danni e salute
Per ridurre i danni alla salute dei metalli pesanti, la prima strategia è prevenire:
- Evitare le zone industriali, dove le emissioni di metalli pesanti sono più importanti;
- Verificare che le case siano prive di tubi di piombo, vernici con metalli pesanti, vecchi mobili, antiche pentole e altre fonti di metalli pesanti;
- Proteggersi. Chi lavora a contatto con oggetti che contengono metalli pesanti, incluse vernici e batterie, dovrebbe indossare materiali protettivi come guanti e maschere;
- Fare attenzione ai presidi medico-chirurgici. Alcuni medicinali e device medici contengono piccole quantità di metalli pesanti: è bene non eccedere nel loro uso e rivolgersi sempre ai medici per informazioni;
- Diversificare la dieta. Cibi da evitare per non avere effetti sulla salute dai metalli pesanti sono quelli derivati da zone inquinate, ad esempio molluschi cresciuti in acque ricche di prodotti di scarto delle industrie. Bisogna evitare anche di bere le acque di zone contaminate o provenienti da tubi in piombo. Per il resto, dato che i metalli pesanti sono largamente diffusi anche per cause naturali, la strategia vincente è assumere alimenti differenti, in modo che le dosi dei metalli contenute in ognuno restino sempre basse. Questo vale soprattutto per i vegetali, ma anche per i grandi predatori marini (come tonno, pesce spada, luccio), perché nutrendosi di altri animali accumulano i metalli pesanti assunti da tutta la rete alimentare;
- Assumere antiossidanti. Ottima strategia per “depurare” l’organismo, o meglio, contrastare i danni per la salute dei metalli pesanti sono gli antiossidanti: curcumina, vitamina C, acidi grassi, omega 3, pappa reale, acido gallico, quercetina, pterostilbene e altre sostanze di cui sono ricchi molti vegetali, controbilanciando l’introduzione di metalli pesanti;
- Porre attenzione alle etichette dei cosmetici.
Per contrastare l’accumulo di metalli pesanti nell’ambiente, la ricerca ha realizzato delle nanotecnologie, materiali come grafene, nanotubi di carbonio, nanoparticelle magnetiche e altri che consentono di individuare e rimuovere queste molecole tossiche da acqua e alimenti.
Metalli pesanti nel corpo: come eliminarli
Se si sospetta un’intossicazione da metalli pesanti, il modo migliore per agire è rivolgersi a un
medico, affinché possa svolgere le analisi (ad esempio analisi del sangue, delle urine e del capello) per capire la strategia d’intervento più mirata. Infatti, i prodotti per rimediare e contrastare gli effetti dei metalli pesanti sono numerosi e specifici per i diversi distretti colpiti. Trattamenti tipici sono l’uso di
agenti chelanti (molecole che legano i metalli pesanti, trasportandoli via dal corpo),
emodialisi e
lavanda gastrica, con trattamenti diversificati a seconda degli organi interessati.
In Europa e in Italia, i regolamenti sui livelli di metalli pesanti nel cibo e nell’acqua sono molto stringenti per garantire un’esposizione molto ridotta. Grazie a questi provvedimenti, le intossicazioni da metalli pesanti si stanno riducendo costantemente. Inoltre, le nuove tecnologie consentiranno di prevenire e porre rimedio all’inquinamento da metalli pesanti con sempre maggiore efficacia.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Bahali-Mood M, Naseri K et al., 2021. Toxic Mechanisms of Five Heavy Metals: Mercury, Lead, Chromium, Cadmium, and Arsenic. Front. Pharmacol., Sec. Predictive Toxicology. DOI: 10.3389/fphar.2021.643972
- Mitra S, Chakraborty AJ et al., 2022. Impact of heavy metals on the environment and human health: Novel therapeutic insights to counter the toxicity. Journal of King Saud University - Science. 34, (3) 101865. DOI: 10.1016/j.jksus.2022.10186
- EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità. L'inquinamento da metalli pesanti in Europa
- Istituto Superiore di Sanità, 2019. Metalli pesanti negli alimenti
- Istituto Superiore di Sanità, 2022. Tallio
- Cleveland Clinic, 2022. Heavy Metal Poisoning (Toxicity)
Domande e risposte
Come purificare il corpo dai metalli pesanti?
Gli antiossidanti contrastano l’azione dei metalli pesanti con cui potremmo essere entrati in contatto. Alcuni esempi: la curcumina, che si trova nelle radici delle piante di curcuma, la vitamina C, di cui sono ricchi kiwi e agrumi, gli acidi grassi omega 3, presenti soprattutto nel pesce azzurro, e la pappa reale.
Dove si accumulano i metalli pesanti?
I metalli pesanti si accumulano soprattutto nei reni o nel fegato; il piombo si accumula principalmente nello scheletro.
Come capire se si è intossicati da metalli pesanti?
I sintomi di intossicazione da metallo pesante, in genere, includono dolori addominali, nausea, vomito o diarrea, brividi, debolezza, alterazioni dell’umore, ansia, senso di bruciore alla gola e intorpidimento a piedi e mani. Nei casi più gravi si hanno problemi cognitivi come la perdita di memoria, aritmia (battito cardiaco anomalo), difficoltà a respirare, problemi di minzione e pallore (da anemia). In questi casi occorre rivolgersi subito a un medico.
Come i metalli pesanti possono danneggiare l'organismo?
Generalmente, i metalli pesanti rilasciano sostanze molto reattive chiamate radicali liberi che rompono le membrane delle cellule, le proteine o il DNA, causando danni al cervello, ai reni, al fegato, al sistema cardiovascolare, al sistema riproduttivo e ad altri organi. Possono anche compromettere le gravidanze e comportare alcuni tipi di cancro.
Cosa mangiare per eliminare i metalli?
Per “depurarsi” dai metalli pesanti non è sufficiente assumere alimenti come acqua e limone o antiossidanti: occorrono trattamenti appositi, come le sostanze chelanti, che si legano alle sostanze e le trasportano via. È bene rivolgersi a un medico per trattare al meglio un’intossicazione da metalli pesanti.
Qual è il metallo più tossico?
Il metallo pesante che dà maggiore tossicità è il tallio, che però è piuttosto raro.
Quali alimenti contengono metalli pesanti?
I cibi più ricchi di metalli pesanti sono i cereali e i frutti di mare, e in particolare i grandi predatori acquatici (pesce spada, tonno, luccio, palombo, verdesca, smeriglio).