Indice
Domande e Risposte
Che cos’è il suolo e perché non deve essere inquinato
Il suolo è lo
strato più superficiale della Terra, composto da sostanze inorganiche come la sabbia, l’aria e l’
acqua insieme a sostanze organiche: gli esseri viventi che la abitano, dai microrganismi alle talpe, e i loro residui. Infatti,
il suolo è un sistema complesso, che
può ospitare una varietà di specie molto superiore a quella presente sulla superficie. Ogni centimetro di una zolla di terra può presentare caratteristiche e organismi molto differenti, che intessono tra loro rapporti complessi. Il buono stato di tutti questi elementi contribuisce alla salute del suolo e quindi tutela la sua capacità di supportare la vita sulla Terra.
Oggi però ogni 100 metri quadrati di suolo italiano, 47 sono considerati degradati. L’80% dei terreni agricoli sperimenta per esempio fenomeni erosivi e il 68% ha perso più del 60% del carbonio organico originariamente presente. Un quarto di essi presenta livelli troppo elevati di azoto e il 7% è a rischio di salinizzazione secondaria. Il 14% del suolo ha concentrazioni troppo elevate di rame e l’1% di mercurio, sostanze estremamente tossiche. Lo evidenzia il Rapporto sulla salute del suolo in Italia 2023 di Re Soil Foundation.
Eppure, l’introduzione della
Carta Europea del Suolo (Strasburgo, 1972) recita: “
Il suolo è uno dei beni più preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali, e dell’uomo sulla superficie della terra”. Nel 2014 la FAO ha istituito la
Giornata Mondiale del Suolo che si celebra ogni anno il
5 dicembre.
Infatti,
il suolo ha moltissime funzioni che aiutano a tutelare l’ambiente e gli esseri viventi e a contrastare il cambiamento climatico:
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Conservazione della biodiversità: secondo un report della FAO (Food and Agriculture Organization), il suolo ospita più del 25% delle specie del nostro pianeta. La loro esistenza consente il riciclo dei nutrienti, facilitando lo smaltimento dei rifiuti e favorendo la vita sotto e sopra la superficie del terreno;
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Ruolo strutturale: il suolo supporta gli organismi in superficie e le infrastrutture;
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Ciclo dell’acqua e mitigazione delle alluvioni. Il suolo assorbe acqua, la purifica, la immagazzina e la rende disponibile ai vegetali e agli animali che lo abitano. La compattazione dei terreni, che li priva dei pori che possono ospitare l’acqua, comporta un aumento delle alluvioni;
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Ciclo del carbonio e dell’azoto e regolazione del clima. Il cambiamento climatico e la salute del suolo sono legati a doppio filo. Il suolo assorbe e immagazzina carbonio e azoto provenienti dall’atmosfera, come l’ossido nitrico (N2O) e il metano (CH4), gas il cui accumulo nell’atmosfera facilita il riscaldamento del nostro pianeta (gas serra). In questo modo, il suolo aiuta a regolare il clima. Inoltre, alcuni organismi che abitano nel terreno degradano e trasformano carcasse e residui organici. Un meccanismo fondamentale per la vita: ad esempio, se non fosse per questi decompositori, resti come le foglie morte rimarrebbero intatti e i minerali che contengono non potrebbero essere usati da altri vegetali per crescere;
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Fertilità. Il suolo immagazzina acqua e minerali, fondamentali per la crescita dei vegetali. Alcuni funghi che abitano il sottosuolo sono anche capaci di trasportare questi nutrienti attraverso il terreno;
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Filtro per alcuni inquinanti. Le componenti solide del suolo fungono da filtro e alcuni organismi (piante, batteri, funghi e alcuni animali) degradano sostanze presenti nell’acqua e nell’aria, purificandole;
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Fonte di materie prime e servizi per la specie umana. Grazie al suolo abbiamo a disposizione alimenti, fibra, legna, supporto alle infrastrutture, prevenzione di alcuni disastri naturali, regolazione del clima e della qualità dell’aria che respiriamo. Il suolo è anche la fonte di microrganismi da cui sono stati ricavati antibiotici e altri farmaci salvavita.
Perché è importante la biodiversità del suolo
Il
suolo è un ambiente complesso, che può avere diverse composizioni e
ospitare molti, diversissimi organismi. Supporta le
piante, mitiga le alluvioni, aiuta a regolare il clima, fornisce risorse agli esseri umani. Ma industrie, trasporti, attività agricole non sostenibili e altre attività umane e fonti naturali possono rilasciare sostanze che compromettono il suolo, mettendo a rischio la vita che dipende da esso.
Questo ha importanti conseguenze anche per la salute umana.
Che cosa inquina il suolo? Cause dell’inquinamento industriale e agricolo
Si parla di
inquinamento del suolo quando si ha un’
alterazione della sua composizione, come un eccesso di alcuni minerali o la presenza di sostanze estranee, che incide negativamente sull’ambiente o sulla salute dei viventi. A causa della variabilità e della complessità del suolo, spesso è difficile individuare l’inquinamento del suolo. Ad esempio, i
n alcune zone i metalli pesanti possono essere normalmente presenti con concentrazioni anche 3 volte superiori rispetto alla media a causa delle rocce presenti in superficie. Le sostanze chimiche possono agire in modo diverso in base alla diversa composizione di un terreno, così che risultano benefiche in alcune zone e dannose in altre.
L’inquinamento del suolo può essere dovuto a cause naturali o artificiali
Più spesso è la
specie umana a compromettere il suolo. Le
cause principali sono:
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Agricoltura e allevamenti non sostenibili. I composti agrochimici (fungicidi, pesticidi, distruttori endocrini, fertilizzanti e concime) in dosi eccessive introducono nel suolo sostanze e supplementi di alcuni minerali (come azoto e fosforo) che possono comportare problemi;
-
Gestione scorretta dei rifiuti. I rifiuti urbani e industriali rilasciati nell’ambiente e le discariche non controllate sono responsabili di circa un terzo dell’inquinamento del suolo locale;
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Attività industriali e domestiche. Inquinano il suolo il rilascio involontario o volontario di sostanze come solventi, acque reflue, surfattanti, medicinali, fosfati, sali, prodotti per l’igiene. Anche le aree industriali dismesse sono fonte di inquinamento per anni o decenni se non bonificate;
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Estrazione di petrolio e gas, rilascio di derivati del petrolio. Dovuto soprattutto a una cattiva gestione di pozzi petroliferi e oleodotti, può comportare danni e intossicazioni agli esseri che abitano il suolo.
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Fonderie ed estrazione mineraria: rilasciano metalli pesanti e altre sostanze inquinanti che possono anche disperdersi nell’aria;
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Trasporti. Vicino alle strade, i suoli contengono metalli pesanti in quantità superiori, ma i trasporti inquinano anche perché rilasciano parti consumate dei veicoli e spargono acque stagnanti. Aspetti problematici soprattutto in mezzo alle campagne, dove vi sono animali da pascolo e coltivazioni, che assorbono queste sostanze;
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Attività militari e guerre. Mine, residui di munizioni e polvere da sparo, agenti tossici (come l’iprite) e altri contaminanti legati ad attività belliche possono rimanere nel suolo per anni, talvolta secoli.
Fattori naturali che contribuiscono all’inquinamento del suolo sono:
- I venti e le alluvioni, che trasportano sostanze anche dannose;
- Inquinanti biologici (come microrganismi patogeni, muffe e allergeni di derivazione vegetale o animale);
- L’erosione delle rocce e del suolo, che contengono ad esempio metalli o asbesti;
- Eruzioni vulcaniche, ricche ad esempio di arsenico e metalli pesanti;
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Incendi, che possono rilasciare prodotti della combustione quali diossine e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Quali sono le sostanze più pericolose per il suolo?
Alcune sostanze (come azoto, rame e cromo) sono fondamentali per la salute degli organismi viventi nelle giuste quantità, ma se in eccesso possono essere dannose. Altre non apportano benefici noti.
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Azoto. Fornito da fertilizzanti e concimi per aiutare la crescita delle coltivazioni, se presente in quantità eccessive si riversa nelle acque. Qui, comporta un’eccessiva crescita dei vegetali e delle alghe, che una volta decomposte aumentano enormemente i livelli di sostanze organiche nelle acque determinando l’estinzione di molte specie presenti nello specchio d’acqua. Questo fenomeno è noto come eutrofizzazione (dal greco “eu”, “buono”, e “trophè”, “nutrimento”);
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Metalli pesanti come il cadmio e il cromo. Presenti in alcuni rifiuti ma anche in alcuni fertilizzanti non ben regolamentati, tra cui fertilizzanti organici come fanghi di depurazione, concime e compost, risultano tossici per gli organismi che abitano il suolo;
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Rame. È utilizzato come pesticida e fungicida e viene aggiunto al mangime animale, risultando poi concentrato nelle deiezioni. Da uno studio pubblicato nel 2019 da Silva e colleghi è emerso che l’83% dei terreni europei conterrebbe residui di pesticidi;
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Arsenico. Naturalmente presente in alcune rocce e composti organici, in piccole dosi sembrerebbe prevenire alcune forme di cancro, ma in dosi elevate può dare problemi di salute gravi come lesioni e tumori;
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Plastiche. Derivano soprattutto da rifiuti, industrie e lavaggio di vestiti sintetici, ma essendo utilizzate ampiamente si diffondono da molte fonti. Si trovano praticamente ovunque, perché nel suolo si degradano e finiscono nelle acque e nell’aria, che le trasportano e le diffondono. A seconda delle dimensioni, possono soffocare, limitare la crescita o intossicare gli organismi. In alcune plastiche sono anche presenti i plasticizzanti, sostanze che rendono la plastica più flessibile e possono interferire con il sistema endocrino (distruttori endocrini);
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Farmaci e prodotti per la cura personale. Medicinali, integratori alimentari, fragranze, cosmetici possono contenere oltre 4mila diverse sostanze che, se rilasciate nell’ambiente, possono risultare dannose. Antibiotici e altri farmaci possono diffondersi nell’ambiente anche da allevamenti in cui sono utilizzati in eccesso;
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Radionuclidi, sostanze radioattive provenienti sia da fonti artificiali (test e incidenti nucleari, produttori di fertilizzanti) sia da fonti naturali, come alcuni tipi di rocce (in particolare, quelle ricche di feldspato o illite);
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Asbesto (amianto). Si tratta di un insieme di minerali flessibili e molto resistenti a fuoco, sostanze chimiche e usura che si trovano in natura. Tuttavia, sono costituiti da fibre piccolissime che si possono disperdere nell’ambiente e sono respirabili dagli animali, nei quali provocano alcune forme di cancro;
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Diossine, composti minerali che derivano da combustioni naturali (come emissioni di gas vulcanici e incendi nelle foreste) o artificiali (quali l’incenerimento dei rifiuti e processi industriali). Ne sono un esempio i policlorobifenili (PCB);
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Idrocarburi aromatici policiclici (IPA o PAH) e benzene. Gli IPA sono composti che si ottengono dalla combustione di composti organici come carbone, petrolio e fogliame, diffondendosi nel fumo. Il benzene è un composto organico e altamente infiammabile che costituisce naturalmente il petrolio e può essere sintetizzato per usi industriali. È volatile, ma contamina facilmente anche le falde acquifere. Questi composti sono mutageni e cancerogeni;
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Microrganismi patogeni. La maggior parte dei microbi esistenti non dà alcun problema di salute agli altri esseri viventi, ma alcuni virus, batteri, funghi, platelminti (vermi piatti) e protisti possono portare malattie. Allevamenti e agricoltura, a causa della concimazione e del rilascio di escrementi, diffondono parassiti e microbi che portano infezioni e tossinfezioni alimentari;
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Nanoparticelle. Alcune particelle sono resistenti ai raggi ultravioletti, alle abrasioni o hanno altre proprietà, per cui sono sempre più utilizzate in diversi prodotti: vernici, cosmetici, tessuti, plastiche, carta, alimenti. Sappiamo che, diffondendosi nell’ambiente, possono essere tossiche per gli organismi e cambiare le proprietà del suolo, compromettendone le funzionalità.
Le conseguenze dell’inquinamento del suolo sulla salute
L’
inquinamento del suolo colpisce la salute umana. Gli effetti dipendono dalla frequenza e dal tipo di esposizione, da fattori individali come l’età e la genetica e dal tipo di contaminanti. Principalmente, l’inquinamento del suolo
peggiora la sicurezza alimentare, ovvero la disponibilità, l’accesso, l’utilizzo e la stabilità degli alimenti. Infatti, in 9 casi su 10 la modalità con cui veniamo in contatto con i contaminanti del suolo è la dieta. I contaminanti possono penetrare nelle radici delle piante e comprometterne la crescita, così che sono meno produttive e nutrienti. Se le sostanze inquinanti nel suolo sono in concentrazioni elevate, la pianta le accumula anche nel frutto, nelle radici e nei germogli, entrando nella rete alimentare.
Ma i contaminanti del suolo possono diffondersi nell’acqua e nell’aria e possiamo venirci in contatto anche tramite inalazione (di polvere, vapori e particelle di terreno) e contatto con la pelle, oltre che con l’ingestione di alimenti. Soprattutto nei bambini si può avere anche l’ingestione accidentale di suolo.
I problemi di salute derivanti dall’inquinamento del suolo possono essere vari. Principalmente, si hanno
intossicazioni e tossinfezioni alimentari; in seguito a esposizioni continue, si possono avere anche disturbi cronici come problemi cardiovascolari e tumori. Questi disturbi sono diffusi soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ma hanno conseguenze anche nel resto del mondo, in particolare laddove vi sono carenze igieniche.
L’assunzione (ingestione, contatto o inalazione)
di alcuni contaminanti del suolo da parte delle
donne in gravidanza può comportare malformazioni fetali, da ritardi dello sviluppo ad alterazioni morfologiche alla morte del feto. Sostanze che possono dare questi effetti sono ad esempio i radionuclidi, composti organici del mercurio, diossine, alcuni pesticidi e solventi industriali.
Come si contamina il cibo che mangiamo?
Livelli troppo alti di contaminanti del suolo riducono la produttività dei terreni agricoli o
si accumulano all’interno delle coltivazioni, rendendo il consumo dei vegetali non sicuro per gli esseri umani e altri animali.
Grazie ai sistemi regolatori, il cibo che ingeriamo nei paesi più sviluppati contiene bassissime quantità dei singoli contaminanti. Tuttavia, diverse sostanze possono sommare i propri effetti; inoltre, con il tempo si accumulano nell’organismo, dando potenziali disturbi cronici a diversi distretti, dalla pelle al sistema immunitario al
sistema nervoso.
- Livelli eccessivi di manganese, mercurio e piombo possono provocare danni al sistema nervoso, in particolare nei bambini, e a quello riproduttivo,
- Cadmio, piombo, mercurio e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) danneggiano i reni;
- Gli IPA e altre molecole possono provocare problemi anche alla pelle (come infiammazione e irritazioni) e agli occhi (cataratte).
- Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), usate in ambito industriale, e le diossine (inclusi i policlorobifenili, PCB) possono dare problemi cardiovascolari;
- Sostanze come i plastificanti, il cadmio, i ritardanti di fiamma, diossine e IPA agiscono come distruttori endocrini, alterando quindi la normale regolazione ormonale dell’organismo (con conseguenze gravi sullo sviluppo di bambini e adolescenti). Ad esempio, possono provocare problemi a livello del sistema riproduttivo, del comportamento e del metabolismo;
- Alcuni contaminanti, come arsenico, cadmio, IPA e ritardanti di fiamma possono dare neoplasie;
- L’esposizione ai pesticidi comporta problemi di intossicazione nei paesi in via di sviluppo, dove non c’è una regolamentazione del loro uso;
- Non sono ancora chiare le conseguenze dell’ingestione di microplastiche, ormai così pervasive che è noto possano trovarsi nel sangue e oltrepassare la placenta. Sembra che possano provocare infiammazioni, stress ossidativi (squilibri nella regolazione di sostanze dannose dette ROS, specie reattive all’ossigeno) e alterare la risposta del sistema immunitario;
- L’inquinamento del suolo può comportare anche la contaminazione con patogeni. Verdure e frutta non ben lavati e carni o uova crudi possono portare soprattutto problemi gastrointestinali. Per questa ragione è consigliato lavare tutto ciò che viene in contatto con questi alimenti crudi prima di toccare altro cibo.
Suolo inquinato: i rischi per chi fa giardinaggio
Respirare polveri, particelle e fumo di suolo inquinato è frequente in coloro che lavorano all’aria aperta, soprattutto in ambito di agricoltura, allevamenti, risanamento industriale.
Contatto con suolo contaminato
Gli inquinanti del suolo
possono essere assorbiti dalla pelle in seguito ad
attività edilizie, giardinaggio, attività ricreative all’aperto e contatto con oggetti su cui si è depositato suolo contaminato. Le conseguenze per la salute includono disturbi alla pelle quali irritazioni e infiammazioni (dermatiti), allergie, orticaria, acne e i tumori della pelle. Talvolta, possono oltrepassare gli strati superficiali dell’organismo ed entrare nel sangue, ma le conseguenze non sono ancora ben chiare. Tramite la pelle si possono trasmettere anche alcune infezioni trasmissibili mediante suolo contaminato, come la leptospirosi (laddove presente urina infetta).
Il legame fra suolo inquinato e antibiotico-resistenza
Gli
antibiotici sono spesso usati in misura eccessiva negli allevamenti e in modo errato (in casi inappropriati o senza seguire le indicazioni) nelle case. Tramite acque di scarico, escrezioni e concime trattato impropriamente, gli antibiotici sono rilasciati in gran quantità nell’ambiente. I batteri sono organismi estremamente adattabili; quando incontrano ripetutamente gli antibiotici, possono sviluppare geni che li rendono capaci di sopravvivere a contatto con questi.
Questi geni possono essere trasmessi tra individui della stessa specie di batteri e anche ad altre specie. Ne consegue la diffusione di infezioni antibiotico-resistenti, molto più difficili da combattere. Alcuni batteri diventano addirittura multiresistenti, cioè resistono a più antibiotici differenti.
Attualmente, le
infezioni farmaco-resistenti fanno
circa 700mila vittime l’anno e il problema è in crescita. Senza interventi per prevenire, si stima che raggiungeranno le 10 milioni di morti l’anno entro il 2050: più dei decessi per il cancro. Per questa ragione è importante usare gli antibiotici solo quando strettamente necessari e seguire le prescrizioni, senza proseguire o interrompere il trattamento a meno che non lo indichi un medico (o un veterinario, se a prendere il farmaco è un animale domestico).
Come prevenire l’inquinamento del suolo anche in casa
Le
tecniche di bonifica del suolo attualmente disponibili sono
metodi per cui gli inquinanti sono distrutti (degradazione)
o trasformati (inattivazione)
in sostanze meno nocive tramite diversi sistemi.
- Con il biorisanamento (bioremediatrion) si sfruttano microrganismi capaci di “digerire” le sostanze inquinanti;
- Con il fitorisanamento (fitodepurazione) si piantano vegetali capaci di contrastare gli inquinanti in diversi modi (come tramite l’assorbimento).
Ma la
prevenzione è la tecnica più efficace e più accessibile sia in termini pratici sia in termini economici.
Per mettere in campo reali soluzioni per la prevenzione dell’inquinamento del suolo e per mitigarne gli effetti è necessario
lavorare in tre direzioni:
- Con l’introduzione di pratiche sostenibili come l'agricoltura biologica, il compostaggio, la rotazione delle colture e l’uso di biotecnologie per il risanamento del suolo.
-
Coinvolgendo i cittadini per ridurre l’uso di sostanze chimiche in casa e sostenere iniziative locali per la protezione del suolo. Altre pratiche sono:
- Una migliore progettazione dei prodotti, affinché inquinino il meno possibile;
- La riduzione del consumo di carta e plastica;
- La scelta di abiti non sintetici e di buona qualità, affinché durino nel tempo;
- Un minore uso di acqua ed energia (controllare che non vi siano perdite nelle tubazioni; usare lavatrice, a temperatura fredda, e lavastoviglie sempre a pieno carico; usare i frangigetto; preferire la doccia al bagno nella vasca; usare l’acqua corrente solo quando necessario; regolare bere l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia);
- Una migliore gestione dei rifiuti, tramite rivendita o riutilizzo degli oggetti in buono stato e corretto riciclo;
- Una corretta gestione agricola, con rotazione delle colture, ridotto uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici, agricoltura di precisione (cioè gestione della coltivazione tramite acquisizione di dati dei raccolti per ottimizzare le pratiche e le risorse);
- Un minore uso di trasporti e industrie, ad esempio tramite la riduzione degli acquisti, puntando sul riutilizzo;
- Preferire per alimenti che hanno un inferiore impatto ambientale, come i vegetali freschi e “a chilometro zero”, limitando il consumo di carni (soprattutto quelle rosse) e prodotti molto processati.
-
Potenziando il ruolo delle normative, per regolare l'inquinamento del suolo e i piani di bonifica.
Le normative italiane ed europee sull'inquinamento del suolo
Il problema è oggetto di leggi, assemblee e ricerca. Gli studiosi del terreno continuano a individuare nuovi modi per prevenire, misurare e rimediare all’inquinamento del suolo. Ma
il problema è ancora di difficile risoluzione. Infatti, è ancora difficile valutare se un suolo è inquinato e i metodi attualmente disponibili per la bonifica sono spesso lenti, poco diffusi o costosi. In Europa, sono stati bonificati oltre 65mila siti, ma la gran parte delle zone probabilmente inquinate non è ancora stata trattata. La prevenzione, quindi, rimane il metodo migliore per limitare le conseguenze dell’inquinamento del suolo.
La
Carta Mondiale del Suolo, Revisione 2015 (
Revised World Soil Charter), della FAO (
Food and Agriculture Organization)
raccomanda ai governi di implementare i regolamenti e porre stringenti limiti ai contaminanti per tutelare l’ambiente e la salute umana. Oltre 170 Stati vi aderiscono, emanando nuove leggi e bonificando i terreni compromessi, e sono numerose altre iniziative che mirano a tutelare il suolo.
Ad esempio, l’
obiettivo 15 dell’Agenda 2030 mira a “
Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre”; il tema è menzionato anche nell’obiettivo 3, “
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” (al punto 3: “
Entro il 2030, ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo”). Essenziale è anche la
Convenzione di Rotterdam, entrata in vigore nel 2004, che
disciplina esportazioni e importazioni di alcune sostanze dannose per l’ambiente e la salute.
In
Europa vige il
Green Deal, che
tutela la salute del suolo grazie a iniziative come la promozione dell’economia circolare e dell’inquinamento zero. In Italia, la più importante normativa che regola l’inquinamento del suolo è il Codice dell’Ambiente (decreto legislativo 152/06).
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Suolo;
- United Nations Environment Programme, 2020. Soil pollution a risk to our health and food security;
- European Environment Agency, 2022. Land and soil pollution — widespread, harmful and growing;
- Silva V., Mol H.G.J. et al., 2019. Pesticide residues in European agricultural soils – A hidden reality unfolded. Science of the Total Environment. Vol 653 pp. 1532-1545. DOI: 10.1016/j.scitotenv.2018.10.441;
- Food and Agriculture Organization. Soil pollution: a hidden reality;
-
FAO and UNEP, 2021. Environmental, health and socio-economic impacts of soil pollution. Global assessment of soil pollution: Report. Chapter 4. Rome;
- United Nations Environment Programme, 2020. Soil pollution - a risk to our health and food security;
- Our World in Data, 2020. Emissions by sector;
- BioPills, 2019. Fitorisanamento.
Domande e risposte
Come l'inquinamento del suolo influisce sulla nostra salute?
Gli esseri umani vengono in contatto con i contaminanti del suolo soprattutto tramite l’alimentazione. I diversi inquinanti possono provocare disturbi alla pelle, cataratte, danni al sistema nervoso, disturbi comportamentali, disturbi cardiovascolari, problemi riproduttivi, danni ai reni o al tratto digerente, problemi al sistema immunitario, cancro, infezioni; nei bambini, alcuni inquinanti provocano disturbi dello sviluppo e del metabolismo. Alimenti contaminati possono avere effetti nocivi sui feti, arrivando agli aborti spontanei. Altre conseguenze dell’inquinamento del suolo si hanno con l’inalazione di polveri (problemi respiratori che spaziano da irritazioni a cancro dei polmoni) o il contatto con terreni inquinati (irritazioni, dermatiti, acne, cancro alla pelle, infezioni). L’inquinamento del suolo alimenta anche il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Quali soluzioni esistono per ridurre l'inquinamento del suolo?
Le tecniche di bonifica del suolo attualmente disponibili sono metodi per cui gli inquinanti sono distrutti (degradazione) o trasformati (inattivazione) in sostanze meno nocive tramite diversi sistemi. Con il biorisanamento (bioremediatrion) si sfruttano microrganismi capaci di “digerire” le sostanze inquinanti; mentre con il fitorisanamento (fitodepurazione) si piantano vegetali capaci di contrastare gli inquinanti in diversi modi (come tramite l’assorbimento).
La prevenzione è tuttavia la tecnica più efficace e più accessibile sia in termini pratici sia in termini economici.
Cosa può fare un cittadino per tutelare il suolo?
Il cittadino può:
- Ridurre il consumo di carta e plastica;
- Scegliere abiti non sintetici e di buona qualità, affinché durino nel tempo;
- Usare meno acqua ed energia (controllare che non vi siano perdite nelle tubazioni; usare lavatrice, a temperatura fredda, e lavastoviglie sempre a pieno carico; usare i frangigetto; preferire la doccia al bagno nella vasca; usare l’acqua corrente solo quando necessario; regolare bere l’acqua del rubinetto a quella in bottiglia);
- Riciclare e riutilizzare;
- Praticare la rotazione delle colture e ridurre l’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici, agricoltura di precisione (cioè gestione della coltivazione tramite acquisizione di dati dei raccolti per ottimizzare le pratiche e le risorse);
- Preferire per alimenti che hanno un inferiore impatto ambientale, come i vegetali freschi e “a chilometro zero”, limitando il consumo di carni (soprattutto quelle rosse) e prodotti molto processati.
Quali sono gli inquinanti più pericolosi per il suolo?
Le principali cause di inquinamento del suolo sono agricoltura e allevamenti non sostenibili, gestione scorretta dei rifiuti, attività industriali, uso errato di farmaci, estrazione di petrolio e gas e trasporti. Ci sono anche fattori naturali che contribuiscono all’inquinamento del suolo in diversa misura a seconda della zona considerata: venti e alluvioni, erosione delle rocce, microrganismi, incendi, eruzioni vulcaniche.