Festività sostenibili: come ridurre l’inquinamento

Festività sostenibili: come ridurre l’inquinamento

Indice

Domande e Risposte

Inquinare di meno durante le feste per l'ambiente e la salute

Le festività rappresentano il periodo più inquinante dell’anno, a causa della sovrapproduzione di alimenti e oggetti, delle decorazioni, dei botti e dei fuochi, e naturalmente a causa dei viaggi per raggiungere i familiari. Solo tra il 24 e il 26 dicembre, ognuno di noi contribuisce alla produzione di circa 650 chilogrammi di CO2, quasi il 6% di quella che produce annualmente. Sprechi che si traducono anche in problemi di salute, come disturbi respiratori dovuti all’inquinamento atmosferico e disturbi legati al cambiamento climatico. Come ridurre l’impatto ambientale delle festività senza rinunciare alle celebrazioni e al divertimento?

L’inquinamento del Natale

A Natale, la concentrazione delle sostanze che inquinano l’aria raddoppiano. I maggiori responsabili sono gli acquisti di cibo e di regali, per l’impiego di risorse, gli imballaggi e il trasporto fino ai negozi. Ma non solo: in parte, finiscono per essere gettati via, contribuendo all’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. In particolare, i comportamenti che contribuiscono a questi problemi sono:


Lo spreco alimentare a Natale 

Come ha riportato nel 2023 Assoutenti, l’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici, ogni anno in Italia gettiamo fino a 80 euro di cibo a famiglia, per un totale di oltre 500mila tonnellate di cibo gettato via. L’equivalente di 100 Titanic. Un problema notevole anche a causa del rincaro dei prezzi, e del fatto che a essere sacrificati sono soprattutto frutta e verdura, in favore di alimenti ricchi di calorie. Acquistare meno e programmando meglio l’alimentazione delle settimane, prevedendo pasti più leggeri in alternanza a quelli dei pasti più celebrativi, aiuterebbe quindi anche a prevenir malattie metaboliche e cardiovascolari, oltre ad agliutare il portafogli e l’ambiente.


L’inquinamento dei regali di Natale

La produzione di massa degli oggetti è di grande impatto ambientale, soprattutto se saranno usati poco o buttati. Ad esempio, la produzione dei piccoli strumenti elettronici regalati a Natale comporta l’emissione di oltre mezzo milione di tonnellate di gas serra: circa 100 volte il peso del Monte Bianco.
È notevole anche l'impatto dei vestiti regalati a Natale. Infatti, l’industria della moda è una delle più inquinanti al mondo, in quanto provoca il 10% delle emissioni di CO2 globali ed è la seconda consumatrice di acqua, tra coltivazioni e processi industriali (la produzione di un jeans richiede circa 7500 litri d’acqua). Un problema enorme soprattutto perchè ogni anno buttiamo l’85% dei vestiti che abbiamo, e alcuni li usiamo pochissimo, come nel caso dei maglioni natalizi, che in 2 casi su 5 verranno utilizzati soltanto una volta, o quelli indesiderati. 
Un sondaggio rivolto a statunitensi rivela che più della metà delle persone riceve almeno un regalo indesiderato, che ritiene inutile o che non gradisce e che lo getta via nel 10% dei casi.

Anche i pacchi regalo e le decorazioni natalizie sono inquinanti, in particolare quelli in plastica. Per esempio in Gran Bretagna, ogni anno sono utilizzati circa 83 chilometri quadrati di carta da regalo: ci si potrebbe incartare completamente l’isola di Ischia. Un enorme problema di inquinamento: per l’aria, perché ogni chilogrammo di plastica prodotto rilascia 3 chili di anidride carbonica; per le acque e per il suolo, laddove la plastica non viene riciclata. Quanto alle decorazioni, il loro impatto cresce quanto più vengono comprate spesso e si rompono perché di bassa qualità. Inoltre, spesso contengono i glitter, che hanno un’aria molto festosa ma sono una piaga per l’ambiente in quanto contribuiscono alle microplastiche. Ci sono poi le luci di Natale. Secondo uno studio firmato Selectra, tra l’8 dicembre e il 6 gennaio in Italia le luminarie nelle case e nelle città inquinano complessivamente quanto 315 automobili in un anno. Peraltro, generano molti rifiuti elettrici.


L’albero di Natale

Albero di Natale vero o artificiale: quale è più sostenibile? Ogni anno, nel mondo sono abbattute decine di milioni di conifere per essere vendute come alberi di Natale. Di queste, 15 milioni sono vendute negli Stati Uniti. Secondo un report Carbon Trust, usare un vero albero di Natale consuma circa 3,5 kg di CO2 equivalente (cioè i gas serra prodotti contribuiscono alla crisi climatica quanto 3,5 kg di CO2 rilasciati in atmosfera). Se finisce in discarica, costa altri 16 kg di CO2 equivalente. Quindi, risulta meno inquinante di un albero artificiale, che per risultare più sostenibile dovrebbe essere tenuto per almeno 12 anni, anche perché spesso proviene da lontano, dalla Cina. Ma occorre anche considerare che le coltivazioni di alberi di Natale sottraggono suolo agli ambienti originari, mettendo a rischio la biodiversità dei luoghi. La soluzione ideale sarebbe avere l’albero in giardino, o farlo provenire da una coltivazione locale, e decorarlo ogni Natale. 

Come ridurre l'inquinamento a Natale

Con una serie di piccoli accorgimenti, è possibile festeggiare il Natale riducendo il proprio impatto ambientale di oltre il 60%
  • Ridurre gli sprechi alimentari: L’accorgimento più importante è pianificare bene gli acquisti e i pasti, con porzioni moderate, in modo che non rimangano molti avanzi. A questo scopo, è bene considerare che parenti, amici e colleghi spesso donano dolci, che quindi è meglio acquistare in quantità limitate. Un altro trucco è evitare le offerte 3x2: questi prodotti sono quelli che finiscono più spesso nella spazzatura. Se restano comunque avanzi, si può ricorrere alle ricette salva sprechi;
  • Acquistare più cibi sostenibili. Per ridurre l’impatto ambientale di quello che acquistiamo, è bene ricorrere a cibi di stagione e a chilometro zero. Per il minore impatto possibile, inoltre, tutti i resti organici non edibili dovrebbero essere gettati nell’umido;
  • Viaggiare "meglio". Per diminuire le emissioni dovuti ai nostri trasporti natalizi, possiamo preferire mezzi di trasporto meno inquinanti, come i treni al posto delle automobili, o sfruttare servizi di car-sharing;
  • Preferire addobbi più sostenibili. Per ridurre l’inquinamento da parte delle luminarie, si consiglia di utilizzare solo quelle con luci LED, che consumano per l’80% in meno rispetto a quelle alogene. Inoltre, è bene tenerle accese per meno ore possibile, ad esempio dal tramonto a quando andiamo a dormire (una sola ora in meno di luci accese comporterebbe una riduzione di oltre 109 tonnellate di CO2 ogni giorno in Italia). Striscioni, palline, fili argentati e simili possono essere riutilizzati da un anno all’altro, riparandoli dove possibile se rotti. Per nuove decorazioni, si può pensare di crearle insieme ai familiari usufruendo di materiali ecosostenibili come carta, tessuto, pigne, biscotti;
  • Scegliere meglio i regali. Per un minore impatto ambientale, è sempre meglio preferire doni di qualità, che durino di più nel tempo. Inoltre, ormai sul mercato sono disponibili moltissimi prodotti ecosostenibili, che inquinano poco e supportano nella crescita degli alberi o nella difesa della biodiversità. Ma, per evitare di regalare oggetti che non piacciono e che potrebbero essere usati poco o gettati via, un’alternativa è proporre regali non fisici, come adozioni di animali a distanza, biglietti o abbonamenti a musei o altre esperienze interessanti, tessere prepagate, viaggi, del tempo passato insieme, o addirittura denaro;
  • Evitare sprechi di oggetti. Se si ricevono regali indesiderati, se non si sa cosa farne si può pensare di rivenderli o donarli ai bisognosi;
  • Incartare "meglio". Un consiglio sempre valido per inquinare meno a Natale è riutilizzare la carta regalo da un anno all’altro. Quando questo non è possibile, si può fare ricorso a confezioni e fiocchi di carta oppure di tessuto, come nell’arte giapponese del furoshiki;
  • Riciclare correttamente. Dove non è possibile riutilizzare, per inquinare il meno possibile occorre smaltire correttamente i materiali; ad esempio, le luminarie sono Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche;
  • Evitare di spedire cartoline natalizie può ridurre l’impatto ambientale di ben 5 chili di anidride carbonica a persona.
immagine che mostra una famiglia che festeggia a tavola

Capodanno: botti e inquinamento

Oltre che per il cibo e i trasporti per raggiungere le persone care, ed eventualmente località montane, Capodanno ha un forte impatto sulla salute a causa dei modi più rumorosi e luminosi con cui tendiamo a festeggiarlo, i piccoli oggetti esplosivi che producono rumore anche noti come petardi, castagnole o mortaretti provocano ferite e l'inalazione di sostanze irritanti,  causando decine di accessi in pronto soccorso nella notte del 31 dicembre ogni anno. Anche le lanterne cinesi, anche dette lanterne volanti o mongolfiere di carta, possono risultare problematiche perché sono spesso realizzate con materiali non biodegradabili, che portano a soffocare o feriscono alcuni animali selvatici, e possono provocare incendi. Ma gli spettacoli pirotecnici sono forse quelli più problematici per la salute e l’ambiente. Infatti fuochi artificiali possono provocare incendi e inquinano l'ambiente, rilasciando:
  • Particolato atmosferico, inclusi metalli pesanti. In un'ora di spettacoli di fuochi artificiali, i livelli di metalli pesanti nell'aria possono aumentare fino a 120 volte. Inquinamento che in 2 giorni si può diffondere per oltre 100 chilometri (come la distanza tra Milano e Brescia 91 km) e si accumula nel suolo e nell'acqua;
  • Ossidi di azoto, diossido di zolfo e ozono, prodotti della combustione che sono irritanti e contribuiscono alla crisi climatica perché intrappolano il calore nell'atmosfera;
  • Composti organiciinquinamento luminoso, interferendo con i ritmi o l'orientamento di alcune specie animali, e all'inquinamento acustico, provocando talvolta la morte di animali selvatici.


Capodanno: gli effetti sulla salute

Tutte le sostanze si accumulano in breve tempo e durano molto. Sia nel corso degli spettacoli, sia sul lungo termine, hanno rilevanti effetti sulla salute, soprattutto in coloro che presentano condizioni preesistenti. Ci sono poi gli effetti dei rumori e delle esplosioni, nonché l’inquinamento luminoso e quello del suolo. Ogni anno, secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale, i resti di botti e giochi pirotecnici ammonterebbero fino a 6 tonnellate di materiali abbandonati e non riciclabili.
  • Infiammazioni del sistema respiratorio, irritazioni e infezioni. In particolare, dà bronchiti e complicazioni dell'asma;
  • Problemi al sistema cardiovascolare. Il rischio di malattie e mortalità da disturbi del cuore e dei vasi sanguigni più che raddoppia rispetto alla giornata invernale tipica;
  • Effetti sul sistema endocrino. Il perclorato è una sostanza che si accumula nelle acque dei luoghi in cui i fuochi artificiali vengono prodotti o utilizzati. Secondo gli studi, si tratta di un probabile distruttore endocrino;
  • Danni all'udito;
  • Rievocare di disturbi da stress post traumatici (PTSD).


Feriti e morti

Tra il 2012 e il 2024, i feriti gravi a causa dei botti e i fuochi di Capodanno sono stati 3494 (in media intorno ai 291 l’anno). Infatti, i botti di Capodanno provocano spesso fratture, ustioni al volto e alle parti basse del collo. Sono frequenti anche i traumi che rendono necessario amputare falangi o dita. Anche animali selvatici o domestici possono essere feriti e/o morire per via dei botti. Infatti, la sola paura per i rumori improvvisi può spaventarli a morte o portare a fughe incontrollate, che possono per esempio causare incidenti letali. Secondo la SIMA, ogni anno sarebbero circa 5mila gli animali non umani vittime dei botti, in modo diretto o indiretto.


Per un capodanno più sostenibile

Come organizzare una festa eco-friendly per Capodanno? In alcuni Paesi, come avviene a Berlino e altre città della Germania, ci sono zone dov’è vietato utilizzare fuochi d’artificio privati, sia per limitare l’inquinamento e altri problemi per la salute sia per evitare danni a edifici storici. In effetti, ci sono modi diversi per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, in alcuni casi anche più economici delle modalità classiche. Lanci di fiori, bolle di sapone che brillano al buio, stelle filanti, aquiloni con LED, laser, gavettoni riutilizzabili: le opzioni per festeggiamenti più compatibili con l’ambiente e con la nostra salute sono molte. 

Per favorire la sostenibilità e la salute dei festeggiamenti di Capodanno, restano poi validi i consigli per ridurre lo spreco alimentare: acquistare in modo oculato, cioè a chilometro zero e prevedendo sia pasti più abbondanti sia pasti più leggeri e ricchi di verdura e legumi, per poi usufruire di ricette antispreco laddove avanzassero alimenti. 

Infine, anche i viaggi possono pesare meno: per esempio, preferendo i mezzi pubblici o il car sharing agli spostamenti con aerei, automobili e altri mezzi più inquinanti.

L’impatto ambientale dell’Epifania

In Italia, il giorno dell’Epifania è caratterizzato dalla dolcezza: si consumano torrone, panettone, pandoro, cioccolato, caramelle e dolci tipici di questa festività come il carbone dolce, i befanini in Toscana, la fugassa d'la befana in Piemonte e i cammelli di pasta sfoglia in Lombardia. Quindi, come per il Natale c’è il rischio di inquinamento che deriva da un acquisto eccessivo di alimenti. C'è poi una tradizione dell’Epifania che ha un grande impatto ambientale: l’organizzazione dei falò epifanici.

In alcune regioni, in particolare quelle dell’ovest, nei primi giorni di gennaio si usa bruciare grandi cataste di legno, talvolta disposte a forma di befana, per poi “leggere” il fumo per dedurre come sarà l’anno appena iniziato. Spesso, l’evento si conclude con spettacoli pirotecnici e con banchetti a base di Pinza de la Marantega, dolce tipico di questa celebrazione. In alcuni casi, a bruciare non sono posti soltanto materiali di legno, ma anche pneumatici, giocattoli e altri oggetti di scarto da cantieri e case. La combustione di questi oggetti provoca il rilascio di sostanze fortemente irritanti, pericolose per le persone fragili e in alcuni casi cancerogene. Per fortuna, l’incenerimento di questi oggetti in occasione dei falò epifanici è in disuso, anche grazie alle normative che regolano la pratica.
Anche laddove si brucia soltanto legna, i falò epifanici hanno un impatto sulla salute nel breve e nel lungo termine, soprattutto in coloro che soffrono di problematiche respiratorie, con sintomi anche gravi e aumento di accessi in pronto soccorso. Infatti, i falò epifanici possono incrementare le concentrazioni di particolato atmosferico PM10 (un tipo di inquinante dell’aria) anche di 6 volte rispetto ai limiti consigliati per un’aria salutare.

Per un’Epifania più sostenibile

I principali consigli per limitare l’impatto ambientale e sulla salute di questelle celebrazioni dell’Epifania sono:
  • Acquistare i dolci e i pensierini in modo oculato, per esempio evitando i dolci avvolti da molta plastica, comprando in quantità moderate e acquistando preferibilmente prodotti artigianali a chilometro zero;
  • Ridurre il numero di falò, aggregandoli. Infatti, falò più grandi aumentano la temperatura della combustione, favorendo la dispersione delle sostanze che inquinano l’aria;
  • Spegnere i falò al termine della manifestazione. Altrimenti, continuerebbe ad ardere e a rilasciare sostanze inquinanti. 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quanto inquina un albero di Natale?

Utilizzare una vera conifera produce quasi 12 volte meno gas serra che affidarsi a un albero di Natale finto. Bisogna, però, anche considerare lo smaltimento, che se non effettuato correttamente può contribuire in modo rilevante all’impatto ambientale dell’albero natalizio. La soluzione migliore sarebbe mantenere il più possibile vere conifere provenienti da una coltivazione locale. In alternativa, è bene tenere l’albero finto per almeno 12 anni.

Quanto inquinano i regali di Natale?

La produzione di massa degli oggetti è di enorme impatto ambientale: basti pensare che la produzione dei piccoli strumenti elettronici regalati a Natale comporta l’emissione di gas serra che superano il peso del Monte Bianco di oltre 100 volte. Per di più, spesso sono regali non desiderati, che saranno riciclati o gettati via.

Quanto cibo viene sprecato a Natale?

Si stima che a Natale in Italia sprechiamo oltre 500mila tonnellate di cibo (l’equivalente di 100 Titanic).

Quanto inquinano i fuochi d’artificio?

I fuochi d’artificio contribuiscono a molti tipi diversi di inquinamento: dall’inquinamento acustico e quello luminoso a quelli più a lungo termine dell’aria, dell’acqua e del suolo. Infatti, gli spettacoli pirotecnici aumentano fino a 120 volte i livelli di metalli pesanti nell'aria e rilasciano gas serra, sostanze organiche e altri inquinanti che restano molto a lungo nell’ambiente, colpendo esseri umani, animali selvatici e animali domestici. 

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