Incenerimento dei rifiuti: rischi e impatto sulla salute

Incenerimento dei rifiuti: rischi e impatto sulla salute

Indice

Domande e Risposte

Cos’è l’incenerimento dei rifiuti

Nel mondo produciamo enormi quantità di scarti. Solo in Europa ogni abitante ha prodotto in media 527 chili di rifiuti urbani. La gestione dei rifiuti, quindi, è un tema importante, soprattutto per quanto riguarda quelli potenzialmente pericolosi, come quelli che provengono dagli ospedali.

Nel nostro Paese, come riportano i dati Eurostat del 2021, c’è quasi un testa a testa tra i diversi tipi di smaltimento: riciclaggio, compostaggio e digestione anaerobica, recupero di energia e incenerimento, discarica e altro. Ma se alcuni di questi metodi hanno possibili svantaggi soprattutto per l’ambiente, l’incenerimento dei rifiuti desta particolari preoccupazioni per la salute.

In Italia nel 2022 erano 36 gli impianti di incenerimento dei rifiuti (di cui 13 solo in Lombardia), in cui cioè avvengono diversi processi per smaltire e rendere meno pericolosi rifiuti solidi urbani, nocivi e ospedalieri. L’incenerimento, anche in base al tipo di rifiuto, può avvenire in diversi modi, che possono avere effetti diversi sulla salute:
  • Negli inceneritori propriamente detti, i rifiuti vengono bruciati (si parla di combustione diretta). I rifiuti non riciclabili sono sottoposti a temperature di oltre 850 gradi e ciò che ne risulta viene trattato con ammoniaca, depurato e filtrato per trattenere quante più sostanze dannose possibili, prima che il fumo esca dal camino dell’impianto;
  • Nei termovalorizzatori i rifiuti vengono inceneriti, ma c’è anche un sistema, detto turbogeneratore, che sfrutta il vapore ad alta pressione prodotto con la combustione dei rifiuti convertendolo parzialmente in energia, per esempio elettrica;
  • La gassificazione è un processo in cui rifiuti solidi vengono sottoposti ad altissime temperature e a un agente ossidante che cambia la composizione chimica dei rifiuti, convertendoli in gas combustibili. Questi gas di sintesi o syngas possono poi essere sfruttati per la produzione di energia elettrica o termica, oppure essere convertiti in altri gas utili, come il metano;
  • Nella pirolisi avviene un processo simile alla gassificazione, ma a temperature più basse e in assenza di agente ossidante.
In tutti questi processi, le sostanze contenute nei rifiuti diventano perlopiù gassose o solide, perdendo eventuali proprietà dannose. Per esempio, grazie a queste tecniche i residui provenienti dagli ospedali (smaltiti in impianti appositi) non comporteranno più un rischio di infezione. Tuttavia, ci possono essere altre criticità per la salute legate all’inquinamento prodotto da queste sostanze.

immagine che mostra un lavoratore all'interno di una discarica piena di rifiuti

Incenerimento dei rifiuti e inquinamento

Il principale svantaggio dell’incenerimento dei rifiuti deriva dai residui solidi e dalle emissioni di inquinanti in atmosfera che derivano dalla combustione e dai rifiuti stessi. I principali sono:
  • Particolato atmosferico, insieme di particelle molto piccole che inquinano l’aria e possono comportare disturbi respiratori, cardiovascolari e tumori;
  • Gas climalteranti, come il diossido di carbonio (CO2) e l’ossido di azoto (NO), che cioè favoriscono il cambiamento climatico amplificandone gli effetti negativi per la salute;
  • Metalli pesanti, come mercurio, piombo e cadmio;
  • Diossine, dibenzofurani e policlorobifenili (PCB), sostanze tossiche che possono favorire l’insorgenza di diverse malattie, come alcuni tipi di tumore, disturbi riproduttivi, problemi al sistema immunitario e cambiamenti ormonali;
  • Ceneri, che provocano soprattutto problemi respiratori;
  • Ammoniaca, un gas irritante e tossico.
Se queste sostanze possono avere effetti negativi per la salute, però, occorre capire se comportino danni nelle quantità emesse dagli inceneritori. Per esempio, le temperature oltre gli 850 gradi, raggiunti da questi impianti, distruggono le diossine.
 

Quanto inquina il gassificatore?

Similmente a inceneritori e termovalorizzatori, anche se in quantità più ridotte, i gassificatori possono rilasciare in atmosfera prodotti della combustione (come particolato e ossidi di azoto), alcuni metalli pesanti e altre molecole potenzialmente dannose. Gli impianti di gassificazione
possono esporre anche ad altri rischi per la salute: possono verificarsi intossicazione da monossido di carbonio, esplosioni e incendi.

Incenerimento dei rifiuti e danni per la salute

Gli studi scientifici in cui è stato valutato l’impatto dell’incenerimento dei rifiuti sulla salute includono sia rifiuti solidi urbani sia rifiuti tossici o nocivi. Nel complesso, sembra che gli effetti tossici dei derivati dell’incenerimento si osservino solo a concentrazioni molto più elevate di quelle prodotte da questi impianti. Due esempi dall’Italia:
  • Uno studio che ha analizzato i dati di salute tra il 2003 e il 2015 di coloro che abitavano nei pressi dell’inceneritore di Valmadrera non ha riscontrato un aumento di casi di malattie associate alle sostanze emesse con l’incenerimento dei rifiuti, nemmeno tra i neonati;
  • Tranquillizzanti anche i risultati del monitoraggio attivo dal 2013 presso il termovalorizzatore di Torino. Secondo il primo rapporto, pubblicato nel 2021, i livelli di diverse sostanze inquinanti monitorate (vari metalli pesanti, diossine, PCB, IPA) riscontrati nell’organismo di chi abita vicino all’impianto o ci lavora sono costanti da anni, in diminuzione o non superiori a quanto si può riscontrare in persone che abitano lontano dall’impianto.
Questo perché gli impianti moderni hanno livelli di emissioni di sostanze potenzialmentedannose bassissimi rispetto a quelli precedenti, grazie a impianti di filtraggio e altre tecnologie che ne riducono le emissioni. Così, anche se elaborano molti più rifiuti delle precedenti, la produzione di alcuni inquinanti, come diossine e cadmio, è diminuita anche in assoluto.
 

Possibili svantaggi per la salute

I ricercatori pongono però l’attenzione su alcuni aspetti:
  • Alcuni dei composti prodotti con l’incenerimento dei rifiuti resistono ai processi di degradazione che avvengono normalmente in natura, e si accumulano negli organismi viventi, risalendo anche la rete alimentare di pasto in pasto. Occorre quindi approfondire ulteriormente se l’accumulo di queste sostanze nel tempo possa o meno provocare problemi di salute;
  • Gli studi che analizzano le ricerche sul tema avvertono inoltre del fatto che gli effetti sulla salute di alcuni inquinanti più rari o il possibile effetto congiunto di diverse sostanze non sono ancora ben noti, per cui occorrono studi su questi aspetti.
Attenzione, inoltre, agli inceneritori fai-da-te e altre soluzioni non regolari. È infatti molto probabile che gli impianti di incenerimento obsoleti e quelli non a norma, così come le discariche abusive e i siti di abbandono, siano problematici per la salute pubblica, poiché non rispettano gli standard imposti per limitare i livelli di sostanze tossiche rilasciate.

La normativa sull’incenerimento dei rifiuti

Le emissioni degli inceneritori sono state molto ridotte con le importanti restrizioni imposte dall’Unione Europea con la direttiva 2000/76/CE, che in Italia abbiamo attuato con il Decreto legislativo dell’11 maggio 2005 n. 133 in materia di incenerimento dei rifiuti. I limiti di legge imposti per l’incenerimento dei rifiuti sono molto più bassi di quelli richiesti per tutti gli altri settori industriali e chi possiede impianti di smaltimento deve far riferimento alle “best available techniques” (BAT), ovvero “le migliori tecniche possibili”: i sistemi più efficaci a oggi disponibili per contenere le emissioni.

Un’ulteriore norma per gli inceneritori che va indirettamente a favore della salute, perché incentiva il monitoraggio degli impianti, è il recente regolamento 2023/2122/UE, che modifica quanto disposto precedentemente (regolamento 2018/2066/UE) per regolare il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra. Con queste nuove regole, dal primo gennaio 2024 gli Stati membri devono controllare e comunicare annualmente le emissioni di ciascun impianto di incenerimento.

C’è comunque ancora spazio di miglioramento. Nel 2023, l’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), valutando gli studi disponibili in letteratura scientifica rispetto a incenerimento dei rifiuti e salute, ha raccomandato attenzione nei confronti dei rischi per la salute dovuti all’accumulo di molti inquinanti prodotti dagli inceneritori, e dalla sola presenza di alcuni di essi, come le diossine.
L’AIE ha consigliato anche l’implementazione di norme che puniscano le modalità di trattamento dei rifiuti improprie, che possono provocare danni per la salute importanti. Inoltre, ha raccomandato l’implementazione di azioni di monitoraggio da parte di enti super partes, di
protezione della popolazione esposta, di divulgazione e di prevenzione.
 

Ridurre la necessità di inceneritori

Il passo principale per ridurre le criticità legate agli inceneritori è la prevenzione, attraverso la riduzione dei rifiuti e degli imballaggi emessi e promuovendo raccolta differenziata, riciclaggio e recupero dei materiali. È infatti in questa direzione che spingono molte autorità sanitarie. In questo senso, l’Unione Europea suggerisce per esempio misure di tassazione per l’incenerimento e la costruzione di nuovi inceneritori.
Un altro passo verso la dismissione dell’incenerimento dei rifiuti è la ricerca di nuovi sistemi di gestione dei rifiuti.
 

Proteggere le persone dai danni per la salute degli inceneritori

Laddove i limiti di sicurezza noti degli inquinanti dovessero essere superati, possibili strategie per ridurre il rischio di danni alla salute da incenerimento dei rifiuti includono la dispersione degli inquinanti, il monitoraggio, la valutazione del rischio e lo studio delle quantità e degli effetti su chi vive nei pressi del rilascio di inquinanti, soprattutto persone potenzialmente più a rischio come bambini, donne in gravidanza e persone con malattie croniche, per poterli proteggere al meglio.



RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Cosa fa un inceneritore?

Negli inceneritori i rifiuti non riciclabili vengono bruciati a oltre 850 gradi. I residui vengono poi trattati in vari modi (ammoniaca, filtri, impianti di depurazione) per trattenere la maggior parte delle sostanze dannose prima del rilascio.

Che differenza c’è tra inceneritore e termovalorizzatore?

Nei termovalorizzatori c’è un sistema, il turbogeneratore, che sfrutta il vapore ad alta pressione prodotto con la combustione dei rifiuti convertendolo parzialmente in energia.

Cosa emettono gli inceneritori?

Questi impianti possono rilasciare soprattutto prodotti della combustione, come polveri, ceneri, gas a effetto serra, diossine e metalli pesanti. Gli inceneritori più moderni, però, ne filtrano la maggior parte.

Quanto inquina un inceneritore?

Grazie agli stringenti limiti che devono rispettare, gli inceneritori inquinano significativamente di meno rispetto ad altri settori: per esempio, gli impianti di riscaldamento a gas contribuiscono molto di più alla diffusione di particolato e le industrie rilasciano molte più diossine.

Cosa si brucia nell’inceneritore?

Agli inceneritori sono destinati rifiuti non riciclabili, quali quelli solidi urbani (per esempio, carta sporca e stoviglie di plastica) e quelli speciali (derivanti da attività produttive di industrie e aziende).

Quali sono gli svantaggi dell’inceneritore?

Gli inceneritori rilasciano gas e sostanze inquinanti per l’ambiente. Per quanto riguarda la salute, dagli studi in merito non emergono criticità, a causa delle bassissime emissioni degli impianti moderni. Tuttavia, alcuni aspetti sono ancora da studiare, come la possibilità che gli effetti di diverse sostanze possano sommarsi, che alcune di esse si accumulino negli organismi o che certi residui siano meno studiati di altri.

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