Cambiamento climatico: come influisce sulla salute? Malattie, cause, prevenzione

Cambiamento climatico: come influisce sulla salute? Malattie, cause, prevenzione

Indice

Domande e risposte

Il cambiamento climatico

Tra aprile 2023 e marzo 2024 si sono avuti i 10 mesi più caldi mai registrati a partire dal 1880. Infatti, si sta assistendo a un aumento medio delle temperature globali, con gli sconvolgimenti climatici che ne conseguono. Ma anche se negli ultimi anni il problema è diventato noto, grazie alla sensibilizzazione da parte di alcuni scienziati, politici e movimenti ambientalisti (come Fridays for Future ed Extincion Rebellion), sono ancora poco note al pubblico le implicazioni del cambiamento climatico sulla salute. 
Secondo le ricerche sul tema, circa 3,6 miliardi di persone vivono in aree fortemente suscettibili al cambiamento climatico. Quindi, circa metà della popolazione mondiale può subire più facilmente possibili colpi di calore, malnutrizione, infezioni e altri disturbi favoriti da questo problema, che diviene sempre più urgente affrontare.

Le cause del cambiamento climatico

Perché c’è il riscaldamento globale?

Il principale responsabile dell’aumento delle temperature terrestri è l’accumulo dei cosiddetti gas serra, gas che, proprio come i vetri di una serra, trattengono il calore all’interno dell’atmosfera. Senza questi gas, la vita sulla Terra sarebbe impossibile o molto diversa da quella che conosciamo oggi, poiché hanno un ruolo fondamentale nell’equilibrare la temperatura. I gas serra assorbono, trattengono e (grazie ai venti) trasportano il calore del sole: senza di essi, saremmo sottoposti a temperature estreme letali. Tuttavia, se questi gas sono in quantità eccessive trattengono troppo calore e questi meccanismi risultano sfasati, risultando in eventi climatici estremi.


Quanto il cambiamento climatico dipende dall’uomo?

Gli esseri umani sono responsabili della maggior parte dell’accumulo di gas serra nell’atmosfera: a partire dalla Rivoluzione Industriale, hanno prodotto sempre più anidride carbonica, metano, monossido di azoto e altri gas serra che si uniscono a quelli naturalmente presenti. Siamo certi che i responsabili del riscaldamento globale sono gli esseri umani perché i soli fattori naturali non spiegano minimamente i numeri della crisi climatica
In particolare, alimentiamo il fenomeno:
  • Bruciando combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturali) per trasporti, industrie, riscaldamenti e altri usi;
  • Deforestando, così che il pianeta non riesce ad assorbire l'anidride carbonica presente nell'atmosfera;
  • Con gli allevamenti (i bovini producono grandi quantità di gas metano) e l’agricoltura (i fertilizzanti che contengono idrogeno producono emissioni di monossido di azoto);
  • Con industrie (principalmente di elettronica, cosmetica e farmaceutica) che rilasciano gas fluorurati (che trattengono il calore del Sole circa 23mila volte più dell'anidride carbonica).
  • L’impiego di energia, il riscaldamento e i trasporti nelle città hanno ruoli particolarmente rilevanti. Secondo le stime, le città sarebbero responsabili di circa il 75% delle emissioni globali. Probabilmente, con l’urbanizzazione, il loro impatto è destinato ad aumentare, a meno di non agire subito per ridurne la rilevanza.
 Immagine che raffigura un bambino che disegna la terra

Cambiamento climatico: le conseguenze

A partire dal 1880, la temperatura media terrestre è aumentata di 1,1 °C.
Sebbene sembri un aumento piccolo, porta a conseguenze gravi che lo rendono uno dei 5 maggiori rischi per il pianeta.

Il riscaldamento globale, infatti, causa:
  • Fenomeni meteorologici estremi, come cicloni, uragani e tempeste tropicali;
  • Aridità più diffusa, che comporta maggiori incendi boschivi. Ad esempio, in Italia le precipitazioni sono diminuite del 14% negli ultimi 50 anni;
  • Innalzamento del livello degli oceani, con conseguenti alluvioni che rendono invivibili alcune zone e trasportano sostanze tossiche (che possono finire nei nostri alimenti);
  • Qualità dell’aria scadente;
  • Ondate di calore da record, in particolare in Australia ed Europa, che favoriscono anche gli incendi boschivi;
  • Maggiore proliferazione di alcuni patogeni e organismi che producono tossine negli alimenti (come le muffe che contaminano i cereali con aflatossine);
  • Alterazioni degli ecosistemi e perdita della biodiversità. Alcune colture sono sfavorite, altre crescono a dismisura; alcune specie animali hanno difficoltà a sopravvivere, altre si spostano, altre ancora si espandono (e spesso sono portatrici di malattie);
  • Acidificazione degli oceani, che comporta la morte di molte specie marine.
  • Tutti questi fenomeni influenzano in modo diretto e indiretto la qualità di vita degli esseri umani in tutte le regioni del mondo, soprattutto quelle in zone più vulnerabili al cambiamento climatico, con meno accesso ai sistemi sanitari e più isolati socialmente.

Le conseguenze del cambiamento climatico sulla salute umana

In generale, il riscaldamento globale risulta aumentare la mortalità per tutte le cause, sia sul breve sia sul lungo termine.
Si stima che il cambiamento climatico abbia causato circa 2 milioni di morti negli ultimi 50 anni.

In effetti, le conseguenze della crisi climatica sulla salute sono tantissime:
  • Gli eventi climatici avversi dovuti al riscaldamento globale provocano circa 60mila morti ogni anno;
  • Si diffondono infezioni derivanti da animali, alimenti e acqua contaminata;
  • Aumentano i casi di intossicazioni alimentari;
  • Peggiorano alcune malattie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete e problemi ai reni;
  • Si diffondono e peggiorano allergie e malattie respiratorie;
  • Aumentano e peggiorano disturbi alla pelle, inclusi irritazioni, orticaria ed eczemi;
  • Si ha un incremento di disturbi della salute mentale e il peggioramento di quelli preesistenti;
  • Aumentano i problemi del sonno;
  • Si diffonde la malnutrizione, principalmente perché la crisi climatica diminuisce il rendimento dei terreni. Per questa ragione e a causa di altri rischi ambientali (come la presenza di tossine negli alimenti), sembra che il cambiamento climatico sia associato ad arresti della crescita nei bambini;
  • Aumentano i casi di anomalie alla nascita e complicazioni delle gravidanze;
  • Favorisce i casi di malattie occupazionali (dagli incidenti sul lavoro a disturbi renali), soprattutto nel settore primario e nei trasporti;
  • Laddove i cambiamenti climatici portano alluvioni, siccità prolungate ed esposizione ad agenti inquinanti, come in molte regioni di Asia e Africa, è impossibile accedere ad aria o fonti idriche pulite;
  • In alcuni Paesi, a causa delle difficoltà che porta, la crisi climatica aumenta le tensioni sociopolitiche e i conflitti, diminuendo la possibilità di accesso alle cure.
Gli studi mostrano che questi impatti sulla salute continueranno a peggiorare a meno che non si abbia presto una risposta a livello mondiale. Quello che si può fare è abbracciare politiche che guidino la transizione verso un’economia realmente green, il che significa anche tutelare le fasce di popolazione meno ricche affinché possano essere più ecosostenibili.

Le persone più vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico

L’impatto dell’aumento delle temperature medie globali sulle patologie croniche è detto effetto amplificatore. Infatti, il calore e gli altri problemi ambientali dovuti al riscaldamento globale possono causare un aggravamento delle condizioni generali e un peggioramento di qualità e aspettative di vita delle persone più vulnerabili:
  • Anziani, bambini, donne in gravidanza;
  • Coloro che soffrono di malattie cardiovascolari;
  • Persone con diabete, sindrome metabolica, obesità;
  • Persone con malattie respiratorie croniche (in particolare asma e BPCO);
  • Coloro che hanno linfedema primario e secondario;
  • Persone con disabilità che rendono più complesso reagire in situazioni di emergenza;
  • Persone con disturbi della sfera dell’umore quali sindromi depressive e malattie psichiatriche;
  • Coloro che risiedono in aree urbane ad alta densità demografica;
  • Persone che lavorano all’aperto;
  • Coloro che vivono di sussistenza;
  • Secondo studi recenti svolti in vari Paesi, il cambiamento climatico potrebbe aumentare il rischio di nascite premature, problemi respiratori nei neonati e persino casi di aborto spontaneo;
  • Soggetti a basso reddito e in precarie condizioni psicofisiche che vivono in aree urbane intensamente abitate e trafficate sono i più vulnerabili in assoluto. Le aree geografiche particolarmente penalizzate sono proprio l’Europa e l’area Mediterranea, dove si concentra parte della popolazione più anziana a livello mondiale.

Cambiamento climatico e infezioni

Una delle conseguenze più studiate e probabilmente più impattanti della crisi climatica è l’aumento dei casi di infezioni. Alte temperature, umidità ed eventi climatici estremi, infatti, facilitano la diffusione di alcuni patogeni. Per esempio, negli alimenti e nell’acqua, come nel caso di:
  • Schistosomiasi (dai vermi piatti del genere Schistosoma);
  • Colera (dovuta al batterio Vibrio cholerae);
  • Salmonellosi (provocata dai batteri del genere Salmonella);
  • Gastronteriti da Escherichia coli.
A causa dell’umidità e del caldo, risultano più diffuse anche altre infezioni, quali meningiti, influenza e patologie pediatriche come la malattia mani-piedi-bocca, nonché quelle trasmesse da insetti e altri animali.

 

Le zoonosi favorite dal cambiamento climatico

Con le diverse condizioni climatiche, alcune specie più adattabili (tra cui molte che portano patogeni) vengono favorite. Inoltre, il cambiamento dei climi fa sì che gli organismi si spostino, diffondendo malattie dove non erano presenti precedentemente.

Le zoonosi (infezioni trasmesse da animali non umani) che si stanno diffondendo a livello globale (o che stanno “risorgendo”) sono generalmente trasmesse da alcuni artropodi (insetti e aracnidi), che in genere negli ambienti più caldi vivono più a lungo e proliferano maggiormente. Inoltre, il calore e l’umidità riducono i tempi di incubazione delle infezioni trasmesse da questi animali.

Quindi, a causa del riscaldamento globale, alcune malattie infettive diffuse in aree a clima tropicale potrebbero diffondersi altrove. Ecco, per esempio, alcune infezioni che nei prossimi decenni potrebbero diffondersi anche in Europa a causa della crisi climatica:
  • Virus West Nile: trasportato da una specie di zanzara, questo virus è originario dell’Africa, ma è già diffuso in Italia e altre zone dell’Europa meridionale. Nel nostro Paese, il virus si è moltiplicato a dismisura negli ultimi anni, tanto che nel solo 2018 si sono registrati 606 casi negli esseri umani.
  • Malaria: da studi recenti sembra che la malattia potrebbe diffondersi fino a tornare in Europa e forse diffondersi negli USA e nel Sud-Est Asiatico, con un potenziale bacino di infettati pari al 40% della popolazione mondiale.
  • Malattia di Lyme: trasmessa da alcune specie di zecche e causata da un batterio, in Italia era considerata una condizione rara, ma si sta diffondendo.
  • Leishmaniosi umana: è una parassitosi, già diffusa in oltre 80 Paesi, trasmessa da diversi moscerini flebotomi e pappataci.
  • Ebola: questo virus, che si può trasmettere sia tramite vettori sia per contatto con fluidi corporei di persone infette, provoca una febbre emorragica spesso mortale.
  • Infezione da virus Nipah: diffusa nel Sud-Est asiatico, nei prossimi anni, a causa della deforestazione e dei cambiamenti climatici, questa infezione potrebbe raggiungere zone finora mai considerate a rischio.

Cambiamento climatico e malattie respiratorie, cardiovascolari e neurologiche

Il cambiamento climatico risulta associato a un aumento nelle allergie da polline in Europa. Poiché comporta una maggiore esposizione all'inquinamento atmosferico, aumenta anche i casi di tosse, starnuti, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e problemi nel funzionamento polmonare. Inoltre, l’esposizione alle alte temperature è associata all'incremento nei casi di:
  • Infarti del miocardio;
  • Ictus;
  • Problemi neurologici nel lungo termine. È possibile, per esempio, che peggiori condizioni come demenza ed epilessia;
  • Asma infantile, soprattutto in concomitanza con alta umidità;
  • Altre malattie respiratorie, in particolare quelle tipiche dei bambini.

Cambiamento climatico e salute mentale

L’aumento delle temperature, l’aridità e le ondate di calore risultano associate a un aumento di ospedalizzazioni per disturbi mentali e suicidi. Sembra che inaspriscano anche condizioni mentali precedenti e disturbi del sonno. Gli eventi climatici estremi, inoltre, possono colpire gravemente le persone, le loro abitazioni e le famiglie, portando:
  • Stress;
  • Ansia;
  • Disturbo da stress post-traumatico;
  • Depressione;
  • Aumento di abuso di alcolici e sostanze e medicinali psicotropi.

Cambiamento climatico e gravidanza

Nelle donne in gravidanza esposte ad alte temperature, umidità, sole o freddo intensi, risultano emergere più spesso problemi quali: Eventi climatici estremi potrebbero influire negativamente sulla gravidanza in modo indiretto, provocando stress, preoccupazione e altri turbamenti psicologici nella donna incinta.

Quali sono gli impatti sanitari legati al cambiamento climatico in Italia?

A causa della crisi climatica, in Italia le precipitazioni sono diminuite del 14% negli ultimi 50 anni, per cui vi sono più casi di incendi boschivi e problemi a livello di coltivazioni.  Il riscaldamento globale provoca diversi disturbi, aumenta la mortalità da malattie preesistenti e i casi di stress termico, soprattutto nelle persone più fragili, tra cui gli anziani, che costituiscono una grande parte della popolazione italiana.
Sono in aumento anche le infezioni, in particolare quelle trasportate da animali (vettori), in quanto si diffondono più facilmente, anche in aree a cui prima non avevano accesso. Inoltre, alcune zone dell’Italia sono a rischio allagamento, con conseguenze economiche e sanitarie sulle persone che vi abitano.

Cambiamento climatico: come proteggere la salute?

Sono sempre più numerosi gli incontri e le iniziative, a tutti i livelli, che mirano ad accelerare la lotta alla crisi climatica. Per esempio, è stato questo il tema della World Health Assembly tenutasi tra esperti mondiali il 29 maggio 2024.

Infatti, è fondamentale distinguere eventi estremi isolati e “normali” da quelli che sarebbe possibile prevenire tramite azioni che riducono il fenomeno della crisi climatica. Ancora più importante è identificare le azioni da mettere in atto e agire, grazie alla collaborazione di scienziati, governi, istituzioni, industrie, comunicatori e singoli cittadini.

Alcune azioni chiave da intraprendere, a tutti i livelli, sono:
  • Diminuire l’uso di carbone e altri combustibili fossili, investendo su fonti rinnovabili;
  • Ridurre la deforestazione e l’uso dei suoli;
  • Piantare alberi che rispettino l’ecosistema originario del luogo;
  • Favorire l’efficienza energetica degli edifici e isolarli termicamente, evitando ove possibile di utilizzare termosifoni e soprattutto camini e stufe a legna. Preferire l’uso dei ventilatori a quello dei condizionatori;
  • Preferire le modalità di trasporto più sostenibili, come le biciclette e i mezzi pubblici, a quelli privati o più inquinanti (come gli aeroplani);
  • Diminuire il consumo di carni (una mossa ottima anche per rendere più salutare la propria alimentazione);
  • Preferire prodotti a chilometro zero, frutta e verdura di stagione, alimenti certificati come più ecosostenibili;
  • Migliorare la gestione dei rifiuti (quindi compostare e riciclare opportunamente)
  • Ridurre gli sprechi (per esempio, comprando meno e preferendo oggetti duraturi e non monouso, riutilizzando il più possibile).
  • Aumentare le difese contro le conseguenze del riscaldamento globale.
Questo provvedimento include:
  • Il miglioramento e la diffusione dei servizi sanitari. Implementare la telemedicina, in particolare, può essere utile sia per supportare i sistemi sanitari sia per ridurre le emissioni del settore sanitario;
  • Rendere l’aria e l’acqua più pulite;
  • Fare più informazione sul rapporto tra salute e cambiamento climatico.

 
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Quali sono le conseguenze del cambiamento climatico sull'uomo?

Il riscaldamento globale aumenta l’incidenza di eventi climatici estremi, inondazioni, siccità, innalzamento dei livelli del mare e altri fenomeni che favoriscono disturbi come ansia e altri problemi psicologici, infezioni, problemi cardiovascolari e respiratori. Le catastrofi possono anche causare direttamente mortalità. Oltre che sulla salute, sulla qualità della vita e sui sistemi sanitari nazionali, tutto questo ha impatto anche a livello economico, sociale e geopolitico. Per esempio, le conseguenze della crisi climatica possono favorire le migrazioni e i conflitti.

Quali sono le malattie causate dal cambiamento climatico?

L’aumento medio delle temperature e dell’umidità comportano maggiore mortalità per tutte le cause e più ospedalizzazioni. Aumentano, infatti, i casi di: stress termico, malattie infettive e intossicazioni alimentari, allergie, problemi del sonno, malattie cardiovascolari, respiratorie, renali e cutanee. Peggiorano anche malattie croniche e mentali preesistenti, incidono sulla malnutrizione e aumentano i casi di complicazioni della gravidanza. 

Quali sono i rischi per la salute umana derivati dal riscaldamento globale?

Gli eventi climatici avversi dovuti al riscaldamento globale provocano circa 60mila morti l’anno, oltre a determinare malnutrizione, diffusione di malattie infettive e diversi problemi a livello di salute mentale come stress e depressione. Soprattutto nei paesi più svantaggiati, emergono più casi di malattie occupazionali e diminuisce la possibilità di accesso alle cure.

Perché il cambiamento climatico è pericoloso?

Il principale responsabile del riscaldamento globale è la presenza dei gas serra, che in quantità naturali preservano la vita sul nostro pianeta ma si stanno accumulando eccessivamente a causa delle attività umane. Così, questi gas trattengono troppo calore, comportando sconvolgimenti climatici.

Come l'uomo influenza le variazioni climatiche?

Gli esseri umani comportano un aumento di gas serra, che trattengono il calore sulla superficie terrestre, principalmente perché bruciano combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) per trasporti, industrie, riscaldamento e altri consumi energetici. Altre attività umane che contribuiscono alla crisi climatica sono la deforestazione, l’agricoltura, l’allevamento e le industrie che producono gas fluorurati.

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