Aggiornato il 06.11.2025
Le lesioni infiammatorie sono:
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GRADO 1: ACNE LIEVE (COMEDONICA) |
Lesioni non infiammatorie (comedoni aperti e chiusi), sporadiche papule o pustole e nessuna cicatrice. Coinvolge la zona centrale del viso. Esempio: acne giovanile iniziale. |
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GRADO 2: ACNE MODERATA (PAPULO-PUSTOLOSA LIEVE) |
Papule e pustole, comedoni. Coinvolge il volto e, talvolta, dorso e torace. Infiammazione nello stadio iniziale, possibile comparsa di piccole macchie post-infiammatorie. Cicatrici rare. |
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GRADO 3: ACNE MODERATA-GRAVE (PAPULO-PUSTOLOSA O NODULARE) |
Lesioni infiammatorie, anche profonde, diffuse. Noduli e cisti dolenti alla palpazione. Estesa a tutto il tronco. Alto rischio di cicatrici. |
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GRADO 4: ACNE GRAVE (NODULO-CISTICA O CONGLOBATA) |
Lesioni nodulo-cistiche confluenti. Ascessi, fistole e cicatrici evidenti. Ampia estensione (viso, tronco) e possibile diffusione sistemico (con febbre e malessere, acne fulminans). |
Il termine maskne deriva dalla fusione del termine mask (mascherina, in inglese) e acne e indica una forma di acne dovuta a cause meccaniche e irritative che si sviluppa o peggiora nelle aree del viso coperte dalla mascherina.
È diventata molto comune durante la pandemia di COVID-19 e interessa, più in generale, tutte le persone che utilizzano mascherine o dispositivi di protezione per molte ore (medici, operatori sanitari, lavoratori esposti a sostanze pericolose).
A causare la comparsa delle manifestazioni tipiche dell’acne è un insieme di stimoli di tipo meccanico e ambientale. Anzitutto, la mascherina crea attrito e pressione sulla pelle delle guance, del mento e del naso, irritandola e stimolandone l’ispessimento (ioercheratinizzazione del follicolo). Inoltre, altera la traspirazione cutanea e genera un microambiente in cui umidità e calore dovuti al respiro e al sudore favoriscono la proliferazione di batteri normalmente presenti.
Ciò scatena l’infiammazione e l’ostruzione dei pori. Compaiono così comedoni chiusi (punti bianchi), papule e pustole infiammatorie. A causa dello sfregamento, può insorgere una forma di dermatite che provoca bruciore e prurito.
Questo tipo di acne è più diffuso fra le persone che hanno pelle sensibile o già acneica e che sono soggette a sudorazione eccessiva.
Come anticipato in apertura di articolo, l’acne è una patologia dovuta a più fattori.
Essenzialmente, le cause possono essere di tipo ormonale, comportamentale e psicologiche. Ne parliamo qui di seguito.
Gli ormoni androgeni (fra cui il testosterone) sono presenti sia nel maschio (che li produce in quantità maggiori) che nelle femmine. Quando il loro livello supera i range considerati normali, si può avere un ispessimento del follicolo e una produzione eccessiva di sebo, che rimane intrappolato all’interno del follicolo. Hanno così origine i comedoni.
La presenza di un microambiente caldo e umido promuove la proliferazione di un batterio che vive normalmente sulla pelle (il Cutibacterium acnes), dando il via al processo infiammatorio.
Si spiega così il picco di incidenza dell’acne durante l’adolescenza, periodo della vita in cui la produzione ormonale tocca i suoi massimi, e il peggioramento dei sintomi nella fase premestruale, quando il calo degli estrogeni e l’aumento del progesterone stimolano la produzione di sebo nella cute. Da questo legame fra acne e ormoni discendono anche manifestazioni cutanee della sindrome dell’ovaio policistico come l’acne persistente.
Per le stesse ragioni, le fluttuazioni ormonali tipiche della gravidanza e della menopausa possono incidere sull’andamento della malattia.
Alcune abitudini possono scatenare o aggravare l’acne, soprattutto nei soggetti predisposti.
Tipico il caso della manipolazione delle lesioni: pizzicare o spremere papule, comedoni, noduli e cisti peggiora l’infiammazione e aumenta il rischio che rimangano cicatrici dopo la loro guarigione.
Una dieta ricca di carboidrati o latticini gioca a favore della secrezione sebacea e dell’infiammazione, peggiorando l’acne.
Come approfondito nel paragrafo dedicato, indossare la mascherina (o anche il casco da motociclista, acne da casco) o indumenti stretti (specialmente se in fibra sintetica) per molte ore e abitualmente accentua la sudorazione e promuove l’acne.
Anche osservare una scarsa igiene o, al contrario, utilizzare detergenti aggressivi che intaccano la barriera protettiva della pelle può favorire la comparsa delle lesioni.
Lo stress e altri fattori che hanno a che vedere con la sfera psicologica possono peggiorare l’acne, perché agiscono sul rilascio di neurotrasmettitori, le sostanze che il sistema nervoso usa per dialogare al suo interno e con gli altri apparati. Se non correttamente gestito, lo stress porta ad un aumento dei livelli di cortisolo, che attiva la sintesi di androgeni, stimola la produzione di sebo e scatena l’infiammazione.
La deprivazione di sonno e una qualità bassa del riposo e gli stati d’animo di tipo ansioso o depressivo agiscono con un meccanismo analogo e gli stati d’animo di tipo ansioso o depressivo.
Se lo stress è riconosciuto come una dei fattori peggiorativi dell’acne, è anche vero che la presenza di lesioni dolenti e di un certo impatto estetico non fa che aggravare lo stato di tensione. Si viene così a creare un circolo vizioso psicologico.

Per trattare l’acne, il Dermatologo e gli altri specialisti che con esso si interfacciano (Endocrinologo, Ginecologo, …) dispongono oggi di numerosi strumenti. L’approccio alla cura è personalizzato e dipende dal tipo e dalla gravità delle lesioni, dall’età del paziente e dalla presenza di cicatrici o eventuali fattori ormonali.
I farmaci usati possono essere da applicare sulla pelle (uso topico) oppure da prendere per bocca (uso sistemico). Alla terapia farmacologica si aggiungono procedure che deve necessariamente eseguire il medico (non l’estetista) che possono contribuire a migliorare l’aspetto della pelle.
Creme e altri prodotti che si applicano sulla cute sono indicati per le forme lievi o moderate.
Creme a base di retinoidi (sostanze come la tretinoina e l’adapalene, che sono derivati della vitamina A) vengono impiegate per ridurre l’ispessimento della pelle responsabile dell’ostruzione del follicolo e la produzione di sebo e generare un’azione antinfiammatoria. I retinoidi devono essere applicati la sera, perché possono dare irritazioni se la pelle viene esposta al sole.
Altre creme contengono perossido di benzoile (BPO), un principio attivo antibatterico e comedolitico che riduce la proliferazione dei batteri che vivono nella cute e che sono responsabili dell’infiammazione nell’acne. Con lo stesso effetto, possono essere usati gli antibiotici per uso topico (clindamicina, eritromicina): il loro impiego deve, però, rispettare le indicazioni e durare il tempo previsto, per evitare che perdano di efficacia.
Se dopo la guarigione delle lesioni la pelle si scurisce (discromie cutanee), possono essere applicate pomate a base di acido azelaico, adatto anche per le pelli sensibili e in gravidanza.
Altri prodotti agiscono come esfolianti e vengono usati per liberare i follicoli occlusi: acido salicilico e acido glicolico rimuovono le cellule morte e migliorano il ricambio epidermico.
I trattamenti sistemici sono indicati per le forme moderate o gravi o resistenti all’azione dei medicinali topici.
Gli antibiotici, ad esempio, possono essere presi per bocca (doxiciclina, minociclina) per periodi di lunghezza prestabilita, per non incorrere nel rischio di resistenze.
Anche i retinoidi possono essere per uso orale (isotretinoina): riducono la produzione di sebo, normalizzando lo spessore della pelle e spegnendo la reazione infiammatoria.
Per trattare l’acne sono anche indicati i contraccettivi ormonali combinati (estrogeno e progestinico), che abbassano i livelli di androgeni riducendo la produzione di sebo. Questi farmaci sono indicati nelle donne con acne legata a squilibri ormonali. Con una finalità analoga agiscono gli antiandrogeni (spironolattone).
Il peeling chimico (eseguito con acido salicilico, glicolico, mandelico) rimuove gli strati superficiali della pelle e stimola il suo rinnovamento. Ciò riduce la presenza di comedoni, aiuta a controllare l’infiammazione, limita il rischio che si formino macchie scure e migliora la texture cutanea.
In alcuni casi, i Dermatologi consigliano la biostimolazione cutanea: vengono micro-iniettate sostanze biorivitalizzanti (acido ialuronico, peptidi biomimetici e complessi vitaminici) allo scopo di riattivare la produzione di collagene ed elastina e migliorare la qualità della pelle dall’interno.
Il laser può essere utile nella fase acuta, in diverse declinazioni:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:


L’acne è una patologia dovuta a fattori di tipo ormonale (squilibri che possono manifestarsi durante l’adolescenza), comportamentale (manipolare le lesioni nel tentativo di risolverle, avere una dieta ricca di carboidrati) e psicologiche (stress).
Si possono usare creme e altri prodotti locali (indicati per le forme lievi o moderate) a base di retinoidi (tretinoina, adapalene, che sono derivati della vitamina A), antibatterici (perossido di benzoile, clindamicina, eritromicina), acido azelaico (per trattare le discromie) e sostanze esfolianti (acido salicilico e acido glicolico). Fra le terapie sistemiche, gli antibiotici (doxiciclina, minociclina), i retinoidi (isotretinoina), i contraccettivi ormonali combinati (estrogeno e progestinico) e gli antiandrogeni (spironolattone). Alcune procedure mediche migliorano le lesioni e l’aspetto della pelle (peeling chimico, biostimolazione cutanea, laser).
Non esiste una miglior cura in assoluto, ma una cura appropriata per il singolo paziente. Gli strumenti medici e farmacologici a disposizione per trattare questa patologia sono numerosi e devono essere selezionati e declinati in base alle caratteristiche del disturbo e del paziente.
Nella maggior parte dei casi, l’acne è un problema adolescenziale, ma in una piccola percentuale di persone compare anche nella vita adulta. Ciò può essere dovuto principalmente a squilibri ormonali.
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