Indice
Domande e Risposte
Che cos’è l’acne
L’
acne (Acne vulgaris), è un
problema dermatologico molto diffuso non solo fra gli adolescenti ma anche tra gli adulti: nel primo caso si parla di
acne giovanile, nel secondo di
acne tarda (o tardiva). Si tratta di fatto di un’infiammazione dell'apparato
pilo sebaceo, che è composto da
ghiandole sebacee collegate ad un canale, il
follicolo. Ogni follicolo contiene un pelo. Le ghiandole sebacee producono il sebo che costituisce il cosiddetto film idrolipidico cutaneo, un sottile strato protettivo dell'
epidermide.
Nelle persone che soffrono di acne le
ghiandole sebacee producono un sebo alterato che forma un tappo che ostruisce il canale follicolare, favorendo la proliferazione di batteri sulla superficie cutanea che possono dar luogo a un’infezione.
Consulta i centri che hanno dichiarato di essere specializzati in Acne:
Tipi di acne
L’acne si manifesta attraverso
rilievi sulla
pelle, cioè
eruzioni cutanee, che possono essere di diverso tipo:
- Punti neri (comedoni aperti), cioè follicoli dilatati di colore scuro perché ostruiti da materiale cheratinico e grasso che si ossida a contatto con l'aria;
- Punti bianchi (comedoni chiusi), cioè follicoli dilatati ma di colore chiaro perché ostruiti da materiale cheratinico e grasso, ma che restano sottocutanei;
- Papule, cioè lesioni della pelle che sembrano piccoli rilievi solidi, di colore rosato, talvolta dolenti se toccati;
- Pustole, con aò centro una punta bianca contenente pus;
- Noduli, cioè grumi solidi sottocutanei che possono essere dolorosi;
- Cisti, cioè lesioni profonde, dolorose e contenenti molto pus che possono anche causare cicatrici. Si parla in questo caso di acne cistica o acne conglobata o nodulo-cistica.
L’acne nell’adulto viene anche chiamata
Rosacea, che si presenta
solo sul viso e sul cuoio capelluto come insieme di macchie e pustole di colore appunto rosaceo. Se compare vicino agli
occhi può provocare infiammazione delle palpebre, e anche
congiuntivite o
sensazione di corpo estraneo nell’occhio. Non sono note le cause e il trattamento, oltre all’alleviare il sintomo dell’
arrossamento e i
danni estetici e i fastidi eventuali agli occhi, consta di una
terapia antibiotica.
Infine l’acne può essere anche
neonatale, ed dovuta all
’accumulo nel sangue del bambino degli ormoni (soprattutto estrogeni)
materni. Non si consiglia di fare nulla come terapia, perché si tratta di una forma d’acne che tende a passare autonomamente. Soprattutto sono da
evitare creme che potrebbero
nuocere alla
pelle del neonato e
manovra di
spremitura dei brufoli che potrebbero lasciare brutte cicatrici.
Acne da mascherina
Nell’ultimo anno la
pandemia da COVID-19 ci ha obbligati a indossare le
mascherine, che se utilizzate a lungo possono provocare dei fastidi a livello cutaneo. Si è parlato anche di “
acne da mascherina”, o
Maskne, dall’unione dei termini "
Mask e Acne". Non significa che le mascherine
fanno venire l’acne, ma che possono
esacerbare un'
acne preesistente e indurre irritazioni cutanee di vario tipo, come dermatiti, che spesso chiamiamo “acne” anche se non lo sono propriamente. Questo accade perché
la mascherina oltre a esercitare un
attrito costante sulla pelle, provoca molta
umidità al suo interno, favorendo la
proliferazione di
batteri o
funghi.
L’acne si classifica in 4 livelli di gravità:
- Grado 1 (lieve), se c’è la presenza di brufoli e punti neri ma ci sono poche papule con pus;
- Grado 2 (moderato), se ci sono alcune papule e pustole in particolare nella zona del viso;
- Grado 3 (moderatamente grave), se ci sono molte papule e pustole e alcuni noduli sul viso e altrove;
- Grado 4 (acne grave), se ci sono tante papule, pustole e molti noduli anche dolorosi.
Perché viene l’acne
Non sono
completamente noti i meccanismi alla base della genesi dell’acne, ma sappiamo che nell’insorgenza e nel decorso dell’acne possono entrare in gioco
diversi fattori che influenzano la produzione di sebo.
- Gli ormoni androgeni, in particolare il testosterone. Specie durante la fase dello sviluppo sessuale (pubertà), possono contribuire ad una maggiore produzione di sebo;
- La familiarità: i figli di genitori che avevano sofferto di acne sono più propensi a esserne colpiti a loro volta;
- I cambiamenti ormonali durante la gravidanza o in relazione al ciclo mestruale, prevalentemente nella settimana precedente la mestruazione;
- La sindrome dell’ovaio policistico;
- L’uso di prodotti cosmetici non idonei alla nostra pelle;
- L’uso di farmaci, steroidi, litio e alcuni farmaci antiepilettici;
- I traumi derivanti dalla pressione esercitata da caschi, attrezzature sportive, indumenti troppo stretti;
- Il fumo, che ostacolando il ricambio cellulare cutaneo e favorendo l’ipercheratinizzazione, può agire alimentando l’occlusione dei follicoli sebacei e, in ultima analisi, l’infiammazione della pelle;
- I periodi di forte stress. Lo stress, innesca la sintesi di androgeni (gli ormoni maschili che tuttavia vengono prodotti, in quantità relativamente esigue, anche nelle donne), aumentando la produzione di sebo da parte della pelle, che a sua volta porta alla formazione dei brufoli.
Come si cura
In alcuni casi il medico può
prescrivere degli
esami del sangue per misurare i livelli di alcuni ormoni, tra cui il testosterone, oppure sottoporre la paziente a ecografia, per verificare la presenza della sindrome dell'ovaio policistico o di altri problemi a livello dell'apparato riproduttivo.
La scelta della
cura (
terapia) per l'acne dipende
dal livello, da lieve a grave e dal tipo di acne (cistica o conglobata, rosacea,...). Esistono sia
farmaci da
banco, sia
medicinali che richiedono la
ricetta medica, da usare
localmente (per via topica) come
creme,
gel,
lozioni da applicare sulla pelle, o da
assumere per bocca. La cosa più importante è
evitare i rimedi fai da te casalinghi.
Nei casi più lievi si opta per un
retinoide topico da solo oppure con un
antibiotico topico, perossido di
benzoile, o entrambi.
Solo nel caso di
acne moderata o
grave, in alcuni casi il medico può
valutare di ricorrere ad
antibiotici per combattere la proliferazione di batteri, ma la durata della terapia non deve eccedere le 6-8 settimane, per non incorrere in problemi di antibiotico-resistenza.
Un’altra
classe di
farmaci molto usati nei casi più gravi sono i retinoidi, farmaci derivati dalla vitamina A (che comprendono tretinoina, isotretinoina e adapalene) con l’obiettivo di
rimuovere il
tappo cheratinico che ostruisce il follicolo, ma che non sono adatti a tutti, per esempio non sono indicati nei soggetti topici.
Si usa spesso anche l’
acido azelaico, che agisce sul processo di
secrezione di
sebo.
Nei casi
molto gravi, in presenza cioè di molti
noduli e
ferite, il medico può proporre l’
isotretinoina, un retinoide di sintesi, che dopo 15-20 settimane di terapia, dovrebbe far scomparire il problema. Tuttavia, l'isotretinoina può dare diversi
effetti indesiderati, in particolare in
gravidanza, e per questo la terapia deve essere assolutamente condotta sotto stretto controllo medico effettuando delle analisi del sangue prima e durante la terapia.
Se l’acne nelle donne è legata a
problemi ormonali o all’
ovaio policistico, si può proporre alla paziente una cura ormonale a base di antiandrogeni o
contraccettivi orali come la
pillola contraccettiva o l’
anello.
I falsi miti sull’acne
Sono molte le
credenze molto diffuse intorno all’acne, ma
non supportate da alcuna evidenza. L’Istituto Superiore di Sanità ha raccolt alcune delle più frequenti bufale:
- “L’acne è causata da una cattiva alimentazione”. Non sono note correlazioni strette tra un alimento e l’insorgenza dell’acne, anche se sembra che consumare molti zuccheri ne favorisca il peggioramento. Queste sostanze sono infatti direttamente responsabili dell’aumento della produzione di insulina, che porta anche alla secrezione di androgeni. Numerosi studi hanno messo in luce l’effetto benefico di una dieta ricca di alimenti di origine vegetale, pesce, carne bianca e cereali integrali. Cibi che fanno parte della Dieta Mediterranea, un protocollo alimentare benefico non solo per la pelle, ma per l’intero organismo;
- “L’acne è provocata da scarsa igiene della pelle”. Al contrario eccedere nel numero di lavaggi del viso può peggiorare lo stato di salute della nostra pelle;
- “Spremere i punti neri e i brufoli è un buon metodo per eliminarli”. Al contrario il fai da te potrebbe lasciare cicatrici sulla pelle peggiorando le cose;
- “L’esposizione al Sole fa bene all’acne”. Nonostante una delle convinzioni più diffuse riguardo l’acne sia che migliori se il viso viene esposto ai raggi del sole, l’aumento di temperatura della cute innescato dai raggi infrarossi favorisce la propagazione dell’infiammazione cui già la pelle è soggetta negli individui che soffrono di acne. Per questa ragione, occorre rinfrescare frequentemente la pelle e impiegare sempre un filtro solare per proteggere la cute. Il prodotto deve essere scelto in formulazione oil free per non favorire l’occlusione dei follicoli sebacei e, conseguentemente, peggiorare la sintomatologia. Il sole può, inoltre, favorire la comparsa di cicatrici in corrispondenza dei brufoli. Un’ulteriore ragione per cui è necessario l’utilizzo di protezione solare è rappresentata dal surriscaldamento della cute esposta al sole;
- “Applicare dentifricio o bicarbonato sui brufoli aiuta a risolvere l’acne, perché li secca ed elimina le impurità”. Falso. Al contrario l’utilizzo prolungato del dentifricio danneggia la pelle, perché contiene sostanze irritanti. Lo stesso vale per il bicarbonato e il falso mito che esso “asciughi” i brufoli. Al contrario, talvolta il suo utilizzo può aumentare il rossore.
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Acne: prevenzione
Alcuni consigli utili per ridurre la possibilità di impatto dell’acne:
- Lavare bene e spesso le mani con saponi delicati e acqua tiepida, per evitare le infezioni toccandoci il volto;
- Non esagerare con la detersione: non più di due volte al giorno;
- Non spremere punti neri o brufoli: non serve a nulla e può lasciare vistose cicatrici;
- Scegliere prodotti cosmetici non comedogenici (cioè che non favoriscono l'occlusione dei pori) che si possono trovare in farmacia chiedendo consiglio al farmacista;
- Lavarsi regolarmente i capelli, specie se lunghi e a contatto con il viso;
- Radersi delicatamente usando prodotti specifici.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Con il contributo educazionale di Drex Pharma
Domande e risposte
Come si fa a capire se è acne?
L’acne si manifesta attraverso rilievi sulla pelle, cioè eruzioni cutanee, che possono essere di diverso tipo:
- Punti neri (comedoni aperti), cioè follicoli dilatati di colore scuro perché ostruiti da materiale cheratinico e grasso che si ossida a contatto con l'aria;
- Punti bianchi (comedoni chiusi), cioè follicoli dilatati ma di colore chiaro perché ostruiti da materiale cheratinico e grasso, ma che restano sottocutanei;
- Papule, cioè lesioni della pelle che sembrano piccoli rilievi solidi, di colore rosato, talvolta dolenti se toccati;
- Pustole, con aò centro una punta bianca contenente pus;
- Noduli, cioè grumi solidi sottocutanei che possono essere dolorosi;
- Cisti, cioè lesioni profonde, dolorose e contenenti molto pus che possono anche causare cicatrici. Si parla in questo caso di acne cistica o acne conglobata o nodulo-cistica.
Come si fa a far passare l'acne?
L’acne è un’infiammazione che può derivare da diverse ragioni e che può avere 4 livelli di gravità. Pertanto l’unica cosa da fare è chiedere consiglio al medico che saprà prescrivere la cura adatta a seconda del nostro specifico acne.
Come si cura l'acne giovanile?
La scelta della cura (terapia) per l'acne dipende dal livello, da lieve a grave. Esistono sia farmaci da banco, sia medicinali che richiedono la ricetta medica, da usare localmente (per via topica) come creme, gel, lozioni da applicare sulla pelle, o da assumere per bocca. Nei casi più lievi si opta per un retinoide topico da solo oppure con un antibiotico topico, perossido di benzoile, o entrambi. Solo nel caso di acne moderata o grave, in alcuni casi il medico può valutare di ricorrere ad antibiotici per combattere la proliferazione di batteri, ma la durata della terapia non deve eccedere le 6-8 settimane, per non incorrere in problemi di antibiotico-resistenza.
Quanti anni dura l'acne giovanile?
Dipende, non ci sono regole valide per tutti. Molto dipende dagli ormoni androgeni, in particolare dal testosterone, specie durante la fase dello sviluppo sessuale (pubertà), che può contribuire ad una maggiore produzione di sebo. Nelle ragazze l’acne può essere correlato con la produzione ormonale durante il ciclo mestruale e con la sindrome dell’ovaio policistico. Solitamente si manifesta la prima volta in età puberale, verso i 12-13 anni, e può protrarsi fino a oltre 20 anni.
Quanto tempo ci vuole per curare l'acne?
Dipende dalla gravità dell’infiammazione. Sarà il medico a prescrivere la cura e la sua durata.