Sbadiglio: a cosa serve davvero e perché è contagioso

Sbadiglio: a cosa serve davvero e perché è contagioso
Indice
Domande e Risposte

Introduzione: lo sbadiglio è un gesto misterioso e universale

Ti è mai capitato di sbadigliare al solo vedere qualcun altro farlo? 

Ci è stato insegnato che lo sbadiglio è sinonimo di noia o, al limite, di appetito: è questa è la prima sommaria definizione associata a questo semplice gesto. Ma che senso avrebbe, allora, l’emulazione? E poi, siamo sicuri che siano solo queste le funzioni dello sbadiglio?  

Se vogliamo saperne di più dobbiamo, per prima cosa, cercare di capire meglio di cosa si tratti successivamente andare alla ricerca delle motivazioni.
Lo sbadiglio è un’ azione di tipo respiratorio, che ci fa inspirare, per poi espirare, una quantità di aria, e quindi di ossigeno, maggiore rispetto a quella che entra in un atto respiratorio ordinario. Ciò permette, fra le altre cose, di portare più ossigeno al cervello e distendere la muscolatura, ma queste sono conseguenze casuali o aspetti primariamente legati a questa azione? 

Uno sbadiglio dura più o meno 6 secondi e, statisticamente, viene ripetuto una volta ogni ora.
Sbadigliare è un atto fisiologico involontario, che può però essere eseguito intenzionalmente in alcune circostanze, ad esempio quando proviamo a riportare la pressione sulla membrana timpanica a livelli normali durante un decollo in aereo. Quando lo sbadiglio viene evocato, dobbiamo inoltre sforzarci di reprimerlo se non vogliamo che avvenga e, in ogni caso, non riusciamo ad abolirlo completamente. 

Il fatto che sia un gesto semplice, caratteristico non soltanto degli uomini ma anche di molti animali, che sia presente fin dalla vita prenatale e che viene compiuto con grande frequenza racchiude significati più sofisticati di quanto pensiamo. È un segnale che il corpo ci invia e che scatena particolari reazioni.

Cerchiamo quindi di capire insieme quali motivazioni ci spingono a spalancare la bocca e contrarre i muscoli facciali perché facendolo contagiamo coloro che ci guardano. 

Cos’è lo sbadiglio e come funziona

Lo sbadiglio è un ciclo respiratorio della durata di 5-10 secondi (più frequentemente 6), caratterizzato da movimenti che seguono sempre lo stesso pattern: 
  • Una inspirazione ampia, lenta e profonda, che viene eseguita a bocca spalancata e con la laringe nella sua condizione di massima espansione;
  • Una breve pausa nella quale vi può essere chiusura degli occhi e stiramento degli arti;
  • Una espirazione passiva accompagnata da rilassamento muscolare.
Questo schema d’azione viene definito stereotipato, perché una volta evocato non può essere completamente soppresso. È, cioè, qualcosa di molto simile ad un riflesso.

Perchè lo sbadiglio è contagioso?

Perché guardando una persona che sbadiglia siamo spinti a fare lo stesso? Ebbene, la questione è piuttosto semplice, anche se poi la spiegazione non lo è: per empatia

L’origine del gesto sarebbe nei neuroni specchio, un gruppo di cellule presenti nella corteccia cerebrale, la parte più recente in termini evoluzionistici del cervello, che si attivano selettivamente quando siamo spettatori di alcuni tipi di azioni in altri individui. Dobbiamo la scoperta di questo gruppo di neuroni, che ha cambiato l’approccio alle neuroscienze, ad uno scienziato italiano, Giacomo Rizzolatti.

In sostanza, la teoria sociale afferma che sbadigliando noi stiamo avvertendo colleghi, amici, persone che stanno condividendo con noi attività di diverso tipo che ci stiamo annoiando o che siamo semplicemente stanchi. Questo non per dispetto, anche se le regole del vivere in società ci fanno interpretare uno sbadiglio a scena aperta come un segno di maleducazione, ma perché siano informati di ciò e possano agire di conseguenza, aggiustando i loro comportamenti perché le azioni del gruppo siano allineate. 

Lo sbadiglio attiva nei nostri interlocutori una reazione che porta al cambio di passo. Il ritmo della discussione si accelera, il tono della voce si fa più vivido, la gestualità si enfatizza. 

L’esempio classico è quello del public speaking, l’esperienza di parlare in pubblico. Il relatore nota che in platea qualcuno sta socchiudendo gli occhi e abbassando la mandibola. Il pensiero che scatta è: “Si stanno annoiando!”. La reazione automatica è quella di fare o dire qualcosa che desti l’attenzione dell’audience: una battuta, una domanda, il racconto di un aneddoto fuori programma.   
Mentre, di per sé, è ubiquitario nelle diverse specie animali, il fatto che lo sbadiglio sia contagioso è stato a lungo considerato come caratteristico delle specie più evolute, come l’uomo e alcune scimmie. Ma di recente, diverse ricerche hanno dimostrato che in realtà esso è presente anche in animali meno sviluppati e rappresenta un elemento forte di coesione ed empatia sociale. 

Come si è arrivati a mettere in relazione lo sbadiglio contagioso con i neuroni specchio? Eseguendo un esame che permette di evidenziare l’attività delle cellule nervose, la risonanza magnetica funzionale. Analizzando un gruppo di persone esposte allo sbadiglio altrui, si è visto che in esse si attivavano i neuroni specchio localizzati in una specifica zona del cervello, l’area 9 di Broadman.

Altri gruppi di ricercatori hanno cercato di capire perché più si tenta di reprimere uno sbadiglio più aumenta la voglia di sbadigliare. In questi casi, quello che facciamo è cercare di contrastare i movimenti dei muscoli facciali: un’azione impegnativa, che richiede molte energie, perché deve neutralizzare una spinta automatica.

Oltre la noia: i diversi significati dello sbadiglio

In generale, siamo abituati ad associare allo sbadiglio una connotazione socialmente negativa, legata alla noia e alla stanchezza.  

La scienza ha dimostrato che, effettivamente, i movimenti associati allo sbadiglio stimolano il glomo carotideo, una struttura anatomica situata nel collo a livello dell’arteria carotide, ad attivare il rilascio di sostanze come l’adrenalina, che aumentano i livelli di attenzione. Questo pattern è noto come teoria dell’attivazione.

E la maggiore ossigenazione di cui parlavamo all’inizio di questo articolo? È un aspetto che conta o solo una conseguenza senza significato? Ebbene, inalare più ossigeno permette di dare un impulso alle attività cerebrali e, quindi, di stimolare il ragionamento e l’attenzione. 
Tuttavia, questa correlazione (sostenuta dalla cosiddetta teoria respiratoria) è controversa. Se così fosse, lo sbadiglio essere una risposta fisiologica anche nei casi in cui ci troviamo in un ambiente in cui l’aria è più povera di ossigeno e ricca di anidride carbonica. Ma così non è.

Lo sbadiglio è anche un segnale di fame? Anche su questo punto, i pareri degli esperti non sono concordi. Le teorie oggi più accreditate propendono per il no, ma non escludono una correlazione con la digestione. 

Dal momento che, come ormai è stato ampiamente dimostrato, l’intestino è fittamente innervato e ricco di sensori che portano informazioni alle vie nervose, quando esageriamo con l’alimentazione o quando mangiamo pietanze pesanti, questi sensori si attivano facendoci sbadigliare e rallentare le attività. In pratica, lo sbadiglio ci scoraggia dall’introdurre altro cibo e ci fa mettere a riposo, garantendo così più risorse (in termini di irrorazione sanguigna e ossigeno) a disposizione del sistema digestivo.

Lo sbadiglio negli animali e nella vita quotidiana

Alcuni studi evidenziano il fatto che lo sbadiglio negli animali, insieme al self-scratching (il grattarsi), è un gesto molto semplice che permette loro di scaricare la tensione negli stati d’ansia e conflitto con altri individui.  

La comunità scientifica ha dimostrato anche negli animali l’esistenza dello sbadiglio contagioso. Un tempo ritenuto esclusivo degli animali superiori, oggi è stato messo in evidenza anche in specie meno sviluppate, come i pesci. Una ricerca divenuta celebre ha esaminato questo fenomeno in un gruppo di leoni selvatici del Sudafrica. Dopo avere visto altri elementi del branco sbadigliare, essi tendevano a coordinare i loro movimenti. In sostanza, lo sbadiglio in un certo senso attivano comportamenti sincroni. 

Questo fenomeno ci fa capire come la contagiosità dello sbadiglio non sia una curiosa stranezza del mondo animale, e quindi anche nostra di uomini, ma un fenomeno di estrema importanza nelle dinamiche di gruppo e, quindi, nel quadro dell’evoluzione delle specie.
immagine che mostra un cane che sbadiglia

 


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Perché lo sbadiglio è contagioso?

L’origine dello sbadiglio contagioso risiede nei neuroni specchio, un gruppo di cellule presenti nella corteccia cerebrale, che si attivano quando siamo spettatori di alcuni tipi di azioni in altri individui spingendoci ad emularne le gesta.

Cos'è lo sbadiglio e quanto dura?

Lo sbadiglio è un atto respiratorio involontario che consiste nell'inspirare ed espirare una quantità d'aria maggiore rispetto al normale attraverso la bocca. Generalmente dura circa sei secondi e coinvolge i muscoli facciali.

Lo sbadiglio indica sempre stanchezza o noia?

Lo sbadiglio è associato a diverse cause, tra cui noia e stanchezza, bisogno di ossigenazione del corpo e necessità di nutrienti, ma sembra che la sua importanza sia legata alle interazioni sociali. 

È vero che gli animali sbadigliano per gli stessi motivi degli esseri umani?

Negli animali, lo sbadiglio può avere significati diversi. Ad esempio, nei cani può essere un segno di rilassamento, mentre in altre situazioni potrebbe indicare tensione o agitazione. Anche negli animali lo sbadiglio può essere contagioso, proprio come negli esseri umani.

Ha benefici per la salute?

Sì, lo sbadiglio può avere benefici. Oltre a migliorare l'ossigenazione del corpo, stimola i muscoli facciali, contribuendo a mantenere la pelle del viso distesa e tonica. Alcuni ricercatori suggeriscono di sbadigliare durante il giorno per attivare i muscoli facciali e prevenire rughe.

Sbadigliare troppo può essere un segnale di un problema di salute?

In generale no, anche se in alcuni casi particolari può essere un segnale di alterazione di parametri fisiologici. Ad esempio, sembra che sia legato anche alle condizioni di ipoglicemia e alterazioni dei livelli di alcuni neurotrasmettitori (fra cui la dopamina), due aspetti spesso associati all’insorgenza degli attacchi di emicrania. Nelle persone che ne soffrono, quindi, uno sbadiglio, unito ad altre manifestazioni apparentemente innocue, può segnalare l’imminente insorgenza di una crisi.

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