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Parto in acqua: che cos'è
Il
parto in
acqua è una pratica che ha visto crescere la sua popolarità a partire dagli anni '80 del 900, il parto in acqua ha subìto una frenata negli ultimi anni. Gli esperti dell'
American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), nelle ultime
Linee Guida, hanno infatti sollevato il problema della
mancanza di
dati certi per la valutazione dei rischi e dei benefici relativi all'ultima parte del travaglio. La loro raccomandazione per le
donne, in attesa di maggiori evidenze, è di uscire dall'acqua
prima che inizi il secondo stadio. Dello stesso parere sono gli esperti della
Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (
SIGO).
Quali sono i vantaggi e i possibili rischi di questo tipo di parto? E cosa è bene sapere se si desidera sperimentarlo?
Pro e contro del parto in acqua
Riguardo ai “
pro” di questo tipo di parto, l'effetto analgesico dell'acqua, il
rilassamento dei
muscoli del
perineo, l'atmosfera intima, sono alcune delle caratteristiche dell’esperienza del travaglio in acqua che piacciono alle donne. Ci sono diversi studi - compresa una revisione Cochrane del 2009 rieditata nel 2018 - che suggeriscono come
l’
esperienza del I stadio del travaglio in acqua sia
associata a un
ridotto ricorso dell'analgesia epidurale e a una
durata più
corta.
Un altro aspetto positivo è che nella
vasca le future mamme sono più
libere di
muoversi e di cambiare posizione, il che permette loro di avere un ruolo maggiormente attivo.
Quanto al bambino, l'idea alla base della scelta materna, è che avendo trascorso i primi nove mesi di vita fetale immerso nel
liquido amniotico, la nascita in acqua sia meno traumatica e più dolce per lui rispetto a quella “on-land”, cioè fuori.
Quanto ai
contro, la segnalazione di eventi avversi che hanno riguardato l'
ultima fase del travaglio in acqua - rari ma talvolta seri e fatali, come infezioni gravi e soffocamento a carico del bambino - hanno aperto una fase di verifica. Non si sa con certezza se questi problemi si sarebbero presentati comunque in un parto tradizionale e se le procedure di sicurezza sono state tutte rispettate. Ma ad oggi, non è possibile, per la SIGO, esprimere un parere serenamente favorevole riguardo all'immersione in acqua nel 2° e nel 3° stadio del travaglio. Il diritto della donna a '
personalizzare' il momento della nascita del proprio bambino è
tenuto in grande
considerazione dalla Società, ma non può prescindere dalla sicurezza.
Per quanto riguarda l’
immersione nella prima fase, invece, quella in cui le contrazioni sono presenti ma non si è ancora raggiunta una dilatazione tale da poter parlare di travaglio attivo, la Società dà il suo benestare, se le pazienti sono a basso rischio certo.
Tipo di assistenza in Italia
Gli ospedali
non hanno l'obbligo di
aderire alle raccomandazioni ACOG, non trattandosi di Linee Guida ministeriali, ma è importantissimo tener conto delle
indicazioni e delle
evidenze scientifiche.
Le strutture che offrono il servizio devono disporre di personale preparato e devono eseguire tutte le
verifiche necessarie.
Requisiti delle candidate
I
criteri d’inclusione sono ovunque molto
rigidi per cui
non è così
semplice accedere al parto in acqua. Tra i principali requisiti, ci sono una gravidanza fisiologica, l’assenza assoluta di complicazioni, di patologie insorte prima o durante la gestazione, di infezioni e una presentazione del feto cefalica. Le donne, inoltre, devono obbligatoriamente
trovarsi tra la 37esima e la 41esima settimana di attesa.
Costi del parto in acqua
Il servizio è erogato da molti punti nascita
pubblici,
privati e
privati-
convenzionati. Accedendo tramite
SSN,
non c'è un
sovrapprezzo da pagare se si opta per il parto in acqua.
Come individuare gli ospedali che erogano il parto in acqua
Su
Doveecomemicuro.it è disponibile una
lista di
strutture attrezzate per il parto in acqua. Si tratta dello stesso elenco diffuso dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda), la Fondazione che da anni premia con i “bollini rosa” gli ospedali che si distinguono per un'offerta a misura di donna. Su Doveecomemicuro.it è possibile anche verificare il numero di bollini assegnati a ciascun ospedale:
Parto in acqua
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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