Microbiota: quando fare l’analisi, i test più efficaci e come funziona

Microbiota: quando fare l’analisi, i test più efficaci e come funziona

Indice

Domande e risposte

Che cosa è il microbiota e perché è importante prendersene cura

Il microbiota è l’insieme dei microrganismi – batteri, virus e funghi - che popolano il nostro tratto digerente, non solo l’intestino. Si conta che ogni persona ne abbia oltre un chilo e mezzo nel proprio intestino, per un totale di 1.000 patogeni diversi. Il microbiota ci aiuta a stare bene, se in equilibrio, cioè se i batteri, virus o funghi sono presente in quantità fra loro proporzionata di modo da cooperare virtuosamente per far funzionare questo nostro “secondo cervello”. 

Spesso però questo sistema non è in equilibrio e si parla in tal senso di disbiosi: alcuni i patogeni importanti sono in quota ridotta mentre altri “cattivi” proliferano. Ce ne accorgiamo perché il nostro intestino inizia a manifestare sintomi che qualcosa non va: mal di pancia, irritazione, stitichezza o diarrea, nausea, stanchezza, cattiva digestione e via dicendo. Questo può avvenire anche per una riduzione della diversità batterica.

Perché è bene far analizzare il nostro microbiota?

L’aspetto positivo è che possiamo fare qualcosa, per esempio prendendoci cura del nostro microbiota personale seguendo un’alimentazione adatta a noi. Ed è qui che casca l’asino, perché dal momento che ogni persona ha il proprio microbiota, non esistono regimi alimentari che valgono per tutti allo stesso modo.

Nemmeno due gemelli hanno un microbiota uguale! Ciascun essere umano ha un microbiota e un microbioma unico, diverso da quello di chiunque altro, con dei tratti in comune. Le variazioni da persona a persona dipendono dall’età, dallo stile di vita – alimentazione ma anche attività fisica, fumo e consumo di alcol -  ed eventuali malattie infiammatorie croniche.

Ci sono tre strade che connettono l’intestino e il cervello:

  • Via neuroendocrina (gli ormoni);
  • Il nervo vago;
  • La via vascolare. Il funzionamento della barriera vascolare del plesso coroideo è stato descritto per la prima volta da Maria Rescino e dal suo team dell’Istituto Humanitas di Milano. La barriera cerebrale si chiude per proteggere il cervello dall’infiammazione dell’intestino, e in questo modo scatena problemi psicologici come ansia e depressione.
Immagine che rappresenta una donna con una figura dell'intestino

Quali sono i test per il microbiota oggi disponibili e quali i migliori

L’analisi del microbioma, ovvero del genoma associato al nostro microbiota può avvenire in due modalità a partire da un semplice campionamento delle feci

  • Nella prima, è possibile sequenziare solo il gene del 16S rRNA cioè del DNA che codifica per l’RNA ribosomiale 16S. Questo è presente solo nei procarioti e permette quindi l’analisi della sola componente batterica. Tuttavia, permette di identificare solo le principali specie di batteri, ma non il ceppo. Quindi resta abbastanza superficiale, infatti consideriamo che ogni batterio è contraddistinto da due nomi (il cognome ed il nome, es: Lactobacillus rhamnosus che indicano genere e specie) ed una sigla (es: GG, che indica il ceppo). “Con questa analisi arriviamo al massimo, e non sempre a rhamnosus e perdiamo tutte le informazioni sul ceppo” racconta a Micuro Maria Rescigno, docente di Patologia Generale e Pro Rettore alla ricerca presso l’Università Humanitas di Milano, una delle maggiori esperte di studio sul microbiota. “Inoltre, non viene considerata la componente fungina, virale e i protozoi";
  • La seconda modalità prevede un’analisi più approfondita del sequenziamento dell'intero genoma anche detta di metagenomica, o ‘shotgun’, che invece permette di ottenere informazioni su tutto il DNA contenuto in un campione. "Attraverso il sequenziamento di tutto il DNA è possibile non solo identificare la presenza dei vari ceppi batterici, e delle altre componenti microbiche, ma anche le resistenze agli antibiotici ed i possibili pathway metabolici." In questo modo è possibile capire se all’interno del microbiota di un determinato soggetto ci sono le potenzialità di produrre metaboliti microbici che includono le vitamine, i neurotrasmettitori e gli acidi grassi a catena corta.

È possibile oggi anche acquistare kit per l’analisi del microbiota da fare da soli a casa, sempre a partire dal campionamento delle nostre feci, ma è bene fare attenzione a che prodotto stiamo acquistando perché non tutti sono davvero utili.

Quando serve fare l’analisi del microbiota?

Premettendo che ancora ci è difficile identificare un microbiota univoco della popolazione sana, l’analisi del microbiota al momento ci dà delle indicazioni su una possibile disbiosi di un soggetto, ovvero di quanto si discosta dalla cosiddetta popolazione sana e di se una determinata condizione patologica potrebbe essere la conseguenza o la causa di una disbiosi. Tuttavia, siamo ancora in difficoltà nell’interpretazione dei cambiamenti e su come agire per riportare quel microbiota ad una eubiosi (ovvero una composizione del microbiota del soggetto sano)” continua Rescigno.

L’analisi del microbiota quindi può essere uno strumento utile ad alcuni professionisti per valutare se un soggetto effettivamente soffre di disbiosi, ma come interpretare queste differenze è ancora oggetto di studio. Tuttavia, più analisi si faranno, più interventi mirati si compiranno sulla base di queste analisi e più ci avvicineremo a collegare dei rapporti di causa-effetto sulla modulazione del microbiota ad opera di interventi alimentari, integrazione con prebiotici, probiotici o postbiotici.

Consiglio quindi di fare l’analisi del microbiota solo se c’é uno specialista in grado di interpretarla ed intervenire.

Che cosa mangiare per aumentare i batteri “buoni” nell’intestino?

Si sente spesso parlare di batteri “buoni” e quelli “cattivi”, ma in realtà sono termini impropri, perchè un batterio è dannoso o meno a seconda della persona specifica, e della presenza di altri battei o virus con cui deve essere in equilibrio. In ogni caso ci sono dei batteri che portano più vantaggio e altri che tendono a compromettere l’equilibrio intestinale.

Posto che ogni persona dovrebbe farsi analizzare il microbioma in modo personalizzato, specie in presenza di malattie croniche, ci sono dei consigli generali per la maggior parte delle persone che aiutano a mantenere l’intestino sano:

  • Seguire una dieta sana con pochi zuccheri da dolci e poche proteine animali. Bisogna evitare gli alimenti che infiammano la mucosa del colon;
  • Evitare il fumo e l’alcol;
  • Praticare attività fisica quotidianamente.



RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Domande e risposte

Come si fa il test del microbiota intestinale?

L’analisi del microbioma, ovvero del genoma associato al nostro microbiota può avvenire in due modalità a partire da un semplice campionamento delle feci. 

  • Nella prima, è possibile sequenziare solo il gene del 16S rRNA cioè del DNA che codifica per l’RNA ribosomiale 16S. Questo è presente solo nei procarioti e permette quindi l’analisi della sola componente batterica. Tuttavia, permette di identificare solo le principali specie di batteri, ma non il ceppo. Quindi resta abbastanza superficiale;
  • La seconda modalità prevede un’analisi più approfondita del sequenziamento dell'intero genoma anche detta di metagenomica, o ‘shotgun’, che invece permette di ottenere informazioni su tutto il DNA contenuto in un campione. 

Quanto costa il test per il microbiota intestinale?

Si si esegue il test privatamente, dipende da quale test si esegue e da dove lo si esegue. Privatamente, cioè aquistare un kit a casa per eseguire il test delle feci autonomamente, si parla di un costo che va dai 100 ai 300 euro, a seconda del servizio.

Dove fare l'analisi del microbiota intestinale?

L’esame si può fare privatamente a casa propria contattando le aziende che offrono questo servizio, anche online, e facendosi inviare il kit, oppure recandosi direttamente nelle cliniche che offrono il servizio. Può anche essere effettuato stramite una prescrizione medica, che può essere del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) oppure a carico del paziente (ricetta bianca), a seconda della valutazione del medico in relazione a un quesito terapeutico.

Come si cura il microbiota intestinale?

Dipende se vi sono patologie sottostanti. Ogni terapia deve essere personalizzata. Vi sono comunque dei consigli generali per la maggior parte delle persone che aiutano a mantenere l’intestino sano:

  • Seguire una dieta sana con pochi zuccheri da dolci e poche proteine animali. Bisogna evitare gli alimenti che infiammano la mucosa del colon;
  • Evitare il fumo e l’alcol;
  • Praticare attività fisica quotidianamente.

Le informazioni presenti in Micuro hanno scopo divulgativo e informativo. Non costituiscono in alcun modo un mezzo di autodiagnosi e automedicazione. Per qualsiasi dubbio sull'uso di un farmaco, rivolgersi al proprio medico.

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