Aggiornato il 04.10.2024
La dopamina, è un neurotrasmettitore, appartenete alla famiglia delle catecolamine. In altre parole è una sostanza chimica che svolge un ruolo cruciale nella comunicazione tra le cellule nervose del cervello. È nota soprattutto per il suo ruolo nella regolazione del piacere, della ricompensa e della motivazione, tanto da essere chiamata “neurotrasmettitore della motivazione e del piacere”. Ma i suoi effetti si estendono ben oltre, a funzioni motorie, cognitive e comportamentali, vediamoli nel dettaglio.
Come anticipato la dopamina è nota soprattutto per il suo legame con il piacere e il benessere, dal momento che regola il sistema di ricompensa e piacere. Quando compiamo un'azione gratificante, come raggiungere un obiettivo importante, il cervello rilascia dopamina. Questo rilascio agisce come una "ricompensa" chimica, stimolandoci a ripetere quel comportamento.
Oltre a farci sentire bene dopo aver raggiunto un obiettivo, la dopamina è responsabile della spinta che ci fa iniziare e portare avanti azioni che potrebbero portarci a quel risultato gratificante. Una carenza di dopamina può causare una riduzione di motivazione, comunemente associata a condizioni come la depressione.
La dopamina svolge un ruolo importante nella coordinazione dei movimenti. Malattie come il Morbo di Parkinson sono causate dalla degenerazione delle cellule cerebrali che producono dopamina. Questo provoca rigidità muscolare, tremori e difficoltà nei movimenti. Secondo diversi studi la dopamina rivestirebbe un ruolo centrale anche in altre patologie come la sindrome da deficit di attenzione (ADHD), la schizofrenia/psicosi, comportamenti compulsivi e dipendenza da cibo e gioco, droghe e farmaci.
La dopamina è indispensabile nei processi di apprendimento e memoria. Stimolando l'associazione tra comportamenti e ricompense, aiuta il cervello a ricordare le azioni che portano a risultati positivi e a evitarne altre che non sono vantaggiose. Per questo: favorisce l’attenzione e l’apprendimento, aumentando la capacità di concentrazione. Contribuisce al buon funzionamento della memoria, soprattutto quella collegata al lavoro e alle attività quotidiane.
L’equilibrio della dopamina contribuisce a mantenere stabile l'umore. Un eccesso o una carenza di dopamina può influenzare profondamente il nostro stato emotivo, contribuendo a condizioni come l'ansia, la schizofrenia o i disturbi bipolari.
Azioni benefiche potenziate dal fatto che la dopamina:
Tutti questi effetti derivano dal fatto che come neurotrasmettitore la dopamina, prodotta in specifiche aree del cervello, tra cui la substantia nigra e l'area tegmentale ventrale, si lega a cinque principali recettori: D1, D2, D3, D4 e D5. Ciascuno dei quali “portatore” di effetti diversi. Quindi, dal modo in cui la dopamina interagisce con questi recettori derivano le specificità dei singoli effetti.
Da queste premesse, si deduce come uno squilibrio nella produzione o nell'uso della dopamina possa comportare notevoli conseguenze ed essere associato a diverse condizioni tra cui:
Le cause della carenza di dopamina possono essere diverse e dipendono da fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita. Peraltro, in alcuni circostanze, cause ed effetti sembrano sovrapporsi, come nel caso di patologie psichiatriche, maggiore propensione alle dipendenze e malattie neurodegenerative. In particolare, si ritiene che il Morbo di Parkinson sia la causa più conosciuta e importante della carenza di dopamina. Dal momento che è provocato dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici nella substantia nigra del cervello, che porta a un calo progressivo dei livelli di dopamina. Fenomeno che provoca sintomi come tremori, rigidità muscolare e difficoltà motorie.
Vediamo nel dettaglio le cause principali della carenza di dopamina:
La dopamina è una sostanza endogena, ovvero prodotta naturalmente dall’organismo, tuttavia, in caso di carenze può essere integrata, tanto per via farmaceutica; quanto attraverso la somministrazione di sostanze che ne mimino l’azione o di molecole che ne favoriscano la secrezione. L’organismo infatti è in grado di sintetizzare la dopamina a partire da altre molecole, gli aminoacidi, secondo un processo che procede come segue: fenilalanina → tirosina → levodopa → dopamina. Ne consegue che la stessa può essere stabilizzata anche per vie naturali.
In modo naturale:
A proposito di dopamina l’equilibrio è fondamentale perché un suo eccesso può provocare sindromi psicotiche come mania, allucinazioni e deliri. La dipendenza da alcol e fumo o da sostanza stupefacenti possono aumentare i livelli di dopamina eccessivi. Alcuni studi scientifici confermano che queste sostanze possono portare a condizioni cliniche anche gravi come schizofrenia e psicosi, causando alterazioni del comportamento, incapacità di pensare in maniera coerente e di comprendere la realtà. Queste condizioni richiedono l’impiego di farmaci antipsicotici, come l'aloperidolo, che ne riducono i sintomi ma che vanno somministrati con cautela – solo nei casi più gravi - per i significativi effetti collaterali. Questi sono acuiti dal fatto che tali farmaci non riducono solo l’attività della dopamina e della serotonina, ma interagendo anche su altre funzioni del sistema nervoso centrale, causano sedazione; ipotensione, disturbi gastrointestinali, problemi agli occhi, alla vescica e disturbi sessuali. Si possono verificare anche effetti simili ai sintomi del morbo di Parkinson.
Inoltre, secondo alcuni studi scientifici, la dopamina sarebbe responsabile del dolore che si manifesta in alcune patologie come la fibromialgia e la sindrome delle gambe senza riposo. Anche sintomi come nausea e vomito sono sotto il suo controllo.
Poiché concentrata per lo più nel cervello, verificare direttamente i livelli di dopamina nel corpo non è semplice. Tuttavia, esistono alcune tecniche indirette e test che possono fornire indicazioni sui livelli di dopamina o sul funzionamento del sistema dopaminergico. Il metodo più utilizzato è un test sui fluidi corporei, esami del sangue o delle urine, che consentono di misurare i livelli di catecolamina – famiglia a cui appartiene la dopamina -, noradrenalina e adrenalina. Tenendo presente che queste analisi non danno un'indicazione diretta della dopamina nel cervello, ma della sua presenza nel resto del corpo.
Altro metodo è l’esame del liquido cerebrospinale (CSF) che, tramite una puntura lombare, può rilevare i livelli di metaboliti della dopamina (come l'acido omovanillico), fornendo informazioni sul metabolismo della dopamina nel sistema nervoso centrale.
Poi ci sono le tecniche di Imaging cerebrale (scansioni del cervello), come la Tomografia a emissione di positroni (PET), che consente di monitorare l'attività dei recettori dopaminergici e il rilascio di dopamina in specifiche aree del cervello. Utilizzata principalmente nella ricerca o in casi complessi di malattie come il morbo di Parkinson. E la Tomografia a emissione di singoli fotoni (SPECT) che rileva la presenza e la funzione dei trasportatori di dopamina che viene utilizzata soprattutto per diagnosticare condizioni neurodegenerative.
A questi si affiancano i Test genetici per rilevare varianti che influenzano la produzione o la regolazione della dopamina. Questi test non misurano direttamente i livelli di dopamina, ma possono indicare una predisposizione a disfunzioni nel sistema dopaminergico.
Di grande importanza sono la valutazione clinica e sintomatologia, ovvero l’osservazione dei sintomi del paziente. La carenza di dopamina può manifestarsi attraverso segni come tremori, rigidità muscolare, lentezza nei movimenti (bradicinesia) e mancanza di motivazione, mentre un eccesso può causare sintomi psicotici come allucinazioni o deliri. Questo tipo di valutazione è comune in condizioni come il Morbo di Parkinson (bassi livelli di dopamina) o la schizofrenia (livelli eccessivi di dopamina in alcune aree del cervello). Anche i Test psicologici e comportamentali valutando il funzionamento dei sistemi cognitivi e motivazionali legati alla dopamina possono fornire utili indicazioni.
Chiaramente, data la complessità della materia, in caso di eventuali problemi legati ai livelli di dopamina, è essenziale consultare un medico specializzato in neurologia o psichiatria per esami adeguati e un trattamento personalizzato.
Ossitocina ed endorfine sono spesso considerate "sorelle" della dopamina perché, come questa, sono neurotrasmettitori e ormoni che giocano un ruolo fondamentale nel sistema nervoso e sono coinvolti nella regolazione dell'umore, del benessere e delle relazioni sociali. Anche se ciascuna di queste sostanze ha funzioni specifiche, lavorano in sinergia per influenzare il nostro stato emotivo e psicologico.
L'ossitocina è conosciuta come l'ormone dell'amore o dell'attaccamento, poiché svolge un ruolo cruciale nelle relazioni interpersonali e nei legami affettivi. È rilasciata durante situazioni di intimità, come abbracci, baci, rapporti sessuali e anche durante il parto e l'allattamento. Le sue funzioni principali sono la promozione dei legami sociali, facilitando il senso di attaccamento e fiducia tra le persone, specialmente nelle relazioni romantiche e tra madre e figlio. La riduzione dello stress, tramite riduzione dei livelli di cortisolo. Lo sviluppo di empatia e comportamento altruistici. L’aumento dei livelli di endorfina durante il parto facilita il legame affettivo tra madre e figlio.
Le endorfine sono i neurotrasmettitori del piacere e del benessere, prodotte dal cervello in risposta a stress, dolore o attività fisica intensa. Queste molecole sono simili alla morfina e agiscono come analgesici naturali, riducendo la percezione del dolore e migliorando l'umore. In particolare le funzioni principali delle endorfine sono: la riduzione del dolore; la produzione di euforia; il miglioramento dell'umore.
L'ossitocina e le endorfine interagiscono con il sistema dopaminergico, contribuendo a modulare la sensazione di gratificazione e piacere. In particolare, l’ossitocina rafforza i circuiti della dopamina, aumentando la sensazione di gratificazione che proviamo nelle relazioni interpersonali, soprattutto nelle interazioni sociali positive. Le endorfine, rilasciate durante esperienze piacevoli, interagiscono con i recettori della dopamina, potenziando il senso di piacere e benessere.
In sintesi, ossitocina, endorfine e dopamina sono strettamente collegate nel mantenimento del nostro benessere psicofisico, ciascuna con un ruolo unico, ma tutte con un impatto positivo su come percepiamo la felicità, la gratificazione e i legami sociali.
Alcuni studi scientifici hanno dimostrato come l'amore tra madre e figlio sia correlato ai livelli elevati di ossitocina e dopamina. A riguardo, una ricerca pubblicata su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) ha analizzato i cervelli di 19 madri per comprendere cosa le spinga a prendersi cura dei loro figli. I risultati hanno rivelato che i livelli di dopamina aumentavano quando le madri interagivano con i propri figli, ma non con i figli di altre donne. Le madri con i più alti livelli di dopamina erano anche quelle che mostravano maggiore attenzione verso i bisogni dei loro bambini. Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento della depressione post-partum.
La dopamina, insieme alla serotonina e alle endorfine, svolge un ruolo centrale nelle sensazioni di benessere associate al bacio. Diversi studi evidenziano infatti l'effetto terapeutico del bacio, considerato un antidolorifico naturale e un potente rimedio antistress. Anche se i baci possono variare per contesto e significato, i loro effetti psicologici sono spesso simili. La bocca, grazie ai suoi recettori del piacere, è una delle prime aree a svilupparsi nel neonato, come dimostrato dal comportamento del bambino che si attacca al seno materno per ricevere nutrimento fisico ed emotivo. In situazioni di lutto, un bacio o un abbraccio durante le condoglianze possono essere potenti antidoti contro la depressione. Anche per gli anziani, un bacio o un abbraccio da parte di un figlio o di un nipote è particolarmente rassicurante. Inoltre, persino le dimostrazioni di affetto da parte degli animali domestici possono avere effetti terapeutici.
Il bacio stimola l'aumento della dopamina, attivando positivamente il circuito della ricompensa, responsabile della risposta adattativa agli stimoli esterni. Inoltre, baciarsi promuove la produzione di endorfine, sostanze chimiche simili alla morfina che agiscono come analgesici naturali. L'attività fisica è uno dei fattori che stimola il rilascio di endorfine, creando una sensazione di euforia e resistenza prolungata, come spesso accade negli atleti durante le competizioni.
Le sensazioni positive derivanti dal rilascio di endorfine durante il bacio vengono ulteriormente amplificate dalla produzione di serotonina, una molecola che aiuta a gestire le nuove emozioni e che regola l'umore, l'appetito e molte altre funzioni. Baciarsi, inoltre, stimola l'ipofisi a rilasciare ossitocina, un potente mediatore emotivo che abbassa le difese e promuove legami più profondi tra le persone.
Oltre a tutto ciò, il bacio riduce i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, abbassando le barriere emotive e favorendo la costruzione di legami più stretti.
RIFERIMENTI BIBILIOGRAFICI
Livelli elevati di dopamina possono portare a sentimenti di euforia, beatitudine e maggiore motivazione e concentrazione. Poiché la dopamina è correlata al sistema di ricompensa e rafforza le esperienze piacevoli, si ritiene che svolga un ruolo nella dipendenza da cibo, nel gioco compulsivo e nello shopping compulsivo.
Morfina e altri oppiodi: aumentano in modo intenso il rilascio della dopamina mesolimbica mediante la loro azione sui recettori degli oppiodi (MORs), che si manifestano inibendo gli interneuroni gabaergici della VTA (8).
Se il suo livello è troppo basso, alcuni stimoli non ricevono alcuna risposta. Ciò si traduce in apatia, bassa concentrazione e mancanza di motivazione; altre possibili conseguenze sono la stanchezza e i vuoti di memoria. Tuttavia, in caso di dubbi è sempre opportuno rivolgersi a un medico.
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