Aggiornato il 19.01.2023
La vitamina PP (anche detta vitamina B3 o niacina) è una vitamina idrosolubile (cioè capace di sciogliersi in acqua) che aiuta a mantenere in salute il sistema nervoso, la pelle e l’apparato digerente. Ha effetti positivi anche sui livelli di colesterolo nel sangue; invece, non è confermato dalle ricerche scientifiche che la vitamina PP apporti benefici ai capelli.
Normalmente, ricaviamo sufficiente niacina dall’alimentazione, in forma di vitamina PP oppure dal triptofano, un amminoacido che il nostro organismo utilizza per sintetizzarla. Gli integratori vanno utilizzati solo in casi particolari.
Con il termine vitamina PP si includono l'acido nicotinico (la niacina propriamente detta) e la sua ammina, la niacinamide (o nicotinamide).
La niacinamide (un composto della niacina) serve all’organismo per sintetizzare due molecole importantissime, NAD e NADP. Si tratta di coenzimi: sono molecole che consentono a oltre 200 reazioni biochimiche di verificarsi. NAD e NADP in genere sono coinvolti in vie cataboliche legate alla produzione di energia (glicolisi, ossidazione degli acidi grassi, ciclo di Krebs). Il NADP è implicato in processi di detossificazione e il NAD nella protezione delle cellule, poiché aiuta nella riparazione di danni alle cellule e nella difesa dallo stress ossidativo del DNA. Questo è possibile perché mantiene nella forma funzionale antiossidanti come glutation e vitamina C.
L’applicazione topica di nicotinamide migliora alcune condizioni della pelle, quali iperpigmentazione, dermatite atopica, rosacea, iperproduzione di sebo, acne. Migliora anche la produzione di collagene e cheratina, contribuendo alla guarigione delle ferite cutanee e a combattere le rughe. La sua assunzione orale sembra aiutare a contrastare anche alcune forme di cancro della pelle. Al contrario, non ci sono sufficienti prove degli effetti benefici della vitamina PP sui capelli: gli studi in merito sono contrastanti.
L'acido nicotinico abbassa trigliceridi e colesterolo “cattivo” nel sangue, aumentando il colesterolo “buono”. Per queste ragioni viene prescritto a pazienti con iperlipidemia, diabete di tipo 2, sindrome metabolica e alto rischio cardiovascolare.
La niacina è usata anche nella prevenzione della disfunzione erettile e dell’impotenza perché favorisce la vasodilatazione. Inoltre, funziona come prebiotico, cioè favorisce l’azione dei microrganismi benefici presenti nell’organismo.
La carenza grave di niacina o di triptofano (da cui l’organismo ricava vitamina PP) causa la condizione patologica nota come pellagra, caratterizzata principalmente da dermatite, alterazione del sistema digestivo (diarrea), nei casi non trattati problemi del sistema nervoso (tra cui demenza) e, infine, morte. Per questi motivi la pellagra è anche definita “malattia delle quattro D”: Dermatitis, Diarrhoea, Dementia, Death (“morte” in inglese).
Le dermatiti da pellagra sono eruzioni cutanee rosso scuro dette fotosensibili perché compaiono tipicamente nelle zone esposte alla luce (volto, bocca, lingua, collo, mani, gomiti, polpacci e piedi).
I disturbi intestinali, oltre alla diarrea, includono vomito, disfagia (difficoltà a deglutire), infiammazione del cavo orale.
I sintomi neurologici includono affaticamento, confusione, cefalea, perdita di memoria, insonnia, aggressività, depressione, allucinazioni e infine demenza.
I sintomi della pellagra vennero descritti per la prima volta nel 1735 dal medico spagnolo Gaspar Casal y Julián. Dal momento che in Europa la malattia era sconosciuta prima dell'importazione del mais dal Nuovo Mondo, all'inizio si ritenne che la malattia fosse causata da tossine o microbi presenti nel mais, ma nel Novecento si scoprì che la pellagra derivava da una dieta quasi esclusivamente basata sul mais. Oggi sappiamo che questo cereale è povero in triptofano e niacina in forma utilizzabile dall’organismo.
Attualmente, questa malattia è diffusa in zone povere dell'Africa, dell'India e dell’Asia. Nei paesi più sviluppati, la pellagra può insorgere in caso di malnutrizione o malassorbimento. Le persone più soggette a questi rischi sono:
Anche il fumo interferisce con l’assimilazione della niacina.
L'assunzione di vitamina PP risulta sicura entro certe dosi: negli adulti, quella di niacina o acido nicotinico, fino a 17 mg al giorno e quella di nicotinamide fino a 500 mg al giorno. Dosaggi superiori possono comportare effetti indesiderati, più gravi all’aumentare della quantità. Per questo è preferibile evitare i supplementi alimentari e l’applicazione topica di niacina se non dietro consulto medico.
Gli effetti collaterali derivanti da un sovradosaggio di vitamina PP includono:
Ulteriori possibili effetti collaterali sono peggioramenti di disturbi allergici, della tiroide e della cistifellea. Inoltre, un abuso di niacina potrebbe contribuire allo sviluppo di morbo di Parkinson, dal momento che la sua carenza risulta protettiva contro questo disturbo.
Dove si trova la vitamina PP? La niacina è presente in quantità significative in molti cibi. Gli alimenti più ricchi di vitamina PP sono:
La vitamina PP è presente anche nei semi, nelle uova e nelle banane. Alcuni prodotti sono arricchiti o sottoposti a trattamenti utili: ad esempio, il mais è ricco di niacina ma questa non è utilizzabile dall’organismo perché essa è legata all’amido del chicco del cereale. La nixtamalizzazione è un procedimento nato in centro e sud America per la produzione di una pasta di mais da cui si ricavano tortillas e altri prodotti culinari tipici; sottoporre il mais a questo trattamento rende assorbibile la niacina che contiene.
Il nostro organismo può ricavare niacina anche a partire dal triptofano, che si trova principalmente in carni bianche, frutta secca e semi, soia e legumi.
La principale fonte di niacina (non includendo il triptofano) nell’alimentazione italiana è rappresentata dal gruppo “carne e derivati” (30%), seguito dal gruppo “cereali e derivati” (24%) e dal gruppo “pesce e prodotti della pesca” (10%). Solo un 23% proviene dall’insieme dei gruppi “verdura e ortaggi”, “frutta”, “legumi” e “patate e tuberi”. Il gruppo “tisane, tè, caffè e sostituti”, infine, costituisce circa il 9% della vitamina PP assunta attraverso la dieta dell’italiano medio.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina PP varia secondo l’età. I valori indicati includono anche la vitamina PP prodotta dall’organismo in seguito all’assunzione di triptofano (da 600 mg di triptofano si ricava 1 mg di niacina), motivo per cui normalmente non occorrono integratori.
Assumere il doppio della dose consigliata può iniziare a dare effetti collaterali. È importante prestare attenzione a un sovradosaggio di niacina soprattutto se si hanno ulcera peptica, problemi al fegato, problemi di ipersensibilità oppure ipotensione (bassa pressione arteriosa).
Gli integratori di vitamina PP esistono sia come acido nicotinico sia come nicotinamide. Si possono trovare in forma di compresse o di capsule. Talvolta la vitamina PP, avendo azione prebiotica, è presente anche nei fermenti lattici.
Normalmente non è necessario ricorrere agli integratori di vitamina PP, poiché questa si ricava tranquillamente dalla dieta.
Quindi, quando assumerla? Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, può essere necessario prendere integratori di niacina (ma sempre consultandosi con un medico):
Gli integratori sono sconsigliati in caso di gravidanza, salvo diversa indicazione del medico, poiché la niacina può attraversare la placenta e non sono noti gli effetti di alte dosi di questa sostanza sugli embrioni. È necessario consultarsi con un medico prima di assumere compresse di vitamina PP anche se si stanno assumendo alcuni medicinali. La niacina, infatti, può interferire con alcuni farmaci, quali:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
La vitamina PP è necessaria all’organismo per produrre molecole coinvolte nel metabolismo energetico e nel mantenimento di sistema nervoso e digerente. Migliora le ferite e molte condizioni della pelle, come acne, iperpigmentazione, dermatite atopica, rosacea, formazione di rughe e alcune forme di tumore. Non si sa se la vitamina PP favorisca la crescita dei capelli. Invece, è noto che ha funzioni utili anche nella detossificazione, nella protezione del DNA da sostanze antiossidanti e nella riduzione dei livelli ematici di colesterolo e trigliceridi. La niacina funge anche da prebiotico, cioè favorisce l’azione dei microrganismi benefici presenti nell’organismo. Un eccesso di questa vitamina può però comportare effetti indesiderati anche gravi.
La vitamina B3 è anche nota come vitamina PP (da pellagra preventis, perché impedisce l’insorgenza della pellagra), niacina (o acido nicotinico) oppure niacinamide (o nicotinamide).
Il flushing (un rossore accompagnato da sensazione di calore e formicolio) a viso e arti superiori, accompagnato da un senso di vertigini, è la tipica conseguenza di un’assunzione eccessiva di vitamina B3. Altri possibili disturbi derivanti da un sovradosaggio di niacina sono prurito, alterazioni nel battito cardiaco e pressione bassa, disturbi gastrointestinali (dolori addominali, diarrea, nausea e vomito), visione offuscata dovuta a danni oculari, gotta, danni al fegato e diabete.
Un adulto può assumere fino a 500 mg di nicotinamide al giorno. Le dosi sono molto inferiori per quanto riguarda la niacina, la cui dose giornaliera consigliata va da 5 mg nei lattanti, agli 8-12 mg nei bambini, ai 17-20 mg negli adulti.
Salvo particolari problemi di malassorbimento o malnutrizione, la dose giornaliera consigliata di niacina viene facilmente raggiunta con la normale dieta. Questa vitamina, infatti, si trova in moltissimi alimenti, soprattutto nelle carni, nelle frattaglie, nel pescato, nei cereali integrali e nelle tortillas. Anche arachidi, legumi e lievito essiccato ne sono ricchi. La vitamina B3 è presente anche in compresse, capsule e fermenti lattici, ma i supplementi alimentari sono raccomandati solo in specifiche situazioni da indagare con un medico.
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