Aggiornato il 30.10.2023
La riboflavina, conosciuta anche come vitamina B2, è una vitamina idrosolubile e pertanto, non essendo liposolubile, non è soggetta ad accumulo nell’organismo e deve essere regolarmente assunta con l’alimentazione.
In genere, non produce fenomeni di tossicità se viene assunta in eccesso, perché la quantità eccedente viene eliminata dall’organismo con le urine.
Svolge funzioni essenziali nel metabolismo energetico grazie al suo ruolo come coenzima, cioè sostanza promotrice dell’azione di enzimi.
Viene sintetizzata dalle piante e dai microorganismi, ma non negli animali.
Il ruolo principale della vitamina B2 riguarda la produzione di energia. Questa sostanza aiuta l’organismo ad utilizzare l’energia ricavata dal cibo per le esigenze metaboliche dei tessuti.
La riboflavina ha un ruolo fondamentale nel metabolismo degli zuccheri (nella produzione di energia), delle proteine e dei grassi presenti negli alimenti. Partecipa anche alla conversione di altre vitamine, come la vitamina B6 e la niacina, nella loro forma attiva, quella dotata della funzione fisiologica.
Contribuisce, inoltre, al benessere delle mucose.
Gli alimenti che la contengono sono: latte e prodotti lattiero-caseari (soprattutto yogurt), uova, lievito di birra, carne, interiora (fegato), pesce (il tonno è quello che ne contiene di più), funghi, semi oleosi, cereali arricchiti e vegetali a foglia verde (broccoli, spinaci).
Nel latte, e conseguentemente nei prodotti derivati, la quantità di riboflavina può variare a seconda del tipo di foraggio utilizzato nell'alimentazione del bestiame e in seguito alle tipiche variazioni stagionali.
La vitamina B2 è sensibile alla luce e alle alte temperature. Per questo, è sempre meglio acquistare il latte in contenitori con funzione protettiva e cuocere brevemente e in poca acqua i vegetali che ne sono ricchi.
La principale fonte di riboflavina nella dieta italiana risulta essere quella rappresentata dal gruppo latte e derivati, che garantisce il 30% della vitamina presente nella dieta. Formaggi e sostituti forniscono il 13% dell'apporto totale.
I gruppi cereali e derivati e carne e derivati assicurano rispettivamente il 19% del fabbisogno, mentre i gruppi, verdura-ortaggi-frutta forniscono insieme circa il 18% della riboflavina della dieta.
Il contributo alla riboflavina totale della dieta dei gruppi pesce e prodotti della pesca e uova è in entrambi i casi del 4%.
I prodotti fortificati in riboflavina sono consumati soprattutto nella fascia d'età 1-6 anni e 7-10 anni, fornendo circa il 6% dell'assunzione totale della vitamina. Quelli maggiormente consumati sono:
La dose giornaliera (quantità giornaliera) richiesta di questa sostanza dipende dall’età e dal peso, dal fatto che siano presenti particolari condizioni fisiologiche come la gravidanza, così come dalle abitudini quotidiane (pratica di attività sportiva intensa, ad esempio).
Il fabbisogno giornaliero dipende dal numero di calorie introdotte con l’alimentazione. La regola di massima dice che bisognerebbe assumere 0,6 mg di vitamina B2 ogni 1.000 kcal introdotte.
L’Agenzia Europea per la Sicurezza degli Alimenti (European Food Safety Agency, EFSA) ha stabilito i quantitativi di riferimento giornalieri nell’alimentazione:
Poiché il dispendio energetico diminuisce con l'età, il fabbisogno di vitamina B2 per le persone anziane potrebbe essere inferiore a quello degli adulti; tuttavia, vari studi indicano che i fabbisogni per questa categoria sono simili a quelli degli adulti.
La carenza di vitamina B2 (vitamina B2 bassa) nei bambini provoca un rallentamento della crescita: i piccoli mangiano regolarmente ma sembrano non assorbire i principi nutritivi necessari allo sviluppo del loro corpo.
In generale, i sintomi della carenza sono:
È stato anche dimostrato il coinvolgimento di questa carenza nell’insorgenza di alcune forme di emicrania. In questi casi, è dimostrato che l'assunzione di 400 mg di vitamina B2 al giorno per 3 mesi ha un effetto significativo sulla durata, frequenza e intensità di dolore degli attacchi.
Non sembra, invece, correlata allo sviluppo di disturbi dell’umore come l’ansia.
In genere, la carenza di vitamina B2 si manifesta come una carenza di tutte le vitamine del gruppo B ed è dovuta principalmente ad una dieta povera di vitamine.
La carenza può essere legata anche ad un disturbo dell’intestino che provoca alterazioni dell’assorbimento dei nutrienti attraverso la mucosa locale:
Gli organuli cellulari dove hanno luogo le reazioni attraverso cui viene prodotta energia a partire dai nutrienti presenti nell’alimentazione sono i mitocondri, spesso definiti come le centrali energetiche della cellula.
La comunità scientifica ha quindi indagato il possibile utilizzo di una sostanza come la riboflavina, strettamente coinvolta in questi meccanismi, nel trattamento delle malattie mitocondriali (neuropatie ottiche, patologie neurologiche come il Parkinson e l’Alzheimer).
Malgrado l’interesse in questo settore sia grande, gli studi sono ancora in corso ed è presto per tirare conclusioni.
Il deficit di trasporto di riboflavina (Riboflavine Transport Deficit, RTD) è una malattia rara che paralizza le cellule del sistema nervoso centrale che consentono di trasferire il segnale di attivazione dai nervi ai muscoli (motoneuroni). Tale patologia interessa non solo la muscolatura scheletrica che muove gli arti, ma anche i muscoli che permettono di respirare e parlare.
Uno studio condotto presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e pubblicato nel 2020 sulla rivista International Journal of Molecular Science mostra come la somministrazione di antiossidanti potrebbe avere un ruolo nel trattamento di tale malattia.
Il problema si verifica soprattutto nei Paesi poveri, nei quali l’apporto alimentare di carne e derivati del latte è insufficiente. Ma in letteratura sono riportati numerosi casi di adolescenti in carenza anche nei Paesi occidentali, a causa delle abitudini alimentari sbilanciate.
Le persone con ipotiroidismo sono più soggette a questo tipo di carenza, perché gli ormoni tiroidei sono coinvolti nel processo biochimico di utilizzazione della vitamina B2.
I neonati con ittero (iperbilirubinemia) vengono esposti a lampade UV per trattare la loro condizione: poiché la vitamina B2, come accennato nei passaggi precedenti, è fotolabile, questi piccoli sono soggetti a carenza e, con approccio preventivo, devono essere sottoposti a integrazione vitaminica.
Questa condizione viene diagnosticata sulla base dei sintomi, dell’aspetto del paziente (che appare denutrito) e del racconto che lui stesso fa del suo stato. Vengono anche eseguiti gli esami delle urine: se è presente una malattia intestinale che impedisce un assorbimento fisiologico dei nutrienti, le urine contengono alte concentrazioni di vitamina.
Se la persona con sospetta carenza ottiene benefici dall’assunzione di integratori che contengono la vitamina B2 in associazione a tutte le altre vitamine del gruppo B (inclusa la vitamina B3, la vitamina B5, la vitamina B6 e la vitamina B12), la diagnosi è confermata. La supplementazione deve essere mantenuta per lunghi periodi ad alte dosi.
Nei casi più severi, vengono prescritte iniezioni di riboflavina fiale per via intravenosa o intramuscolare.
Inoltre, poiché la riboflavina è un composto fotolabile, i neonati con iperbilirubinemia, trattati con fototerapia, necessitano di supplementazione durante il trattamento.
Non sono segnalati nell’uomo sintomi legati all’eccesso di vitamina B2 (vitamina B2 alta) né fenomeni di tossicità (effetti collaterali).
In generale, la vitamina B2 non si accumula nell’organismo: se assunta in eccesso con l’alimentazione, la quota eccedente viene eliminata attraverso le urine.
La riboflavina ad alte dosi (overdose) intensifica il colore delle urine ad un giallo brillante quasi fluorescente, ma questo effetto collaterale (pipì gialla) è innocuo. Tale sostanza viene sfruttata nella produzione di coloranti.
Non ci sono specifiche controindicazioni alla sua assunzione.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
La vitamina B2 (o riboflavina) ha un ruolo fondamentale nell’utilizzo da parte dell’organismo dell’energia proveniente dai cibi e necessaria alle cellule per la loro sopravvivenza.
La vitamina B2 si trova nel latte e nei prodotti lattiero-caseari (soprattutto yogurt), nelle uova, nel lievito di birra, nella carne, nelle interiora (fegato), nel pesce (il tonno è quello che ne contiene di più), nei funghi, nei semi oleosi, nei cereali arricchiti e nei vegetali a foglia verde (broccoli, spinaci).
In generale, i sintomi della carenza sono: mancanza di appetito, debolezza, stanchezza, malessere generale, anemia, tachicardia, problemi agli occhi (fotofobia, visione annebbiata, cataratta, aumento della vascolarizzazione dell’occhio, congiuntivite), lesioni cutanee (taglietti agli angoli della bocca, labbra secche, dermatite seborroica, stomatite, glossite). È stata anche dimostrato il coinvolgimento di questa carenza nell’insorgenza di alcune forme di emicrania.
La carenza di vitamina B2 si verifica soprattutto nei Paesi poveri, nei quali l’apporto alimentare di carne e derivati del latte è insufficiente. Ma in letteratura sono riportati numerosi casi di adolescenti in carenza anche nei Paesi occidentali, a causa delle abitudini alimentari sbilanciate.
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