Aggiornato il 30.10.2023
I dolcificanti sono prodotti edulcoranti con un gusto dolce utilizzati per sostituire gli zuccheri, come saccarosio (lo zucchero da tavola), miele e fruttosio. I più celebri sono:
Nella maggior parte dei casi, con le dovute eccezioni, i dolcificanti non hanno alcun valore nutritivo e non apportano energia, ma possono avere un impatto negativo sulla salute poiché influiscono sul metabolismo e sulla produzione di insulina. In effetti, alcuni dolcificanti potrebbero essere correlati a malattie cardiovascolari e altre malattie.
In ogni caso, occorre considerare che esiste una vasta gamma di dolcificanti, per cui occorre capire di che tipo di composti si tratta, distinguendo fra dolcificanti artificiali e naturali e vedendo quali dolcificanti non contengono calorie.
I dolcificanti artificiali sono composti realizzati in laboratorio, spesso a partire da zuccheri o altre sostanze di origine naturale come alcune erbe. In genere, il loro potere addolcente è nettamente superiore a quello del saccarosio (zucchero bianco).
Vediamo una lista dei dolcificanti sintetici più diffusi e utilizzati sia per uso domestico sia dall’industria alimentare:
Parlare di dolcificanti “naturali” non è banale: così come gli edulcoranti sintetici, possono derivare da una base “naturale” ma aver subito processi industriali.. Inoltre, molti dolcificanti sono veri e propri alimenti, per cui hanno calorie e sortiscono effetti sulla glicemia. Tra questi si annoverano:
Altri edulcoranti naturali comunemente usati nell’industria alimentare o per la preparazione di dessert e marmellate casalinghe sono lo sciroppo d’agave, il mosto e il succo d’uva, la melassa, il malto di cereali, lo sciroppo d’acero, zucchero di palma da dattero e succo di frutta concentrato. Tutti contengono una quantità rilevante di calorie e impattano sulla glicemia, sebbene alcuni, in particolare il malto di cereali o lo sciroppo d’acero, siano anche un‘ottima fonte di antiossidanti e vitamine del gruppo B. Quindi, non si tratta di veri sostituti dello zucchero e non possono essere usati come dolcificanti naturali per diabetici.
I dolcificanti che non contengono zuccheri non provocano le carie, anche se le bevande contenenti anidride carbonica possono comunque corrodere i denti. Inoltre, usare i dolcificanti come sostituti dello zucchero bianco può essere utile a chi soffre di diabete o ha la glicemia tendenzialmente alta. Dolcificanti naturali per diabetici, a basso indice glicemico, sono ad esempio la stevia e il tagatosio. Tuttavia, la Società Italiana di Diabetologia non raccomanda di sostituire gli zuccheri con i dolcificanti, bensì di assumere zuccheri in quantità controllate.
In effetti, i dolcificanti possono avere diversi risvolti negativi, sia direttamente sia indirettamente: per questo è importante non superare le dosi di dolcificanti consigliate per età, sesso e altri fattori individuali, sempre dietro consiglio medico o di nutrizionisti. L'indicazione è di seguire una dieta sana ed equilibrata che contenga naturalmente pochi zuccheri semplici, preferibilmente dalla frutta.
Ma in che modo un dolcificante fa male alla salute?
Una recente metanalisi, cioè uno studio che analizza tutte le ricerche effettuate su un tema specifico, ha mostrato che l’uso di dolcificanti non aiuta a perdere peso né nei bambini né negli adulti. Anzi, potrebbe addirittura aumentare il rischio di sovrappeso, perché, anche se possono essere un modo a breve termine per aiutare a ridurre il consumo di zucchero, possono abituare le papille gustative al sapore dolce, così che non si riesca ad assumere davvero un’alimentazione sana. Infatti, pare che assumere cibi contenenti dolcificanti potrebbe portare a mangiare più alimenti ricchi di zuccheri. Peraltro, uno spuntino con frutta e fette biscottate integrali potrebbe fornire più nutrienti di una merendina senza zucchero.
Alcuni studi recenti hanno mostrato che l’assunzione di dolcificanti potrebbe alterare il microbiota intestinale (disbiosi). Ad esempio, il sucralosio fa male al microbiota. In questo modo, i dolcificanti artificiali provocherebbero difficoltà digestiva e aumento di peso, per cui potrebbero favorire l’obesità; potrebbero far male al fegato, poiché risultano associati alla steatosi epatica (fegato grasso).
Secondo studi recenti, alcuni dolcificanti potrebbero avere degli effetti sul metabolismo e sulla produzione di insulina (l’ormone pancreatico che serve per scindere gli zuccheri alimentari) al punto da favorire lo sviluppo del diabete tanto quanto lo zucchero.
Alcune ricerche suggeriscono che utilizzare dolcificanti per anni potrebbe aumentare il rischio di patologie cardiovascolari, ma si tratta di dati da accertare poiché potrebbero dipendere da altri fattori.
I dolcificanti sono cancerogeni? Studi effettuati nei decenni passati hanno riscontrato potenziali associazioni tra l’insorgenza di tumori negli animali e dolcificanti quali aspartame, saccarina e ciclammato. Tuttavia, solide basi scientifiche mostrano che per gli esseri umani non c’è un maggior rischio di cancro legato ai dolcificanti, soprattutto se assunti entro le dosi consigliate.
Alcuni dolcificanti, come polioli, tagatosio e stevia, possono causare gonfiore, meteorismo e diarrea se assunti in dosi eccessive (che dipendono dalla persona).
L’aspartame contiene fenilalanina, un aminoacido (un “mattoncino” delle proteine) presente in molti cibi. Normalmente, la fenilalanina è utile all’organismo, ma in alcune persone può provocare gravi problemi. Infatti, le persone con la rara malattia congenita chiamata fenilchetonuria non sono in grado di metabolizzare la fenilalanina e la accumulano nell’organismo, con effetti gravi sul sistema nervoso centrale.
Nell’Unione Europea, tutti gli additivi alimentari sono soggetti a controlli, autorizzati e regolamentati prima dell'immissione in commercio, e possono essere sottoposti a riesami successivi. In particolare, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo ne disciplinano l'uso, decidendo in base alle valutazioni degli esperti, come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), quali e in che quantità possano essere utilizzati negli alimenti. Secondo queste regole, anche i dolcificanti sono esaminati per capire in quali dosi eventualmente fanno male alla salute e se possono essere impiegati negli alimenti. Inoltre, in Europa i prodotti alimentari devono indicare sull’etichetta se sono presenti, con il codice che li identifica (per esempio, E 954 per la saccarina).
Stevia, aspartame, saccarina e polioli (come eritritolo, sorbitolo, xilitolo e mannitolo) sono i più celebri, ma i dolcificanti sono molti. Per esempio, vi sono anche acesulfame K, ciclammato e tagatosio, nonché molti dolcificantidi origine naturale che in realtà contengono molti zuccheri come lo sciroppo d'agave.
Tutti i dolcificanti possono avere effetti indesiderati e quindi vanno usati con parsimonia. Il consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è di seguire una dieta varia ed equilibrata che non contenga più di 25-50 grammi di zuccheri semplici. Una buona soluzione è assumere zuccheri che si associano a minerali e vitamine, come quelli contenuti nella frutta, malto di cereali, sciroppo d'acero e miele.
Tutti i dolcificanti possono avere effetti indesiderati e quindi vanno usati con parsimonia. L'ideale è variare tra i diversi tipi di dolcificante, consultandosi con il proprio medico o nutrizionista.
I dolcificanti artificiali sembrano essere associati alla steatosi epatica (fegato grasso).
Cento grammi di zucchero bianco possono essere sostituiti con 40 grammi di stevia, 16 grammi di aspartame, 80 grammi di fruttosio, 75 grammi di miele o di sciroppo d'uva o d'acero, 80 millilitri di melassa, 120 grammi di eritritolo.
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