Indice
Domande e risposte
Alimentazione sana per i neonati: cosa fare
Un’
alimentazione corretta è particolarmente importante nei primi 2 anni di vita, perché favorisce uno sviluppo adeguato e una crescita sana anche in età adulta. L'età della prima infanzia include il
periodo neonatale (i primi 14 giorni dalla nascita) e termina convenzionalmente con l’uso completo della parola. Sono
mesi di grande
transizione: il peso del bambino triplica (da circa 3 a circa 9 chilogrammi) e le sue necessità nutrizionali cambiano molto. Ogni bimbo o bimba avrà bisogni particolari, che andranno studiati insieme a un
pediatra, ma esistono indicazioni generali basate sulle ricerche scientifiche che possono essere utili riferimenti.
Riportiamo le
linee guida per un’alimentazione sana nel neonato e nella prima infanzia
consigliate anche dal Ministero della Salute.
L’alimentazione sana per i neonati e nella prima infanzia
Gli
esseri umani sono animali
bipedi. Questo fa sì che il bacino di una
donna non possa essere più largo di un certo limite: di conseguenza, nel corso dell’evoluzione della nostra specie, i parti di bambini dal
cranio duro e grande erano
difficili, mentre erano più semplici i parti di bambini prematuri, meno formati. Per questo oggi nasciamo molto immaturi:
- La maggior parte delle ossa è costituita da cartilagine, tessuto connettivo flessibile che andrà sostituito dall’osso;
- Non possiamo masticare né digerire cibi solidi;
- Il sistema immunitario è inefficiente e altri organi (incluso il sistema nervoso) si formeranno completamente con lo sviluppo.
Così, i bambini hanno bisogno delle
giuste quantità di
energia e sostanze nutritive in ogni periodo della vita: da neonati, formano circa 25 grammi di tessuti al giorno (di cui 2 di cervello) e nei successivi 2 anni passeranno da circa 3-4 chilogrammi al triplo del peso. Il
latte (in particolare quello materno) è un
alimento fondamentale in tutte queste fasi; intorno 6° mese, inizierà il divezzamento (o autosvezzamento), in cui il bambino potrà approcciarsi a una dieta varia. L’alimentazione sana, preferibilmente studiata insieme a un professionista per soddisfare le esigenze individuali del bambino, è sempre da affiancare a un’attività fisica regolare.
Per la
salute del piccolo, i genitori dovrebbero evitare di fumare, per non esporre il bebè al fumo passivo, e limitare l’uso di sostanze (alcolici, farmaci o narcotici) che potrebbero ridurre il loro stato di allerta. Inoltre, per favorire un'alimentazione sana nel neonato e nel bambino, dovrebbero adottare una dieta varia che lo spinga a mangiare sano per imitazione e più volentieri.
L’allattamento: quando e come
Il latte è un alimento ricco di sostanze che danno
energia,
vitamine,
minerali e “
mattoncini” per costruire il corpo (quali
grassi e
proteine). In particolare, il latte materno fornisce tutte le vitamine e cambia la sua composizione in base alla fase di crescita del bambino. Per questo il latte materno è
fortemente raccomandato come alimento esclusivo nei primi 6 mesi di vita, subito dopo la nascita, e da affiancare al cibo solido almeno fino ai 2 anni d’età. È importante effettuare visite di controllo periodiche (almeno una entro il primo mese di vita del neonato).
L’allattamento è anche un momento per legare con il piccolo: tenerlo vicino al corpo, guardarlo negli occhi e parlargli con una voce gentile aiutano a farlo familiarizzare con il genitore e a farlo sentire più sicuro e fiducioso. È consigliato l’
accesso libero del bambino alla poppata e far sì che ogni persona che gli dà il biberon adotti le stesse tecniche: in particolare, con il contatto corpo a corpo.
Quanto tempo allattare?
I neonati hanno bisogno di essere nutriti in media 8-12 volte al giorno, circa ogni 2-3 ore (con periodi di attesa più lunghi la notte). Si consiglia di allattare quanto spesso è richiesto dal piccolo (allattamento a richiesta libera), infatti un bambino sano auto-regola perfettamente le sue necessità, con variazioni di quantità e rapidità di suzione nel corso delle settimane. Quindi, non è necessario guardare l’orologio.
Segni
sospetti, che devono spingere a chiamare un
medico, sono:
- Il disinteresse nei confronti del latte;
- Peso che non aumenta dopo i 7 giorni di vita (entro i quali c’è una normale piccola perdita di peso). Con allattamento al seno, dovrebbe aumentare di circa 200 grammi a settimana;
- Un numero di pannolini bagnati inferiori a 6 dopo il quinto giorno di vita.
- Per iniziare l’allattamento, è consigliato anticipare i bisogni del neonato: in genere, se è affamato muove rapidamente gli occhi, dirige le mani verso la bocca, ci infila le dita o schiocca le labbra. L’agitazione e il pianto sono reazioni successive.
Come si fa a capire se il neonato è sazio?
Quando il neonato
interrompe la
suzione, gira la testa o chiude gli occhi, potrebbe essere pieno oppure necessitare di una
pausa. Si consiglia di
attendere un minuto per poi proporre l’altro seno o il biberon. In alcuni casi potrebbe avere bisogno di “fare il ruttino”: in genere, inarca la schiena o piange. Per aiutarlo, è possibile dare leggere pacche sulla sua schiena sorreggendo la testa.
Dopo l’allattamento
non è sempre necessario far fare il
ruttino al neonato. È utile solo quando ingurgita aria insieme al latte, che potrebbe causare gonfiore addominale e fastidi. Questo accade più di frequente con il biberon, che contiene aria, o in caso il bambino surga il latte molto velocemente. Se si addormenta serenamente dopo la poppata, probabilmente non aveva necessità di espellere aria.
L’allattamento al seno
Il latte materno contiene tutte le vitamine essenziali, minerali fondamentali per il neonato (calcio, sodio, ferro, potassio), zuccheri e grassi ben digeribili. Presenta diversi vantaggi rispetto a quello artificiale: oltre alla praticità e ai costi più bassi, ha enormi benefici per la salute del neonato e anche in età più avanzata, al punto da essere definito un alimento perfetto per il bambino.
- Segue le esigenze del neonato. Il latte materno cambia la sua composizione con il tempo, assecondando i bisogni nutrizionali del lattante. Nei primi giorni di vita si ha il colostro, più denso e zuccherino del latte prodotto successivamente, detto latte maturo (più proteico e grasso). È ancora diverso il latte prodotto in caso di neonati prematuri.
- Contiene gli anticorpi della madre e sostanze antimicrobiche. Fino ai 3 mesi circa, il sistema immunitario del piccolo è immaturo. L’assunzione di anticorpi e antibatterici dalla madre aiuta le sue difese, diminuendo le infezioni respiratorie e intestinali.
- Riduce l’incidenza di asma e allergie nel bambino.
- Riduce il rischio di obesità e diabete mellito di tipo 1.
- È più facile da digerire del latte artificiale.
- Aiuta la formazione del microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi presenti nel tratto digerente di una persona che producono alcune vitamine (come le vitamine B12, B6, B9 e K) e aiutano la digestione e il sistema immunitario.
- Favorisce il legame fra madre e figlio.
Inoltre, coloro che
allattano al
seno risultano essere
meno stanche e avere una
minore incidenza di
cancro alla mammella e all'
ovaio. Per queste ragioni, l’allattamento al seno è da preferirsi ovunque sia possibile e si consiglia di iniziare subito dopo il parto, con un contatto pelle a pelle, che duri almeno fino al completamento della prima poppata, quando il neonato lascerà spontaneamente il capezzolo. Inoltre, è raccomandato continuare almeno fino ai 2 anni d’età del bambino. Per un’alimentazione sana nel neonato, si raccomanda alla madre di seguire una dieta equilibrata in allattamento. È possibile
valutare il
supplemento di vitamina D e vitamina K su suggerimento del medico.
È possibile
approfittare di
consigli utili per riuscire al meglio, ad esempio per far
attaccare bene il
piccolo ed
evitare dolore al
seno. Inoltre, esistono gruppi di sostegno mamma-a-mamma, consulenti per l’allattamento e associazioni per aiutare nell’allattamento al seno in casi particolari. Laddove l’allattamento al seno non è possibile per controindicazioni, allergia del bambino o altri motivi, oppure si presentano ipoglicemia o ittero nel neonato, è bene consultare personale sanitario per consigli su come comportarsi e su eventuali alternative.
Quando è indicato un supplemento di latte
Nei neonati a termine leggermente sottopeso, in genere non è necessaria una quantità di latte superiore a quella ricevuta dalla madre. Tuttavia, è consigliato un monitoraggio attento. Invece, è in genere necessario assumere latte supplementare in caso di:
- Peso alla nascita inferiore a 1,5 chilogrammi;
- Parto pretermine prima dei 7 mesi di gestazione;
- Elevata perdita di peso nel neonato (8-10% del peso totale) insieme a ritardo nella produzione di latte delle mammelle nella madre;
- Grave malattia del bebè o della madre.
L’allattamento artificiale
Il
latte artificiale deriva dalla modifica della composizione di
latte vaccino (raramente di capra) per risultare molto
simile a quello
materno. Alcuni nutrienti vengono rimossi (ad esempio, il latte umano è molto meno proteico di quello vaccino), mentre altri sono aggiunti a partire da fonti vegetali (come olio di girasole e olio di colza). La composizione del latte artificiale è stabilita da un insieme di normative (il Codex Alimentarius), per cui le diverse marche sono molto simili tra loro:
non sembra esistere un latte artificiale migliore di un altro.
Nonostante il latte artificiale sia simile a quello materno, è privo di alcune sue caratteristiche utili, come la presenza di anticorpi e la perfetta composizione di
proteine, quindi è indicato solo dove strettamente necessario. Ad esempio, il latte artificiale è da preferirsi nel caso in cui la madre presenti alcune infezioni (come da
HIV, da HTLV o
tubercolosi) o riceva radioisotopi per terapie o diagnosi. In caso di esposizioni ad alcuni agenti chimici o patogeni non è necessario astenersi dall’allattamento al seno: si consiglia di rivolgersi a un medico per sicurezza e informazioni.
Per capire quanto latte occorre al lattante, non è necessario seguire le tabelle con le indicazioni per l’alimentazione per i neonati, in quanto i bambini sani si sanno auto-regolare sulle quantità a loro necessarie. A volte berranno meno latte di quanto indicato, a volte di più: l’importante è che non presenti problemi di crescita, ridotta minzione o altri disturbi. Per la serenità del bebè, si consiglia il
contatto corpo a corpo anche nel caso in cui si allatti artificialmente.
Tipi di latte artificiale
Il latte artificiale deriva da
latte di
vacca o di
capra. Non vi sono differenze rilevanti nelle loro composizioni, per cui se un neonato presenta allergie o intolleranze al primo avrà molto probabilmente lo stesso problema con l’altro tipo di latte e viceversa. Il latte artificiale si trova in 2 tipi principali ed esiste in 2 formulazioni, liquida e in polvere.
Il latte formula 1 o tipo 1 è basato sulle proteine del siero del latte (più digeribile). È indicato per i primi mesi di vita fino al primo anno d’età.
Il latte di tipo 2, formula 2 o latte di proseguimento può essere dato dopo il 6° mese. Comunque, non risultano esserci benefici significativi nel somministrare il latte formula 2 rispetto al formula 1.
La formulazione
liquida e in
polvere sono entrambe sicure, tuttavia presentano differenze importanti.
La formula
liquida è
sterile e va consumata entro 2 ore dall’apertura della confezione.
Il latte in polvere dura più a lungo (la polvere può essere conservata per 10-15 giorni secondo le indicazioni), ma non è sterile, in quanto può essere contaminato da batteri in fabbrica o all’apertura. È possibile eliminare la maggior parte dei microrganismi facendo arrivare l’acqua a una temperatura di 70 °C. Si raccomanda di usare utensili sterili e preparare solo la quantità necessaria per un singolo pasto.
In
entrambi i
casi è sconsigliato scaldare il latte in microonde perché fornisce calore in modo non omogeneo. Questo fa sì che il
liquido non venga adeguatamente
disinfettato e che possano esservi alcuni punti (gli “hot spot”) che potrebbero far scottare il bambino. Prima di dargli il biberon, quindi, occorre agitare la bottiglietta per un po’. La raccomandazione è di sterilizzare o bollire il latte per renderlo sicuro.
Le formule speciali (antiallergiche, comfort, prive di lattosio, latte anti-reflusso) devono essere date al bebè solo dietro supervisione medica. Non sono mai indicati:
- Latte di vacca o latte di capra freschi, a meno che non siano cotti (preferibilmente, da dare oltre l’anno di età);
- Latte condensato o evaporato;
- Bevande vegetali: di soia, riso, mandorla, avena e soprattutto soia, che contiene fitoestrogeni (ormoni vegetali che possono alterare la crescita del bebè).
Miele, acqua, camomilla e altre bevande: sono indicati per i neonati?
Nei primi 6 mesi di vita, l’alimentazione sana del neonato non prevede l’assunzione di solidi o liquidi diversi dal latte materno. Infatti, un lattante sano assume sufficienti liquidi con il latte e altre bevande possono dare problemi.
Quando inizia l’
autosvezzamento, se il bambino assume latte artificiale potrebbe essere necessario integrare i liquidi assunti con circa 400-600 millilitri d’acqua al giorno (800-1200 in climi molto caldi). Nel primo anno d’età, l’acqua andrà bollita prima dell’uso. Questa andrà offerta al bambino più volte al giorno, per assicurarsi che beva quanto necessario.
Le bevande gassate e/o zuccherate, inclusi i succhi di frutta, sono decisamente sconsigliate nella prima infanzia. Inoltre, sono da
evitare tè e
tisane perché le dimensioni ridotte dei bambini li rendono più vulnerabili a piccole quantità di sostanze attive. Lo stesso vale per la
camomilla (che potrà essere somministrata in piccole quantità a partire dai 6 mesi). Per la stessa ragione, ai bambini sotto 1 anno d’età non deve mai essere dato il
miele. Infatti, può contenere piccole dosi di tossine dei
batteri del genere
Clostridium. Queste quantità
minime sono innocue per gli adulti, ma possono risultare
tossiche per i neonati, i cui tratti digestivi non producono abbastanza acidi da distruggere le spore del batterio.
L’alimentazione sana del neonato pretermine o malato
Quando il bambino presenta dei problemi di salute,
modificare l’alimentazione può essere di aiuto. Si consiglia sempre di consultare un esperto per assicurarsi di intraprendere le strade migliori possibili. In particolare, nel caso in cui il neonato sia prematuro, sottopeso, malnutrito, colpito da alcune infezioni o presente in situazioni familiari complesse, è raccomandato
rivolgersi a
personale sanitario per gestire la situazione.
Alimentazione del neonato prematuro
Nei
bambini nati prima della 32^ settimana di sviluppo è particolarmente importante assumere il latte materno, meglio se direttamente dalla madre pelle a pelle. Tuttavia, potrebbero non riuscire a surgerlo. In questi casi è consigliato estrarre il latte ogni 3 ore, con eventuali massaggi per facilitarne la fuoriuscita, e conservarlo adeguatamente per poterlo somministrare al bebè quando necessario.
In caso di bambini
prematuri, è consigliato effettuare delle
analisi per individuare eventuali anticorpi per il citomegalovirus: se fossero presenti, un medico potrebbe consigliare di trattare il latte materno prima di somministrarlo al neonato.
Dal capezzolo, il piccolo inizierà ad
assumere poche gocce alla volta, con progressi graduali. Intorno alla 35^ settimana di gestazione si potrà iniziare con l’allattamento a libera domanda, ovvero assecondando le richieste del piccolo (che quando avrà fame si mostrerà più attivo, con dita in bocca, occhi vigili e/o schiocchi delle labbra).
Alimentazione del neonato stitico, con diarrea o con reflusso gastroesofageo
Se il neonato espelle
troppe feci, è fondamentale continuare l’assunzione di latte per
reintegrare i
liquidi persi. L’alimentazione complementare nel bambino in caso di diarrea può prevedere una maggiore assunzione di crema di riso e di verdure cotte al vapore o bollite, in pasti piccoli e frequenti. Quando il fenomeno persiste, si consiglia di individuarne la causa insieme a un professionista per capire come agire al meglio.
La stitichezza è comune nei neonati e nei lattanti, perché il tratto finale del tubo digerente non è abbastanza maturo per
espellere le
feci. La rarità delle feci, quindi, non è preoccupante purché siano morbide e il bambino non soffra evacuando. Si consiglia comunque di consultare un pediatra. Se si riscontrano evidenti problemi, per risolvere al meglio è bene conoscerme la
causa. Sono da evitare le formule dette anti-stitichezza; bagni caldi e massaggi della pancia possono aiutare; non bisogna rimuovere alimenti o cambiare la dieta senza consultare il pediatra.
A causa dell’immaturità del
tratto digerente del bambino, anche il
reflusso gastroesofageo è un fenomeno comune nel
lattante, soprattutto tra i 2 e i 7 mesi d’età. Tende a scomparire da solo, senza problemi. Modificare l’alimentazione del neonato per il
reflusso può aiutare: sono utili poppate più piccole e frequenti e il cambiamento della dieta materna (se allattato al seno) o della formula del latte artificiale. Allergie e altri disturbi possono essere cause rare del reflusso, da esaminare insieme a un medico.
Alimentazione del neonato obeso o in sovrappeso
I bambini molto piccoli
non devono essere messi in
regimi ipocalorici: hanno bisogno di energia e
grassi per crescere adeguatamente. Se il
pediatra riscontra un peso eccessivo nel bambino, bisogna mantenere un’alimentazione sana, prediligendo cibi di qualità ed evitando quelli con calorie “vuote” (ovvero molto energetici ma che non forniscono altre sostanze nutritive utili, come i dolci) e promuovere l’attività fisica. Ad esempio, la
American Academy of Pediatrics raccomanda di
evitare che i bambini sotto i 2 anni abbiano accesso alla televisione, perché più guarderanno lo schermo più avranno probabilità di diventare sovrappeso.
Alimentazione del neonato con raffreddore
I lattanti prendono raramente il raffreddore, soprattutto entro il primo mese di vita e soprattutto se allattati al seno. Infatti, il latte materno ha un effetto protettivo contro molte
infezioni respiratorie. L’alimentazione in caso di raffreddore deve prevedere principalmente un corretto apporto di liquidi (tramite il latte, anche caldo per i bimbi più grandi). Una
dieta sana, che prevede l’assunzione regolare di verdure e agrumi, aiuterà l’episodio di
raffreddore a durare meno, grazie alla
vitamina C e altre sostanze che
mantengono in salute l’organismo.
Autosvezzamento: l’alimentazione complementare per il neonato
Quando il
piccolo ha 6 mesi, il latte non soddisfa più tutte le sue
esigenze nutrizionali, per cui occorre iniziare l'alimentazione complementare (anche detta autosvezzamento o divezzamento): l'avvicinamento graduale del bambino agli alimenti "da adulti”. Questa età è considerata ideale: il bebè inizia a muovere meglio la lingua, si interessa a nuovi sapori e gli spuntano i primi dentini. Anticipare troppo l’autosvezzamento può esporlo a
problemi digestivi o
infezioni alimentari; ritardare oltre i 6 mesi d’età, d’altro canto, può rallentare la crescita, esporlo a malnutrizione e limitare la capacità del bambino di masticare e tollerare sapori nuovi.
Il bambino mostrerà uno spontaneo interesse per il cibo che vede mangiare ai genitori o ai fratelli: la raccomandazione è di offrirglielo, purché sia sano, nutriente e opportunamente preparato per consentirne la deglutizione e la digestione. Dapprima, potrà ricevere gli alimenti complementari in forma di puree, passati, semisolidi e omogeneizzati (alimenti di transizione); poi, potrà assumerli sminuzzati e schiacciati (alimenti familiari). Il passaggio sarà graduale e dipenderà dal bimbo.
L’
Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di iniziare a dare alimenti complementari a partire dai 4 mesi solo se il bambino riceve abbastanza latte ma comunque non cresce adeguatamente o è affamato dopo la poppata. I casi sono particolari e da individuare con un medico.
Per i primi 2 mesi (dai 6 agli 8 mesi di vita), in cui il piccolo sarà capace di semplici movimenti delle labbra e della gola, i cibi complementari andranno offerti 2-3 volte al giorno (mai in biberon);
Poi, andranno dati 3-4 volte al giorno. A questo punto, il bambino inizierà a masticare meglio, a mordere e afferrare gli oggetti, con una certa autonomia ad alimentarsi. È bene favorire la capacità del bambino di mangiare da solo, seppur sorvegliandolo: l’autonomia lo porterà a mangiare di più e a sviluppare le sue capacità motorie.
Ai 12 mesi d’età, il bambino avrà la mandibola stabilizzata e sarà capace di movimenti masticatori più complessi. Si potranno raggiungere i 5 pasti complementari al giorno, aggiungendo una merenda nutriente 2 volte al giorno.
L
’autosvezzamento si concluderà a un anno d’età: il bambino potrà mangiare come il
resto della
famiglia, abituandosi ai ritmi degli adulti.
L’alimentazione sana del neonato prevede che l’allattamento sia la fonte principale di cibo fino al primo anno d’età, in quanto il latte è un alimento di qualità che continua a essere fondamentale per il suo sviluppo. Inoltre, l’assunzione di latte aiuta l’organismo del bambino a tollerare alimenti nuovi. La
raccomandazione dell’
Organizzazione Mondiale della Sanità è di continuare a dare il latte al neonato o bebè su richiesta libera.
Gli alimenti complementari
Per un’
alimentazione sana del neonato, è raccomandato offrire una
varietà di alimenti sani, nutrienti e trattati in modo igienico. A 6 mesi, potrà già assaggiare praticamente tutto: ortaggi, banane, patate, riso (anche integrale), avena, legumi, pesce e carne sono solo alcuni esempi dei cibi che si possono iniziare a dare al bambino sin da subito, purché in forma di purea. In questa fase, il bambino potrà anche iniziare a sperimentare piccole quantità di liquidi diversi dal latte, come la
camomilla.
Oltre a fornire una varietà di nutrienti, la diversità dei cibi proposti migliora l’appetito e abitua il bambino a mangiare i cibi più ostici, così che non eviti verdure e frutta quando sarà più grande. In questo modo, anche da adulto sarà abituato a un’alimentazione sana ed equilibrata, con risvolti positivi per la sua salute. Inoltre, sembra che dare cibi spesso allergizzanti (come arachidi e uova) a partire dall’ottavo mese aiuti a prevenire allergie alimentari.
Un’alimentazione sana per il neonato che cresce prevede che assuma un insieme di alimenti complementari a ogni pasto: ad esempio, riso abbinato a un legume, a un po' di pomodoro e a frutta secca o avena insieme a un
alimento di origine
animale e
verdure a foglia verde con un po’ d’olio extravergine d’oliva. È consigliabile mangiare tipi diversi di proteine a pranzo e cena. Da bere, oltre al latte materno può essere consigliata l’acqua.
Si raccomanda sempre la pulizia di utensili, piatti e mani. Per evitare problemi con il cibo, è importante evitare alimenti a pezzi (noci, carote ecc.), che potrebbero andare di traverso, sorvegliare il bambino durante i pasti e conoscere le manovre antisoffocamento.
Ogni piccolo è diverso. Monitorare la crescita è il modo migliore per capire quanto ha bisogno di mangiare. Ad esempio, in caso sia malato perderà peso: è consigliato incoraggiarlo a mangiare finché non avrà riacquistato la sua forma e avrà ripreso a crescere.
Verdure e frutta
Le
verdure sono ricche di fibre, vitamine, minerali e altre sostanze benefiche (antiossidanti, fitosteroli): sono elementi essenziali per un’alimentazione sana nel neonato come negli adulti La frutta contiene sostanze altrettanto salutari, ma occorre non esagerare perché è anche ricca di zuccheri semplici. Si può iniziare con mezzo cucchiaio a 6 mesi, per poi aumentare la dose. La frutta arriverà a 100 grammi a 1-2 anni, mentre la verdura può raggiungere fino a 100-200 grammi al giorno a 1 anno e circa 300 a 2 anni.
Ma bisogna considerare che le verdure non sono tutte uguali: a 1 anno d'età, le porzioni di verdure crude a foglia sono pari a 25-30 grammi, mentre sono maggiori per le verdure per condire la pasta (come il pomodoro, 50-70 grammi) e per le verdure non a foglia (come zucche e zucchine, 80 grammi).
Cereali e cibi ricchi di amidi
Le fonti di
carboidrati come
cereali e
patate forniscono energia facilmente utilizzabile o immagazzinabile a seconda del bisogno dell’organismo. Quindi, si consiglia di fornirli al bambino sin dal sesto mese. Anche i cereali integrali, benefici per la digestione e la prevenzione di alcune malattie, possono essere introdotti a piccole dosi: la fibra, infatti, limita l’assorbimento di alcuni minerali, per cui non bisogna esagerare. Il consiglio è iniziare con mezzo cucchiaio per poi passare a circa 100 grammi al giorno al 12° mese e 150-200 grammi a 2 anni.
Alcuni suggeriscono di introdurre cereali contenenti glutine (come grano, farro, segale, orzo) solo dopo il primo anno d’età per limitare la possibilità di intolleranze, ma da studi recenti sembra si tratti di una precauzione non necessaria.
Legumi
Anche i
passati di
legumi (in particolare piselli, lenticchie, fagioli, ceci) sono indicati sin dall’autosvezzamento. Infatti, sono
ricchi di
vitamine e
minerali. Si consiglia, però, di fornirli in uno stesso pasto con cereali, per garantire un giusto mix di proteine, e con alimenti ricchi di vitamina C, per facilitare l’assorbimento del ferro che contengono. Una porzione corrisponde a un cucchiaio intorno ai 7 mesi, poi a 25 grammi di legumi secchi a 1 e 2 anni. È raccomandato dare legumi al piccolo 2-3 volte a settimana, per poi aumentare anche a 5 volte a settimana a 2 anni.
Pesce
Il
pesce è ricco di aminoacidi essenziali (ovvero fornisce proteine di alta qualità), vitamine e minerali. In particolare, è una fonte di iodio, fondamentale per la salute della tiroide; se contiene lische è anche un’ottima fonte di calcio. Molluschi, pesci magri e crostacei sono poveri di lipidi; quelli presenti nei pesci grassi (salmone, aringhe, sardine, sgombro e anguilla) sono grassi insaturi noti come omega-3 e omega-6. Sono benefici per l’organismo e fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino.
Una porzione di pesce corrisponde a circa un cucchiaio di omogeneizzato a 6 mesi; sale a 50-60 grammi a 1 anno e 70-80 grammi a 2 anni.
Carne
La
carne è un alimento ricco di proteine di qualità, vitamine del gruppo B e minerali molto biodisponibili (cioè facili da assorbire). Si consiglia di darla ben tritata, fine o trasformata in purea, per facilitarne l’assunzione. Intorno ai 6-8 mesi, la dose è di un cucchiaio e dare al massimo 3-4 volte a settimana, per non affaticare i reni del piccolo. Successivamente, le porzioni salgono a 40-50 grammi circa a 1-2 anni d’età. Sono da preferirsi le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio), più nutrienti e povere di grassi poco sani (di cui invece sono ricche le carni rosse).
Uova
L’
uovo è l’alimento che contiene le proteine di migliore qualità, per cui è ottimo per lo sviluppo. Inoltre, i suoi grassi (fosfolipidi e grassi insaturi) hanno effetti positivi sull’organismo. È consigliato nel disvezzamento, ma dev’essere ben cotto perché le proteine siano digeribili (perché si neutralizza una proteina che “sequestra” le altre, chiamata albumina) e per evitare rischi di infezione. Infatti, le uova poco cotte possono contenere salmonelle.
La quantità consigliata dai 6 mesi d’età è mezzo uovo 2-3 volte a settimana, salendo a 1 uovo a 1 anno. Nei bambini con storia familiare di allergia alle uova si consiglia di darle dopo i 12 mesi, prima il tuorlo e in seguito anche l’albume.
Latticini
Sono consigliati i
latti fermentati, come yogurt e formaggi, poiché sono ricchi di proteine di qualità, calcio, fosforo e vitamina B2. La raccomandazione è di introdurli a piccole dosi a partire dai 6-9 mesi. I formaggi stagionati andranno assunti in quantità più piccole rispetto ai formaggi freschi: a 1 anno, le dosi raccomandate sono di 15-20 grammi per i primi e 30-40 grammi per i secondi.
Frutta secca, olii e grassi
I
grassi sono
importanti perché forniscono energia e hanno una funzione
strutturale: servono a formare il
sistema nervoso, alcuni
ormoni e le
membrane delle
cellule. Quindi, anche l’alimentazione sana del neonato li può includere, purché nelle giuste quantità (intorno ai 2 cucchiaini al giorno, a seconda dell’età) per non rischiare un aumento di peso non sano. Sono da preferirsi i grassi insaturi, contenuti principalmente in frutta secca, semi e olii vegetali. In particolare, è consigliato l’olio extravergine di oliva a crudo (al massimo un cucchiaino). Altri grassi sani si trovano nell’olio di girasole e di mais, e nella frutta secca (al massimo 10 grammi), che è anche ricca di proteine e micronutrienti utili.
Alimenti da limitare o evitare
I cibi industriali sono indicati quando è necessaria una fortificazione con micronutrienti, altrimenti non sono da preferirsi a quelli cucinati in casa. Infatti, possono contenere zuccheri, sali o essere troppo processati, con impatti negativi sulla salute del bebè. Si consiglia in ogni caso di cucinare al bambino diversi alimenti, in modo che si abitui alla diversità dei cibi e assuma una varietà di nutrienti.
Sono da
limitare molto i
salumi e gli
affettati, ricchi di sale e, se assunti più di una volta a settimana, potrebbero aumentare il rischio di tumori. Bisogna prestare attenzione anche ai succhi di frutta, che hanno poche fibre e vitamine e possono contenere zuccheri e altre sostanze che possono causare carie, diarrea o favorire l’aumento di peso.
In una dieta equilibrata e varia, non occorre assumere integratori vitaminici. Se non necessari, possono dare effetti avversi. Si consiglia di parlarne con un
esperto.
Per un’alimentazione sana nel neonato e nel bambino fino ai 2 anni, sono da evitare:
- Zuccheri aggiunti, che comportano carie e aumentano il rischio di sovrappeso;
- Almeno fino a un anno d’età, il sale, che predispone all’ipertensione e può sovraccaricare i reni;
- Fino a un anno d’età, il latte di vacca e capra (comunque da dare solo bolliti) e il miele;
- Fino ai 12 anni, caffeina e altre sostanze nervine come la teobromina presenti in caffè, tè, cioccolato e cole.
- Ovviamente, alcolici, dannosi anche per gli adulti.
- Cibi che potrebbero soffocare il bambino, come semi, noccioline, caramelle dure, carote crude, uva.
-
Esempi di menù e quantità
Per un’alimentazione sana è
consigliato prevedere in
ogni pasto le verdure e i 3 macronutrienti: carboidrati, proteine sin da subito da varie fonti (come omogeneizzati di pesce e passato di legumi) e grassi (1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva).
Alimentazione a 6 mesi e 7 mesi
Un esempio di
dieta per un’alimentazione sana per il
neonato in una giornata tipo può prevedere:
- A colazione, un cucchiaio di purea di cereali, mezzo cucchiaio di purea di banana e mezzo di yogurt.
- A pranzo, un cucchiaio di purea di cereali, uno di legumi e uno di verdura.
- A cena, un cucchiaio di crema di riso, uno di pesce e uno di verdura.
- Quando richiesto dal neonato, latte ad libitum.
Alimentazione a 10, 11 e 12 mesi
Le quantità e le necessità nutrizionali dipendono molto dalla crescita e dall’attività del bambino. Questo è un esempio di alimentazione per neonati capaci di masticare, che quindi possono assumere cibi solidi spezzettati. Le dosi sono indicative.
- Colazione: 3 cucchiai di cereali mescolati a latte materno, mezzo cucchiaio di yogurt, un cucchiaio di frutta frullata.
- Pranzo: 40-60 grammi di cereali (o mezza fetta di pane tagliato a pezzetti), un cucchiaio di carne bianca sminuzzata, un cucchiaio di frullato di verdura a foglia verde.
- Cena: 40-60 grammi di cereali, mezzo uovo, un cucchiaio di frullato di verdura arancione.
- Latte materno (o formula) nelle quantità e nei tempi richiesti dal bambino.
Alimentazione a 1 anno
Da bere, al bambino potrà essere data acqua e circa 4-5 tazze di latte. Le quantità sono indicative, da valutare in base alle necessità individuali.
- Colazione: circa 30-60 grammi di cereali fortificati o un uovo sodo, mezza tazza di latte intero (se di vacca, bollito), mezza banana a fettine, 2-3 fragole;
- Spuntino: un toast integrale con 1-2 cucchiai di formaggio fresco o burro d’arachidi oppure uno yogurt con frutta;
- Pranzo: due fette di pane integrale con tacchino, 30 grammi di verdura a foglia verde;
- Merenda: 2-3 cucchiai di frutti di bosco o di frutta secca e mezza tazza di latte intero (se di vacca, bollito);
- Cena: 40-50 grammi di pasta integrale con pomodoro, 25 grammi di legumi, 60 grammi di verdura arancione.
Alimentazione a 2 anni
Intorno ai 2 anni, un bambino mangerà la stessa varietà degli alimenti di un adulto quasi in completa autonomia. Le quantità corrisponderanno all’incirca alla metà di quelle indicate nell’alimentazione sana per l’adulto, considerando che ogni bambino avrà necessità individuali dettate dalla sua
crescita e dall’
attività fisica che svolge.
Favorire un’alimentazione sana nel neonato e nel bambino
Come facilitare l’assunzione di alimenti “ostici”? Ad esempio, le verdure sono essenziali per un corretto sviluppo, ma sono notoriamente poco apprezzate dai bambini perché soessi hanno gusti particolari. Gli esperti forniscono alcuni
consigli utili per farle
apprezzare anche ai più piccoli.
Incoraggiare in modo sereno e garbato, in un’atmosfera rilassata, senza insistere. In questo modo, il bambino rifiuterà meno spesso il cibo.
Far mangiare il bebè insieme al resto della famiglia. Questo fa sentire il bambino più protetto e aiuta anche a sviluppare le sue capacità sociali e cognitive.
Regolarità dei pasti: aiuta l’organismo a prepararsi a mangiare, migliorando la fame agli orari definiti.
Comunicare con contatto visivo anche con i bambini più piccoli, mangiare insieme a loro alla stessa tavola e nutrirli direttamente aiuta a farli mangiare.
Dal momento che anche i neonati hanno una preferenza per il gusto dolce, si consiglia di evitare di dare cibi molto dolci (come gelati, biscotti e torte) finché non avranno avuto modo di sperimentare una varietà di sapori più amari o acidi, come verdure e frutta.
Per
apprezzare un
alimento nuovo è
necessario assaggiarlo più volte: sembra che le esposizioni per abituarsi siano circa 8-15. Inoltre, con il passare del tempo il gusto del bambino cambia. Quindi, si consiglia ai genitori di riproporre un alimento rifiutato ogni tanto, per osservare la nuova reazione.
Si consiglia di assecondare l’evoluzione delle capacità psicomotorie del bambino: incoraggiare la sua indipendenza (afferrare cucchiai, tenere una tazza in mano) aumenterà la sua voglia di mangiare.
La varietà dell’alimentazione della madre durante la gravidanza e l'allattamento facilita l’accettazione del bambino ai sapori perché vi sarà già stato esposto.
Se il bambino ha poco appetito perché è malato, si consiglia di dare più liquidi e alimentare il bambino con gli alimenti che più ama, senza forzarlo.
L’alimentazione nel neonato vegetariana o vegana
Le
carenze sono più
probabili nelle persone con bisogni superiori alla norma, come i bambini. Infatti, il latte materno fornisce i nutrienti necessari fino ai 6 mesi; in seguito, il piccolo necessita di una varietà di alimenti complementari da cui ricavare
carboidrati,
proteine,
grassi,
vitamine e
minerali. Mangiare solo alcuni tipi di cibi (come limitarsi a ortaggi, legumi, frutta e frutta secca) non fornisce tutte queste sostanze.
Un neonato sotto dieta vegetariana può essere esposto a carenze di zinco,
ferro e vitamine del gruppo B (in particolare, la vitamina B12 e la vitamina B2 o riboflavina) perché i vegetali sono poveri di questi nutrienti. Inoltre, la fonte vegetale di proteine per eccellenza, il legume, non contiene tutti gli aminoacidi essenziali, per cui andrebbe sempre associata ai cereali per far sì che il pasto abbia un apporto di proteine bilanciato. Occorre considerare che la dieta vegetariana prevede che si possano assumere alimenti di origine animale quali uova e latticini (oltre al miele, che però è da evitare per il primo anno di vita del bebè), che contengono energia, proteine di qualità e sostanze utili a rendere la
dieta completa. Quindi, un’alimentazione vegetariana per il neonato può essere sana se gestita insieme a uno specialista.
Invece, nei bambini di pochi mesi è fortemente sconsigliata la dieta vegan (con alimenti complementari solo vegetali). Infatti, un neonato con alimentazione vegana è a importante rischio di carenze nutrizionali per
ferro,
zinco,
calcio,
vitamine del gruppo B; inoltre, questa dieta può risultare non sufficientemente energetica. È associata a ritardo della crescita, rachitismo, malnutrizione e ritardo nello
sviluppo psico-motorio.
In caso di
dubbi, si consiglia sempre di rivolgersi a uno
specialista.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Domande e risposte
Quanto deve mangiare un neonato?
Un bambino sano saprà regolarsi da solo su quando e quanto latte assumere.
Da quando si può dare l'acqua ai neonati?
Si consiglia di dare acqua dai 6 mesi in poi solo nei bambini allattati con latte artificiale.
Come deve mangiare il neonato?
Il bebè dovrebbe assumere esclusivamente latte (preferibilmente quello materno) fino a sesto mese, salvo particolari problemi di salute della madre o del bambino. Successivamente, i bisogni nutrizionali ed energetici del lattante aumentano. Quindi, al latte materno si affianca l'alimentazione complementare: cibi "da adulti" nutrienti, puliti e frullati che forniranno al bambino carboidrati, grassi, proteine, vitamine e minerali. Si raccomanda di dare al bebè una varietà di cibi sin da subito.
Cosa può mangiare un neonato di 3 mesi?
A 3 mesi, un bebè dovrebbe assumere soltanto il latte materno. Non deve ricevere acqua, camomilla, tisane o cibi di nessun tipo: non ne ha la necessità, non potrebbe digerirli e può rischiare problemi di salute come infezioni o intossicazioni.
Quando si può iniziare a dare la camomilla ai neonati?
La camomilla può essere data al bambino a partire dai 6 mesi, quando inizia la sua alimentazione complementare.
Come iniziare a dare la frutta ai neonati?
L’alimentazione sana del neonato prevede che la frutta sia data sin dal divezzamento, a 6 mesi. È consigliato iniziare con frutta in purea, come banana o agrumi, in un cucchiaino. Se il bambino rifiuta l’alimento, si potrà riproporre a distanza di tempo. Ogni giorno potrà essere variata la proposta per abituare il bambino a cibi differenti; si consiglia di dare al bebè il cibo familiare, che il bambino vede mangiare ai suoi parenti e verso cui mostra interesse.