Aggiornato il 29.01.2025
Con l’età, le necessità alimentari cambiano a causa dei cambiamenti dell’organismo e di patologie che si possono sviluppare con l’avanzare degli anni. Questa complessità rende difficile realizzare delle linee guida per un’alimentazione sana negli anziani, ma vi sono indicazioni utili per le diverse casistiche a cui si va incontro con l’età. Peraltro, far coincidere l’inizio della terza età con i 65 anni è una convenzione, poiché è l’età di pensionamento in molti Paesi occidentali.
Nelle persone con delle malattie ci sono altri fattori che possono influenzare le necessità nutrizionali o di approccio all’alimentazione:
In Italia, la popolazione è sempre più anziana e, stando ai dati ISTAT 2022-2023, oltre 1 ultrasessantacinquenni su 2 ha una patologia cronica, come tumori e malattie cardiache. L’alimentazione sana negli anziani è uno dei fattori fondamentali per una migliore qualità di vita insieme a un’attività fisica frequente e all’evitamento di fumo e alcolici. Ma abitudini pregresse e fattori come isolamento e depressione possono portare la persona ad approcciarsi al cibo in modo poco sano. Per questi motivi è importante considerare i modi per migliorare l’alimentazione di ogni persona a seconda delle sue necessità, magari rivolgendosi a un esperto come un medico dietologo.
In ogni caso è fondamentale la varietà della dieta per garantire l’apporto dei diversi macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e micronutrienti (proteine e minerali). In una nostra intervista, il dottor Francesco Francini Pesenti, del Servizio di Nutrizione Clinica dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ha sottolineato che la carenza di alcuni nutrienti (proteine, vitamine, minerali) ha ripercussioni sull'organismo, per esempio sul sistema immunitario e, prima di tutto, “quello muscolo-scheletrico. Si giunge a una condizione di sensibile perdita di massa muscolare, detta sarcopenia, importante perché aggrava la situazione aumentando, tra l’altro, il rischio di cadute accidentali e fratture.” Un problema ancora più rilevante in coloro che presentano malattie: “l’assunzione non adeguata di cibo rende più lunga e difficile la guarigione da infezioni, come una banale influenza che può complicarsi con quadri di broncopolmonite, e il recupero dopo interventi chirurgici."
Le linee guida per un’alimentazione sana nell’anziano si sovrappongono a quelle dell’adulto, richiedendo un ricco apporto di verdure e frutta (5 porzioni al giorno) e cereali integrali (3 porzioni al giorno), proteine magre (2 porzioni al giorno), grassi sani (30 grammi al giorno) e acqua (8-10 bicchieri al giorno). Tuttavia, occorre prestare attenzione alle calorie, perché il bisogno di energia si riduce dopo i 60 anni:
Si consiglia di ridurre i grassi e gli zuccheri (incluse le bevande zuccherate) in modo proporzionato all’attività della persona. È sempre sconsigliato seguire diete dimagranti nelle persone anziane, dal momento che la perdita di grassi si accompagna a una perdita di massa muscolare che può risultare problematica.
Gli alimenti più importanti per un’alimentazione sana dell’anziano sono:
Si consiglia di assumere integratori per eventuali carenze solo dietro consiglio medico, in modo da evitare eventuali effetti indesiderati.
A causa della riduzione del gusto, dell’olfatto e dell’appetito a cui si può andare incontro con l’età, spesso gli anziani preferiscono alimenti più saporiti, quali dolci (incluse le bevande zuccherate), fritti, ricchi di grassi saturi (come burro e panna) o cibi molto salati come affettati e salumi. In realtà, è bene ridurre l’assunzione di questi cibi, dal momento che favoriscono l'insorgenza di malattie croniche come diabete e disturbi cardiovascolari. Per venire incontro al bisogno della persona, è possibile proporre smoothie con yogurt e frutta come spuntini e nei pasti principali alimenti molto speziati, insaporiti ad esempio con coriandolo, cumino, salvia, peperoncino, rosmarino e altre erbe aromatiche.
Gli alcolici, dannosi per il fegato e altri organi, sarebbero sempre da evitarsi. Nel caso in cui la persona voglia assumerli comunque, è raccomandato non bere più di 330 millilitri di birra, 240 di vino oppure 40 millilitri di superalcolico. È però particolarmente importante evitare gli alcolici in presenza di malattie croniche.
È comune che gli anziani perdano parzialmente o del tutto l’appetito. Per prima cosa, va indagata la causa, perché potrebbe essere possibile affrontare il problema alla radice. Le cause possono essere fisiologiche (riduzione del gusto o dell’olfatto, nausea), psicologiche (ansia o depressione), farmacologiche (alcuni medicinali diminuiscono l’appetito) o anche patologiche (come problemi ai reni, al cuore, BPCO), per cui è bene confrontarsi con un medico.
Per incoraggiare l’anziano a mangiare, è consigliato:
Se l’alimentazione non è comunque sufficiente, il dottor Francini Pesenti suggerisce delle formule alimentari. “Sono sostanzialmente dei latti artificiali modificati per l’adulto, la cui utilità è però incerta. Se il soggetto è ospedalizzato, si può ricorrere alle varie tecniche di nutrizione artificiale, come la somministrazione di formule liquide tramite sottili sonde che giungono fino allo stomaco o alla nutrizione per via endovenosa”. In alcuni casi i medici possono anche prescrivere stimolanti dell’appetito.
La disfagia consiste nell’incapacità più o meno grave di deglutire. Si stima che colpisca circa il 45% degli ultrasettantacinquenni, a causa di malattie neurologiche (malattia di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla), vascolari (come ictus e vasculopatia) o disturbi al collo, inclusi tumori. Indici di disfagia lieve sono tosse durante i pasti, deglutizioni ripetute e raucedine, ma è importante consultare un medico per poterla diagnosticare con certezza. È bene chiedere a uno specialista anche per la gestione del problema, per la sicurezza della persona e soluzioni più mirate.
In generale, è consigliato assumere cibi abbastanza morbidi o liquidi da poter essere assunti con un cucchiaio, bere molto, mangiare con lentezza e assumere molti pasti poco abbondanti nel corso della giornata. Attenzione ai cibi con doppia consistenza, come la pastina in brodo, perché possono causare difficoltà. In caso di disfagia per liquidi, generalmente è bene addensare i liquidi affinché abbiano la consistenza di un budino. In ogni caso occorre proporre una varietà di alimenti per indurre la persona a mangiare a sufficienza e ad assumere tutti i nutrienti.
La persona con demenza può dimenticarsi di mangiare e avere altri problemi concomitanti che le impediscono di nutrirsi a dovere. In questi casi, è bene fornirle cibi che le piacciono in forma liquida, semiliquida o tagliata a piccoli pezzi. Occorre nutrirla lentamente, alternando il pasto a piccoli sorsi d’acqua. Non bisogna mai insistere nel caso non voglia mangiare. Si consiglia di affiancarsi o chiedere aiuto a personale specializzato per individuare particolari necessità della persona e strategie di gestione ottimali.
La malnutrizione, ovvero un’alimentazione inadeguata per apporto di nutrienti ed energia, allunga i tempi di convalescenza dalle malattie perché rende le terapie meno efficaci e i percorsi di guarigione meno efficienti. Questo comporta un maggiore ricorso a farmaci, ricovero e assistenza. Come spiega il dottor Francesco Francini Pesenti in genere è più a rischio l’anziano che vive da solo: “tende a mangiare meno, esce poco per gli acciacchi, limita gli acquisti alimentari a pochi prodotti, buona parte dei quali dallo scarso valore nutrizionale. Basso reddito, dentizione inadeguata e depressione spesso concorrono a peggiorare ulteriormente questo quadro”. È critica anche la situazione degli anziani molto debilitati o allettati.
Una revisione di studi sul tema del 2023 ha stimato che quasi 1 paziente su 2 in Italia è a rischio malnutrizione. Al momento del ricovero in ospedale, la malnutrizione arriva a interessare quasi la metà delle persone over 65 con malattie croniche. Ad esempio, dal 20 al 50% dei pazienti con insufficienza cardiaca (scompenso) ha perdita di massa muscolare e il 20% di chi ha subito un ictus sviluppa una sindrome da deperimento entro un anno dall’evento acuto. “Particolarmente a rischio sono i pazienti che soffrono di tumore" e, considerato che in Italia i pazienti con malattia oncologica sono 3 milioni, “il deficit nutrizionale colpisce almeno mezzo milione di persone”, commenta Maurizio Muscaritoli, Professore associato di Medicina Interna, Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Anche fattori socio-economici espongono al rischio di malnutrizione. Secondo il dottor Francini Pesenti e altri specialisti, la nutrizione clinica è da considerarsi parte della cura dei pazienti ospedalizzati.
I supplementi nutrizionali orali sono; prodotti destinati alla prevenzione o al trattamento della malnutrizione a integrare o persino sostituti alla normale alimentazione quando necessario. Una ricerca del 2019 del CeRGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale), dell’SDA Bocconi School of Management, ha mostrato che i supplementi nutrizionali orali riducono il rischio di complicanze e di nuovi ricoveri, con miglioramento della prognosi e della risposta ad alcune terapie, con una riduzione dei costi sanitari di gestione della patologia nell’ordine del 5-12%. Altri studi, come lo studio Nourish del 2016 e una ricerca pubblicata nel 2021, hanno mostrato che la terapia con supplemento nutrizionale orale può migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti anziani malnutriti. Nonostante questi risultati, meno del 2% dei pazienti malnutriti ricoverati in ospedale riceve un supplemento nutrizionale orale.
L’alimentazione negli anziani debilitati o allettati è particolarmente importante, poiché è fondamentale che queste persone siano idratate e assumano le giuste quantità di nutrienti. Oltre ai supplementi orali, da assumere secondo indicazione medica, può essere utile usufruire di una dieta liquida o semiliquida, con alimenti facili da deglutire. Accortezze utili includono proporre il cibo a piccole porzioni e lentamente, condire i cibi affinché siano molto saporiti e proporre alimenti preferiti dalla persona.
Brodi e frullati di verdure e spremute di frutta fresche sono particolarmente indicate, insieme a semolino, legumi frullati e carni bianche o pesce frullati.
È diverso il caso di pazienti terminali, che in genere invece non traggono beneficio dall’alimentarsi.
Persone con grave anoressia, stenosi o fistole digestive, gravi problemi di deglutizione non possono essere alimentate normalmente. La difficoltà o l’impossibilità a ricevere naturalmente una corretta e adeguata alimentazione viene oggi sopperita con trattamenti di nutrizione artificiale (talvolta chiamata erroneamente nutrizione forzata). Si tratta di una procedura terapeutica che garantisce il bisogno nutrizionale di pazienti non più in grado di alimentarsi autonomamente. Migliora il decorso di molte patologie e aumenta sensibilmente la qualità di vita, riducendo morbilità e mortalità.
La nutrizione artificiale si differenzia in:
I consigli per un’alimentazione sana nell’anziano sono simili a quelle per gli adulti: vanno assunte molte verdure, frutta, cereali integrali, proteine magre (formaggi magri, uova, legumi, carni bianche, pesce) e grassi insaturi (olio extravergine d’oliva, di lino o di girasole, semi, frutta secca). Tuttavia, a partire dai 60 anni di riduce il fabbisogno di calorie, da tenere d’occhio a seconda di quanto è fisicamente attiva la persona. Inoltre, diventa particolarmente importante l’assunzione di acqua (almeno 8-10 bicchieri al giorno) e di alcuni micronutrienti: vitamina D, vitamina C, vitamina B12, calcio e potassio.
In generale, una dieta sana per anziani prevede molte verdure e frutta, cereali integrali, proteine magre, grassi sani e acqua, come per gli adulti. Occorre però anche capire quali sono le necessità individuali: persone con protesi dentarie, inappetenza, disfagia (difficoltà a deglutire), disturbi metabolici avranno bisogni particolari. In generale, si consiglia di cucinare cibi morbidi, facili da ingerire, ben presentati e speziati, affinché stimolino l’appetito.
È benefico per la salute evitare quasi totalmente dolci, cibi molto grassi come burro e fritti, alimenti molto salati, affettati, salumi, formaggi grassi e cibi fritti o da fast food. Da evitarsi completamente sono gli alcolici.
Per aiutare a mangiare una persona anziana allettata, inappetente o che ha difficoltà a deglutire è utile realizzare piatti liquidi o semiliquidi e saporiti e apprezzati dalla persona, per esempio conditi con olio, limone o formaggi duri stagionati. In effetti è fondamentale che gli anziani allettati o debilitati assumano i giusti nutrienti e siano ben idratati. Dietro consiglio medico possono essere utili anche supplementi nutrizionali orali.
Un anziano dovrebbe bere almeno 8-10 bicchieri d’acqua al giorno, in particolare quando fa molto caldo o se è molto attiva fisicamente.
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